3
Feb
2011

Troppe persone vanno al cinema, tassiamole!

Con un gennaio scoppiettante, grazie alle uscite dei film con Checco Zalone e Antonio Albanese, la quota di mercato del cinema italiano nel solo primo mese del 2011 è stata del 65%. Un dato che doppia ampiamente la media degli ultimi anni. Ovviamente, sarà impossibile mantenere queste percentuali, ma almeno ci permette per un po’ di non sentire le solite lagne: nei cinema vengono proiettati solo film americani, i multiplex non tengono in considerazione quelli italiani. E se non si poteva esultare per l’andamento del cinema italiano se a sbancare il botteghino era il cinepanettone di Natale, con Zalone e Albanese ci è concesso (trattasi di comicità più rispettabile e meno volgare, così ci viene detto).
Oggi l’Anica ha diffuso i dati sul cinema italiano nell’anno 2010. Prima di tutto occorre dire che sono stati 12 mesi molto positivi, sotto tutti i punti di vista. Per cominciare, i film italiani prodotti sono stati 114 (+17 rispetto al 2009). Il contributo statale si è ridotto del 6,8% e i contributi privati sono aumentati del 7,3% (sempre rispetto all’anno precedente). Un dato interessante è la costante crescita dei contributi privati: dai 189,6 mln di € del 2004 ai 276,9 del 2010. Sul totale degli investimenti, nel 2010 l’investimento statale è stato dell’11% (era del 33% nel 2004). Per quanto riguarda invece la distribuzione, gli incassi sono aumentati del 17,92% e le presenza dell’11,04%. Molto interessante il dato riguardante i film italiani: incassi aumentati del 47,7% e presenze aumentate del 45,83%. Per quanto riguarda invece la quota di mercato, in termini di incassi il cinema italiano si è ritagliato il 27,26% (nel 2004 il dato era del 14%); in termini di presenze il 29,62% (nel 2004 il dato era del 14,03%).
Le conclusioni da trarre sono molto semplici: il cinema gode di ottima salute, in particolare quello italiano. A fronte di una contrazione dell’intervento pubblico, è aumentato quello privato. L’Anica riporta poi i primi dati ufficiali del credito di imposta (ovvero, intervento pubblico indiretto): l’importo totale per il 2010 è stato di 24 mln di €.
In questi giorni il dibattito si è però concentrato su un altro versante: la possibilità che venga messa una tassa di 1 euro su ogni biglietto staccato. Tale provvedimento era stato prima inserito e poi stralciato (a seguito delle proteste degli esercenti) dal decreto “milleproroghe”. Ora, in sede di conversione in legge del decreto, si sta cercando di reintrodurre la tassa. Naturalmente si tratta di un provvedimento negativo. Perché se la tendenza è così positiva dobbiamo far pagare ai cittadini il cinema assistito? Su ogni singolo biglietto oggi pesa una aliquota Iva del 10%. Aggiungendo un altro euro di tasse si arriverebbe ad avere molto più del 20% di imposte su ogni biglietto venduto. Il tutto, come detto, per finanziare la produzione. Si pensa forse che questo non possa avere ricadute sulle presenze? In sostanza, aumentando il prezzo del biglietto è molto probabile che questo abbia ricadute sulle scelte dei cittadini (si alza il prezzo del biglietto e diminuisce l’affluenza nelle sale). Questo fenomeno produce un effetto negativo per gli esercenti (diminuisce il numero di persone che paga il biglietto, mentre della maggiorazione del biglietto gli esercenti non vedrebbero un quattrino). Ma se gli esercenti sono sul piede di guerra (“Ingiusto, ingestibile, insopportabile, atto forzoso non condiviso, intervento sbagliato, gravemente dannoso per tutto il cinema – dall’esercizio alla produzione – e anche per il cittadino: questo è il prelievo sul biglietto del cinema secondo tutti gli esercenti cinematografici italiani”, www.giornaledellospettacolo.it) anche per i cittadini, appunto, si tratta di una misura vessatoria. Il tempismo poi è particolarmente beffardo: proprio ora che si affollano le sale, ecco giunto il momento per tassare gli spettatori.

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4 Responses

  1. sacco Davide

    Vorrei fare due appunti/proposte: la prima che a fronte un taglio di finanziamenti pubblici si possa ricorrere alla pubblicità (senza che Striscia la notizia rompa le palle con la pubblicità occulta)… credo che una volta lo facessero.
    E secondo, sarebbe opportuno che i film “di nicchia” (che di solito gli autori, registi e attori chiedono l’aiuto pubblico) avessero un supplemento sul biglietto che vada a coprire il finanziamento pubblico (è una provocazione, fino ad un certo punto)…

  2. P. Tisbo

    In fondo è chiaro, si tassa il biglietto, cosi meno persone andranno al cinema, i produttori avranno bisogno di soldi e lo stato potrà darglieli.

    Non fa una piega…

  3. Eliseo

    Salve. Vi scrivo per segnalarvi l’ultimo colpo di genio del Parlamento italiano. Si parla tanto di crescita, di libertà d’impresa, di concorrenza e via dicendo, ma poi quando si entra nel concreto ci si accorge che tutte le proposte vanno nella direzione opposta. L’ultimo scempio è una proposta di legge approvata dal Senato (e che rischia di esserlo pure dalla Camera), presentata dal Senatore Levi, che limita la possibilità di sconti sui libri superiori al 15%! Qui i dettagli
    http://www.ilpost.it/2011/03/04/legge-levi-sconti-libri/
    Ciò per tutelare i piccoli librai (piccolo è bello vero?) dai cattivoni di Amazon. Ovviamente il risultato saranno prezzi più alti, meno libri venduti (in un paese dove si leggono già troppo pochi), ulteriore scivolamento verso il basso nella capacità dell’Italia di attrarre investimenti stranieri. Mi appello direttamente al dottor Giannino affinchè usi lo spazio di visibilità pubblica di cui dispone per cercare di ostacolare questo pdl. Da parte mia cercherò di diffondere ulteriormente questo messaggio.

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