11
Mar
2012

Tirannia fiscale: marchiati dall’erario

Come ampiamente riportato dalla stampa di questi giorni, il direttore dell’Agenzia dell’entrate ha esposto, a margine di un convegno, l’idea che i negozianti in regola con l’erario possano applicare un bollino blu sulla vetrina dei loro esercizi commerciali, il quale attesti la loro virtuosità fiscale.
Una sorta di certificazione di qualità, insomma, della posizione contributiva.

A prima vista, sembrerebbe un’estensione di una classica regola di mercato basata sulla concorrenza reputazionale. Gli operatori economici, infatti, competono non sempre nei prezzi o nelle qualità intrinseche del prodotto, ma anche nella capacità di attirare la clientela attraverso la qualità dei processi di produzione e dei modi di conduzione dell’impresa. Sempre più spesso, anzi, le imprese si vincolano spontaneamente sottoponendosi a regole aggiuntive il cui costo viene bilanciato dai guadagni in termini di “reputazione” nel mercato, nella convinzione che ciò si traduca in un maggior profitto. Si tratta della situazione win-win, utilizzata, ad esempio, nel settore delle certificazioni ambientali.

Tornando all’idea di Befera, si potrebbe pertanto, in primissima battuta, pensare che il “bollino blu” suggelli un patto di amicizia tra il fisco, notoriamente nemico del contribuente, e quest’ultimo, e che per la prima volta il meccanismo di compliance tributaria sia basato non su una prospettiva punitiva, ma su una prospettiva premiale/reputazionale: non ti condanno se non paghi, ma ti premio con il bollino, di cui potrai fare bella mostra, se ti comporti bene.
E invece, a pensarci un po’ meglio, la storia del bollino blu è quanto di più dispotico e prepotentemente ingiurioso si possa immaginare, tanto da fare il paio con l’altra offensiva degli spot contro l’evasione fiscale, nei confronti della quale abbiamo espresso tutto il nostro sdegno qui.
Innanzitutto, con l’etichetta di bravo contribuente non si sostituisce, né si attenua, la prospettiva punitiva con quella premiale. Anzi, mai come in questi ultimi anni, secondo quanto è ormai evidente anche ai meno attenti, il fisco ha mostrato i suoi più affilati artigli. Non si tratta affatto, dunque, di un cambiamento di prospettiva in un rapporto più collaborativo col fisco, ma al contrario di un ennesimo ricatto esercitato da chi, in posizione di assoluta supremazia, potrà assegnare non solo il marchio di infamia, ma pure il sigillo di bontà.
In secondo luogo, normalmente le procedure di labelling sono esse stesse frutto di dinamiche spontanee di mercato, nel senso che normalmente la certificazione del rispetto degli standard di qualità è affidata a terzi privati, i quali, nell’esercizio di quella che è una vera e propria attività di servizi, attestano, su richiesta dei soggetti sottopostisi spontaneamente a verifica, il rispetto di standard di produzione e/o processo.
In questo caso, invece, sarebbe lo Stato stesso, soggetto parziale e interessato alla riscossione dei tributi tanto da accertare in genere quasi il doppio dell’evasione reale, a certificare la dabbenaggine fiscale, secondo procedure che, verosimilmente, costituiranno un ulteriore, opaco grado di intermediazione burocratica.
Che sia dunque lo Stato esattore/espropriatore, tesoriere e giudice parziale a racchiudere ora anche questo potere, vuol dire continuare a far pesare sui contribuenti una posizione di assoluta sudditanza, pure psicologica, nei confronti di un despota che, come nelle migliori tirannie, allunga i propri tentacoli sulla coscienza delle persone facendo credere loro di poter salvare l’anima dai peccati tributari.
Più che le certificazioni di qualità, l’idea di Befera – non suoni troppo ardito il paragone – ricorda tristi tempi in cui i negozianti pensavano di essere nel giusto mostrando a quale razza appartenessero.

54 Responses

  1. gianni z.

    marchiati come gli ebrei al tempo del nazismo..
    l’ italia muore e monti è il suo becchino
    Gianni z.

  2. alf

    Ma non dica scemenze Sileoni, lei e il commentatore qui sopra gianni z, con paragoni che uno si aspetta di sentire al bar, ma non certo sul blog di Giannino. Oltretutto la sua logica fa acqua: l’AE non “marchierebbe” nessuno, visto che il bollino sarebbe di “virtù” e non di “infamia” e verrebbe applicato A DISCREZIONE DEL NEGOZIANTE in regola con le imposte. Se non altro, il negoziante in regola con il fisco, con il bollino avrebbe modo di attrarre la clientela sensibile al fatto che a un negoziante fiscalmente adempiente tocca lavorare contro la concorrenza SLEALE dell’evasore.

  3. Sergio De Prisco

    A meno che non si dimostri che sopportare questo prelievo fiscale sia giusto e che faccia bene all’economia che lo stato spenda la metà del PIL al posto di chi lo ha prodotto, bisogna ammettere che l’evasore non fa concorrenza sleale più di quanto la faccia un negoziante che rifiuti di pagare il pizzo a coloro che si piegano a pagarlo.

  4. franz_stirner

    @alf
    Come dire schiavi e contenti … gli ebrei si accorsero subito cosa fosse questa marchiatura lei dopo
    non ho idea di quanti anni di vita no a suo massimo disdoro .
    Il fascismo fiscale in atto meriterebbe ben altre e piu’ decise dimostrazioni in maniera da aprire gli occhi
    a chi li ha ancora … temo quindi non per lei

  5. Roberto Cappucci

    Perchè prima non mettiamo un bollino blù alle opere pubbliche che hanno rispettato i budget, i tempi e che sono esenti da mazzette?
    Perchè prima non mettiamo un bollino blù alle amministrazioni locali che sciupano denaro pubblico?
    Non dimentichiamo che abbiamo il DIRITTO/DOVERE di chiedere a chi amministra la cosa pubblica (la nostra) di redere conto delle proprie azioni e se sbaglia mandarlo via… SUBITO! e non riciclarlo su altre poltrone a far danni altrove.
    Alziamo la Testa, la cosa Pubblica è nostra e siamo noi che dobbiamo decidere se è ben amministrata.
    Alziamo la Testa, il debito Pubblico non l’abbiamo creato noi, ma la giostra dei nostri amministratori

  6. alf

    Giusto, ora il negoziante evasore dovrà essere non solo difeso da una probabile deportazione ma eventualmente dai pizzini di Befera che daranno mandato a qualche finanziere di bruciargli il negozio. Senso del ridicolo nessuno? Non viene in mente che a chi non paga le imposte di solito non frega un c***o delle battaglie civili sull’oppressione fiscale?

  7. Roberto Cappucci

    Stabiliamo un punto, pagare le GIUSTE tasse è giusto e doveroso, ma pretendo che i soldi che do allo stato siano usati in modo corretto e non sprecati, pretendo anche di non essere taglieggiato da finanzieri e vigili urbani disonesti, ti è mai successo Alf? A me si…! Pretendo anche che se ho il coraggio di denunciarli io venga premiato e non messo in condizioni di chiudere, ti mai successo Alf? A me sì! Fintanto che lo Stato ci tratta come sudditi mi sento in dovere di protestare a Testa alta!!! Puniamo chi non paga le tasse, ma contemporaneamente abbassiamole a chi ne paga troppe e puniamo chi le spreca!

  8. alf

    Continuo a leggere nei commenti obiezioni che hanno nulla a che fare con la rapacità del fisco italiano (nota perfida: però nessuno se ne lamenta quando dal governo tirano le redini all’AE, come a dire, ci si accorge delle imposte elevate solo quando aumentano gli accertamenti). Finora ho letto nell’ordine:
    1. Evasori fiscali = ebrei durante le leggi razziali
    2. Evasori fiscali = negozianti sottoposti a pizzo dalla mafia
    3. Concussione = imposte troppo elevate

    Roberto, i finanzieri disonesti non cambiano mestiere se calano le imposte, e continueranno a taglieggiare il contribuente inadempiente. La scusa allora sarà…?

    Articoli come questo e relativi commenti mi fanno ritenere che in Italia le imposte non verranno (mai) abbassate. In particolare frasi come questa: “Alziamo la Testa, il debito Pubblico non l’abbiamo creato noi, ma la giostra dei nostri amministratori”, dimostrano che la prima causa del DP italiano è un deficit culturale, civico prima che economico.

  9. Roberto Cappucci

    Il problema, alla base, è che c’è chi ancora è convinto che i finanzieri taglieggiano solo chi non paga le tasse, ne sei sicuro? Io ho ricevuto numerose visite di finanzieri e, quelli onesti, hanno sempre verbalizzato la correttezza delle scritture contabili, poi sono venuti quelli disonesti e minacciavano eventuali ritorsioni se non pagavo. Non parliamo poi dei Vigili…!
    Io ho denunciato tutto questo, volevo far valere i miei DIRITTI, risultato… ho chiuso la ia azienda!
    La “rapacità del fisco” dipende da tanti fattori, dagli evasori, dalle tangenti, dagli sprechi, dalle consulenze, dagli stipendi da nababbi dei nostri amministratori ecc… Ci illudiamo di risolvere il problema solo colpendo una di queste categorie, sbagliato!

  10. JohnnyX

    In SVEZIA la trasparenza della Pubblica Amministrazione è un principio sancito addirittura dalla costituzione del 1766, quindi oltre due secoli fa, addirittura prima che diventassimo uno stato democratico.
    Chiunque può entrare negli uffici di un Comune qualunque e chiedere, ad esempio, il tabulato delle telefonate e dei consumi effettuati dal Consigliere Comunale.
    In nome della TRASPARENZA totale.
    In fondo, quel Consigliere Comunale, altro non è che un cittadino come me e te che usa i NOSTRI SOLDI per il perseguimento degli interessi comuni.
    Quindi, se tu usi il mio denaro e la mia parte di sovranità, DEVI essere sempre controllabile e trasparente.
    Pensate in Italia una cosa simili… quasi svengo all’idea!!
    I Grillini del Movimento 5 Stelle hanno provato più volte a registrare le sedute di alcuni Consigli Comunali… com’è andata?
    Denunce alle forze dell’ordine, arresti, riunioni a porte chiuse…
    Se ne faccia una ragione il simpatico “alf”…
    http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-4a21b95a-d975-464f-b381-4e8428ebc77c.html

  11. Bruno

    Condivido…aggiungiamo anche la enorme spesa per tutto il sistema della Pubblica Amministarzione, dipendenti in quantità, senza parametri di valutazione che leghino gli organici alla produzione e mi pare anche senza aver definito cosa sia questa produzione, quanti e quali servizi siano necessari e soprattutto necessari e utili affinchè il sistema- Paese funzioni in modo più efficace e più efficente. Un sistema lievitato negli anni, che vede Enti come le Regioni o i comuni, in particolre quelli medio grandi, per non parlare di Provincie, Regioni a Statuto Speciale, Enti, Istituzioni, ecc. zeppi di dirigenti o equiparati, con stipendi molto molto significativi, al riparo da ogni ristrutturazione, protetti da sindacati e politici/amministratori. Istituzioni dove le progressioni di carriera sono automatiche, cosa che fa rabbrividire. Questo è il quadro, è la situazione che ha bisogno di un fisco vorace, voracissimo anzi. Sacrosanto pretendere che tutto questo termini, in fretta anche perchè sta portando il sistema produttivo alla rovina, il sentimento civico a zero, il Paese a fondo. Ciò detto le tasse le devono pagare tutti, non ci sono scusanti.

  12. BitaGmr

    E mettiamo la A alle adultere che lavorano nei negozi… Così siamo sempre più informati sugli affari personali degli altri. E la famosa legge sulla privacy?

  13. Ma chi lo dice che un commerciante che non ha pendenze col fisco mi darà merce migliore di uno che magari fa fatica a pagare il fisco? E se il commerciante A riesce a pagare il fisco perchè ha versato le solite tangenti? Sarebbe corrotto e per questo anche premiato dal bollino blu. E’ cronaca una serie di disfunzioni tra i controllori, amici, politici, parenti di politici… li immagino tutti col bollino e il poveraccio che è in mora.. esposto al pubblico ludibrio e così si toglie dalle balle prima e lascia il posto, già a chi lo lascia? C’è un clima di caccia alle streghe inutile,non è in questo modo che si spinge la gente a non evadere, anzitutto le tasse dovrebbero esser una cosa seria e non c’è niente di serio nel pretendere di fare pagare somme irreali “per presunzione” di un imbecille qualsiasi. Spesso gente che non sa un accidenti di come funziona il commercio, viene messa a decidere della vita del commerciante, siamo un drammatico paese da berzelletta e l’idea del bollino ne da la misura. Stupidate che coprono incapacità e voglia di fare credere che si sta combattendo l’evasione, il bollino lo mettessero alle Banche, per avere il bollino debbono avere i conti in regola, non applicare anatocismo nè palese , nè nascosto, non debbono usurare i clienti , i contratti di mutuo debbono essere non truffaldini, niente lucro per valuta e niente strane dimenticanze nei conti più trafficati di versamenti cospicui accreditati magari dopo 1 anno senza contabilizzare interessi, o mai accreditati, bilanci in ordine senza troppi magheggi.. vediamo quante agenzie metterebbero il famoso bollino che in questo caso avrebbe un senso e non sarebbe l’ennesima presa per i fondelli e col tempo potremmo convincere le agenzie di equitalia: bollino blu a quelli che la smettono di emettere cartelle pazze, o riproporre vecchie cartelle pagate e rinominate creando un caos terribile ai malcapitati, o smettendola di mandare multe a raffica già pagate e ripagate che ci fanno capire che scollamento enorme c’è tra enti impositori ( verranno mai pagati?) ed equitalia che incassa e non paga o paga con comodo.. e si dice si tenga gli interessi… bene il bollino blu lo diano alle agenzie serie che non fanno giochini e pasticci.

  14. Andrea

    Ma perchè in Italia tutti perdono di vista qual’è il vero problema? Vi accanite a parlare di cose che vengono sempre dopo il problema dello sconsiderato e menefreghista dilapidamento delle risorse prodotte dai cittadini, da parte di una classe politica che definire ladra è quasi un complimento(vedi 200 e passa milioni della margherita)!

  15. Dorian

    Idea geniale! Inizierei con il metterlo alle banche e alle grandi imprese! Peccato che Befera lo proponga sempre e soltanto per i soliti noti che non possono difendersi perché scarsamente rappresentati. E per gli elusori fiscali invece che proposta geniale ci attenderà’? O il signor Befera non ha idee, perché’ l’elusione fiscale non presenta dati allarmanti? D’altra parte chi non emette uno scontrino e’ un ladro e una strega da bruciare, mentre chi falsifica i bilanci e fa ottimizzazione fiscale e’ un cittadino rispettabile e un bravo manager che si puo’ addirittura candidare!

  16. Luca

    ennesima riprova di un paese fiscale con la moda della caccia alle streghe…..per combattere queste buffonate statali basta non aderire al gioco e cestinare il bollino nel posto che merita….

  17. Ecate

    Faccio una premessa personale, quelli che si adirano per non dire qualcosa d’altro sono quelli che le imposte le pagano, e sono tante, e per questo si lamentano. Quelli che non le pagano non gliene frega niente di lamentasi o recriminare, magari vanno a cena con Lusi a mangiare spaghetti per 180 €.

    Se in insieme ci sono due sottoinsiemi, quelli che sono virtuosi e quelli che non lo sono, una possibilità di identificarli sarebbe quella di affiggere un marchio a quelli non virtuosi (l’esempio della stella di David non è dei più felici) in modo da identificare, per esclusione, quelli virtuosi (i non marcati).

    Ma si può fare anche il ragionamento opposto, attribuire un bollino a quelli virtuosi in modo che quelli che non l’hanno sono i non virtuosi. Poi si tratta di discernere i mille casi non previsti ad esempio quelli che sono contribuenti onesti, ma sono in causa. Se la perdono non hanno diritto al bollino, ma se la vincono : chiedono i danni di immagine retroattivi ?

    Le stelle della guida Michelin hanno questo scopo salvo poi scoprire che erano stelle di anni fa e nel frattempo il cuoco è cambiato, alcuni le facevano false o non si mangiava poi tanto bene. Non è l’idea in sé che mi sorprende, il fatto è che stanno sistematicamente dirottando le responsabilità della rovina dell’Italia su dei capri espiatori (che per carità avranno anche le loro colpe), diversi da quelli veri.

    Leggevo, con molta sopresa, che in Europa la Germania è il secondo paese in Europa per evasione Fiscale : 160 miliardi di euro annui, ( http://www.manageronline.it/articoli/vedi/5812/evasione-fiscale-in-europa-vale-1000-miliardi-allanno/ ) contro i 180 italiani. Chiunque abbia vissuto in Germania saprà che la pressione fiscale per le aziende e titolari di P.IVA è un 10-15% inferiore di quella Italiana, i servizi sono impeccabili, le scuole come gli ospedali eccellenti, nessuno conosce gli scontrini fiscali semplicemente perché non c’è l’obbligo di emetterli. Quindi nonostante il fisco tedesco non intercetti 160 miliardi di euro annui di evasione, nessuno fa campagne mediatiche, lo stato funziona, la sanità funziona (dentisti e oculisti compresi nella sanità), le tasse sono inferiori, autostrade gratuite, hanno ricostruito la ex DDR in un decennio. Perché in Italia per un’evasione maggiore di 20 miliardi siamo ad un passo dalla bancarotta ?

    Se il bollino del buon contribuente servisse a migliorare la gestione della cosa comune mi ci tappezzo anche la casa. “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.

  18. Cristina T.

    A me sembra una ennesima dimostrazione del delirio di onnipotenza…. Ma Befera pensa che sai tutto risolto, che i problemi del commercio e della crescita siano come d’incanto svaniti!! Commercio e artigianato e soffocato da balzelli, tasse e obblighi che strozza l’operatività e la competitività. E questo spunta col bollino BLU!! Pensavo che fossimo alla frutta, ma in relatà, s’è gia ammarcita!! Buona giornata e buon lavoro a noi tutti che da una vita lavoriamo sodo e seriamente e ci sentiano DERISI!

  19. omero mastix

    Condivido l’idea che i contribuenti più arrabbiati sono quelli che pagano le tasse, ma aggiungerei anche quelli che sono stati pescati con le mani nella marmellata. Comunque è un fenomeno diffuso che vede il contribuente senza un’ Authority che garantisca rapporti ragionevole con il fisco. Se il garante del contribuente funzionasse e non fosse relegato in un sottoscala dell’ufficio finanziario che dovrebbe controllare senza mezzi e senza autorità, probabilmente diminuirebbero gli arrabbiati e sarebbero inutili i marchi d’infamia fiscale e le coccarde graziosamente elargite dal potere. Mi piacerebbe vedere i bollini blu anche sulla giacca dei funzionari onesti, in modo che il contribuente possa rallegrarsi di avere rapporti corretti e ragionevoli con chi gli impone gli accertamenti fiscali.

  20. Massimo74

    @Ecate

    In realtà se si epurasse dalla stima dell’evasione la quota di sommerso relativa al fatturato delle attività criminali, si evincerebbe chiaramente come in italia si evade meno che in germania.

  21. alberto

    Vale la pena riportare i dati di “Paying Taxes 2012” che, come molti forse già sapranno è uno studio redatto all’interno del “Doing Business Project” della World Bank. Lo studio prende in esame tutte le 183 economie del mondo e, all’interno di queste, individua un campione di azienda media di 60 addetti che è al centro dell’esame comparativo della tassazione (totale) vigente nei 183 paesi.

    L’azienda italiana, con il suo 68.5% di tassazione totale sul reddito, si colloca al 170° posto. Dietro l’Italia (cioè con tassazione ancor piu’ elevata) ci sono solo i segg. paesi:
    Algeria, Kyrgyzistan, Colombia, Bhutan, Tajikistan, Eritrea, Uzbekistan, Sri Lanka, Comore, Ghambia, Congo. Siamo di poco dietro a Nicaragua (167) e Venezuela. Come si vede, tutti paesi campioni di democrazia, ove la corruzione è totalmente assente e dove il livello di benessere è notoriamente piu’ elevato che nel resto del mondo.

    Si noti bene che, come noto, le aziende piu’ piccole (al di sotto dei 60 addetti, cioè) saranno soggetti, in generale, ad una tassazione ancora piu’ feroce. E’ solo il caso di fare notare che l’azienda media di Confindustria ha 35 addetti (si fa fatica a capire la logica che sospinge il suo DG GP Galli a sostenere la campagna beferiana …).

    Bene; in questo contesto diventa doveroso chiedersi se ha senso sostenere che il dovere di ogni cittadino è pagare le tasse e che è giusto pagare “queste” tasse. Per una piccola o piccolissima attività, avere un reddito di 100,000 Euro (oggi quasi un miraggio), significa lasciarne per strada 68,000 in tasse. Se consideriamo le tante voci di spesa indeducibili, che fanno pur parte del bilancio di tale piccola attività, si arriva ad un reddito di 20,000 Euri si e no, coi quali l’imprenditore dovrebbe mantenere sè stesso e tutta la propria famiglia. In “Storie di ordinaria evasione fiscale”, su Radio 24, si additava alla pubblica gogna il caso delle migliaia di gestori di bar che denunciano redditi di circa 15/20,000 Euri: che cosa dovrebbe denunciare un barista, dopo che ha compensato il proprio lavoro e, magari, quello di un figlio, cosi’ sottratto alla disoccupazione giovanile ?

    Questi dati, nella loro semplicità e comprensibilità, dovrebbero essere bene nella testa di tutti coloro che si riempiono la bocca di frasi come: “le tasse vanno pagate e basta”.

    Alla luce di questo, la propaganda dissennata di un Befera, con gli spot televisivi che tutti abbiamo visto e conosciamo, volti a dividere gli italiani tra percettori di reddito tassato alla fonte (virtuosi per definizione) e lavoratori autonomi, rappresentati come una sottospecie antropologica (paragonabile giustappunto alla rappresentazione che era fatta degli ebrei sotto nazismo e fascismo), ha tutti i caratteri della propaganda goebbelsiana e null’altro.

  22. gianni z.

    in risposta ad alf… chi non ha mai avuto rapporti con uffici fiscali non non può capire….. all’entrata degli uffici dovrebbero mettere l’insegna con i primi versi dell’inferno i dante…. e neanche chi abbia mai avuto per un limitato periodo di tempo una propria attività si rende conto delle difficoltà di lavorare…tuttociò è dovuto alla cultura fasciocomunista tuttora imperante in italia. gianZ.
    N.B. 30 anni respingevo la burla del fatto che l’evasione rimandava l’abbassamento delle tasse perchè bisognava abbattere il debito…..
    noi italisani siamo solo dei coglioni.

  23. Claudio Di Croce

    La cosa schifosa della gestione della cosa pubblica è che gli amministratori prima decidono cosa fare e quanto spendere e poi in funzione di questo decidono quanti soldi rubare ai sudditi .Non si pongono il problema se il loro furto danneggia o no l’economia e se quanto spendono è o no necessario alla collettività. Pensano solo a quanti soldi rimangono a loro per pagarsi le vacanze e gli immobili – il caso Lusi del PD è emblematico – e per comprare i voti dei dipendenti pubblici , loro familiari, parenti, amici ecc…Lo Stato contrariamente a quanto dicono e scrivono molti su questo blog ” liberale ” non è la soluzione dei problemi , ma è il problema .

  24. Alter EGO

    Cosa impedirebbe di falsificare il bollino blu?
    Forse la finanza, che quindi andrebbe in giro a controllare meno le dichiarazioni dei redditi per controllare anche i bollini veri o falsi?
    E data la rinomata efficienza statale, cosa accadrà al 90% degli esercenti che, pur essendo in regola, a causa dei sicuri tempi biblici di questa operazione, non potranno esibire il bollino (il che li marchia come criminali)?
    Siamo nell’iperuranio dell’idiozia.

  25. Francesco

    Mi pare ormai evidente che il governo Monti sia un’ennesima sola, una sorta di curatore fallimentare del paese. Ma non disperate alle prossime elezioni avremo finalmente l’agognato partito liberale di massa…in Nuova Zelanda ovviamente

  26. Roberto Cappucci

    Befera si dovrebbe vergognare, prende un duplice stipendio che ammonta al doppio del compenso del Presidente degli Stati Uniti e si permette di fare il moralista, sostenendo che “noi abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità”… NOI… Lui no?
    Questi signori ci dicono che abbiamo un debito pro-capite di oltre 20.000 €, viste le medie degli stipendi italiani significa che il tenore di vita del 90% degli italiani si dovrebbe adeguare a quello dei lavoratori delle favelas indiane a 2,5 € al giorno, ma l’india è un paese in pieno sviluppo!!! Ora, per risanare le finanze pubbliche dovremo sopportare un “rientro” di 40 Mld all’anno e chi paga? Noi no, BASTA!

  27. Bruno

    @alberto
    Io sostengo che le tasse le devono pagare tutti e ne sono convinto così come affermo che il fisco deve immediatamente ridurre il prelievo e si deve mettere fine a questa sua voracità. Le due affermazioni sono ovviamnete non solo compatibili tra di loro ma la prima sostiene la seconda e non perchè pagando tutti ci sarebbero più risorse, non tanto per questo. La sostiene perchè legittima chi lavora in proprio, chi ha un’azienda, chi investe del suo denaro e anche chi (chissà mai se lo capiranno o continueranno a farsi prendere in giro di sindacati che gli raccontano di difendere loro e poi proteggono gli “altri”) lavora nel settore produttivo, legittima tutti costoro a “pretendere” lo smagrimento della Pubblica Amministrazione, da subito! E non è che non si possa fare, che ci vogliano chissà quali operazioni di natura costituzionale: basta ridurre i redditi dei dipendenti, i costi della politica, rivedere gli organici, eliminare le carriere assicurate, adottare un sistema di valutazione del personale che sia oggettivo, chiudere gli uffici poco utili e ovviamente quelli del tutto inutili, proibire la sovrapposizione di incarichi, prevedere il licenziamento (sì art. 18 sopratutto nel pubblico impiego). Non ci vuole molto, basta volerlo o anche essere costretti a farlo.

  28. Serena.
    Quest’articolo e quello sull’ignobile spot RAI dovrebbero essere insegnati alla scuola elementare, ripetuti alle medie e parte integrante e fondamentale dell’esame di maturità.
    Grazie.

  29. alberto

    @Bruno
    Lei, Bruno, è padrone di sostenere quel che ritiene ma, l’avverto, farà una discreta fatica a convincere il fisco a riformarsi. In altre parole, le due affermazioni che lei fa sono del tutto incompatibili tra loro. Come fa un paese che è ormai al livello della Colombia per corruzione e carico fiscale a riformarsi ? Ce lo spieghi. Come può lontanamente pensare che un fisco che ha abrogato lo stato di diritto, capace di inventarsi una campagna pubblicitaria nazista (goebbelsiana) volta all’annientamento (si’, all’annientamento) fisico di una metà buona della sua popolazione produttiva, parlo delle piccole e piccolissime imprese, perchè ideologicamente convinto che queste siano un cancro per la modernizzazione del paese che, senza di loro, verrebbe cosi’ avviato verso il radioso ideale cinese, come può pensare, dicevo, che questo fisco possa e voglia riformarsi ? Chi lo riformerebbe ? L’attuale governo ? Sono proprio il suo leader e la sua cricca di mandarini a teorizzare la pulizia etnica di cui sopra.

    D’altra parte, carissimo Signor Bruno, è lei stesso a dire che il paese è ormai irriformabile: in un contesto sano, intendo qui non già contaminato ed irrimediabilmente, intimamente corrotto, non ci sarebbe bisogno di pensare a sistemi di valutazione esterni (magari previa istituzione di apposita, ennesima authority) per avere una PA efficiente. Questa esisterebbe già di per sè e se non è cosi’ è perchè sono loro i primi ad essere i veri corrotti.

    Ma forse lei, senz’altro in buona fede, dice queste cose perchè non vive quel che vivono coloro che sono additati come antropologicamente inferiori, causa di tutti i mali d’Italia; gli schifosi autonomi.

  30. Roberto Cappucci

    Quindi, cosa vogliamo fare…? Noi continuiamo a parlarci addosso e loro… continuano a portarci verso la definitiva distruzione del tessuto sociale della nostra Nazione. Ci dicono che le aziende si devono adeguare alle regole del mercato globale, ma di quali aziende parlano…? Un bar, una lavanderia o un fornaio si devono adeguare a cosa… al mercato globale, ma stiamo scherzando! Il mercato locale, quello che conta, è scomparso e le micro aziende stanno chiudendo.

  31. alberto

    Sapete cosa penso, che oggi si parla solo di tasse, e non si parla più di taglio delle Provincie, dei Comuni, delle spese improduttive, della corruzione; io sono un patito della lotta all’ evasione, ma la colpa dei mali italiani non è solo quella dell’ evasione.
    Dico solo un’ altra cosa e cioè che un’ azienda deve pagare solo su ciò che effettivamente guadagna ed oggi le imprese non si reggono più; occorre che ogn’ uno, impresa, persona fisica possa scaricare le spese e pagare solo sul dovuto, includendo ogni tassa pagata.

  32. Massimo74

    @alberto

    Basterebbe mettere in costituzione il divieto di tassare i redditi (sia delle aziende che delle persone fisiche) e imporre insieme al pareggio di bilancio costituzionale, un tetto massimo alla spesa pubblica (e quindi alla pressione fiscale) al 30% del PIL.
    Tranquillo che nel giro di un paio d’anni al massimo ritorneremmo ai livelli di crescita del boom economico degli anni ’60…

  33. bisognerebbe dare un bollino blu rispettivamente a:
    i politici onesti
    i funzionari che guadagnano meno di 400.000 euro
    i partiti che rendicontano i contributi pubblici
    gli enti pubblici che sono in pareggio con i conti
    le cartelle esattoriali formalmente corrette
    le banche che fanno credito….
    e forse ce ne sarebbero molti altri di bollini blu…che ne dite?
    umberto fossali http://www.impresaefficace.it

  34. Claudio Di Croce

    @Massimo74
    Bene, ma come fanno i Lusi del momento a pagarsi le vacanze alle Bahamas per c.ca 90.000 e un piatto di spaghetti a 200€ ? Dato che loro sono moralmente e eticamente superiori, possiamo immaginare cosa fanno gli altri .

  35. alberto

    Massimo spostare il prelievo da diretto a completamente indiretto, non è possibile per motivi di equità e per la sopravvivenza di vaste aree di popolazione e non è produttivo per una sana concorrenza tra imprese anche a livello internazionale. Ne abbiamo già parlato, hai già detto la stessa stupidaggine e ti ho già risposto.@Massimo74

  36. Stefano

    …. già Socrate insegnava che se esiste una norma in una società civile ci si adegua ad essa. Resta sempre il diritto, dovere in alcuni casi, di lottare contro certe norme.
    Dove stia ad esempio la ratio della norma che esclude dall’IMU/ICI un locale non adibito ad uso commerciale, mentre una abitazione data ad uso gratuito come abitazione principale di un familiare o affine la paga addirittura come seconda casa del proprietario o anche l’esclusione per tre (??) anni dall’IMU/ICI di abitazioni in vendita da parte di società edili quando invece la casa che cerco da 2 anni inutilmente di vendere la paga eccome !!!
    Il problema dell’Italia non è solo eliminare l’evasione, ma anche operare a livello di norme fiscali in modo più equo.

  37. lionello ruggieri

    E’ un articolo demenziale con paragoni demenziali che denota una ignoranza sul fisco e sulla neecessità della sua esistenza asslutamente senza confronti. Parlo da ex vasore, ex perché non ho più reddito e perché ho sperimentato quello che lo Sato dà in cambiuo delle imposte: operazioni difficli e costose, ricoveri e pensione. Che poi la struttura amministrativa vada migliorata, le spese controllate e il isstema quasi rivoluzionato è indubbiamente vero. Ma non facciamo il solito giochino del non fare nulla in attesa di fare la cosa giusta. Come dice un vecchio proverbio: il meglio è nemico del bene.

  38. alberto

    lionello ruggieri :
    E’ un articolo demenziale con paragoni demenziali che denota una ignoranza sul fisco e sulla neecessità della sua esistenza asslutamente senza confronti. Parlo da ex vasore, ex perché non ho più reddito e perché ho sperimentato quello che lo Sato dà in cambiuo delle imposte: operazioni difficli e costose, ricoveri e pensione. Che poi la struttura amministrativa vada migliorata, le spese controllate e il isstema quasi rivoluzionato è indubbiamente vero. Ma non facciamo il solito giochino del non fare nulla in attesa di fare la cosa giusta. Come dice un vecchio proverbio: il meglio è nemico del bene.

    Francamente, qui, l’unica cosa demenziale mi pare il suo post. Che pare essere ed è, quello di un troll. Credo non valga la pena argomentare contro simili sciocchezze.

  39. giuseppe

    Quel che non è possibile è pensare di tenerci in Europa con diritti e garanzie limitati rispetto agli altri abitanti del continente. Basta legiferare in questo modo, sempre diverso o addirittura in contrasto con le altre legislazioni di Francia, Germania, Inghilterra. Dicono di essere europei e rimproverano noi di non esserlo abbastanza. basterebbe saper copiare bene, ameno per un pò di tempo. Ma se gli atti sono questi…

  40. giuseppe

    Il suggello a questa discussione surreale ce l’ha messo il Garante.
    Per fortuna in Italia c’è ancora qualche persona con la testa sulle spalle.

    Rai FISCO,GARANTE:STRAPPI
    ALLO STATO DI DIRITTO

    Le nuove norme sulla trasparenza ammi-
    nistrativa nei controlli fiscali rap-
    presentano “strappi forti allo Stato di
    diritto e al concetto di cittadino”.

    Così il Garante per la privacy,Pizzetti
    aggiungendo che “è una fase di emergen-
    za dalla quale uscire al più presto”,
    altrimenti “lo spread fra democrazia i-
    taliana e occidentali crescerebbe”.Poi:
    “Attenzione alle liste dei buoni e dei
    cattivi” ammonisce,in merito alle nuove
    norme per i commercianti non in regola
    con il fisco.Infine: In uno Stato demo-
    cratico non ci sono sospettati a priori
    L’allarme:il diritto di ogni cittadino
    di conoscere tutto,può condurre a feno-
    meni di controllo sociale spaventosi.

  41. Eugenio

    Un grazie a Presidente dell’Autorità per la garanzia della privacy.
    Grazie di cuore, da parte di un cittadino onesto, che tenta di non infrangere le norme sempre più repressive di questo paese, e dell’intero continente europeo.
    Grazie per aver ricordato che abbiamo dei diritti di cittadini, e non solo dei doveri, e che non siamo dei SUDDITI (del mondo finanziario?).
    Grazie per averci ricordato che l’onere della prova è dell’accusa, e che non possiamo fare di tutta l’erba un fascio.
    Grazie di averci indirettamente ricordato che l’emanazione di norme sempre più repressive, in dispregio ad ogni elementare diritto alla riservatezza, è una vessazione per i cittadini onesti, ma non un deterrente per gli altri: per chi infrange volontariamente le leggi, non ha nessuna importanza quanto esse siano repressive.
    In bocca al lupo a tutti.

  42. Massimo74

    @alberto
    Ma se lo dici anche tu che la tassazione sul reddito non è un imposizione sul guadagno reale ma su quello presunto (a causa dei costi indeducibili,irap,studi di settore,ammortamenti,ecc),quindi mi spieghi a cosa serve tassare il reddito?
    Comunque io non ho parlato di spostare la tassazione da diretta a indiretta lasciando inalterato il livello attuale della pressione fiscale.Se rileggi il post noterai che ho parlato di introdurre un tetto costituzionale alla pressione fiscale/spesa pubblica al 30% del PIL (ma anche il 35% sarebbe comunque un notevole passo avanti).Poi,perdona,ma non capisco perchè la tassazione indiretta non sarebbe equa.Se ti riferisci alla progressività dell’imposta (a cui io personalmente sono contrario perchè la tassazione progressiva significa penalizzare i virtuosi e premiare i meno capaci e/o meno produttivi),bè, ti faccio notare che è possibile anche avere un sistema di tassazione indiretta informato a criteri di progressività (come vuole la nostra costituzione sovietica): basta tassare i beni di lusso con aliquote più alte e tassare meno i beni di prima necessità.
    Altra cosa che non è chiara è il perchè l’assenza di tassazione sul reddito minerebbe “una sana concorrenza tra le imprese” (cito testualmente).
    Se fosse come dici tu,allora bisognerebbe impedire (e mi dovresti spiegare come) alle aziende di delocalizzare in quei paesi dove la tassazione e il costo del lavoro sono una frazione di quelli vigenti in italia.La Omsa come ben saprai sta trasferendo in Serbia tutta la sua produzione e lo stà facendo perchè in quel paese oltre ad avere un costo del lavoro più basso (350 euro al mese è la paga media di un lavoratore contributi compresi) lo stato ti garantisce la completa esenzione fiscale per 10 anni.Tu come impediresti alla Omsa di delocalizzare?
    Comunque vorrei ricordarti che la tassazione sul reddito è una cosa relativamente recente e che ad esempio negli stati uniti è stata introdotta permanentemente solo a partire dal 1913 attraverso un emendamento (il 16°) alla costituzione americana.
    Il saggista e politologo statunitense Frank Chodorov ha scritto un libro nel 1954 intitolato “The Income Tax: Root of all Evil” (non penso ci sia bisogno di traduzione) che spiega bene perchè la tassazione sul reddito è la forma di imposizione fiscale più iniqua e dannosa che ci sia e quella che viola, più di tutte le altre, le libertà individuali di ogni cittadino.
    Se mastichi un pò di inglese ti consiglio di scaricarti il testo del libro in formato pdf a questo link:

    http://mises.org/etexts/rootofevil.pdf

    Buona lettura!

  43. alberto

    Hai fatto una miscellanea difficilmente districabile, ma affrontiamo i temi che poni uno per uno;
    1) Quando parlavo di aziende che soffocano, sono stato chiaro, e dico che finchè non impostiamo il sistema dei flussi informativi telematici, tra aziende, partite iva, consumatori e sistema delle entrate, e facciamo funzionare la card fiscale e non disboschiamo progressivamente la pletora di tasse e tributi che gravano sulle aziende, (pensa come sarebbe possibile semplificare ed accorpare e quindi rendere più economiche le procedure di adempimento, accorpando per grandi tipologie di imposizione) si aggraverà sempre di più il già difficile e patologico (per entrambi) stato del rapporto tra fisco e contribuenti. Solo così, si risolve questo problema, e purtroppo Befera nulla ha fatto in tal senso, prova ne è la fesseria, stigmatizzata anche da C.C. e G.P. proprio oggi; prima d’ altronde, pensa a quello che ha fatto Tremonti e alle cose dette da Bossi, sull’ arresto degli evasori.
    2) Premesso quanto sopra, e l’ attuale situazione delle nostre finanze, anche alla luce del patto di stabilità che prevede il rientro di 50 MLD annui di debito fino alla concorrenza del 60% sul PIL, come pensi di poter minimamente arrivare ad una così corposa riduzione della tassazione(10 punti sul PIL) se non in tempi biblici, anche ammesso di tagliare la spesa improduttiva che oggi è stimata in 40 MLD, del 20% annuo e sarebbe una cosa miracolosa. Io credo che questa situazione, invece peggiorerà ancora nei prossimi anni il già difficile rapporto che esponevo dianzi.
    3)La tassazione sui patrimoni, oltre un limite fisiologico, non credi che confligga con il principio della libera proprietà privata ormai consolidato nei paesi democratici? Ma forse ho capito male, fin’ ora riguardo il tuo pensiero e preferisci il sistema che vigeva nei socialismi reali?
    3)Il limite costituzionale che vuoi porre, potrebbe confliggere con l’ altro limite costituzionale del pareggio di bilancio, non credi?
    4)Non capisco cosa c’ entri il discorso della delocalizzazione con quello della concorrenza fra imprese; cosa bisogna fare secondo te porre una tassa percentualmente eguale su ogni tipo di prodotto, diciamo il 30%, sia che si tratti di pane e pasta, sia che si tratti di oreficeria, questo per garantire che sul valore aggiunto di ogni impresa, gravi la stessa quota di tasse? Fammi capire Massimo, come la vedi questa problematica. E poi i nostri prodotti, gravati tutti del 30 %, ammesso che la comunità di cui facciamo parte, accetti, saranno acquistati all’ estero? Fammi capire, onestamente non riesco a capacitarmi, ma sicuramente per mia ignoranza.
    5)Leggerò sicuramente, con calma il testo che cortesemente mi hai consigliato, anche se un po’ datato, ma la tassazione bilanciata tra imposizione diretta ed indiretta, con spostamento + o – tra le due, è ormai una cosa consolidata nell’ occidente. Potrebbe forse cambiare qualcosa, ma come dicevo prima, questo cambiamento epocale, va fatto a livello globale.
    Ti consiglio anch’ io se vorrai leggerlo, questo bel volume di Ernesto Longobardi, della Mc Graw-Hill, che fornisce un ampio quadro delle questioni in oggetto soprattutto nei primi 4 capitoli; potrai anche leggere sia l’ indice completo degli argomenti, sia la prefazione.
    In ogni caso potrai trovare già qualche giovamento da questi appunti:

    http://www.dse.uniba.it/Corsi/docenti/Longobardi/sistemi%20fiscali%20comparati/testo.pdf

    e da quest’ altro documento:

    http://www.dse.uniba.it/Corsi/docenti/Coco/parte_prima_saggio.pdf

    sempre dello stesso autore.

  44. Bruno

    Vede io forse sono un ottimista fuori luogo o magari un pragmatico, certo non un illuso. So bene che non si riformeranno, nessuna di queste aggregazioni politiche che sono soprattutto portatrici di interessi di casta o che tendono a salvaguardasi mantenendo il consenso, che temono le caste anche quando non li appoggiano ma che soprattutto non hanno le capacità e il coraggio di governare ma solo l’astuzia di barcamenarsi, ha in mente di fare operazioni di risanamento e di riduzione dei costi. Questo non toglie che chi non è parte di quella situazione farebbe bene a dare più voce alle proprie posizioni. Un blog come questo è anch’esso uno strumento, insufficente ,ma strumento che può coagulare richieste e strutturare opinioni. Si tratta di non vederlo come fine a se stesso ma trovare il modo di amplificarne la voce. Un tema/obiettivo che a partire dal dott. Giannino per andare a tutti i blogger che lo frequentano andrebbe a mio avviso approfondito.

    @alberto

  45. Massimo74

    @alberto

    Non ho parlato di tassare i patrimoni, ma i consumi.La tassazione sui patrimoni è infatti dannosa (a meno che non sia estremamente contenuta) quasi quanto quella sui redditi.Quello che io propongo è di istituire un imposta forfettaria fissa che si pagherebbe indipendentemente dagli utili (o dalle perdite) conseguiti durante l’anno e di importo estremamente contenuto (non più di 1.000/1.500 euro all’anno) da applicare a tutte le attivita di lavoro autonomo e che vada a sostituire integralmente l’attuale sistema fiscale basato su aliquote irpef progressive.Parte del gettito mancante verrebbe recuperato puntando proprio sull’aumento delle imposte indirette,ma la maggior parte del mancato gettito dovrebbe essere compensato attraverso tagli ingenti alla spesa pubblica (quindi riducendo la pressione fiscale generale).

    Non capisco perchè il pareggio di bilancio sarebbe in contrasto con il limite costituzionale alla spesa pubblica.In Germania hanno fatto esattamente questo, emendando la costituzione e introducendo oltre al pareggio di bilancio anche il tetto alla spesa pubblica.Se lo hanno fatto loro,non si capisce perchè noi non possiamo prendere esempio (a meno che tu non voglia dire che i nostri politicanti non accetterebbero mai di rinuciare alla politica del “tassa e spendi” a loro tanto cara,ma questo è un altro discorso che esula dal ragionamento che stiamo affrontando).
    Su come fare per arrivare ad operare un taglio corposo della spesa pubblica (nell’ordine dei 200 miliardi di euro), ti consiglio di dare un occhiata a questo link:

    http://www.rischiocalcolato.it/2012/03/il-partito-di-rischio-calcolato-ovvero-come-uscire-dalla-crisi.html

  46. Massimo74

    Non capisco come mai il mio precedente post in risposta ad Alberto non sia stato pubblicato (non penso sia stato censurato,non c’era alcuna motivazione per fare ciò).Provo a ripostarlo sperando questa volta di avere più fortuna.

    ——————————————————————————-
    @Alberto
    Non ho parlato di tassare i patrimoni, ma i consumi.La tassazione sui patrimoni è infatti dannosa (a meno che non sia estremamente contenuta) quasi quanto quella sui redditi.Quello che io propongo è di istituire un imposta forfettaria fissa che si pagherebbe indipendentemente dagli utili (o dalle perdite) conseguiti durante l’anno e di importo estremamente contenuto (non più di 1.000/1.500 euro all’anno) da applicare a tutte le attivita di lavoro autonomo e che vada a sostituire integralmente l’attuale sistema fiscale basato su aliquote irpef progressive.Parte del gettito mancante verrebbe recuperato puntando proprio sull’aumento delle imposte indirette,ma la maggior parte del mancato gettito dovrebbe essere compensato attraverso tagli ingenti alla spesa pubblica (quindi riducendo la pressione fiscale generale).

    Non capisco perchè il pareggio di bilancio sarebbe in contrasto con il limite costituzionale alla spesa pubblica.In Germania hanno fatto esattamente questo, emendando la costituzione e introducendo oltre al pareggio di bilancio anche il tetto alla spesa pubblica.Se lo hanno fatto loro,non si capisce perchè noi non possiamo prendere esempio (a meno che tu non voglia dire che i nostri politicanti non accetterebbero mai di rinuciare alla politica del “tassa e spendi” a loro tanto cara,ma questo è un altro discorso che esula dal ragionamento che stiamo affrontando).
    Su come fare per arrivare ad operare un taglio corposo della spesa pubblica (nell’ordine dei 200 miliardi di euro), ti consiglio di dare un occhiata a questo link:

    http://www.rischiocalcolato.it/2012/03/il-partito-di-rischio-calcolato-ovvero-come-uscire-dalla-crisi.html

  47. Massimo74

    Ok, vedo che alla fine, seppur con notevole ritardo, il mio post è stato pubblicato (non potevo davvero credere fosse stato censurato).
    Meglio tardi che mai…

  48. alberto

    Beh il tetto costituzionale della spesa pubblica in % sul PIL o in valore assoluto, anche se in qualche modo attinente alla pressione fiscale e contributiva è cosa diversa da ciò che dicevi tu; per il resto siamo d’ accordo sul taglio della spesa e contestuale delle tasse. Sul sistema di tassazione e le varie tipologie da attuarsi in proporzione rispetto al gettito totale, il discorso è complesso e come ti dicevo non è possibile farlo in modo del tutto autonomo rispetto al contesto esterno e comunque per introdurre alcuni cambiamenti radicali, per prima cosa occorre cambiare la nostra Costituzione.@Massimo74

  49. Claudio Di Croce

    Io ritengo che tutti i funzionari pubblici che hanno il potere di investigare con la violenza la vita economica dei sudditi – agenzia delle entrate, guardia di finanza in primis – quando entrano in un locale , negozio, azienda o ordinano ad un privato di recarsi presso i loro uffici- dovrebbero esibire sempre la loro posizione reddituale e patrimoniale , in modo che il suddito possa capire con chi ha a che fare e se il patrimonio accumulato è compatibile con il reddito dichiarato . Sono cose che valgono per i sudditi , perchè non dovrebbero valere anche per i delegati del sovrano pagati con i soldi dei sudditi ?

  50. romrub

    Semplicemente demenziale, visto che i bollinini verrebbero distribuiti dall’agenzia delle entrate, perchè invece di perdere tempo con i virtuosi, non dedicono il loro tempo a qui contribuenti, che non essendo meritevoli del bollini sono da loro stessi dichiarati evasori? Perchè deve essere il cittadino ad operare per loro.
    Per ultimo una domanda provacatoria, se il “cittadino” esasperato dalle tasse facesse una forma di protesta al contrario, boicottando i negozianti “bollinati”, come la metteremmo?
    Invece di fare sparate demagogiche, che si tirino su le maniche e che lavorino effettivamente per stanare l’evasione.

  51. Robespierre

    LA MORALE E’ SEMPRE LA STESSA. FINO A QUANDO CI COMPORTEREMO DA SERVI, COME SERVI SAREMO TRATTATI. Quale altro popolo al mondo accetterebbe questa parodia di democrazia. In America, in Inghilterra o in Francia questi “servitori dello stato” venivano presi a casa. Continuiamo con le speculazioni intellettuali e questi continuano a ridere mentre arriveranno a nazionalizzare l’ultimo pezzetto di economia ancora nelle nostre disponibilità. Con le buone o con Befera.

  52. federico_S

    e perchè non mettere un bel bollino blu sul dipendente pubblico efficiente?magari una spilletta con diverse gradazioni di colore a seconda di quanto il suddetto dipendente sia efficiente, presente e utile alla comunità…?qui si rasenta sempre di più la follia…l’evasione è un reato, ma in molti casi la si può configurare come “eccesso di legittima difesa” verso uno stato esoso,ladro e sprecone…continuiamo così e perderemo una grandissima fetta di piccoli artigiani e negozianti che alla fine della fiera,visto che non hanno le possibilità di delocalizzare,sono praticamente gli unici a continuare a dare lavoro in sto paese di buffoni…tutti gli imprenditori e aziende che ne hanno la possibilità stanno fuggendo..secondo tutti questi benpensanti antievasione se le aziende grosse fuggono e i piccoli muoiono come mosche sotto il tacco di questo stato ladro chi darà lavoro alla gente?lo Stato forse?se per assurdo e portando il ragionamento all’estremo si arrivasse a questo tanto vale votarci immediatamente al comunismo reale e la facciamo finita qua…

  53. saverio

    Se la pressione fiscale ha raggiunto, complessivamente, soglie del 75% per redditi prodotti di 70.000 euro (come viene dimostrato qui: http://finanzanostop.borse.it/2012/03/22/piazza-affari-in-calo-e-lo-spread-btp-bund-torna-oltre-i-300-punti-ma-per-ora-stiamo-calmi-nonostante-tutto/ ) significa che qualcosa di fondamentale nel patto cittadini/stato è saltato, come risolverlo? Una delle tante cose che potrebbero essere fatte sarebbe privatizzare i contratti pubblici di lavoro, i.e. : a parità di mansione stesse regole del privato, ciò contribuirebbe a responsabilizzare gli individui che lavorano nella p.a., e di conseguenza a rendere la p.a. stessa più efficente, riducendo i costi a parità di servizio e rendendo possibile una riduzione del prelievo fiscale. Problemi di questo genere però, al di là delle soluzioni da “bacchetta magica” non si risolveranno fino a quando la classe produttiva del paese non deciderà di risolvere POLITICAMENTE questa questione, magari proprio con nuove forze politiche, nuove non solo nel nome ma anche e soprattutto nelle persone, nella gerarchia dei valori e nei metodi, intendo metodi e valori propri di un mercato libero e di un’economia liberi. Se oggi cercassimo oggi di applicare il bollino blu all’amministrazione finanziaria e alla pubblica amministrazione nel suo complesso i pubblici uffici che potrebbero beneficiarne sarebbero una parte infinitesimale: ed uno dei più grandi problemi del nostro paese è proprio nell’impossibilità sostanziale per i cittadini di applicare virtuali bollini rappresentativi di qualche merito alle istituzioni amministrative, politiche e giudiziarie della nostra Italia.

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