4
Mar
2012

Novità Monti per gli Studi di Settore

Il Decreto Monti di fine anno ha introdotto rilevanti modifiche peggiorative al regime degli studi di settore (D.L. 201/2011, convertito nella L. 214/2011), già in parte modificati (sempre in senso peggiorativo per i Contribuenti) dalla manovra estiva del 2011 (cfr. art. 23 del D.L. 98/2011, convertito nella L. 111/2011): come a dire “cambia il direttore d’orchestra, ma la musica è sempre la stessa”; aumenta solo l’intensità e fa male alle orecchie!
Ormai è un atteggiamento cronico: salvare l’Italia o incentivare la crescita in Italia passa attraverso la solita tiritera della “lotta all’evasione” che si traduce sempre in una penalizzazione dei Lavoratori Autonomi (piccoli imprenditori, artigiani, commercianti e professionisti), nonostante siano gli unici a stringere i denti, a proseguire ostinatamente nelle loro attività (magari impegnandosi anche le mutande) ed a tentare di resistere in un periodo di gravissima recessione economica con difficoltà finanziarie enormi per le diffuse e preoccupanti defezioni nei pagamenti dei loro Clienti (tra l’altro, fra i peggiori “cattivi pagatori” ci sono proprio le Pubbliche Amministrazioni! Sic!). Il Governo che fa? Inasprisce le regole sugli studi di settore per autorizzare il Fisco a perpetrare altri soprusi a carico delle partite IVA che tribolano per non gettare la spugna e per tentare di evitare di mandare tutto all’aria!
Ecco in sintesi le novità più significative (e più preoccupanti):
i Contribuenti che non saranno congrui agli studi di settore (cioè che non raggiungeranno il volume di ricavi/compensi stimato per loro) avranno un’alta probabilità di essere sottoposti a controllo fiscale diretto perché saranno inseriti in apposite liste selettive ordinate per grado di pericolosità fiscale e l’analisi di rischio sarà basata anche su tutti i dati presenti nell’apposita sezione Anagrafe Tributaria dove da quest’anno confluiranno, fra l’altro, tutte le operazioni finanziarie effettuate nei conti propri e/o altrui, tutte le operazioni effettuate per cassa effettuate senza interessare quei conti, tutti i pagamenti effettuati tramite pago-bancomat, carte di credito ed altri mezzi di pagamento elettronici presso qualunque banca, ufficio postale, intermediario finanziario, istituto assicurativo, ecc. ecc. (cfr. art. 10 c. 11, primo inciso, del D.L. 201/2011);
i Contribuenti che non saranno né coerenti con i ricavi/compensi stimati dagli studi di settore, né congrui rispetto agli indici di normalità economica (produttività per addetto, incidenza dei costi sui ricavi/compensi, indici di rotazione del magazzino od altri) saranno sottoposti a controllo “prioritariamente” utilizzando le indagini finanziarie (cfr. art. 10 c. 11, secondo inciso, del D.L. 201/2011) che, come è ormai drammaticamente noto, consentono al Fisco di applicare pericolosissime presunzioni legali (versamenti non giustificati = ricavi evasi; prelevamenti non giustificati = ricavi evasi) rovesciando sul Contribuente l’onere di dover dimostrare in contrario (cfr. art. 32 c. 1 n. 2 del D.P.R. 600/1973) solo con documenti specifici e diretti perché la prova testimoniale è vietata in materia tributaria;
i Contribuenti che comunicano o hanno comunicato al Fisco (anche in buona fede) uno o più dati errati per l’elaborazione dello studio di settore di pertinenza, se l’applicazione dei dati corretti evidenzia uno scostamento dei dati correttamente stimati superiore al 15% di quelli stimati sulla base dei dati infedeli comunicati, saranno sottoposti ad accertamento induttivo (cfr. art. 39 c. 2 lett. d-ter del D.P.R. 600/1973) che è lo strumento più grave concesso al Fisco perché Gli consente di avvalersi liberamente di mere presunzioni semplici utilizzando direttamente le informazioni che possiede e prescindendo completamente dalle risultanze della contabilità.
Come sempre perciò (anzi, più di sempre) il sacrificio e l’impegno dei Lavoratori Autonomi che si ostinano a persistere nelle loro attività in momenti di così grave congiuntura economica rischia di trasformarsi in una disgraziata opportunità di subire ingiuste e prevaricanti vessazioni fiscali che costringeranno a pagare tributi e sanzioni maggiorate per ricavi/compensi non realizzati e per redditi non prodotti perché vale la presunzione generale che “i Contribuenti sono evasori fino a prova contraria, ma i Lavoratori Autonomi sono i ladroni peggiori”.

Manuel Seri

33 Responses

  1. NIC

    Salvare l’Italia o incentivare la crescita in Italia passa attraverso la solita tiritera della “lotta all’evasione” che si traduce sempre in una penalizzazione dei Lavoratori Autonomi (piccoli imprenditori, artigiani, commercianti e professionisti), nonostante siano gli unici a stringere i denti…. Provassero a vivere con 1200 euro al mese, non ci sono neanche più i denti da stringere

  2. Ma davvero la fiducia nel governo monti è così alta come dicono i sondaggi? Ma davvero PdL PD e 3Polo pensano di appoggiare un monti-bis dopo il 2013?

  3. giovanni

    perchè dovrebbe essere un peggioramento, PER I PROFESSIONISTI ONESTI, essere messi sotto controllo se stanno molto sotto i limiti degli studi di settore? Se è vero quello che dichiarano, che li controllino o meno non cambia niente. Quelli disonesti invece hanno da temere, ma è giusto, e non certo peggiorativo, che gli evasori paghino! O è questo che temono i signori del blog?
    Anche sull’ultimo punto: uno scarto del 15% nei compensi dichiarati non sono bruscolini! Se l’errore è in malafede, ben vengano i controlli, se e in buona fede vuol dire che non si sanno fare i conti, semplice. Avere una laurea e un’abilitazione professionale non implica necessariamente lavorare da autonomo, se non si è in grado di farlo con tutti gli oneri connessi, si può sempre andare a lavorare come dipendente di altri professionisti che sanno come si tiene una contabilità…

  4. Francesco

    Ieri Befera ci veniva venduto dalla tv nazionale come un eroe italiano, colui che monda i peccati di un popolo di evasori etc etc, povero il paese che è ridotto a tutto questo. E’ cmq evidente che la strada per sopravvivere scelta dai ceti parassitari ed egemoni nel paese passi per il feticismo fiscale e l’esproprio dei risparmi (sostituire la parola patrimoni con risparmi suona più inquietante vero sig.ra Camusso?). Quello che al momento manca del tutto è un progetto politico che si opponga a tutto ciò basando la propria azione su due semplici considerazioni : il feticismo fiscale ha raggiunto livelli incompatibili con la democrazia liberale (se l’agenzia delle entrate ha poteri infiniti ni confronti del cittadino/suddito , almeno il giudice deve essere terzo per davvero e il giudizio rapidissimo) , questi livelli di spesa pubblica e pressione fiscale sono incompatibili con la sopravvivenza economica del paese. La sopravvivenza economica del paese è possibile solo attraverso la sostituzione dell’attuale classe dirigente con una nuova.

  5. xx

    @giovanni
    Perché se i tuoi ti aiutano a fine mese con un versamento di 500 euro sul conto, non saranno ammessi a testimoniare, dunque su quei 500 euro avresti dovuto pagare le tasse, tanto per giocare di fantasia.

  6. Marta

    @giovanni
    Da come ti esprimi devi essere un dipendente pubblico, forse privato e quindi aspetti il 27. Io vorrei lavorare come dipendente, capisco che per te è difficile comprenderlo, ma sono stata costretta ad aprire una P.IVA per lavorare presso un’azienda di fatto come dipendente ma per lo stato sono autonoma.
    Per il fisco non sono né congrua nè coerente e il fatto che abbia un solo cliente, non è previsto da nessuna circolare. Sai c’è qualcuno, pensa anche laureato, che non trova lavoro come dipendente, soprattutto se giovane. Capisco che su marte, dove vivi tu è diverso, ma da noi è così, a volte per non morire di fame si è costretti ad aprire una partita iva, solo che con quest’ultima hai molti problemi.
    Forse non hai afferrato un concetto se dichiari poco, non è perché hai deciso che ti basta poco per vivere o perché non ce lavoro; per il fisco sei un ladro e come tale vieni trattato e come tale di devi difendere e devi essere molto convincente perché se non esiste una qualche circolare che ti salva, la crisi non è prevista. La presunzione sai cosa significa nella lingua italiana ? Ebbene per il contribuente onesto non congruo c’è la presunzione di colpevolezza fino prova contraria. Si chiama inversione dell’onere della prova ed è quella che attualmente vige. E sai, se sei prevenuto nei confronti di qualcuno è difficile cambiare idea o gli ebrei durante il nazismo, gli ex carcerati, i negri o gli zingari non ti dicono nulla.

  7. carlo

    @NIC
    ne riparliamo quando anche tu avrai il privilegio di pagare il 105% di tasse da bilancio…

    pressione fiscale in italia al 43%… che statistiche del ca@@o

  8. Francesco

    @giovanni
    Lo studio di settore determina in modo presuntivo il reddito partendo da una serie di dati di natura contabile ed extra contabile, ma specie per i secondi non è sempre agevole la compilazione del modello. Un contribuente onesto e in buonafede potrebbe fare scelte interpretative (perché di interpretazione delle scarnissime istruzioni ministeriali si tratta) diverse da quelle ritenute corrette dall’agenzia entrate e poi venire colpito dall’accertamento induttivo per colpa dello scostamento eccedente il 15%.

  9. Enzo

    @giovanni

    La Sua medesima argomentazione veniva usata dai sindacalisti fascisti che dichiaravano l’esproprio delle terre a chi ne godeva senza giustificazione nazional socialista: “[…]nulla hanno da temere i piccoli proprietari coscienziosi” [Gino Baroncini]

  10. Massimo74

    @giovanni

    Evidentemente non sai neanche cosa sono gli studi di settore e l’utilizzo criminogeno che il fisco fà di questo strumento.
    Dì la verità,tu non hai mai avuto la partita iva vero?Altrimenti non te ne usciresti con certe banalità…
    Comunque anche Hitler diceva che con lui chi non aveva nulla da nascondere non aveva nulla da temere.Poi sappiamo come è andata a finire…

  11. giuseppe cerasaro

    Senza farla troppo lunga, credo che dobbiamo tutti esigere, dipendenti ed autonomi, lo stesso trattamento normativo,lo stesso rispetto dei Diritti individuali e civili che hanno tutti i cittadini dei Paesi Europei più avanzati. E’ possibile che l’Europa ci abbia portato anche qualche guaio, ma almeno pretendiamone i vantaggia. A maggior ragione da chi si professa europeista per antonomasia. Di seguito vi propongo uno stralcio significativo della Carta del contribuente che potrete personalmente visionare sul sito ufficiale del Governo Francese.

    UNE ADMINISTRATION QUI RESPECTE LES PERSONNES ET LES DROITS

    Vous pouvez
    vous tromper

    Votre bonne foi est présumée

    Vos déclarations sont présumées complètes et exactes. Lorsque l’administration estime qu’une déclaration est incomplète ou inexacte c’est à elle qu’il appartient de le démontrer.
    C’est pourquoi nous avons l’obligation de motiver les propositions de rectification que nous vous adressons.
    Vous ne devez aucun intérêt de retard lorsque vous avez fait connaître, par une indication expresse, les motifs pour lesquels vous n’avez pas déclaré certains éléments.

    En cas de discordance entre les montants portés sur votre déclaration de revenus et les éléments transmis à l’administration par les employeurs, les caisses de retraite et les banques, il peut vous être adressé un simple courrier de ” relance amiable ” pour la déclaration déposée au cours de l’année.
    Vous pouvez procéder à une régularisation sans pénalité.
    Si votre entreprise fait l’objet d’une vérification de comptabilité, vous pouvez demander avant la clôture du contrôle, à régulariser votre situation fiscale par une déclaration et un paiement complémentaires. Vous bénéficiez alors d’un taux d’intérêt de retard réduit de 30 %.
    Ces dispositions s’appliquent si vous avez déposé vos déclarations dans les délais et si votre bonne foi n’est pas remise en cause.

    Nos prises de position
    nous engagent

    Vous avez droit à la sécurité juridique

    Nous nous engageons vis-à-vis de vous par nos publications à caractère général, ainsi que par les courriers que nous vous adressons et qui concernent votre situation particulière.
    Vous êtes informés
    de nos décisions

    Nous rendons publiques nos prises de position lorsqu’elles revêtent une portée générale ainsi que les lettres adressées aux organisations professionnelles, notamment sur le site http://www.impots.gouv.fr : vous pouvez vous y référer ; tout le monde a droit à la même information.
    Vous pouvez nous interroger pour bien appliquer la loi

    Vous pouvez nous saisir d’un point particulier, nous soumettre un cas précis, par courrier ou internet : vous recevrez une réponse détaillée et claire.
    Lorsqu’un agent des impôts prend position par écrit sur un sujet vous concernant, cette prise de position engage l’administration si votre situation a été exposée avec sincérité.
    Dans certains cas, la loi prévoit un délai pour répondre et si l’administration ne répond pas dans ce délai, elle est réputée avoir répondu favorablement au contribuable : une entreprise nouvelle, par exemple, peut nous demander si elle remplit les conditions pour bénéficier de régimes fiscaux particuliers.
    Nous nous engageons aussi à l’occasion des contrôles

    Le chef d’entreprise peut demander au vérificateur présent dans l’entreprise de prendre position sur un point qu’il a examiné précisément et qui n’a pas donné lieu à rectification.
    Les entreprises peuvent demander un contrôle fiscal sur un point particulier, pour les aider à bien appliquer les textes fiscaux et les rassurer.
    Vos droits sont définis et garantis par la loi

    Lorsque vous vous engagez dans un régime fiscal incitatif à durée déterminée défini par la loi et que vous en respectez les conditions d’application, vous le faites en toute sécurité juridique.
    C’est la loi qui définit l’essentiel de vos droits et garanties, notamment à l’occasion des contrôles : droit d’être informé d’un contrôle sur place avant l’intervention de l’administration et de vous faire assister d’un conseil de votre choix, droit à une procédure contradictoire qui vous permet de répondre aux propositions de rectification, droit de rencontrer le supérieur hiérarchique notamment.
    Pour mieux vous informer, ces droits ont été recensés dans un document, “la charte des droits et obligations des contribuables vérifiés”, qui vous est adressé avant le début du contrôle de votre entreprise.

    Pour vous permettre d’exercer vos droits, nous vous facilitons la tâche

    Vous pouvez contester nos positions

    Pour bien se défendre, il faut avoir bien compris ce qui est reproché. En cas de contrôle, la motivation des rectifications proposées doit être explicite et exprimée en langage clair. Elle doit s’appuyer sur le rappel de la règle de droit mais aussi sur une analyse approfondie et clairement exposée des circonstances de fait.
    De la même façon, la réponse du vérificateur aux observations du contribuable doit être motivée et complète. Elle reprend les observations présentées.
    Quand un document a été invoqué par l’administration, vous pouvez, sauf cas particulier, en obtenir la communication.
    Vous pouvez ne pas être d’accord avec nous

    Si vous estimez que votre situation fiscale n’a pas été appréciée correctement, vous pouvez contester notre position et présenter vos arguments. Nous vous y aidons.
    Vous disposez de nombreuses voies de recours

    Il faut éviter des litiges inutiles.
    Si vous avez un problème de déclaration, de calcul ou de paiement de l’impôt et que vous n’avez pas obtenu satisfaction auprès du service qui s’occupe de votre dossier, vous pouvez vous adresser au conciliateur fiscal de votre département par courrier écrit ou électronique. Vous obtiendrez ses coordonnées auprès de nos services et sur le site http://www.impots.gouv.fr.
    Au cours d’une vérification de comptabilité de votre entreprise ou d’un examen de votre situation fiscale d’ensemble, vous pouvez rencontrer le supérieur hiérarchique du vérificateur ou l’interlocuteur départemental. Les coordonnées de ces personnes sont indiquées à l’avance et elles sont joignables facilement.
    Dans certaines situations vous pouvez saisir pour avis des organismes neutres présidés par des magistrats et comportant des professionnels. Ce sont “les commissions départementales” et leur compétence a été récemment étendue.
    Dans tous les cas, vous pouvez saisir le médiateur du MINEFI en cas de litige persistant après une première démarche auprès du service concerné.
    Nous agissons sous le contrôle du juge

    Si le désaccord persiste après la mise en recouvrement des impositions, vous pouvez déposer une réclamation auprès du service qui vous a imposé. Si votre demande est rejetée, vous pouvez saisir le juge de l’impôt. Le plus souvent, il s’agit du tribunal administratif et c’est une démarche facile.

    Nous savons l’importance que vous attachez à la rapidité et à l’efficacité

    Vous avez le droit à l’écoute et à la considération

    Nous exploitons vos observations et remarques le plus rapidement possible. Les réclamations sont examinées au plus vite avec pour objectif de traiter 95 % des réclamations relatives à l’impôt sur le revenu et à la taxe d’habitation en moins d’un mois.
    Les demandes de remboursement de crédit de TVA sont traitées avec rapidité, afin de ne pas pénaliser la trésorerie des entreprises. L’objectif de la direction générale des impôts est d’assurer 80 % des remboursements dans le délai d’un mois.
    En cas d’erreur lors du prélèvement automatique de votre impôt, nous vous remboursons dans les huit jours.

    La protection de votre vie privée est primordiale

    Le secret fiscal est une valeur forte de l’administration

    Les informations qui sont en notre possession, soit parce que vous nous les avez fournies, soit parce que nous les détenons par l’intermédiaire de procédures prévues par la loi, sont utilisables exclusivement à des fins fiscales.
    Elles sont couvertes par le secret professionnel qui interdit aux agents de l’administration, sous peine de sanctions disciplinaires et pénales, de révéler à des tiers, c’est-à-dire à toute personne autre que vous-même, tout renseignement vous concernant.
    Cette règle s’applique aussi bien à la transmission de renseignements oraux qu’à la communication de documents écrits (déclarations fiscales, extraits d’actes notariés, avis d’imposition, par exemple) ou d’informations obtenues à l’occasion d’un contrôle fiscal.
    La loi ne permet de déroger à cette règle que dans certains cas particuliers, par exemple envers les organismes sociaux qui doivent vérifier que vous avez droit à certaines prestations ou envers le juge.
    Nos applications informatiques respectent vos droits

    Nous gérons les dossiers des contribuables par des moyens informatiques modernes. Votre sécurité est assurée : l’utilisation des fichiers respecte strictement les règles instituées par la Commission Nationale Informatique et Libertés.

    UN CONTRIBUABLE COOPERATIF

    Vous entretenez avec vos interlocuteurs dans les services des impôts des relations correctes et courtoises.

    Si vous faites l’objet d’un contrôle, vous vous comportez de manière responsable avec le vérificateur

    La présence du vérificateur dans vos locaux est légitime. Il exerce sa mission dans un cadre strictement défini par la loi.
    Vous l’accueillez courtoisement et vous lui offrez de bonnes conditions de travail.
    Vous lui présentez les principales caractéristiques techniques et économiques de votre activité ainsi que les informations utiles à la connaissance de votre entreprise.
    Vous lui faites visiter votre entreprise : locaux, matériel, stocks.

    Vous contribuez au bon déroulement des opérations

    Vous lui précisez votre mode d’organisation comptable et de gestion et le dispositif de contrôle interne que vous avez mis en place.
    Vous lui fournissez dans des délais raisonnables, l’ensemble des documents et pièces comptables dont il sollicite la consultation ou vous l’informez du lieu où ils sont classés et, si cela est possible, vous lui laissez le libre accès à ces documents et à ces lieux.
    Vous lui permettez de photocopier des documents ou lui fournissez des photocopies.
    Les pièces comptables “papier” ne lui sont pas toujours indispensables, vous lui proposez éventuellement l’accès à ces documents sur un autre support : disquette, cédérom, micro-fiches…
    Vous l’informez dès que possible, de toute précision ou tout renseignement susceptible de lui apporter un éclairage et de lui éviter des travaux inutiles.
    Lorsque vous vous faites représenter par un conseil, vous rencontrez tout de même régulièrement le vérificateur et vous vous tenez informé de l’avancement de ses travaux.
    Si vous êtes peu disponible pour dialoguer avec lui, vous fixez en commun un calendrier prévisionnel de vos rencontres.

    Vous assumez vos responsabilités

    Si l’administration découvre en cours de contrôle que vous vous êtes trompé, vous ne payez qu’un intérêt de retard : c’est le prix du temps.
    Si vous avez fraudé, vous serez sanctionné et vous vous exposez à des poursuites pénales.
    Si votre attitude en cours de contrôle a pour effet d’en empêcher le déroulement, vous vous exposez à de lourdes sanctions et, le cas échéant, à des poursuites.

  12. Paul Revere

    Siamo ormai al delirio di onnipotenza di uno stato sfruttatore e arrogante, un’entità ormai completamente distaccata dai suoi sudditi; l’amministrazione fiscale è arrivata addirittura al culto della personalità di stampo dittatoriale, quando godrà di poteri discrezionali pressoché illimitati vedremo se ci sarà ancora qualcuno che “non ha nulla da temere”.

  13. Ecate

    @giovanni

    Sig. Giovanni,

    credo che sia giusto contrastare, riducendo l’evasione fiscale.

    Il sig. Bortolussi, della CGIA di Mestre, ha realizzato uno studio dove evidenzia che su 316 miliardi annui di imponibile non dichiarato, 6 (sono sei) sono di professionisti e PMI. La corte dei conti ha evidenziato che la corruzione stimata, ogni anno, è di circa 70 (settanta) miliardi di euro.

    A questo punto se lo studio è una sciocchezza non ha senso proseguire, ma allora smentiscano Bortolussi e lo mandino a casa. Se invece lo studio è veritiero, potremmo iniziare da una serrata lotta alla criminalità e della corruzione, penso lo capisca : insistere su 6 miliardi contro 380 miliardi c’è qualcosa, per me, che non torna !

    Ma parliamo degli studi di settore. Non mi aspetto che lei capisca che i dati storici su cui vengono elaborati sono quelli pre-crisi (infatti si chiamano storici e solo se un settore è espressamente colpito dalla crisi ci sono correttivi previsti per la crisi ) e quindi non commensurabili con quelli attuali di crisi, non mi aspetto neppure che sappia come funziona il programma. Se prende Gerico, la invito a verificarlo personalmente, simula un bar e imputa la lunghezza del bancone di 7000 KM (ha capito bene, più lungo della muraglia cinese) oppure se imputa che i giorni di apertura all’anno sono 3000 (tremila giorni) oppure se inserisce 80 milioni di posti a sedere in 4 mq la coerenza e congruità del bar non viene modificata. Ha capito bene, che io inserisca 10 mt oppure 7000 km per la lunghezza del bancone la cosa non cambia. Però quando una verifica sul posto sanziona un barista perché negli studi di settore ha indicato la lunghezza del bancone 80 cm (ottanta centimetri) di meno di quello misurato dalla GdF, lei cosa pensa ? Risponda con intelligenza.

    La base di un paese civile premette che se un soggetto viene indagato sia l’accusa a dover dimostrare che sia colpevole. Spero lo comprenda, se non ci riesce immagini di venire accusato di un reato e sia lei a dover dimostrare di non averlo commesso. Può mettere la mano sul fuoco e tutta tranquillità affermare che gli onesti, i non colpevoli, non hanno nulla da temere. Può affermare che mai nessuna persona onesta, un innocente, sia mai stato condannato ? Risponda con intelligenza.

    Però nel processo penale per provare la sua non colpevolezza può perlomeno far testimoniare le persone che potrebbero discolparla e il giudice è (o dovrebbe) essere imparziale. Nel dimostrare la sua non colpevolezza da studi di settore non può invocare nessun testimone e il giudice tributario è soggetto al ministero delle finanza. Lei se la sentirebbe di sostenere che se la finale del campionato del mondo di calcio Italia-Germania , fosse arbitrata da un tedesco l’Italia non avrebbe nulla da temere ? Risponda sempre con intelligenza.

    Attendo la sua gradita risposta.

  14. alessandro volta

    Lampante dimostrazione di quanto lo STATO sia distante dalla REALTA’ e dal POPOLO!

    Così non si può andare avanti!!!

  15. stefano

    @Omàr
    Hai proprio ragione : siamo in un paese di merda dove la possibilità di essere stritolati dal fisco aumenta sempre di più , almeno fino a che riusciremo – con la nostra fatica – a non chiudere la partita IVA ! Poi l’operazione sarà perfettamente riuscita ed il paziente è …morto !

  16. a

    @giovanni, allora non hai capito?
    che li controllino o meno non fa nessuna differenza, visto che non puoi comunque dimostrare di avere ragione (se non hai incassato come dimostri che è perchè non hai lavorato se loro invece sostengono che hai fatto del nero e la tua contabilità non vale una cicca?)

  17. baron litron

    oltretutto, gli studi di settore si basano anche sulle tariffe di mercato per le varie prestazioni dei professionisti. ora, io lavoro in un campo (traduzioni e interpretariato) dove le tariffe del mercato (vale a dire quelle praticate dalle agenzie di traduzioni ai clienti) differiscono di molto (fino al 70%) da quelle che le agenzie accettano dai loro fornitori (i traduttori), e questi sono compensi che sul mercato non compaiono proprio, anche perché sarebbe al fine delle agenzie stesse. di conseguenza io, che strappo a fatica all’agenzia 40 sapendo che quella si fa pagare anche 100, devo poi tener conto che verrò il fisco mi conterà una tariffa di 100…..
    non penso di essere l’unico in queste condizioni, ma si sta arrivando a livelli assurdi, per cui a un mio collega il commercialista ha consigliato di dichiarare meno giornate lavorate rispetto a quelle effettive perché altrimenti sarebbe subito stato sospettato di farne una buona percentuale in nero….
    bella porcheria, davvero, oltre che inique verso il contribuente, sono anche inutili per l’analisi del mercato…

  18. Andreone

    La Partita Iva fa guadagnare cosi’ tanto che dopo 5 anni ho deciso di chiudere tutto e passare i dati all’istat cosi’ s’analizzano sto cazzo!!! Quei porci te ne combinano una dietro l’altra, ad esempio settimana scorsa m’e’ arrivata una sanzione per non aver pagato l’irap… il bello e’ che io l’irap non la devo pagare, cioe’ non mi spetta!!! E il consiglio del commercialista e’ paga e poi chiedi il rimborso… Da mesi non si lavora e ovviamente i contributi inps inail vanno pagati a loro mica importa un cazzo se non stai guadagnando una fava… paga merda se non hai i soldi per mangiare cazzi tuoi!! Cassa integrazione ?? sospensione pagamenti??? manco per il cazzoo!!! Paga e muori!!! E io col mio diplomino di ragioniere che mi credevo di poter fare onestamente il muratore non lo scienziato alla nasa…….. ora mi tocchera’ trovare uno stonzone che mi faccia fare il dipendente e paghi i contributi anche per me!!!! La mia soddisfazione maggiore sara’ non versare piu’ un euro a sti porci!! Fanculo siete diavoli

  19. Piccolapatria

    Le P.IVA, gli autonomi, i micro/piccoli imprenditori, i professionisti sono identificati come evasori per costituzione e vengono descritti e considerati quali infami civili. Tra questi moltissimi , forse la maggior parte, ha dovuto adattarsi al lavoro in proprio per mancanza quasi assoluta di offerte d’impiego di qualsiasi altra collocazione e che magari avrebbero di gran lunga preferito. Per non restare disoccupato uno si è messo in rischio, ha tentato speranzoso una strada, magari finanziandosi con la vendita del campetto ereditato dal nonno o con l’aiuto della famiglia, speranzosa quanto lui; si arrabatta alla meno peggio; magari ha uno o poco più dipendenti ai quali fa una paga; porta a casa quel che può di profitto ( quando c’è); non ha orario di lavoro, nè ferie, nè rimborsi per malattie, nè TFR ecc…; si alza al mattino e gli va bene se alla fine della giornata non solo non ha guadagnato ma almeno non ha perso i soldi che comunque non ha essendo spesso molto indebitato e/o maledettamente esposto per crediti inesigibili, quand’anche di “clienti pubblici”. Il patrio fisco pretende che il miserabile suddito gli dimostri l’aria fritta che giustifichi la mancanza di lavoro e quindi di reddito dal momento che secondo tabella il profitto c’è. I signori che, bene o male sono stipendiati e hanno un datore di lavoro che fa loro la paga e che qui intervengono lancia in resta a giudicare e concordano con il sistema e ne gioiscono, sono invitati a “provare per credere”; venghino,venghino nel mondo dove si guadagna a palate e impuniti si evade a scapito della collettività , quella che per definizione si ritiene integerrima.
    E’ una falsità generalizzata e immonda che,oltre ad alimentare ad arte l’odio categoriale, fa il gioco dell’apparato statale famelico che, senza intelligenza alcuna, mira ad espropriare le risorse private a proprio uso, ovvero anche di quella “collettività” più sopra indicata, la quale si autoannovera tra quelli che sono moralmente e civilmente inattaccabili e che insegnano il giusto vivere da un comodo pulpito con l’indice accusatore sventolato a fare aria da replicanti ottusi e indottrinati a dovere.
    Sappiano questi soggetti che le risorse private degli autonomi non sono infinite e se continua così, a breve, anche questo stato patrigno che non vuole ridimensionarsi e contenere i suoi costi immensi,che spende e spande e che spende sempre di più ripagandosi con più tasse ; che sa solo prendere anche quando non ne ha diritto rifacendosi su quelli che non hanno concretamente difese; che opprime e svilisce ogni buona volontà di fare e d’intraprendere forte di una burocrazia soffocante e inespugnabile, il cosidetto stato ( tutti noi…), dovrà prendere atto che avrà, con questi sistemi ignobili, creato “tabula rasa” degli onesti imprenditori e/o autonomi falcidiati e gli resteranno solo i “mafiosi”, quelli che, loro sì, sempre in attività feconda. E, intanto, anche le imprese di una certa dimensione , quelle che danno lavoro a qualche centinaio di dipendenti, se ne stanno fuggendo da questo non agevole paese, dove l’operatività economica è ostacolata, dove le regole cambiano ad ogni piè sospinto, dove l’onere dello stato a posteriori si presenta illegalmente retroattivo e se ne va a pallino la redditività di contratti e commesse già assunti in base a diversi presupposti di costi propri. Infami anche questi? Non è invece il frutto di molti dei provvedimenti insensati che vanno sotto il titolo “cresci e/o salva Italia”?

  20. Piccolapatria

    #Andreone# Ho letto ora il suo intervento. Dal “tono” usato si capisce quanto sia comprensibilmente esacerbato e arrabbiato. Ebbene sì, questi maledetti autonomi evasori e ladri sono costretti a pagare INPS, Inail e quant’altro anche se non fanno una palanca di guadagno.
    Messaggio ai cari giovani a cui si offre di mettere in piedi un’attività con un solo euro…Nel vostro futuro , passato qualche mese d’illusione, vi aspettano al varco: subito il pagare contributi, poi gli studi di settore insieme al redditometro, le tasse locali e statali, l’anticipo delle stesse. Guadagnare? E’ una variabile indipendente! Pagare è una certezza!

  21. MBB

    Ragazzi, è inutile abbaiare contro gli studi di settore, Befera, la pressione fiscale e le storture del sistema fisco etc.(lo Stato canaglia per intenderci). Questo governo, che dicono il migliore possibile, continua a difendere questo “Stato” inteso come entità quasi separata al di sopra dei cittadini. Normale quindi che per difendere il debito pubblico e abbassare lo spread rastrelli il risparmio privato invece che ridurre la spesa pubblica o tantomeno venda il patrimonio pubblico, cose sulle quali io (mi sarò forse perso qualcosa!) continuo a sentire un gran silenzio.
    Ora, se questo è il governo migliore figuriamoci cosa ci aspetta.

  22. Piccolapatria

    #MBB# Silenzio interessato e avvilente; anzi non si può non vedere l’ altisonante farisaico appoggio mediatico e il reiterato sostegno partitocratico che indefesso e spudorato ci ha messi al muro . Solo la voce mai doma di Oscar Giannino dà un pochino di conforto al nostro disperato abbaiare di morituri impotenti.
    Finiremo male, molto male.

  23. OCdE

    Oltre all’arroganza legislativa, ci si mettono pure ignoranti funzionari Equitalia a complicare la vita del contribuente.
    Leggere il resoconto (osservatoriocriticodieconomia.wordpress.com/…/caro-befera-educhi-e-istruisca-meglio-i-suoi-finzionari/) e poi, spontanea, sorgerà una domanda: non è che, forse, in Italia sono incapaci sia la mente e sia il braccio?

  24. gianfranco paolini

    unica soluzione trasformare tutti i codici fiscali in corrispettive partite iva .
    Sia data a chiunque la possibilita di detrarre ogni singolo scontrino ogni piu’ piccola spesa dimostrabile e stilate due fasce di reddito con rispettive aliquote 20000 50000 euro nette pro famiglia .
    Credo che questo porterebbe far girare incredibilmente l’economia in quanto si creerebbe un bel circuito virtuoso chi supera i tetti cerchera di spostarsi verso aliquote minori spendendo parte dei suoi guadagni alla luce del sole .
    il nero sarebbe finalmente abolito e tutti autonomi e o dipendenti avrebbero l’interesse a essere trasparenti .
    I soliti tutelati politici alte sfere gerarchi caste di intoccabili forse si troverebbero finalmente a pagare il dovuto senza poter additare i soliti fessi del disastro .
    Questo sogno forse un di si avverera’

  25. Fiorentino

    Ho letto tutto… Instillare paura è la prima fase… Siamo da ridurre nel numero (noi piccole partite iva) perchè piccoli e poco succhiabili… Per cancellarci si crea un sistema in cui non puoi non rientrare per assioma… (un esempio? Quattro clienti lo scorso anno, tutti crediti in sofferenza… quindi nessun pagamento, apertura di mutui per avere liquidità e vivere, oltre che entrare nel meccanismo incredibile della giustizia… Sarò congruo’. Sarò coerente? Sarò morto quindi!!!! Un altro esempio? Un giudice dopo quattro anni ti dice che hai ragione e che puoi vantare un credito dal tuo cliente… perchè dopo la sentenza vengo lasciato solo? Perchè devo cercare io come farmi pagare? O quali beni possiede? …e fare i salti mortali per riuscire a farmi poi pagare? Se il giudice ha detto che ho ragione, chiama il cliente davanti a se e gli dice: “ora paga! …o vai dentro!” Funziona cosi in svizzera, paese a me vicino e confinante… Qui NO! Qui sei lasciato solo con il tuo pezzetto di carta, la tua vittoria di Pirro, in mano e riparti dal via… Altra carta, altro mal di fegato… ecc… E? ASSURDO!!!!!) Torniamo alla mia considerazione… Il sistema crea un meccanismo (studi di settore) in cui tu non devi rientrare in alcun modo se non paghi, in tal modo, questi “Unti dal Signore” dall’alto della loro carica possano dirti hai evaso, e te lo dicono senza presunzione alcuna… quindi a voglia a cercare di dimostrare il contrario!!!… e oltre a pagare quello che non sei riuscito perchè sei alla frutta… ti chiedono di dargli anche la sanzione, ecc… Traduciamo il pensiero del legislatore: “Non hai pagato, bene… ora ti inchiodo e ti cancello, prendendoti tutto (praticamente nulla, se non un rettangolo con sopra un tetto con mutuo allegato… in cui con tanti sacrifici hai cercato di far nascere una famiglia) e mandandoti, cosi in rovina… Ovviamente non puoi difenderti, sarebbe troppo chiederlo a degli inquisitori!!! Si altra un assurdo muro di burocrazia e bestialità, ed il tempo fa il resto, in cui muori con un agonia lunga… Perchè dovete sapere che queste persone ci godono anche a far male alla gente… Vorrei ricordare a tutti in modo semplice come funziona la contabilità di un povero professionista… Semplificando al massimo… Guadagni 100, hai spese per 80, ti aspetti di pagare le tasse su 20… ad esempio 10… ok? Invece NO!! La realtà è questa… Guadagni 100, hai spese per 80, lo stato ti permette di contabilizzarne solo 40 (vedi indeducibilità sempre in crescendo, questo solo metà, questo si può solo 1%, quest’altro è promisquo, ecc… ) Risultato Guadagni 100, ma puoi dedurre solo 40 delle tue 80 di spese realmente documentate (ad esempio viaggi all’estero per lavoro in un anno 13000 deduzione ammessa 1% cioè 130)… Monte netto su cui pagare le tasse 60 invece di 20… Quindi tasse da pagare… 30… Ma io ne ho solo 20 (che uso anche per vivere)… Come faccio?? Quindi??? Cosa pensate che devo sentirmi dire da uno di quelli delle tasse??? Questo è il sistema, lei non ha evaso a sufficienza per poterci pagare le tasse? oppure Lei non ha fatto un mutuo per pagarci le tasse? CHI E’ IL PAZZO IN QUESTO SISTEMA? Forse noi poveri p.iva che lavoriamo e crediamo nel “saper fare” e non abbiamo altra strada perchè il sistema non assorbe più dipendenti, a maggior ragione con i costi intrinsechi che hanno… Fine dello sfogo!!! Venissero a prendermi e a buttarmi in qualche carcere, almeno smetterei di soffrire e forse vivrei male, e con ancor meno libertà di ora, ma per lo meno avrei spento il cervello da tutti i pensieri su come fare a restare vivo senza essere fagocitato… Chissà…?? Vorrei trasferirmi a lavorare in svizzera… mi devo informare, non si può più vivere cosi… almeno ho la certezza che gli onesti li trattano ancora come tali e nelle carceri ci buttano i disonesti, anzichè premiarli a parlamentari!!! e che lo Stato è uno e serio!

  26. Aldo

    @giovanni
    Caro Giovanni é evidente, dal tuo intervento, che non sai proprio di cosa parli!
    Se tu avessi la malaugurata esperienza di un controllo da parte dell’Agenzia dell’Entrate ti accorgeresti di aver detto una cosa gravissima!
    Perché quando ricevi un controllo dell’Agenzia delle Entrate per questi “bravi” signori sei già colpevole e la loro opera NON consiste nel controllare se tutto é corretto ma, semplicemente, nel cercare ad ogni costo qualsiasi pretesto (anche ingiustificato) per sanzionarti (anche perché i dirigenti prendono, a fine anno, dei premi sulla base degli incassi che hanno fatto ma senza mai rispondere a nessuno di ciò che fanno … pensa che conflitto di interesse enorme)!
    Dopo che avrai ricevuto la sanzione ti diranno: ora paga! oppure, se vuoi fare ricorso, le sanzioni aumentano e versi subito il 30% di quello che ti chiediamo a titolo di cauzione, poi paghi avvocato, periti, commercialisti, poi paghi le imposte per fare il ricorso … ed affronti un giudizio incerto (che non sai mai con quale correttezza verrà fatto)!
    Nel frattempo, se non paghi subito ma decidi di fare ricorso, possiamo anche decidere, cautelativamente, di ipotecarti la casa!
    Ecco, ti dicono, adesso decidi tu!
    E secondo te, il malcapitato che capita in una trappola del genere, cosa fa?
    Ti auguro di ricevere una bella ispezione da parte dell’Agenzia delle Entrate così ti renderai conto cosa significa essere accusati e, in pratica, perdere ogni diritto di difesa … così eviterai di scrivere cose gravissime su argomenti non conosci minimamente!

  27. massimo

    Bisogna dave seguito alle nostre lamentele, per contrastare la campagna mediatica
    che ci da del ladro e l’agenzia dell’entrate che ci tratta da mafiosi e camorristi.
    Alziamo anche noi la nosta voce, magari no pagando l’iva nei termini, ma con il
    ravvedimento operoso la paghiamo 6 mesi dopo, forse si ridimenzionano se manca
    il nostro apporto alle casse senza fondo dello stato.

  28. Alberto Guastalla

    Cari vecchi studi di settore! Mi è sempre rimasto il dubbio se le persone delegate a discutere la struttura degli “SdS” lo abbiano mai fatto.
    Mi spiego: io ci sono stato alla SOSE, insieme ai miei colleghi, per spiegare come è fatto il nostro lavoro, quali sono i problemi e quali erano le carenze dello studio.
    I tecnici della SOSE ci hanno spiegato come nasce e come funziona lo studio hanno preso nota di quanto abbiamo spiegato e ci hanno ringraziato. Ci hanno anche detto “Magari tutte le categorie venissero qua a spiegarci il loro lavoro!”
    tutto questo avveniva nel 2005. Il tutto si è ripetuto con la successiva revisione nel 2009 dove abbiamo affinato un po di più le criticità dello studio.
    Da presidente dei calzolai di Confartigianato devo difendere tutti i colleghi anche i “furbetti”
    Da qui la domanda iniziale: avete chiesto ai vostri rappresentati sindacali se hanno discusso gli “SdS”? Perchè è facile fare come gli operai “diritti, diritti ai doveri ci penserà qualcun altro” ma se non si esce dal negozio o dalla bottega e si va, non in piazza ma nei luoghi deputati alla discussione allora lamentarsi è e sarà inutile.

  29. vsc

    Certo che a leggere la Carta del contribuente del Governo Francese c’e’ solo da vergognarsi. Anch’io sono stato piccolo imprenditore e so io quanto ho pagato e pagato e pagato e quante volte ho dovuto nascondere costi, costi non ricavi, per rientrare nel bilancio e poter pagare IRAP e imposte su utili inesistenti.

  30. leonardo bisogni

    Buongiorno, come al solito leggo che il contribuente deve dimostrare la sua buona fede e che comunque è soggetto a sanzioni se indica erronemanete dei dati sulla sua dichiarazione dei redditti. Ora però nessuno mi ha spiegato come è possibile in italia che una banca mi segnali per € 15.400.000 circa (dico bene quindicimilioniquatrocentomila euro) per capitali esportati all’ estero e questo ovviamente genera un controllo su segnalazione dell’ anagrafe tributaria da parte della guardia di finanaza che mi controlla per 4 mesi personalmente e anche la mia azienda e che non genera alcuna multa per la banca che ha sbagliato le segnalazioni. Nessuno a cui ho chiesto mi ha spiegato come sia possibile anche perche lasciamo stare il danno nei miei confronti ma per lo stato hanno fatto lavorare per 4 mesi la guardi di finanza. Io noi abbiamo pagato i finanzieri che effettuavano i controlli.

    Ma !!!!

  31. Ecate

    @vsc
    La mia riflessione :

    se i dati che si dichiarano sono inferiori a quelli reali c’è una falsa dichiarazione e la legge per questo ti punisce.

    Ma se i dati reali sono effettivamente inferiori a quelli previsti dagli studi di settore e tu dichiari meno costi di quelli realmente sostenuti SOLO per essere congruo, non fai comunque una falsa dichiarazione ? Anche se dichiari l’importo corretto e te li contestano, ti obbligano a pagare in base a dei dati loro e non quelli tuoi, non ti obbligano a fare una falsa dichiarazione ?

    Ovviamente la domanda è banale, ma la risposta non deve esserlo per principio di legge : perché lo stato usa due misure a seconda della propria convenienza ?

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