10
Gen
2012

Separazione Eni-SnamReteGas, avanti tutta—di Enrico Morando e Federico Testa

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Enrico Morando e Federico Testa.

“La separazione Eni-Snam – ha detto il sottosegretario Catricalà ieri sera nel corso di Porta a porta – non è una delle priorità, vedremo se sarà necessaria, ma sul gas esistono tanti altri rimedi che consentono alle imprese energivore di pagare meno il gas”.

Ciò che il dr Catricalà non dice è che gli “altri rimedi” che attualmente consentono alle imprese energivore – e solo a quelle – di pagare meno l’energia producono corrispondenti incrementi delle bollette per chi energivoro non è, e cioè le imprese, specie di piccole dimensioni, che vedono le loro bollette incrementate al fine di mantenere una possibile competitività del sistema Paese in alcuni settori. Per non parlare poi delle famiglie, per le quali oggi la spesa  per gas (in prevalenza riscaldamento) è di circa 1.209 euro su base annua (famiglia ‘tipo’ con consumi pari a 1.400 metri cubi), rispetto ai 1.050 euro del 2011 e ai 1.013 del 2010. Infatti, come recita la recente segnalazione di del 5/01/12 della AGCM (che il dr. Catricalà ha per molto tempo presieduto), “i prezzi all’ingrosso del gas  si mantengono strutturalmente più alti che nei principali paesi europei con un pesante effetto di deficit di competitività dell’industria nazionale rispetto alla concorrenza europea.

I prezzi del gas naturale definiti dai mercati all’ingrosso italiani sono strutturalmente superiori (ultimamente sino a 9 €/Mwh, pari ad almeno il 20-25% in più) ai prezzi prevalenti sui mercati all’ingrosso più liquidi dell’Europa settentrionale (TTF)”: e visto che in Italia più del 60% dell’energia elettrica si fa con il gas, sono evidenti le ricadute più generali sul sistema-paese. La stessa AGCM quindi prosegue affermando che “al fine di introdurre incentivi ad una gestione delle attività di trasporto  e di stoccaggio di gas coerenti con i necessari investimenti in nuove infrastrutture e di consentire al gestore della rete di svolgere con terzietà il ruolo sistemico conferito dall’avvio del nuovo sistema di bilanciamento di merito economico, si può ipotizzare un percorso che porti alla separazione proprietaria della rete di trasporto e delle infrastrutture di stoccaggio attualmente controllate dall’incumbent Eni”.

Alla luce di tutto questo, noi non concordiamo con il dr. Catricalà: per i  cittadini e le imprese italiane è prioritario operare sulla struttura del mercato del gas, realizzando quella separazione proprietaria dell’asset-rete di trasporto che, più efficacemente di qualsiasi altra soluzione, può garantire la reale concorrenzialità in un mercato strategico per la competitività del Paese.

 

Enrico Morando, senatore PD

Federico Testa, deputato  e responsabile nazionale energia PD

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8 Responses

  1. S.Cantone

    Non me ne vogliano i due illustri onorevoli per i quali nutro rispetto e stima, ma il vero problema della liberalizzazione del gas non è la separazione della rete di trasporto dall’ENI ma l’approviggionamento e la vendita, con pochissima concorrenza, tra le 4 o 5 società che acquistano gas dall’estero e lo rivendono sul mercato nazionale sia direttamente a privati che a piccole società distributrici. I costi del trasporto sono già regolati dall’Autorità per l’Energia e quindi uguali per tutti.
    Quindi non c’entra niente la rete del gas che diventa solo un pretesto politico.
    La stessa rete del gas è di interesse strategico nazionale per cui anche se separata dall’ENI dovrebbe, come Terna, essere compartecipata dallo Stato Italiano (Cassa Depositi e Prestiti) in una quota non inferiore al 30% per non ritrovarci dipendenti non solo dalla materia prima dall’estero ma anche da privati che possono chiudere “il rubinetto” in qualsiasi momento.

  2. LucaS

    Volevo solo segnalarvi che entro 1 anno dovrebbero entrare in commercio gli E-Cat domestici: dispositivi low-cost in grado di riscaldare, condizionare e in un secondo momento in grado di essere adattati anche per la produzione di energia elettrica. Se questo scenario dovesse concretizzarsi sarebbe una rivoluzione incredibile che renderebbe Eni e Snam del tutto obsolete.

  3. Alberto Magnago

    Come al solito i signori politici o non vedono il problema in termini globali o fanno finta di non capire. Concordo con quanto detto da S. Cantone, soprattutto per quanto riguarda la “strategicità” di certi asset. Aggiungo che la vera e più importante ricetta per la riduzione della bolletta energetica è una decisa politica (anche con imposizione) volta al risparmio energetico : abitazioni, macchinari, autovetture, uffici pubblici ecc.. Si obblighino (con associati sistemi di supporto finanziario) tutti i soggetti interessati a ottenere un risparmio predefinito e significativo (30% almeno) entro un periodo ragionevole (10-12 anni). Le vendite di asset pubblici sono sempre drammaticamente delicate (Telecom, ve la ricordate? forse anche gli scriventi se la ricordano). Inoltre diminuire i costi senza una determinata politica per contenere i consumi (risparmio energetico) produce effetti non così certi – basta una crisi energetica qualunque e siamo al punto di prima.

  4. alex61

    Si sà, il problema della mancata crescita italiana è dovuta alla lobby delle farmacie e dai malefici tassisti romani(che delinquenti).
    E’ noto a tutti, che il fatto che paghiamo il gas fino al 50% in più e la corrente elettrica fino al 90% in più di alcuni stati europei(nostri concorrenti) è una fregnaccia di quei liberisti alla matriciana (maledetti bastardi!).
    La quisquiglia che abbiamo le tasse più care d’europa (area euro) e in cambio riceviamo dei servizi pubblici indegni, non è priorità dell’attuale governo.
    Mi sembra che questa liberizazione(dei poveri), giusta per carità, sia come fare la manicure ad un barbone, per migliorarne la qualità della vita.

  5. Marco Tizzi

    alex61 :

    Mi sembra che questa liberizazione(dei poveri), giusta per carità, sia come fare la manicure ad un barbone, per migliorarne la qualità della vita.

    In effetti oggi la Merkel mi dava la sensazione di parlare dell’Italia considerandola molto peggio di un barbone. Era una cosa tipo “sì sì, quattro tasse in più le pagate, ma siete ancora tanto ricchi, c’è modo di spremervi ancora un po’”
    E Monti sembrava superman che si era appena schiantato contro un muro di kryptonite spesso 2 mt.

  6. Terenzio il Troll

    @LucaS

    Seeee, cerrrto.

    Con buona pace della cotta che il dottor Giannino (che per altro stimo) e Radio 24 si sono presi per questa storia che sa sempre piu’ di bufala.

  7. Massimo Nicolazzi

    Solo un commento su quel che c’è in gioco, per capire se almeno questo è condiviso.
    1. La bolletta elettrica è più cara qui che altrove. Però i prezzi all’ingrosso stanno convergendo. Insomma il differenziale è essenzialmente originato dai sussidi. La concorrenza c’entra poco o nulla. O tagli i sussidi (dalla chiusura nucleare alle rinnovabili) o non puoi aspettarti significative riduzioni dei prezzi.
    2. Il carico fiscale sulla benzina è intorno al 60%. Razionalizzando il sistema distributivo possiamo porci il traguardo di far scendere i prezzi medi addirittura dell’1%. Meno di due centesimi/litro. Obiettivo lodevole, ma sarebbe utile spiegare al consumatore/cittadino che questo è il massimo che si può aspettare. Se va bene.
    3. Rete Gas. Mi dichiaro per convenienza agnostico. Però se il differenziale di prezzo tra TTF e prezzo italiano supera il 30%, forse il problema sta più nelle reti di importazione che nella rete interna. Su TAG e algerino la capacità di trasporto è di fatto interamente assegnata, e l’utilizzo effettivo ben sotto il 70%. Se vogliamo un po’ di gas a prezzo più basso, forse la priorità è fargli spazio per entrare.
    Più che le liberalizzazioni in definitiva potrebbe forse una rivisitazione della politica energetica, if any…

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