Grecia: comunque finirà, finirà male?—di Matteo Borghi
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Matteo Borghi.
In questi giorni si parla molto Grexit: uno scenario preoccupante che, dopo il referendum, diventa sempre più probabile. Della scadenza del 30 giugno si è parlato molto: il governo greco non ha onorato la maxi rata di 1,6 miliardi di euro del Fmi ed è quindi, tecnicamente, in default nei confronti dell’organismo internazionale. Meno nota è una seconda scadenza, di fatto ancora più importante: il prossimo 20 luglio scade un’altra rata da 3,5 miliardi dovuta alla Bce. Che la Grecia non onori anche questo debito è quasi certo: vuoi perché i soldi non ci sono, vuoi perché per il governo Tsipras sarebbe come accettare un “ricatto” (in Grecia i prestiti a tasso agevolato li considerano così), quindi un suicidio politico.