11
Mar
2012

Non c’è limite all’espansione dei mezzi fiduciari – Gerardo Coco

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.

In questi anni di crisi il lessico finanziario si è arricchito di una terminologia esotica tra cui spiccano gli acronimi QE e LTRO che significano denaro gratis alle banche sull’orlo della bancarotta. Il primo, quantitative easing, tecnica già utilizzata (ma non con questo nome) dalla banca centrale giapponese vent’anni or sono per combattere la deflazione, è stato adottato dalla banca centrale USA dopo il credit crunch del 2009 per ridar fiato all’economia. In base al QE la FED acquistava titoli dal sistema bancario in cambio di denaro fresco. Un’espansione “gratuita” di mezzi finanziari servita a pulire i loro bilanci e salvarle dal fallimento trasferendo le loro perdite nel bilancio della FED che si espandeva, aumentando in proporzione la base monetaria (mezzi di pagamento per effettuare gli scambi). Il QE, che comportava il ribasso del tasso di interesse fino allo zero (che significa, per l’economia, completa distruzione del risparmio e del capitale), ha avuto per effetto l’indebolimento dell’economia e della valuta americana.

Il secondo acronimo che sta per Long Term Refinancing Operation, si riferisce alla la stessa metodologia in versione europea, escogitata per salvare l’euro.

Il sostegno finanziario è stato concesso in due trance, la prima alla fine del 2011 e la seconda poche settimane fa per un totale di 1,3 trilioni. Formalmente differisce dal QE perché la liquidità irrorata dalla BCE al sistema bancario ad un tasso dell’1%, è avvenuta sotto forma di prestito contro garanzie di titoli.

Ma che qualità hanno questi titoli? Molto bassa, se si considera che gli emittenti sono stati bancarottieri.

I prestiti sono stati concessi attraverso operazioni di mercato aperto o repurchase agreement, meccanismo in forza del quale la BCE acquista titoli dalle banche con l’accordo che nel futuro li rivenderà alle banche stesse. Se la banca A aveva nel suo attivo, poniamo, 100 di titoli di stato portoghesi il cui valore di mercato scendeva a 50, A era nei guai perché il suo capitale netto diminuiva (differenza tra attivo e passivo). Allora la BCE acquistava i titoli portoghesi da A al valore nominale di 100 che A imputava a riserva evitando così di compromettere il suo bilancio. Si è creato così un “firewall”, altra espressione gergale, (lett. porta ignifuga) per impedire nell’eurozona un crollo da indebitamento.

Le conseguenze sono state che il bilancio BCE si è gonfiato in proporzione al finanziamento concesso, ma contemporaneamente deteriorandosi perché i titoli a garanzia in termini reali non hanno valore equivalente al prestito, mentre la base monetaria dell’euro è aumentata a fronte di titoli di dubbio valore.

E allora quale è la differenza fra il QE e l’LTRO? Nessuna se si esclude che, formalmente, l’LTRO è un accordo in forza del quale la banca riacquisterà i titoli dopo tre anni. Ma potrebbe anche non riacquistarli. Pertanto entrambe le tecniche sotto sigle diverse hanno, sui bilanci degli istituti di emissione, lo stesso effetto inflazionista. Altro che firewall! Da dove proviene il capitale degli istituti di emissione? Da un fondo di ricchezza preesistente? No, proviene dai loro computer: è denaro “digitale”. Rappresenta quello che Ludwig von Mises catalogava sotto la voce “mezzi fiduciari” che il complicato e raffinato sistema creditizio moderno, impenetrabile alla persona normale, fa passare per mezzi di pagamento originati dall’economia reale, mentre si tratta di “moneta creditizia”, cioè diritti al pagamento non coperti da denaro reale.

Il governatore della BCE Mario Draghi, l’anno scorso aveva sottolineato la natura temporanea di queste operazioni che invece diventeranno permanenti.

Siamo all’inflazionismo portato alla follia. Più, infatti, le banche centrali creano denaro dal nulla per salvare il sistema, più devono affidarsi a questa pratica per renderlo solvibile. Pompiamo più denaro possibile nell’economia, qualcosa succederà, sembra essere il motto dei banchieri centrali.

È accaduto proprio ciò che Mises aveva previsto tanto tempo fa: “Non c’è limite all’espansione dei mezzi fiduciari” (Teoria della Moneta).

Il LTRO è anche peggiore del QE perché mentre lo scopo di quest’ultimo era quello di rimuovere titoli tossici dal sistema bancario, lo scopo del primo è quello di ricapitalizzare le banche insolventi perché acquistino nuovo debito emesso dagli stati dell’eurozona. La conseguenza è che dopo questa operazione il bilancio della BCE si è significativamente deteriorato e naturalmente peggiorerà anche quello delle banche ricapitalizzate “senza capitale”.

L’espansione monetaria crea l’illusione che tutti i partecipanti dell’economia si avvantaggino del denaro così fabbricato e che esistano più risorse di quelle disponibili che di fatto rimangono scarsissime perché a tassi di interesse reali negativi il capitale nell’economia non si forma.

Così tutti i partecipanti, con in testa i governi, si imbarcheranno in progetti che non potranno essere finalizzati per mancanza di risorse reali e l’Europa diventerà un’immensa “bolla”.

Allora, per evitare nuove insolvenze si dovrà ricorrere a nuovi finanziamenti, nuovi “firewall” per procrastinare ancora una volta il crollo finale.

I mercati non sembrano rendersene conto. Ma non c’è da meravigliarsene. Il “gregge” degli operatori finanziari continuava a esultare fino a pochi giorni prima della scoppio della Grande Crisi. Anche allora, dicevano, questa volta è diverso. Questa volta invece sarà peggio. La leva finanziaria della BCE con tutte queste belle operazioni è diventata persino più alta di quella della fallita Lehman Brothers (rapporto tra attivo e capitale: 36.6 contro 30.7)

Nel periodo 2008-2009 fu il sistema bancario a perdere credibilità e richiese imponenti salvataggi da parte degli stati sovrani. Nel periodo 2010-2011 furono gli stati sovrani, soprattutto in Europa a perdere credibilità e hanno richiesto aiuti massicci da parte delle banche centrali. Nel periodo 2012-2013 chi salverà stati sovrani e banche?

“Le banche sono certamente in grado di differire il crollo ma, alla fine, si giungerà al momento in cui non sarà possibile un’ulteriore espansione dei mezzi fiduciari. Allora si verificherà la catastrofe e le sue conseguenze saranno tanto più pesanti quanto più lungo è stato il periodo durante il quale il tasso di interesse sui prestiti è rimasto al di sotto del tasso di interesse reale e quanti più sono i processi avviati e non giustificati dallo stato del mercato”. (Ludwig von Mises, Teoria della Moneta).

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4 Responses

  1. Marco Tizzi

    Tutto corretto, ben esposto e magari anche condivisibile. Ma qual é l’alternativa?
    Non è che prima dei QE e degli LTRO la moneta fosse qualcos’altro che beni fiduciari…

  2. luciano fiordoni

    Il meccanismo per creare liquidità artificiosa (non reale) ed evitare/rimandare il crollo del sistema finanziario è stato a lungo utilizzato nelle economie industrializzate. L’effetto downside è quello di generare un sistema vizioso in quanto tale massa fiduciaria non viene destinata a finanziare l’economia reale ma a fare conto economico nelle banche. Tali mezzi infatti sono utilizzati spesso anche per operazioni di carry trade (fare raccolta a basso costo e investire in titoli ad alto rendimento in paesi con un più alto rischio paese). Quindi le banche mettono in portafoglio titoli ad alto rischio che poi vengono necessariamente smobilizzati dalle banche centrali. Una catena perversa le cui spese le sostiene l’economia reale

  3. Francesco P

    L’immissione artificiale di liquidità nel sistema è una medicina “pericolosa”, di quelle che possono uccidere il paziente per avvelenamento. Inesorabilmente il conto verrà prima o poi presentato in termini di inflazione e di stagnazione.

    Politiche di immissione forzata di liquidità servono esclusivamente ad impedire il tracollo del sistema finanziario reo di aver commesso errori di valutazione del rischio clamorosi (USA) oppure di essere stato troppo accondiscendete verso disegni politico/colonialisti quanto mai discutibili (es. Europa condizionata degli interessi della Germania sulla Greca).

    In Europa il sistema bancario/finanziario è a rischio per via delle perdite causate dal default greco. Il maxi swap è solo una penosa foglia di fico avvizzita, che non cambia la sostanza della incapacità della Grecia di far fronte al proprio debito. Peccato che le risorse di liquidità iniettate dalla BCE per salvare le banche dall’azzeramento del valore reale dei titoli di Stato greci siano risorse sottratte alle imprese ed alle famiglie. Di fatto pagheremo gli errori nella costruzione della moneta unica e l’impostazione Berlino-centrica della UE sotto forma di minor sviluppo economico e perdita di competitività del sistema Europa.

    Quanto vorrei poter essere ottimista, ma temo che il futuro ci riservi amare sorprese.

  4. Aldus

    Eh si, già abbiamo avuto l’esperienza di Greenspam il quale, con quella politica dei tassi bassi nel 2000/2001 ha creato bolle immobiliari e crisi 2008/2011. Quando esploderà questa enorme bolla, torneremo a rivalutare allevamenti di capre, come in Grecia!

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