11
Giu
2014

Né con Uber né con i taxi, ma per la concorrenza

Oggi nessuno pensa che sia possibile e legittimo proibire la vendita del sale nei minimarket, nei supermercati e nelle panetterie, eppure fino al 1975 il sale era un monopolio di stato e poteva essere acquistato solo nelle tabaccherie. Il processo di liberalizzazione non è stato semplice, per difendere l’esclusiva della vendita i tabaccai si sono opposti a quella “liberalizzazione selvaggia” con gli scioperi in nome del “servizio pubblico”, del “bene comune” e di altre diavolerie del genere. Stesso discorso per i telefoni: fino a non molti anni fa in Italia era proibito acquistare un apparecchio telefonico, potevano solo essere affittati dalla Sip, che aveva anche l’esclusiva sull’installazione delle prese telefoniche (a proposito, se avete apparecchi vecchi controllate che non stiate ancora pagando il noleggio alla Telecom). E così via per i voli aerei, le automobili, la luce, il gas, la radio, la televisione e chi più ne ha più ne metta. In ogni campo c’era una legge (e ce ne sono tante ancora oggi) che impediva l’ingresso di nuove imprese nel mercato e limitava la libertà di scelta dei cittadini/consumatori con motivazioni che sembrano assurde oggi, ma che all’epoca parevano addirittura razionali e alimentavano dotti dibattiti tra politici, economisti, sindacalisti e “parti sociali”.

Un dibattito del genere, che oggi pare sensato ma non lo sembrerà tra una decina di anni, è quello su Uber e i taxi. Oggi a Milano e in molte città d’Europa va in onda l’ennesimo sciopero dei taxi contro Uber, l’applicazione californiana che schiacciando un bottone sullo smartphone permette di essere raggiunti da un’autista e di essere trasportati nella città. Il servizio fa in parte concorrenza ai taxi ma è anche diverso per caratteristiche, prezzi (maggiori) e qualità (migliore, a detta di molti clienti). I tassisti scioperano in nome del “servizio pubblico”, della “sicurezza dei cittadini” e del “rispetto delle leggi”, in realtà per impedire che aumenti e si differenzi l’offerta e quindi per limitare la libertà d’impresa e la libertà di scelta dei consumatori. Ciò che è paradossale in questa vicenda è che i tassisti in questi mesi attraverso aggressioni, blocchi e scioperi selvaggi hanno violato le regole più elementari del “servizio pubblico”, che è l’unico motivo che giustifica il loro “monopolio”. La vicenda ha mostrato che concetti come la “sicurezza”, il “bene comune” e il “servizio pubblico” spesso sono solo pretesti per mantenere privilegi e rendite di posizione ed è evidente, anche ai cittadini, che il “servizio pubblico” non è al sicuro se può diventare ostaggio della corporazione che ne ha la concessione legale, il monopolio. È molto elevato il rischio che da servizio da garantire ai cittadini diventi un tributo dei cittadini garantito alla corporazione o al monopolista del caso. Allo sciopero dei tassisti, con un’eccezionale mossa di marketing, Uber ha risposto tagliando per la giornata di oggi le tariffe del 20%, in pratica rinunciando ai propri guadagni (il 20% è la commissione che Uber prende per ogni corsa dagli autisti convenzionati).

Chi svolgerà oggi il “servizio pubblico” a Milano, Uber o i taxi? In realtà nessuno dei due: è la concorrenza, sorella della libertà di scelta, quella che non ci obbliga più a guardare solo la Rai (anche se per ora tocca pagare comunque il canone), che non ci impone più di comprare il sale dai tabaccai e che non ci costringe ad affittare i telefoni dalla Sip.

You may also like

Caro bollette costi energia
Come risolvere la crisi dei prezzi dell’energia?
Dalla lettera di Draghi del 2011 al PNRR di oggi, qualcosa è cambiato?
Maratona Pnrr. Transizione ecologica: money for nothing
Maratona concorrenza: quello che l’Antitrust non dice

35 Responses

  1. AlxGmb

    Chi raccoglierà il cotone se abolissimo la schiavitù?

    Sotto altre forme il quesito posto dalle corporazioni e dai monopolisti è sembre lo stesso.
    Articolo totalmente condivisibile.

    …..e speriamo che adesso non arrivi il Tossani a tritarci gli ammenicoli…..

    Salut a tucc
    AlxGmb

  2. ALESSIO DI MICHELE

    @AlxGmb: speriamo che adesso … . E’ uno scontro di monopòli: il Tossani contro la redazione di Leoniblog, che già in passato ha approfittato della propria posizione di monopolio per “perdersi” un mio commento in cui ugualmente rilevavo l’ attività monopolisticamente orcoclastica del nostro eroe; lei non è rimasto stritolato in mezzo a questi 2 monopoli, quindi già per questo si ritenga fortunato.

  3. aba cab

    Certo anche la rai é come i taxi, accampano il contratto di servizio o altre scemenze, ma che forse i quotidiani nazionali che vengono diffusi in tutta Italia hanno un contratto di servizio? O altri media che vengono diffusi per tutto il paese, chiedono un canone o l obbligo di essere acquistati?

  4. roberto

    Egregi,
    facciamoci due risate ( per non piangere ..) perchè oramai siamo oltre il fondo quindi al paradosso! Ovvero:
    A napoli visto che il trasporto pubblico è collassato e il privato non è sufficente,
    sono nate le associazioni TPA, che sono …Trasporto Pubblico Abusivo, cittadini che si organizzano e portano in giro con le proprie
    auto dei van a sei posti i ccittadini che vogliono muoversi ed anche con una certa efficenza e servizio.
    Questa è la situazione dopo 150 anni e Napolitano che ancora ripete il solito disco rotto..meno titoli accademici e più concretezza.

    Saluti
    RG

  5. Luciano

    Caro Capone non bisogna necessariamente usare ogni pretesto x propinare la “tiritera” liberista. Qui veramente a sproposito (sali,tabacchi e telefoni centrano poco o nulla). La querelle mondiale Taxi vs Uber riguarda 2 problemi distinti:
    1) La necessaria differenziazione tra servizio taxi e ncc. In tutto il mondo (USA e UK compresi) i Taxi lavorano dalla pubblica via e sono sottoposti a tariffa amministrata e obbligo di prestazione (cioè sono un servizio pubblico) mentre gli Ncc (Black car, Limousine, Vtc, Minicabs, Hackney,ecc) partono dalle rimesse,hanno libertà di prezzo e non sono sottoposti a obbligo di prestazione. Differenziazione che permette di una reale concorrenza e differenziazione dell’offerta a vantaggio dell’utenza. Altrimenti esisterebbero solo Taxi o Ncc con buona pace di tanta retorica consumerista e pro-mercato.
    2) La seconda questione riguarda i servizi definiti dalla stampa Low-cost (spesso neppure tanto: Vedi “testing Uber x, Lyft and Sidecar aganist a Cab in six cities” Wall Street Journal March 12,2014). In estrema sintesi la domanda è la seguente: veramente riteniamo possibile il trasporto di terzi dietro compenso senza licenza (e relativi obblighi di omologazione, controllo periodico e assicurazione professionale dei veicoli) e senza apertura di posizione fiscale/previdenziale da parte dei singoli driver/operatori (e relativi obblighi erariali e contributivi)?
    Il servizio taxi -può piacere o no- è un pubblico servizio. Il taxi si rivolge a tutti: giovani, anziani, famiglie, turisti, ecc con smartphone oppure no, con carta di credito oppure no (obbligo di servizio). La tariffa nn cambia che nevichi, esondi, faccia caldo a 40° o semplicementi si scorra agevolmente (garanzia della tariffa amministrata). Infine i taxi sono presenti e offrono servizio nei luoghi e nei momenti scarsamente remunerativi (es le periferie delle nostre città).Vi pare poco?Vi pare irrilevante?
    Non dimentichiamo (cosa di nn poco conto) che tutte le esperienze di deregulation si sono rivelato un totale disastro (Vedi Irlanda,Olanda, Svezia) costringendo le autorità a draconiane politiche di ri-regulation.Nello specifico le polemiche riguardo le pratiche definite di “pricing-source” dovrebbero suonare-anche al più intransigente liberista- come un fragoroso campanello d’allarme (vedi”Airbnb,Uber e la share economy finiscono nel mirino della giustizia USA” di Rampini in LaRepubblica 26/04/2014). Se vuole ne riparliamo in modo più dettagliato signor Capone.
    in realtà il dibattito -ancora in pieno svolgimento anche negli USA- riguardo le modalità di utilizzo delle App di chiamata taxi si stà orientando verso una maggiore regulation,non il contrario. Cordialità

  6. ALFA

    Mi scusi Luciano ma che discorsi va facendo ??
    Bisogna necessariamente usare ogni pretesto per propinare la “tiritera” della tutela di monopolisti che offrono i loro pessimi servizi a caro prezzo (come i tassisti) ?

    I treni di Italo sono di una società privata che offre trasporto ferroviario ad alta velocità.
    Chi controlla che i treni di Italo siano in regola con le revisioni e che i macchinisti non siano dei cocainomani o ubriaconi ?
    Presumo che Italo ed il suo personale viaggiante debba rispondere alle stesse normative di sicurezza a cui è sottoposta Frecciarossa (società pubblica).
    E’ chiaro che quando il trasporto pubblico su auto private sarà liberalizzato, i nuovi soggetti che si affacceranno a questa attività (Uber) saranno sottoposti alle stesse regole e controlli ai quali oggi sono sottoposti i tassisti su auto bianche dotati della preziosissima licenza.
    Anzi, credo che sia soprattutto nell’interesse della società che offre il servizio mettendoci la faccia (Uber) verificare che tutto funzioni per il meglio onde evitare sputtanamenti in caso di incidenti con danni per le persone.

    Lei inoltre sostiene che “Il servizio taxi -può piacere o no- è un pubblico servizio. Il taxi si rivolge a tutti: giovani, anziani, famiglie, turisti, ecc con smartphone oppure no, con carta di credito oppure no (obbligo di servizio). La tariffa nn cambia che nevichi, esondi, faccia caldo a 40° o semplicementi si scorra agevolmente (garanzia della tariffa amministrata). Infine i taxi sono presenti e offrono servizio nei luoghi e nei momenti scarsamente remunerativi (es le periferie delle nostre città).Vi pare poco?”

    Ma perchè scusi…Uber una volta regolamentato non avrebbe interesse di rivolgersi a tutte le fasce di utenti che lei ha elencato per guadagnare il più possibile ??
    Riguardo alle “tariffe amministrate”…ecco…qui arrivano i nodi al pettine.
    I tassisti hanno sempre esercitato forti pressioni sui sindaci di turno per ottenere aumenti di tariffe nel corso degli anni.
    Aumenti che venivano sempre concessi o quasi.
    Questo ha portato a tariffe dilatate a dismisura, che ormai sono diventati insostenibili.
    Infatti i tassisti lamentano sempre più il fatto che i clienti scarseggiano.
    Infatti sempre meno gente prende i taxi perchè costano troppo.
    Anche le aziende tagliano i8 costi in nota spese dei taxi, invitando i propri dipendenti ad usarli il meno possibile.

    Infine lei parla di “marcia indietro” che si starebbe facendo in varie città del mondo verso una regulation dei taxi dopo che la deregulation è fallita.
    Ci sono stati alcuni tentativi di deregulation del settore taxi, in Italia come in altre parti del mondo (es. Irland).
    Tentativi sempre falliti per la dura opposizione dei tassisti, tant’è che bene o male in tutte le città europee il modello di servizio taxi rimane quello rigido riservato a chi possiede la licenza.
    La vera deregulation deve ancora arrivare…è appena iniziata.
    E’ sarà quella portata avanti dalle nuove tecnologie e dalle nuove esigente di mercato.
    A MIlano i servizi di car-sharing impazzano, si vedono passare ovunque smart bianche di Car2go e 500 rosse di Enjoy.
    La gente le utilizza perchè costano poco.
    Se domani il comune di Milano dovesse decidere di abolirle lei pensa che tutta quella gente si riverserebbe sui taxi ?
    Ovvio che no, tornerebbe ad arrangiarsi come prima senza ricorrere al taxi.

    Caro Luciano…lei è un tassista ?
    Venda la sua licenza prima che sia troppo tardi.
    Nessun Maroni, nessun Lupi e nessuna antiquata legge del 1992 (promulgata quando non esisteva ancora internet e gli smartphone) può fermare il progresso ed il cambiamento in corso

  7. AlxGmb

    Adesso che ho letto i commenti, devo andare fuori dal mio ufficio per una commissione,
    prendo la mia auto e vado….
    anzi no, chiamo il taxi,
    anzi no, chiamo Uber,
    anzi no, chiamo un Napoletano TPA (W i Napoletani for ever),
    anzi no, chiamo napolitano e gli chiedo se mi presta l’auto blu e se poi posso scaricare il conto sui sudditi,
    anzi no, chiamo un amico che mi da un passaggio a pagamento,
    anzi no, chiamo un amico che mi da uno strappo gratis,
    anzi no, chiamo una amica che a pagamento mi fa anche delle altre cose…
    anzi no, prendo la bicicletta che così resto anche in forma, ma poi puzzo di sudore quando arrivo…
    anzi no, chiamo il Tossani e gli chiedo se mi accompagna lui,
    anzi no, chiamo il Tossani e gli chiedo se mi fa lui la commissione, ma il Tossani non può perchè è impegnato nella meditazione davanti al santino di San Zampetti
    anzi no, resto a casa e faccio tutto online chè la tecnologia ed il progresso sono inarrestabili!!

    Salut a tucc
    AlxGmb

  8. Luciano

    Caro Alfa Il tuo post è la quinta essenza della tiritera in salsa liberista ripetrute da 10 anni a questa parte in Italia su taxi e taxisti. Nel tuo caso sono convinto in buona fede e x mancanza di reale documentazione,informazione e dati. Proviamo a dipanare tanto inestricabile pregiudizio.
    UN PO DI (NOIOSA) TEORIA
    Quello dei taxi e un settore singolare e problematico con caretteristiche inconsuete se valutate in un’ottica neoclassica standard. Una stringente regolazione pubblica-licenze contingentate,tariffa amministrata,obbligo di prestazione- è essenziale x assicurare sostenibilità economica e tutela di qualità/sicurezza del servizio (se si esclude l’alternativa della distribuzione di sussidi;come nel caso del trasporto pubblico collettivo). La deregulation delle licenze incentiva il massiccio ingresso nel mercato di operatori occasionali e part-time che esercitano la professione di taxista come secondo (terzo) lavoro, il più senza attenzione a qualità e sicurezza. Sebbene meno qualificati degli operatori full-time riducono gli introiti di questi ultimui sino al punto di spingerli ad abbandona il settore. Nn solo. Le tariffe “libere” vengono invariabilmente spinte verso l’alto dagli operatori occasionali/marginali prevalenti nei luoghi ad alta richiesta di servizio (stazioni,porti,aeroporti,ecc) e orientati verso comportamenti “predatori” a danno dell’utenza. Quindi peggioramento della qualità del servizio, aumento delle tariffe x l’utenza e precarizzazione delle condizioni reddituali delle imprese più strutturate. Condizioni che invariabilmente spingono le autorità a politiche draconiane politiche di ri-regulation (Visco Comandini,Gori, Violati 2004, Iaione 2008). Il fatto che la licenza assuma valore economico positivo nn è di x sè indice di cattiva regolazione.Il valore della licenza svolge il doppio ruolo di investimento assicurativo (che il taxista liquiderà all’uscita del mercato) e di efficace strumento (l’unico veramente incisivo) di deterrenza (sanzione di sospensione/revoca) contro possibili comportamenti abusivi.Analisi sul valore delle licenze taxi USA rivelano incidenza del costo di ammortamento di circa mezzo dollaro x ora di servizio; frazione quasi insignificante dei costi fissi. Analoghi risultati x i taxi di Roma (Cairns e Liston-Heyes 1996; Visco Comandini,Violati,Gori 2004).
    UN PO DI ESPERIENZA EMPIRICA.
    Anni 80: esperienze di deregulation intraprese in alcune città USA (Indianapolis,Seattle,San Diego,Phoenix) fallite a causa dell’eccessivo aumento dell’offerta,eccessivo turnover degli operatori, condizioni di lavoro deteriorate e fenomeni di violenza generati da discussioni sul prezzo (Zerbe 1983;Frankena e Pautler 1984). Anni 90: fallimentare esperienza di deregulation in Europa (Svezia,Olanda,Irlanda) Al danno della precarizzazione del lavoro degli autisti (Svezia,Olanda;Irlanda) si è aggiunta la beffa dell’aumento vertiginoso delle tariffe (Svezia,Olanda) del peggioramento del servizio (Svezia,Olanda,Irlanda) e della necessita di pesanti interventi di ri-regulation (ViscoComandini,Violati,Gori 204, Iaione 2008). Vedi anche “Bill to introduce taxi demerit system”The Irish Time Jan 23,2013 “Taxi drivers face disqualification for convictions” RTENews Jan 28,2013. News laws to propose for taxi industry.RTE news Oct 03,2012).
    INFINE NELLO SPECIFICO
    La legge 21/92 -tra l’altro riformata nel 2006 e nel 2012- è tra le più avanzate in Europa (e USA) e nn ostacola in alcun modo l’utilizzo di tecnologia di chiamata taxi e/o Ncc. La retorica della “Rivoluzione digitale” nn ha ragione di esistere. La discussione riguarda la necessaria differenziazione tra servizio taxi e ncc e la questione della disciplina dei servizi definiiti “Low cost” (allo stato attualle mi sembra una cosa che nn si può ne vedere,ne sentire.Nn crede? ),rilegga con più attenzione il mio post precedente. Cordialità

  9. Luciano

    @ALFA Proviamo a dipanare tanto inestricabile pregiudizio a danno di taxi e taxisti.
    UN PO DI TEORIA
    Quello dei taxi è in mercato singolare e problematico con caratteristiche inconsuete se valutate in un ottica neoclassica standard. Una stringente regolazione pubblica -licenze contingentate,tariffa amministrata,obbligo di servizio- è essenziale x garantire sostenibilità economica e tutela di qualità/sicurezza del servizio (se si esclude l’alternativa di sussidi pubblici come nel caso del trasporto collettivo e ferroviario).La deregulation delle licenze incentiva il massiccio ingreso nel mercato di lavoratori occasionali e part-time (secondo o terzo lavoro) che esercitano la professioneil più delle volte senza attenzione a qualità e sicurezza.Sebbene meno qualificati degli operatori full-time riducono gli introiti di questi ultimi sino al punto di spingerli ad abbandonare il settore. Nn solo. Le tariffe “libere” vengono invariabilmente spinte verso l’alto dagli operatori occasionali/part time prevalenti nei luoghi ad alta richiesta di servizio (stazioni,aeroporti,ecc) e orientati verso comportamenti “predatori2 a danno dell’utenza. Quindi peggioramento del servizio, aumento delle tariffe e abbandono del mercato da partevdelle aziende più strutturate. Disastro che spinge invariabilmente il regolatore a implementare politiche di ri-regulation. Il fatto che la licenza assuma valore economico positivo nn è di x se indice di cattiva regolazione. Il valore della licenza svolge il doppio ruolo di investimento assicurativo x il singolo operatore (che liquidera all’uscita dal mercato) e di efficace strumento di deterrenza (sanzione sospensione/revoca) contro comportamenti abusivi. Analisi sul valorev delle licenze taxi USA rilevano un’incidenza del costo di ammortamento di circa mezo dollaro x ora di servizio; frazione insignificante dei costi fissi.Analoghi risultati x i taxi di Roma (Cairns e Liston-Heyes;1996. Visco Comandini, violati,Gori 2008)
    BREVE EXCURSUS STORICO
    Anni 80 esperienze di deregulation fallite in alcune città USA (Indianapolis,Sattle,San Diego, Phoenix) causa eccessivo aumento dell’offerta,eccessivo turnover degli operatori, condizioni di lavoro deteriorate e fenomeni di violenza causati da discussioni sul prezzo (Zerbe1983; Frankena e Patluer 1984)
    Anni 90 Fallimentare esperienza di deregulation in Europa (Irlanda,Olanda,Svezia). Al danno della precarizzazione del lavoro degli autisti (Irlanda,Olanda,Svezia) si è aggiunta la beffa dell’aumento delle tariffe (Olanda,Svezia) del peggioramento del servizio (Olanda,Irlanda,Svezia) e della necessità di pesanti interventi di ri-regulation (Visco Comandini,Violati,Gori 2004; Iaione 20089 Vedi anche”Bill to introduce taxi demerit system” The Irish Time Jan 23,2013. “Taxi drivers face disqualification for convictions” RTENews Jan 28,2013, “News laws to propose for taxi industry” RTENews Oct 03,2012.
    Taxi vs Uber
    La legge 21/92 -riformata nel 2006 e nel 2012- è tra le più avanzate in Europa (e USA). Non ostacola alcuna innovazione nei sistemi di chiamata taxi e/o ncc. La retorica della “rivoluzione digitale” è fuori luogo. Qui si parla delle necessaria differenziazione tra servizio taxi e ncc (presente in tuttoil mondo USA e UK compresi) e della disciplina dei servizi definiti dai media “Low cost”.Rilegga con maggiore attenzione il mio precedente post. Cordialità

  10. Gabriele

    Il problema è proprio sulle modalità di acquisizione della “corsa” (si parla ancora di noleggio su piazza e noleggio da rimessa), ormai superate da centrali radio taxi, smartphone, app, car pooling, car2go, enjoy, ecc.
    Il taxi, per come la vedo io, non svolge più da tempo – per la maggior parte delle persone – funzioni di servizio pubblico (se non a caro prezzo per l’utente, soprattutto se ne ha bisogno in periferia).
    L’Autorità di regolazione di Trasporti dovrà affrontare prima o poi il tema …

  11. ALFA

    Caro Luciano,

    Il tuo post è la quinta essenza della tiritera in salsa monopolista di chi vuole difendere i propri privilegi di casta (presumo tu sia un tassista).
    Salsa monopolista che i tassisti ci propinano da anni offrendo in cambio solo un pessimo a tariffe spropositate.
    Una serie di argomenti inutili e pretestuosi che mirano a convincere l’impossibilità di rimuovere il privilegio della vostra categoria.
    Io temo che ormai questi argomenti ormai li usate più che altro per rassicurare voi stessi che nulla cambi e che il vostro monopolio non verrà intaccato.
    Ma dopotutto vi capisco, siete persone che avete investito centinania di migliaia di euro per acquistare licenze che tra qualche anno non varranno più nulla, quindi difendete disperatamente il vostro asset.

    Conosco un paio di tassisti qui a Milano.
    Si lamentano perchè il lavoro cala sempre più anno dopo anno, mentre nuovi servizi come Enjoy e Car2go decollano alla grande.
    All’inizio credevano fosse per via della crisi, bisognava solo pazientare.
    Adesso si rendono conto che il processo è inesorabile.
    I tempi CAMBIANO.
    Car2go, Enjpy e Uber sono SOLO L’INIZIO

    I tentativi di liberalizzazione falliti nei paesi dei quali tu parli non fanno testo, non contano.
    Stiamo parlando di cose avvenute nel passato.
    Quello che voi tassisti-monopolisti non capite è che i tempi sono cambiati e non c’è più spazio per servizi come il vostro.
    Non si tratta di essere liberisti o no.
    Si tratta semplicemente non solo dell’evoluzione dei tempi, ma delle nuove esigenze del mercato, ovvero della gente che vuole servizi diversi a prezzi più economici.
    Prezzi economici che i tassisti delle auto bianche non possono offrire perchè ormai sono prigionieri della loro licenza (se abbassano le tariffe di conseguenza cala il valore della licenza).

    E’ inutile che tu continui a parlarmi della licenza come garanzia di qualità e sicurezza del servizio.
    E’ un discorso che non regge, capisci ?
    Quando altri operatori (come Uber) verranno regolarizzati, i loro autisti faranno gli stessi corsi che fanno i tassisti della auto-bianche (pronto soccorso, toponomastica etc.) per ottenere l’abilitazione professionale e durante l’esercizio verranno sottoposti agli stessi controlli ai quali sono sottoposti i tassisti.
    I clienti che useranno i nuovi servizi (come Uber) vedranno esposte le tariffe sulla app e sarà lo stesso smartphone del cliente a fungere da tassametro, quindi non ci sarà nessun effetto predatorio e nessun abusivismo.. Se qualche autista Uber si comporta male o fa il furbo il cliente potrà segnalare la cosa
    direttamente alla società (Uber).

  12. Luciano

    @gabriele@alfa
    La ri-regolazione in Irlanda e Olanda sono del 2011-2013. Non mi sembra tanto passato remoto. Il mercato dei taxi è -e sarà sempre- la “bestia nera” e terreno di cogenti delusioni x i liberisti ideologizzati e poco informati (da “Bar Sport” aggiungo io). La ragione è “strutturale” (insita cioè nella natura di questo peculiare mercato) come ho cercato di spiegare -in modo il più possibile stringato- nei post. Realtà fattuale risaputa da tempo da economisti, regolatori e operatori del settore. Il dibattito sulla regolamentazione del mercato dei taxi -quello vero- si muove verso una maggiore regolazione, nn il contrario. Es. Lo Stato della California ha già deliberato (2013) riguardo i servizi definiti low cost equiparandoli -nella sostanza- agli operatori del tradizionale noleggio con conducente (licenze,controlli tecnici e amministrativi da parte delle autorità,patenti professionali,ecc,ecc). Se si vuole però insistere in questa guerra di religione (liberista) e intraprendere inutili, costosi (x utenti e contribuenti) e fallimentari esperimenti di deregulation si faccia pure. Riguardo la qualità del servizio rammento l’indagine Eurotest 2012 (Indagine degli Automobil Club europei, ispettori in incognito) in cui Milano è posizionata nelle prime 4 posizioni in Europa x economicità, accessibilità, sicurezza e trasparenza tariffaria insieme a Londra e davanti a tante blasonate capitali quali Parigi, Berlino o Vienna. Risultati -nella sostanza confermati- dall’indagine Altroconsumo 2013 e dall’indagine annuale sul servizioTaxi (anche qui ispettori in incognito) della Regione Lombardia del 2014. Cmq l’Autorità dei trasporti,caro Gabriele,farà certamente la sua bella (e dettagliata) indagine conoscitiva (noi tassisti i risultati li conosciamo già)..insomma come si dice a Milano “fà e disfà, l’è semper laurà”..Infine una piccola provocazione intellettuale..Quando le automobili si muoveranno da sole (10,20,30 anni,chissà) i taxisti nn esisteranno più. Esisteranno invece le “odiate” (dai liberisti) licenze. Il gestore del servizio pubblico automatizzato (una bella megamultinazionale come piace tanto ad alcuni soloni del mercatismo) dirà “Caro Comune,certo io ci metto le macchine,la manutezione,l’assicurazione e lavoro alla tariffa amministrata che tu mi imponi, ma in cambio tu mi dai l’esclusiva x 10,20 anni (LA LICENZA) sino a che nn rientro dei costi e ottengo dei profitti..oppure mi dai dei sussiti..altrimenti gli utenti te li smazzi e te li scarrozzi tu..Cordialità

  13. Lamberto

    Gli argomenti a favore della posizione dei tassisti per certi versi non sono privi di pregio. Che la loro sia un’azione a tutela del loro investimento non fa una piega, seppur con argomentazioni un po’ capziose. Che la loro categoria benefici di privilegi a me pare evidente anche nel solo considerare la “franchigia” fiscale di cui godono e che non ha praticamente uguali. I tassisti infatti sono fiscalmente esentati dal rilascio di qualsivoglia certificazione obbligatoria al cliente e, di fatto, autorizzati a dichiarare ciò che più aggrada loro. In un Paese ove il peso fiscale e previdenziale sul lavoro autonomo raggiunge e supera comodamente il 50% degli utili lordi non é un privilegio da poco. Non sarebbe un battaglia di civiltà (anche giuridica) rinunciare ad esso?

  14. Luciano

    @Lamperto
    No Lamberto; sfatiamo altra mitologia. I taxi sono obbligati all’emissione di fattura se richiesta del cliente. La fattura potrà essere emessa subito o inviata al richiedente nelle 24 ore successive lo svolgimento del servizio. Le centrali radiotaxi sono invece autorizzate a fatturare”per conto” dei singoli tassisti associati: es. abbonamenti e convenzioni, buoni cartacei, chip card e/o carte per-caricate, Stp e altri sistemi pagamento via cellulare,ecc. (art 22, 1° comma DPR 633/72).
    Cmq l’attività è soggetta a severi e iper-dettagliati (addirittura asfissianti) studi di settore. Congruità e coerenza a tali studi serve solo ad evitare cartelle esattoriali “a tavolino” e nn esclude accertamenti successivi. I taxisti di Milano sono stati sottoposti negli ultimi 5 anni ad accertamenti a tappeto (con corollario di verifiche bancarie,ecc,ecc). I risultati x l’ Agenzia delle entrate sono stati molto,molto modesti; confermando la sostanziale correttezza fiscale della categoria.Le aziende in Italia stanno morendo di “peso fiscale”; taxi compresi. Una delle ragioni x cui “trovate” alla uberpop hanno suscitato qualche “irritazione” in categoria; non credo a sproposito..

  15. ALFA

    Di recente mi ero informato per l’acquisto di una licenza taxi a Milano.
    Idea che poi ho lasciato cadere in quanto non mi convinceva dopo aver esplorato la cosa.
    Posso ritenermi fortunato della mia decisione, a giudicare dagli sviluppi che la tecnologia e le nuove esigenze di mercato stanno imponendo, nel giro di qualche anno le licenze taxi rischiano concretamente di diventare dei pezzi di carta senza alcun valore o nella migliore delle ipotesi svalutare parecchio rispetto ai prezzi attuali a cui vengono vendute (170-180 mila euro con punte che arrivano a 200 mila). Si tratta a mio giudizio di prezzi di mercato che si sgonfieranno con l’avvento di nuovi servizi alternativi come il car-sharing (Car2Go, Enjoy), come Uber e come altri ancora che fioriranno nelle città a breve e che la gente utilizzerà sempre più volentieri per la loro praticità e soprattutto per la loro convenienza sui prezzi.

    Ad ogni modo, i tassisti con cui ho avuto modo di parlare decantavano la magnificenza della loro licenza per due motivi :

    1- numero contingentato di licenze e tariffe al pubblico elevate, che permetteva di creare una situazione monopolista con guadagni garantiti (situazione che a breve finirà di esistere).

    2- possibilità di fare una discreta quantità di “nero” (circa il 30%). I tassisti italiani nella loro dichiarazione dei redditi dichiarano circa 16.000 euro all’anno.

    Il fatto che la categoria sia sottoposta a severi controlli da parte del fisco avvalendosi di studi di settore e quant’altro è probabilmente vero.
    Ma questo ormai in Italia vale per moltissime categorie di liberi professionisti poichè lo stato, sempre più affamato di soldi per mantenere i propri sprechi, cerca di racimolarlo disperatamente ovunque sia possibile.

    Ad ogni modo il vero problema dei tassisti non è il fisco ma la situazione dovuta all’inarrestabile cambiamento del mercato.
    Le tariffe dei taxi sono ormai sempre più fuori mercato rispetto alla realtà attuale ed al portafoglio della gente.
    I tassisti sono prigionieri della propria licenza, infatti non possono adeguarsi a tale realtà del mercato abbassando le tariffe poichè fare una cosa del genere significherebbe vedere perdere di valore la propria licenza. Redditività della licenza e valore della stessa sono due cose che ovviamente viaggiano di pari passo. Quindi spiace per i tassisti i quali comprensibilmente cercano disperatamente di salvaguardare il valore del loro asset ma si tratta di una guerra persa in partenza, nonostante Lupi e Maroni abbiano rassicurato la categoria sul fatto che Uber sia fuori legge….Lupi e Maroni sono fuori dalla storia, dalla modernità e dalle nuove richieste di mobilità dei cittadini che dovrebbero rappresentare.

  16. Bobsorsi

    Articolo ad minchiam: telefoni, sale…SIP e gas…Enel e via… .tranne per sto Benedetto sale che non importava a nessuno, gli altri settori strategici sono stati liberalizzati ad minchiam…cosicché oggi ad esempio la telefonia fissa é tra le più care in EU e i servizi internet fissi i meno convenienti… Energia…non mi addentro… Non una parola in piú per un articolo ad minchiam degno della signora Cesira… Meglio parlare del tempo o delle cravatte di Capranica, qualche tempo fa. Saluti….

  17. ALFA

    Bobsorsi,

    il mercato della telefonia è stato liberalizzato con vantaggi per il cliente.
    Infatti quello della telefonia mobile è diventato molto concorrenziale, con le compagnie che si fanno la guerra ribassando le tariffe,.
    Quello che spendevo 10 anni fa in cellulare è il doppio di quello che spendo oggi.

    Purtroppo per la telefonia fissa ci sono problemi nell’attuare una vera concorrenza con ribasso delle tariffe poichè ci sono vari operatori ma la rete di cavi rimane tutta di proprietà di mamma-Telecom, quindi abbiamo di fatto una situazione di monopolio che persiste esattamente come avviene per i taxi.
    Mentre nella telefonia mobile la vera concorrenza è stata resa possibile dal fatto che non esiste solo la rete TIM ma anche altre (Wind, Vodafone, 3).

    Per quanto riguarda ENEL ed ENI, di fatto non è stato liberalizzato nulla poichè questi colossi sono ancora controllati dallo stato.
    Sono state fatte delle finte liberalizzazioni facendo entrare dei concorrenti privati per la distribuzione di gas e luce in alternativa alle aziende di stato, ma alla fine era una presa per il culo poichè a questi operatori viene resa la vita difficile.
    Lo stato sa bene che tutti hanno bisogno del gas e della corrente, quindi è un ottimo bacino per attingere denaro.

  18. ALFA

    Caro Luciano amico tassista,

    che dire ???
    non saprei nemmeno da dove cominciare…

    cominciamo da questa notizia :
    http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/14_marzo_30/taxi-pronti-nuovi-rincari-corse-aumenta-tariffa-fissa-notturna-3537bda0-b7e3-11e3-9fea-b6850cd5b15f.shtml

    A breve le tariffe taxi aumenteranno.
    In Italia i consumi di beni e servizi sono fermi.
    Il paese è vittima della deflazione e si registrano cali dei prezzi in tutti i settori sia di beni che di servizi.
    Perfino il settore alimentare accusa una flessione delle vendite.
    Perfino il settore immobiliare (baluardo dell’investimento italico) accusa un calo dei prezzi delle case e delle compravendite.
    Voi tassisti che fate ? Aumentate i prezzi !!
    Fantastico ! Uber vi ringrazia !!
    Ovviamente questo aumento delle tariffe avrà come effetto quello di ridurre ancora di più il numero di clienti sulle vostre auto.
    Il mercato (la gente) non può più permettersi le vostre esose tariffe.
    Piccolo particolare : nell’articolo si evidenzia come sia molto raro trovare apparecchi POS a bordo dei taxi.
    Mah ? chissà perchè Luciano ?? Come mai i tassisti non vogliono POS a bordo della propria auto ??
    Non sarà mica perchè con il POS siete obbligati a emettere ricevuta fiscale ???
    Oltretutto i pagamenti elettronici andrebbero a vostro favore, poichè meno denaro contante in tasca significa un deterrente alle rapine che per voi tassisti rappresentano una minaccia quotidiana.

    Questa è una indagine dalla quale risulta che i taxi di Roma sono tra i più cari in assoluto :
    http://www.liberoquotidiano.it/news/roma/743416/Tariffe-Taxi–Roma-piu-cara.html
    Questa è un altra indagine fatta da Unica Filt-Cgil, dalla quale risulta che I TAXI DI MILANO SONO TRA I PIU’ CARI D’EUROPA
    http://milano.repubblica.it/dettaglio/taxi-in-crisi-ma-la-tariffa-e-doro/1591325

    Per quanto riguarda gli economisti che ritengono controproducenti le deregulation nel settore taxi, io potrei citarne altri che invece auspicano deregulation nel settore taxi a beneficio della qualità. Non solo quelli del blog che ci ospita ma anche Tito Boeri, Mario Seminerio etc.

    Andiamo avanti…
    lei scrive in un suo post : “Se si vuole però insistere in questa guerra di religione (liberista) e intraprendere inutili, costosi (x utenti e contribuenti) e fallimentari esperimenti di deregulation si faccia pure”.
    Mi perdoni Luciano…lasci che siano i clienti a decidere se la deregulation è inutile e costosa oppure no.
    Lasciamo che ad altri operatori (tipo Uber) sia consentito di entrare regolarmente nel mercato dei taxi offrendo tariffe più convenienti delle vostre.
    Poi vediamo quante auto di Uber e quante auto bianche delle vostre resteranno ferme ai parcheggi in attesa di clienti.

    Luciano…dia retta a me….venda la sua licenza prima che diventi un pezzo di carta senza valore.
    Il mercato, la tecnologi e la modernità non si possono fermare

  19. Lamberto

    @Luciano.
    Davo per scontata la replica e le connesse argomentazioni. Gli studi di settore e gli accertamenti sono “pensati” per quasi tutte le categorie di lavoro autonomo e d’impresa. Non solo solo i tassisti a dover sottostare a tanto “asfissiante” interessamento. Per quanto riguarda l’emissione della fattura a richiesta del cliente, tale fattispecie è prevista per tutti i soggetti (e ci mancherebbe altro). Nessuna “specialità” quindi per i tassisti.
    Resta invece il fatto che essi godono di una “franchigia” fiscale (consentimi di usare questo termine in senso atecnico) sconosciuta ad altri e che consiste, appunto, nell’esonero dall’obbligo di rilascio di certificazione fiscale a prescindere dalla richiesta del cliente (hai presente la “ricevuta fiscale”?). Il fatto poi che le imprese (tassisti compresi) siano soffocate dalla morsa fiscale è divenuto ormai un luogo tanto comune (ma non per questo meno vero) da rendere persino banale il suo utilizzo in ogni occasione.

  20. Luciano

    Se sei convinto della narrazione che sostieni con tanta foga -il trionfo di mercato,tecnologia e modernità sulla “vandea tassinara”- devi rilevare una licenza ncc e affiliarti ad uber..anzi, ancora meglio..una macchina di proprietà e vai con uberpop! Questa “rivoluzione” è allo stato nascente; chi prima arriva meglio si accomoda. Un nuovo Eldorado. Cosa aspetti?

  21. ALESSIO DI MICHELE

    Oltre ai giusti rilievi sull’ allergia dei tassinari (sì sente che sono di Roma ?) alla concorrenza, oltre al ritornello “Che credete, noi quasi ci rimettiamo”, che COMUNQUE non giustifica la chiusura a riccio verso il cambiamento, considererei anche un ennesimo aiuto surrettizio che essi ricevono nella rivoltante qualità e quantità del trasporto pubblico, almeno qui a Roma. Facciamo una rete di metropolitane seria, così, tanto per far loro capire come funziona una capitale decente, non parlo certo di Londra, Berlino, Parigi o Madrid, mi contenterei della rete di metropolitane di Praga, e poi vediamo se non abbassano le penne. Invece, proprio qui, tempo fa, il loro collega Loreno Bittarelli ha tenuto in scacco la città ed il sindaco ha subito calato le braghe, e non era nemmeno la prima volta, con sindaco rosso o nero o bianco o cremisi o come vi pare non è mai cambiato lo strapotere dei tassinari.

  22. Luciano

    @alessio
    Londra, Parigi, Berlino, Colonia, Bruxelles, Madrid, Barcellona, Milano (..e tante altre città in Italia e Europa). L’11 Giugno 2014 si è svolta una stupenda giornata di mobilitazione dei taxi di tutta Europa contro abusivismo e illegalità. Il mercato vive e prospera in un contesto di regole; altrimenti è solo una Jungla (a danno di tutti). Un concetto condiviso anche dal più intransigente tra i liberisti. Gli Smartphone nn cambiano la questione di un solo millimetro. Quanto alle “penne da abbassare”..forse tante altre categorie dovrebbero avere “più penne” da alzare x difendere e far valere le proprie giuste ragioni.

  23. ALFA

    Infatti caro Luciano non escludo assolutamente quanto prima di affiliarmi al servizio Uber-Pop.
    O a qualche altro servizio analogo di qualche altra società simile a Uber che vedeà la luce in futuro.
    Il problema Luciano è che allo stato attuale, grazie alle barricate che voi tassisti state facendo per difendere il vostro monopolio, Uber-Pop è un servizio illegale e si rischiano multe salate come anche il ritiro dell’auto. E i politici ovviamente (soprattutto quelli italiani) vi vengono appresso tutelandovi, rimanendo ancorati (voi e loro) a vecchie logiche di clientelismo e ad una totale miopia verso il cambiamento che avanza.
    Comunque Luciano, lei ed i suoi amici tassisti non cantate vittoria…la partita è ancora lunga…..le leggi sono fatte anche per essere cambiate.
    Dietro a Uber ci sono colossi mondiali della stazza di Google, i quali faranno esattamente come avete sempre fatto voi tassisti : ovvero agirà come lobby a livello politico nazionale e forse anche europeo per fare cambiare le leggi….e per farsi riconoscere a tutti gli effetti come operatore del servizio taxi.

    A quel punto anche gli aspiranti tassisti di Uber, dopo aver fato i corsi di abilitazione esattamente come li avete fatti voi, potranno esercitare legalmente la professione senza essere perseguitati.

    Poi vederemo se (come dice lei) è stato inutile insistere con liberalizzazioni che portano solo “danni alla clientela”.
    Perchè a quel punto sarà la clientela a decidere quale servizio utilizzare-.

  24. ALESSIO DI MICHELE

    @ Luciano:

    nella città eterna si direbbe che lei estende il concetto di regola come la pelle dello scroto: legalità è il principio ispiratore della consorteria dei tassinari, non la legittimità; legalità è il sindaco chinato a 90° sul pube di Bittarelli, legittimità è che qualunque automobilista ha il diritto di offrire, ANCHE A PAGAMENTO, un passaggio al viandante, QUINDI SAREBBE ORA DI FARE GIUSTIZIA DEL CONCETTO DI ABUSIVISMO, e non mi venga a blaterare di criminali che ci farebbero viaggiare con le gomme lisce, l’ aria nei freni e gli ammortizzatori scarichi, perché non c’ entra nulla con l’ abusivismo. Altre categorie blah blah: a parte che sarebbe ora che i tassinari guardassero alla trave nel proprio occhio anziché alla pagliuzza nell’ occhio altrui, perché sono più serrati dei notai: certo, se voglio comprare casa a Roma posso andare dal notaio X o da quello Y, se voglio andare dal punto A al punto B della città ho solo il primo taxi della fila, no choice: magari, come mi è capitato, il guidatore è un ignorante che non saluta, non sa l’ inglese, ha le ascelle con sudore vecchia riserva, maglietta del buon tempo che fu, si veste come un rubagalline (lo sa quanta gente viene cazziata o perde l affare se non si veste a modino, sul lavoro ?), niente aria condizionata nemmeno quando Roma diventa una capitale africana anche nel clima, e, per andare da san Giovanni in Laterano all’ Eur passa per via Siria (vedere Google Maps), COME MI E’ CAPITATO, ma poi quando la finiremo di citare sempre l’ estero come modello del Bene ? Anche lì fanno stupidaggini, anche lì tutelano il proprio orticello, quindi, e giustamente nella loro ottica, se ne sbattono del bene comune, ed allora ? Oltre, e mi ripeto, alla concorrenzialità portata da una rete di trasporti pubblici fantascientifica per noi, ha visto il documentario di SKY sulla preparazione dei tassinari londinesi ? 3 anni a studiare, l’ esame va superato entro, mi pare, il 5° tentativo se no sei fuori per sempre, e c’ è un tale impegno che, ai promossi, viene riscontrato l’ ingrandimento di specifiche aree cerebrali. Io mi sono spesso ritrovato a dover spiegare la strada a chi mi trasportava a casa, ED ABITAVO DENTRO LE MURA COSTRUITE ENTRO L’ ANNO 275, ma il tassametro l’ aveva fatto partire il guidatore. Una stranissima divisione dei compiti, non trova ?

  25. ALFA

    Allora caro Luciano,
    innanzitutto i toni che lei ha usato per descrivere la manifestazione dell’11 giugno dei tassisti nelle varie città europee sembrano quelli di un filmato di propaganda fascista dell’Istituto Luce durante il ventennio.
    Secondo me quella dell’11 giugno è stata una anacronistica manifestazione di una categoria di monopolisti i quali vogliono conservare il loro privilegio di categoria impedendo a nuovi operatori di fare una libera concorrenza. Manifestazioni come queste oltretutto non fanno altro che rendere i tassisti ancora più antipatici ed arroganti agli occhi della pubblica opinione…quindi caro Luciano Uber ancora una volta vi ringrazia !!
    Oltretutto, lei lo sà che ogni sciopero che voi tassisti fate è uno spot a favore di Uber ?? il quale vede aumentare la sua popolarità ed il suo giro di clienti. Se non fosse stato per i vostri scioperi e le vostre proteste probabilmente la gente non saprebbe nemmeno cosa sia Uber.

    Riguardo alla sua “sfida” nei miei confronti invitandomi a fare il tassista al servizio di Uber….se fosse per me lo farei anche domani.
    Il fatto purtroppo è che, grazie alle vostre barricate e ad una classe politica anacronistica tanto quanto voi, Uber-Pop è considerato un servizio illegale mentre Uber-Black deve sottostare alla regolamentazione della chiamata differita. Quindi si rischiano multe salate, sequestro dell’auto oltre che brutte aggressioni di tassiti (come accaduto a Milano dove auto di Uber sono state prese d’assalto da suoi colleghi).
    Ma non si preoccupi Luciano…..è solo questione di tempo….ciò che oggi da voi veine considerato illegale ed abusivo domani sarà legale ed alternativo al vostro servizio di auto bianche dotate di licenza……fino a soppiantarvi !

    Quello che lei purtroppo si ostina a non capire è che il progresso e le nuove esigenze di mercato non sono nè di destra nè di sinistra, non sono nè liberiste nè monopoliste….sono semplicemente la storia che svolge il suo normale cammino.
    I cavalli sono stati sostituiti dalle automobili non perchè lo hanno voluto le teorie liberiste ma per effetto del semplice e naturale percorso del progresso oltre alle nuove esigenze di trasporto della civiltà moderna.

    Luciano…lei è un tassista e lo sa bene come vanno le cose oggi nel vostro mestiere.
    Ricevete sempre meno chiamate e le attese nei parcheggi in attesa di un cliente si allungano.
    Voi a questa flessione del lavoro rispondete con un imminente aumento delle tariffe…..in un paese dove i consumi sono fermi e perfino gli immobili si stanno svalutando. Suvvia Luciano..è del tutto evidente che anche quella delle costosissime licenze taxi è una bolla che stà per esplodere.

    Inoltre in città come Milano i mezzi pubblici sono stati potenziati con nuove linee della metropolitana.
    Sono perfino partiti i lavori per la linea che collegherà Milano all’aeroporto di Linate.
    Inoltre ho sentito delle voci….i ricconi arabi di Etihad che hanno comperato Alitalia intendono investire un sacco di soldi per potenziare Linate ma per farlo vogliono che Milano riveda in meglio il suo sistema di trasporti pubblici…..incluso quello dei taxi.

  26. Luciano

    @alfa @michele
    A parte la patente professionale (rifai la patente),l’esame di abilitazione (a Milano è in regione;toponomastica e regolamento), l’assicurazione professionale (costa il doppio),requisiti soggettivi (fedina penale,stato di salute,ecc), l’omologazione del mezzo e controlli annuali (revisione prima e controllo ufficio autopubbliche dopo)..tutte cose su cui certamente nn avete nulla da obbiettare come si evince dai post.. amici miei vi state dimenticando di 2 “piccoli” adempimenti; cioè apertura partita Iva e posizione Inps/Inail (e relativi obblighi contributivi).
    Bhè..assolte queste “piccole incombenze” (in particolar modo le ultime due) x i servizi “low cost” (almeno in Europa con un peso fiscale medio del 40%) è tutto finito, cala il sipario e il circo sbaracca e se ne va..Il tavolo da gioco deve essere uguale x tutti o forse no?..

  27. ALESSIO DI MICHELE

    @ Luciano:

    immagino di essere io “@Michele”: sull’ ultima posizione lei sfonda con me una porta aperta: partita IVA ? A chi è esente ? Belle menti alle Finanze, nulla da dire, come ho sperimentato sulla mia pelle quando anche io ero esente (assicuratore/mediatore creditizio), e tutt’ oggi, quando vedo la partita IVA di mia moglie, promotrice finanziaria; INPS/Inail ? Già come liberista, poi come assicuratore li vorrei spianare col napalm, soprattutto quando ho scoperto come ci si lavora (ah! ah ! Lo sapevo che non sarei riuscito ad usare questo verbo senza ridere), ma questo non dimostra nulla, e quel poco che dimostra serve alla causa liberista: lavoriamo insieme per ridurli (eliminarli è utopico) o i monopoli obbligatori di cui siamo vittime li riversiamo sul pubblico ignaro ? Lei si preoccupa che Uber evaderà dai suoi obblighi o si preoccupa che fallirà ? Nel primo caso si figuri se non avrà 10.000 occhi addosso, poi, mi scusi, ma proprio non si può sentire parlare di evasione e pensare a cosa fanno le cooperative, TUTTE; nel secondo caso lei è una persona molto nobile, perché presa dai problemi dei suoi concorrenti, ma penso che sia uno scrupolo eccessivo e poi, se anche fallirà it’ s competition, baby; ma lei vuole una competizione in cui l’ arbitro è imparziale o l’ ennesima italica pastetta ?

  28. Luciano

    In sintesi la questione in due punti. I taxisti di tutta Europa chiedono:
    1) La differenziazione delle modalità operative del servizio Taxi e Ncc. Altrimenti esisterebbero solo Taxi o Ncc con buona pace di differenziazione dell’offerta, reale concorrenza tra servizi e tanta altisonante retorica consumerista e pro-mercato.
    2) Impedire la sostituzione degli attuali operatori -Taxi e Ncc- con lavoratori occasionali privi di posizione fiscale/previdenziale (e relatvi obblighi contributivi) e licenza (e relatvi obblighi amministrativi, tecnici e assicurativi).Una falsa “liberalizzazione” che lascerebbe perplesso anche il più intransigente tra i liberisti. Ripeto, il mercato vive e prospera in un contesto di regole (uguali x tutti); altrimenti è Jungla (a danno di tutti). Smartphone e “mappine interattive” nn cambiano la questione di un solo millimetro.
    Tutto il resto è chiacchiera (inutile).

  29. ALFA

    Luciano scusami, ma il problema esattamente qual’è per voi tassisti ?

    Siete disposti ad accettare altri operatori del servizio taxi in concorrenza con voi delle auto bianche, a patto che questi nuovi operatori si sottopongano alle stesse regole e controlli come quelli che tu hai citato (abilitazione professionale, assicurazione, omologazione del mezzo con controlli annuali, apertura partita iva e obblighi fiscali) ????

    Se la risposta da parte tua è “si” allora ila faccenda è bella che risolta.
    Digli ai tuoi colleghi tassisti di smetterla con le barricate, le proteste e gli scioperi.
    Voi tassisti “licenziatari” andrete in giro con le auto bianche e la scritta taxi sul tetto.
    Gli autisti di Uber-Pop andranno in giro con le loro auto di altro colore (es. nere) e con la scritta “Taxi Uber-Pop” per distinguersi da voi.
    Entrambi applicherete le tariffe che riterrete opportune sui vostri rispettivi tassametri ed i clienti a quel punto saranno LIBERI DI DECIDERE a quale dei due servizi rivolgersi in base alla convenienza ed alla qualità offerti.

    Ovviamente Luciano la realtà è un altra.
    E cioè che comunque voi tassisti vi opporrete con tutte le forze a prescindere, perchè siete consapevoli che qualsiasi altro operatore privato in concorrenza con voi sarebbe in grado di offrire tariffe più convenienti delle vostre a parità di servizio.
    Quello che vi frega è la vostra licenza, l’avete pagata fior di quattrini e l’ammortamento per forza di cose lo scaricate sul cliente finale.
    A questo si aggiunge anche il fatto che in un mercato chiuso senza concorrenti potete fare il bello e cattivo tempo, applicando tariffe alto ben consapevoli che o si viaggia con voi altrimenti si va a piedi o con i mezzi.

  30. Luciano

    Gli operatori in concorrenza con il servizio taxi si chiamano Ncc (con relativa licenza). Fanno le tariffe che più gli aggrada e se vogliiono (e gli conviene) si affiliano a uber, oppore no. Se invece fuoi fare il Taxista a Milano rilevi una licenza del Comune di Milano (o del sedime aeroportuale lombardo) e ti attieni alla normativa tariffaria e regolamentare vigente. Se uber avanzerà ai taxisti una proposta concorrenziale avrà vetture taxi a disposizione (quante ne vuole) altrimenti ciccia (ti informo che una commissione del 20% è forse normale nel mondo dell’autonoleggio,ma assolutamente fuori mercato x quanto riguarda i taxi). Uber è semplicemente un intermediario,amico mio. Cosa che forse molti nn hanno capito con la necessaria chiarezza. Terze vie nn esistono; in Italia come nel resto d’Europa. Il problema x noi è risolto; semplice,chiaro e giusto.

  31. ALFA

    Bene Luciano,
    mi sembra non ci sia altro da aggiungere.
    La sua posizione è chiara.
    Non è un problema di equiparazione a corsi di abilitazione, tasse da pagare, assicurazioni e revisioni periodiche del veicolo (tutte cose che si possono benissimo imporre anche ad Uber). Semplicemente voi tassisti volete tenere saldo il vostro monopolio basato sulle licenze. Posizione del tutto legittima, dal momento che sulla licenza avete messo una montagna di quattrini e siete obbligati a proteggere tale investimento.

    Solo un ultima cosa prima di concludere :
    Lei chiude il suo post dicendo “Il problema x noi è risolto; semplice,chiaro e giusto.”
    Il problema ovviamente non siete voi tassisti a risolverlo.
    Saranno le esigenze del mercato e della mobilità a risolverlo, come è sempre stato nella storia dell’umanità.
    Lei che fa il tassista caro Luciano lo sà benissimo, anche se non vuole ammetterlo : per i tassisti di tutte le città il lavoro cala di anno in anno, le attese di una chiamata e la sosta ai parcheggi prima di caricare un cliente si allungano sempre più, mentre auto del car-shering sfrecciano da tutte le parti e servizi come quello di Uber lentamente si faranno strada. Il sistema attuale di taxi, sia per il servizio che offre (non all’altezza) sia per le tariffe richieste (troppo alte), ormai è da considerare FUORI MERCATO. Quindi è solo questione di tempo, le vostre licenze insieme alle vostre auto bianche verranno soppiantate da nuove realtà più efficienti e più economiche.

    Dia retta a me Luciano…venda la sua licenza taxi prima di ritrovarsi (ancora qualche anno) tra le mani un pezzo di carta senza più alcun valore.

    Buona fortuna.

  32. ALFA

    un ultima cosa Luciano
    lei dice che Uber è un intermediario che si “ruba” il 20% di commissione su ogni corsa.
    Per voi tassisti quanto incide su ogni corsa l’ammortamento della cifra enorme che avete dovuto pagare per acquistare la licenza (170-200 mila euro) ?
    E quanto incide il servizio di RadioTaxi (circa 300 euro al mese) che dovete pagare ??

  33. Luciano

    Tutte le risposte sono nei miei post; che devi rileggere con attenzione (se no perdiamo tempo a ripetere all’infinito le stesse cose). In conclusione il mercato del trasporto persone nn di linea è aperto. Vi si può accedere come noleggiatore o tassista..altre scorciatoie “furbe” sono invece competenza delle Frecce Reparto Radiomobile della Polizia Municipale. Con questo concludo.Cordialità.

Leave a Reply