13
Feb
2013

Maggio Musicale Fiorentino

Il Maggio Musicale Fiorentino è una prestigiosa manifestazione artistica organizzata a Firenze.

È un festival annuale di opere liriche, concerti, balletti e spettacoli di prosa fondato nel 1933 su iniziativa del mecenate Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano e del maestro Vittorio Gui, col successivo apporto del gerarca fascista Alessandro Pavolini successore di Ridolfi nel ruolo di Federale di Firenze. Solitamente ha luogo da fine aprile a inizio luglio. Dal 1986 il direttore principale dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino è Zubin Mehta, che nel 2006 ne è divenuto direttore onorario a vita. La compagnia di danza del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino è denominata MaggioDanza ed è una delle principali formazioni attive in Italia.[1]

Dal gennaio 2013 Sono state avviate le procedure per il commissariamento del Maggio Fiorentino, a causa del buco di bilancio che sarebbe di 14,5 milioni di euro, di cui 3 milioni nel solo 2012.

L’ultima sopraintendenza di Francesca Colombo si è trovata di fronte a “un debito pari a oltre 30 milioni di euro”. In questo quadro “la razionalizzazione dei costi del Teatro e l’accordo di riduzione del personale – ha specificato Francesca Colombo – firmato assieme a Regione, Provincia Comune di Firenze, Cgil e Cisl, che ha portato 35 lavoratori a scegliere volontariamente di lasciare il Maggio contro adeguati benefici economici”.[2]

L’annuncio del commissariamento dell’ente lirico era atteso a Firenze, dove il consiglio di amministrazione della Fondazione presieduta dal sindaco Matteo Renzi aveva perso tre membri negli ultimi mesi: Paolo Fresco e Mario Primicerio come rappresentanti dei soci privati e Antonio Marotti, designato dal ministero dei Beni culturali, facendo scendere così da sette a quattro i membri del cda mentre il numero minimo dei componenti è fissato in cinque. Ma più in generale la situazione di crisi del Maggio musicale era emersa con forza con la firma di dieci licenziamenti di dipendenti (poi ridottisi a otto) il 31 dicembre 2012. [3]

L’avvio delle procedure per il commissariamento del Maggio Fiorentino, spiega in una nota il ministero dei Beni culturali, «si è reso necessario, in attuazione delle disposizioni previste dal decreto legislativo 367/96, considerata la situazione economica e patrimoniale dell’ente lirico». [4]

Il Bilancio del 2011 si è chiuso con una perdita di 3.339.275 euro. I debiti “a breve” consuntivati al 31/12/2011 ammontano a 31.761.992 euro.

Le entrate del Maggio Fiorentino nel 2011 erano divise in percentuale come segue:

_11% biglietteria e abbonamenti

_11% Soci Fondatori

_13% sponsorizzazioni

_65% Fondatori di diritto Pubblico: 16.942.172 Stato (Fus), 2.950.000 Regione Toscana, 3.500.000 Comune di Firenze [5]
Lo stanziamento Statale al maggio fiorentino nel 2012 è stato di 15.236.618,61 tramite il FUS e 212.203,79 in base alle Risorse aggiuntive (Legge 23 dicembre 2000, n.388_1).[6]

Nonostante gli sforzi, in termini di finanziamento pubblico, il bilancio 2012 non si chiuderà in attivo, tanto che la Regione Toscana ha annunciato l’intenzione di votare contro il consuntivo di bilancio 2012 – creando così uno stallo amministrativo/burocratico – , poiché, come dichiara l’assessore regionale Scaletti, è inammissibile che la cifra di investimento, ormai pari a 3.392.500 euro annui, non sia servita a risanare le “profonde” casse dell’ente lirico, come nemmeno è servito l’ulteriore stanziamento di 21 milioni di euro per il completamento del nuovo Auditorium. La strategia seguita invece dall’Amministrazione del Maggio Fiorentino sembra essere quella dei tagli al personale, di cui già 27 sono al preventivo per il 2013. Neanche la messa a disposizione degli strumenti attivabili di cassa integrazione in deroga, ha impedito la volontà da parte dell’Amministrazione dell’ente di continuare su questa strada. Nonostante la critica situazione in cui versa la fondazione sia il risultato di perpetrate cattive gestioni da parte delle diverse Sopraintendenze, l’ultima di queste, quella sotto la dirigenza di Francesca Colombo, sembra aver dato il colpo di grazia ad una situazione che non ha più potuto salvarsi dal commissariamento. Il Consigliere Cecilia Pezza del PD aggiunge infatti che nonostante sia più di un anno che questa dirigenza faccia acqua da tutte le parti, “i dati sulla flessione di più di 1 milione di euro sulla bigliettazione e di 400.000 euro sugli sponsor sono la pietra tombale dell’operato della soprintendente.” Pende un’ulteriore spada di Damocle sul futuro del Maggio Musicale e veste i panni della riforma in corso da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali degli enti e delle fondazioni lirico-sinfoniche, di cui il Ministero detiene la competenza esclusiva e a cui spetterà dunque la parola finale. Se non ci fosse il pareggio di bilancio nei prossimi esercizi, infatti, la Fondazione rischierebbe il declassamento a Teatro di tradizione, vanificando i grandi sforzi economici fatti da parte delle istituzioni. Il capogruppo della Lega Nord Toscana, Mario Razzanelli, spiega che la crisi attuale è “il frutto di anni e anni di mala gestione delle amministrazioni trascorse, che trovano inizio nei due mandati di Domenici per arrivare al commissariamento del 2007 con Nastasi e l’impalcatura del Parco della Musica, che in seguito ai plurimi annullamenti dei bandi di gara, arriverà al suo completamento con una spesa complessiva di 400milioni. Coi soli interessi su questa cifra, avremmo potuto sostenere il teatro per i prossimi 300 anni”. E aggiunge: “ La responsabilità di Renzi è stata quella di non fermare i lavori di questa struttura che nessuno ancora oggi sa con quali soldi potrà essere terminata e tenuta aperta. Una struttura che è bene ricordare non ha parcheggi né magazzini per il materiale scenico: una vera e propria follia. Se non si tiene conto della storia, nella vicenda del Maggio, si rischia di non capirci nulla, e di conseguenza di non essere in grado di trovare soluzioni. Soluzioni che invece vanno trovate perché Firenze e l’Italia non possono permettersi di perdere un’eccellenza della propria cultura. Riduciamo a metà i compensi dei consiglieri regionali e ripianiamo così il deficit del Maggio”.[7]

Proposta, quella di Razzanelli, quantomai sensata, ma che come la maggior parte dei ragionamenti sensati non verranno seguiti da chi ha il potere per farlo. E gli sprechi continuano…tanto “paga Pantalone”!

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