20
Ott
2012

Ma all’economia italiana fa meglio la salsedine delle Cayman o la polvere dei salotti buoni? – di Massimo Brambilla

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Massimo Brambilla.

Le frasi sprezzanti ed un pochino demagogiche del segretario del Partito Democratico Bersani in merito agli incontri di Renzi con la finanza milanese (“Io credo che qualcuno che ha base alle Cayman non si possa permettere di dare consigli”) forniscono uno spunto per una riflessione sulla concezione del mercato e del capitalismo da parte della politica italiana.

Esistono due concezioni di capitalismo nel mondo occidentale, quella anglosassone e quella dell’Europa continentale. La prima è basata sul concetto di public company in cui il ruolo del mercato è allocare le risorse nel modo più efficiente possibile indirizzando gli investimenti verso gli impieghi che garantiscono una differenza positiva tra il ritorno dell’investimento stesso ed il costo di approvvigionamento del capitale sul mercato. La seconda invece è quella di una capitalismo con strutture proprietarie chiuse, regolato da una serie di centri di potere, in cui  il ruolo del mercato è di garantire la conservazione e la stabilità del sistema consentendo il controllo dei gangli vitali dell’economia impiegando il minore capitale possibile e ricavando i ritorni dell’investimento non tanto dai flussi finanziari derivanti dallo stesso ma dai vantaggi connessi con il controllo dei centri di potere.

La prima concezione ha storicamente spaventato la politica italiana. Un sistema che alloca le risorse secondo una mera logica di massimizzazione del rendimento è, per sua natura, maggiormente propenso nei confronti di un’economia in cui la funzione dello Stato sia quella di arbitro e non di giocatore. È un sistema che ai meccanismi di cooptazione in cui la politica seleziona, direttamente o indirettamente, la classe dirigente dell’economia rendendola ad essa affine, affinché questa, a sua volta, alimenti e favorisca la continua concertazione tra politica, economia e parti sociali volta ad indirizzare lo sviluppo economico del Paese, preferisce la selezione meritocratica sia delle classi dirigenti in economia che, come naturale conseguenza, in politica. È un sistema che incentiva il cambiamento, non la conservazione.

Il sistema economico che è da sempre al centro dell’agenda dei nostri politici è quello che basa la strategia economica sulla preservazione a tutti costi della grande impresa (di Stato o controllata dai centri di potere privati affini alla politica, poco cambia) che, a sua volta, crea legittimazione per i sindacati come soggetti di finta intermediazione (ma in realtà di conservazione dello status quo) tra impresa e lavoratore. È il sistema che è, per sua natura, ostile ad ogni concetto di liberalizzazione ed allo stesso concetto di imprenditorialità privata in quanto portatore di nuovi soggetti sul mercato potenzialmente distruttivi dell’equilibrio raggiunto e che si oppone alla creazione di un mercato del capitale di rischio (la capitalizzazione della Borsa Italiana è pari al 21% del PIL, la percentuale più bassa d’Europa) preferendo che i risparmi vengano utilizzati per finanziare direttamente o indirettamente (tramite gli impieghi delle banche che invece di finanziare l’impresa comprano titoli di Stato) il debito pubblico generato sia dagli sprechi di cui la politica si alimenta sia dai sussidi alle imprese con cui si mantengono in vita imprese inefficienti ma strumentali all’equilibrio complessivo dell’organismo.

Certo un sistema di questo tipo non incentiva né l’innovazione né tantomeno la crescita di chi, pur in possesso di capacità e competenze, è esterno ai gangli vitali del potere. Ma poco male, meglio per l’equilibrio del sistema che chi è ricco di competenze ma non di connessioni politiche vada all’estero piuttosto che diventare un elemento di instabilità all’interno del sistema stesso.

Si capisce l’indignazione di Bersani quando Renzi incontra quella parte di finanza che ha osato sfidare il capitalismo alla Bernheim, che è poi il capitalismo che ha fatto si che la redditività del capitale proprio delle banche italiane sia da sempre la più bassa d’Europa (era pari al -2,2% contro un media europea dell’11,2% nel 2007, al 4,3% rispetto al 10,3% nel 2010 ed allo 0,3% nel 2011 rispetto all’1,9% in Europa ed al 7,5% in USA) e che, come conseguenza, i mercati, non solo dalle Cayman ma anche da Londra e New York o Milano, penalizzino le stesse in termini di rapporto tra valorizzazione del mercato e book value rispetto ai competitor europei e nord americani, limitandone la capacità di raccogliere risorse.

Ma ai politici alla Bersani, che è poi la gran parte dei politici italiani a destra o sinistra tutto questo non interessa, come non interessa che il sistema continui a perdere produttività e che alle imprese italiane che cercano finanziamenti si continui a rispondere picche mentre il titolo MPS viene declassato a livello spazzatura anche a grazie alla geniale operazione Antonveneta, che, ricordiamo, fu salutata dai vertici del PD come operazione di grande rilevanza strategica che avrebbe dato vita al terzo polo bancario in Italia.

Il Paese non ha bisogno delle arroganti sentenze di Bersani & Co. su chi è degno o meno di dare consigli sull’economia italiana, ma di una leadership che esca dai salotti buoni e proponga riforme reali per l’uscita dalla stagnazione degli ultimi 40 anni. Che certo non può provenire da chi è stato artefice e responsabile del disastro che ogni Italiana sta pagando di tasca propria.

You may also like

L’imprenditorialità negata: nebbie e inganni dell’ideologia. Parte 3
Taglio del cuneo fiscale: utile, ma non risolutivo
Elogio del capitalismo
Ponte sullo stretto: i costi superano i benefici

24 Responses

  1. premessa e analisi incompleta del sistema bancario italiano opportunamente dosato per la critica (giusta) ai politici; nella fattispecie a Bersani.
    Ma di fronte ai cittadini occorre dire tutta la verità, non solo dell’atteggiamanento/attitudine del politico di turno da bersagliare. Qui è il sistema ad essere marcio.Per esempio che dire dell’80% di sofferenza bancaria (ca. 100MLD) di cui sono debitrice poche grandi aziende? Che dire degli alti tassi praticati rispetto alle banche europee? Che dire del rifiuto da parte delle banche di rischiare parte del loro capitale in progetti?
    Egregio Brambilla, dica la verità: se non ci fosse stata la riunione “segreta” tra l’establishmente finanziario e il candidato premier; se l’organizzazione, la segretezza ed il finanziamento alla campagna di Renzi non provenissero dai paradisi fiscali, anzichè alla luce del sole, l’avrebbe mai scritto quest’articolo?
    Cordiali saluti.

  2. claudio p

    Renzi somiglia un po’ al Bersani di ieri (quello delle lenzuolate) e temo che somiglierà sempre più al Bersani di oggi.

  3. Francesco_P

    Sinceramente non mi scandalizza che dei gruppi economici finanzino le campagne elettorali, purché ciò avvenga in modo chiaro e comprensibile. Per questo motivo non mi sento assolutamente di giudicare Renzi e trovo quanto meno strumentale l’attacco di Bersani, il gattopardo del vecchio PD infarcito di rapporti spuri e poco trasparenti come quelli con MPS, il gruppo Unipol, la Lega delle Cooperative, ecc. Non trovo neppure scandaloso che in campagna elettorale si cerchino di “tirare colpi bassi” contro gli avversari.

    Quello che trovo scandaloso è che se un italiano vuole affermarsi nella finanza, nell’industria o nella professione debba andare all’estero, non importa se Paese europeo, americano o anche nei Caraibi.

    Quello che trovo MEGA SCANDALOSO>/b> è che nella campagna elettorale ormai in atto da mesi non si affrontino le tematiche su cui i cittadini vorrebbero essere informati, cioé: cari politici come pensate di ridurre l’assurda pressione fiscale? Come pensate di rivedere le procedure amministrative per giungere alla semplificazione? Quante decine di migliaia di leggi e norme inutili abolirete? Come pensate di riformare quelle parti della Costituzione che favoriscono l’immobilismo? ecc.

    Per ora silenzio totale da coloro che non sono stati capaci neppure di dimezzare il numero di parlamentari e differenziare i compiti di Camera e Senato.

  4. Maurizio

    Il Pd e’ nato con un’ operazione verità : ha subito messo in chiaro che il compromesso storico (l’ inciucio Dc/Pci) era l’elemento base della prima res publica italiana ed e’ l’ elemento fondante del PD.
    Ciò ha reso il PD de facto una forza politica reazionaria tesa alla conservazione, anzi al revanscismo della prima repubblica.
    Nessun partito porta sul groppone colpe storiche più gravi del Pd in merito alla democrazia bloccata italiana, al mancato rinnovamento della classe politica, alla mancanza di meritocrazia ed al sostegno di posizioni ideologiche diventate col tempo vuote di significato, quando non antistoriche o palesemente idiote. E non parliamo delle clientele e del sistema di potere occulto del PD, un potere che passa attraverso molteplici gangli (coop, banche, assicurazioni, imprenditori amici, sindacati, magistratura etc. Etc.).
    Nessun partito ha una continuità di tradizione negativa di potere così lunga, e nessun partito ha l’ ipocrisia e supponenza dei vertici del Pd!

    Il muro di Berlino e’ caduto da 23 anni ma al Pd non se ne sono mai accorti, ben venga non un Renzi ma cento e mille Renzi a dargli la sveglia!

  5. Giorgio Andretta

    Nonostante la sua “terronaggine” egr. Maurizio, condivido la sua riflessione al punto che mi sembra mia, vuoi vedere che ho avi terroni?

  6. Giorgio Andretta

    Egr. Massimo Brambilla,
    ho un cruccio che mi frulla in testa, come si può vivere diuturnamente trattando sempre gli stessi argomenti?
    Perchè per una volta non si interessa di antropocrazia?
    Almeno evitiamo la noia e la saturazione.
    Ha presente i già Mondaini e Vianello?

  7. fra

    Secondo me sia Bersani che Renzi invece sono in errore. Da un lato i soliti ca..ri dall’altro l’ebetino di Firenze che forse deve aggiornarsi su gli effetti della finanza. Il fatto poi che parla con qualche finanziere delle Cayman non dice un tubo visto che D’Alema alla votazione sullo scudo fiscale era assente. O ci siamo dimenticati di Fassino mister bank. Ridicoli erano e ridicoli rimangono. Prima se ne vanno dal Parlamento prima questo paese si riprende.

  8. francescobattaglia

    Nell’attesa del moderno eroe e salvatore della patria (Renzi), non perdiamo il nostro vizio italico di innamorarci della forma e non vedere la sostanza. Abbiamo già dato la patente di statista ad un sindaco di una città che deve dimostrare quanto è capace a gestire asili e stade, il conformismo mediatico per il nuovo personaggio abbracciato anche dal mondo economico non solo è sospetto, ma sono sempre più convinto che è una creatura artificiale.

  9. Alberto

    Ricordando il ’92; oggi stiamo peggio e stiamo stoltamente ripetendo quella cazzata, ma in grande stile, infatti abbiamo già preso impegni assurdi, strangolanti e pluriennali di rigore-Mortis e non solo, ci stiamo anche bruciando le ultime possibilità di reazione possibile, attraverso il mantenimento del nostro tessuto produttivo, che ancora nel 2010 (pag. 14/88 grafico 1.1) ci poneva al 2° posto assoluto come produzione pro capite ed oggi al 6° posto (pag. 13 grafico 1.1), mentre la Germania resta in pole, e scende dal 1° al 2° posto.

  10. Zapadniy D.

    Anche senza andare alla Cayman, ma il PD di Bersani non è il punto di riferimento dell’intero Gotha della finanza italiana con annessi salotti mediatici? Ricordate i maggiori banchieri in fila alle primarie? Senza contare l’apprezzamento di grandi istituzioni finanziarie internazionali e la vicinanza a fondazioni bancarie varie, all’MPS, a Unipol ecc. Ed è anche il solido ed affidabile baluardo della nostra potentissima Pubblica Amministrazione. Il punto è che vorrebbe anche essere il punto di riferimento dei precarizzati a vita da 400 euro al mese, delle presenti e prossime folte schiere di disoccupati del settore privato causa deindustrializzazione, spoliazione da tasse (a favore della PA…) e regresso galoppanti e deliberati.
    Ecco, indovinate chi tra i suddetti banchieri, la Onnipotente PA e i gli ininfluenti. emarginati lavoratori/disoccupati privati oramai destinati a fine certa, si sta prendendo una colossale fregatura. Cayman o non Cayman.

  11. omero mastix

    @fra
    ma che volete che nteressi a Bersani della finanza internazionale. Lui prende consigli da Mussari (ex presidente MPS) e Mancini,(ancora presidente della Fondazione MPS) entrambi del PD, che hanno rovinato il MPS e una meravigliosa città.

  12. marziano

    meglio serra di mps.
    Ma poi demonizzare chi lavora nella finanza agitando lo spettro dell’evasione fiscale menzionando a casaccio le caimano è cosa di pochissimo spessore. quanto è costato agli italiani il sistema bancario e i suoi salvataggi? Che spariscano tutti.

  13. Claudio Di Croce

    A Bersani e ai compagni del PCI la finanza interessa solo quando si tratta di Unipol ,Cooperative Rosse, MPS . Il buon Fassino , purtroppo sindaco mdella mia città . sognava ” abbiamo una banca ” . In ogni caso sapendo di che pasta sono fatti i comunisti del PD, Renzi doveva fare attenzione a chi incontrava . Nonostante le smentite condite di sorrisini , in Italia la ideologia comunista ha ancora moltissimi seguaci , che mormalmente stanno zitti , ma appena ne hanno l’occasione saltano fuori con la loro ideologia carica di odio sociale, di rancore , di invidia .

  14. Marco Tizzi

    Scusate, riflettevo ora: ma quelli “con la sede alle Cayman” (notare bene: il concetto di “paradiso” nella cattolicissima Italia ha assunto un valore negativo) non sono gli stessi ai quali imploriamo col piattino in mano di comprare i nostri bond statali?

  15. Mike

    Claudio Di Croce :
    A Bersani e ai compagni del PCI la finanza interessa solo quando si tratta di Unipol ,Cooperative Rosse, MPS . Il buon Fassino , purtroppo sindaco mdella mia città . sognava ” abbiamo una banca ” . In ogni caso sapendo di che pasta sono fatti i comunisti del PD, Renzi doveva fare attenzione a chi incontrava . Nonostante le smentite condite di sorrisini , in Italia la ideologia comunista ha ancora moltissimi seguaci , che mormalmente stanno zitti , ma appena ne hanno l’occasione saltano fuori con la loro ideologia carica di odio sociale, di rancore , di invidia .

    Marco Tizzi :
    Scusate, riflettevo ora: ma quelli “con la sede alle Cayman” (notare bene: il concetto di “paradiso” nella cattolicissima Italia ha assunto un valore negativo) non sono gli stessi ai quali imploriamo col piattino in mano di comprare i nostri bond statali?

    Sottoscrivo !!!!!!!!

  16. MBB

    @Maurizio

    @Claudio Di Croce
    Lo scandalo è che nel 2012 a candidarsi per la guida del governo sia uno come Bersani che ha fatto carriera nel PCI chiedendo e prendendo milioni di voti in nome del collettivismo, della superiorità dell’URSS e delle Repubbliche popolari fino alle 23 del 9 Novembre 1989. Aveva quasi quarant’anni, non venti, e mai una parola contro quel muro che anzi era anche per lui “il muro della pace”. Dopo ha continuato a chiedere voti, e purtroppo li ha ottenuti, come “liberalizzatore”.
    Come volete che sia messo un paese dove questo sia possibile? Blair a meno di 40 anni ha fatto il premier, poi è uscito di scena. Questi invece sono ancora qui a presentarsi come moralizzatori e rinnovatori!
    Costui non parla invece del Sig. Mian che possiede l’Unità dall’alto del paradiso Lussemburghese. I suoi soldi invece sono buoni?
    Non parla del MPS che lui con tutti i suoi accoliti dell’ex-PCI ha fatto fallire, sputtanando 17 miliardi e con essi un patrimonio centenario e il benessere di un’intera provincia, la mia. Mille volte Fiorito!
    Lo scandalo è che tutti i giornaloni di fronte a tutto questo, fanno finta che….
    Lui ed i suoi sono i difensori di “questo” stato italiano. Spero che Renzi ce la faccia, è l’unica possibilità che qualcosa cambi, anche se magari poi non sarà così.
    Pessimista? Difficile non esserlo.

  17. Alberto

    Renzi,ha un grandissimo merito, ci ha tolto ai coglioni, due coglioni; probabilmente se ne toglieranno di mezzo anche tanti altri, sia a sx che a dx e spero anche al centro. E soprattutto con azione democratica, non con le manette! Sarà anche acerbo, ma credo sia arrivato il momento di aiutarlo e con energia.

  18. Marco Tizzi

    @MBB
    Scandalo?!?!?!?! Quale scandalo?!?!??!?!?!?!
    L’obiettivo finale è l’Unione delle Repubbliche Socialiste Europee, dove sta lo scandalo?

  19. Maurizio

    @Giorgio Andretta

    Questo e’ uno scoop!
    Allora e’ proprio vero che nessuno e’ perfetto! 🙂

    Scherzi e screzi a parte: come vede 10, 1000 o 100000 km non fanno differenza se ci si confronta con onesta’ intellettuale e senza preconcetti.

    @MBB

  20. Maurizio

    @MBB

    ….e non dimentichiamo la tessera n. 1, Carlo De Benedetti esperto in acquisizioni di aziende pubbliche a costo 0 oltre che di concessioni di telefonia regalate (per salvarlo dalla sua palese incapacita’ manageriale che ha invece condannato i lavoratori dell’ olivetti). Che dire poi del beneficiario del regalo Telecom Italia, tal Colaninno il cui figlio guarda caso e’ politico militante del PD ? E il sig. Consorte sarà mica il marito della Regina d’ Inghilterra ?

    Salvatori della patria! Altro che i “galantuomini” delle Cayman.
    Ma gli amici degli amici sono amici di Bersani, prego non facciamo di tutta l’ erba un fascio.

    Del resto la sola parola fa’ venire l’ orticaria a Bersani: fascio ? No, galantuomini!

  21. Massimo74

    Marco Tizzi :
    Scusate, riflettevo ora: ma quelli “con la sede alle Cayman” (notare bene: il concetto di “paradiso” nella cattolicissima Italia ha assunto un valore negativo) non sono gli stessi ai quali imploriamo col piattino in mano di comprare i nostri bond statali?

    Sono anche gli stessi che sparano a zero contro l’evasione, salvo poi scoprire(come dimostrato da un servizio delle iene di qualche anno fà) che la maggioranza di loro si avvale di portaborse pagati rigorosamente in nero (chissà come mai in quei casi la GDF o l’ADE fanno finta di nulla).

    Come dice Woody Allen: “i politici hanno una loro etica. Tutta loro. Ed è una tacca più sotto di quella di un maniaco sessuale”.

  22. Maurizio

    Povero Bersani,

    Gli hanno indagato la segretaria…cattivoni!

    E come se non bastasse ci s’ e’ messo anche il marito della Finocchiaro, a giudizio per aver fatto pressioni ed essersi conseguentemente aggiudicato un appalto di 1,7 milioni. Chissà come poteva fare quelle pressioni….Bersani hai provato a chiederlo alla tua capogruppo al senato ?

    Bella figura, proprio una bella figura…di merda!

Leave a Reply