23
Dic
2011

Liberalizzazione dei taxi: la proposta IBL in Parlamento

Taxi liberi? Gianni Vernetti, deputato dell’Api, ha presentato una proposta di legge che riprende una vecchia idea dell’IBL (illustrata qui da Mauro Gilli e Daniele Sfregola): regalare una licenza a ogni tassista che ne abbia già una.Nel passato un simile progetto, che venne per la prima volta suggerito dallo scomparso Franco Romani, fu avanzato da Giancarlo Pagliarini, all’epoca assessore al Demanio della giunta Albertini a Milano, ma venne respinto a causa delle resistenze di una corporazione che oggi non ha più motivo di esistere: se, infatti, la ratio (almeno in teoria) degli albi professionali è quella di rimediare alle asimmetrie informative tra cliente e professionista, il possesso di una licenza non serve a dimostrare che il taxista conosce le strade della città (ormai chiunque può avere un navigatore), né tanto meno può garantire sulla sua onestà (cioè non gli impedisce di portare i turisti “a spasso” anziché direttamente a destinazione attraverso la via più breve). I controlli davvero necessari, piuttosto, sono quelli sulla sicurezza delle auto e sulla capacità di guida dei tassisti, ma non possono essere verificati né dimostrati dal mero possesso di una licenza.

L’unico ostacolo (pratico) all’apertura del mercato è rappresentato da una questione di “equità”: i disagi creati a coloro che possiedono già queste autorizzazioni che, nel momento in cui aumentassero, perderebbero valore. Essi, infatti, avranno alla fine del periodo lavorativo una licenza con un valore minore rispetto a quello che aveva al momento dell’acquisto; mentre l’incremento del loro numero implica una riduzione del flusso di profitti, causando problemi di ammortamento dell’investimento iniziale. Con le licenze gratuite aggiuntive è comunque possibile compensare tale perdita, dal momento che i tassisti avrebbero la possibilità di sfruttarle in almeno due modi: potranno infatti venderle, coprendo così l’eventuale perdita con il guadagno aggiuntivo; oppure potrebbero decidere di cedere la seconda licenza in modo gratuito, avviando un’attività in proprio con la persona a cui la regalano. Nel caso in cui poi non ci fossero limiti relativi al numero, potrebbero essere ulteriormente incentivati a creare delle vere e proprie imprese estendendo in modo molto più ampio e capillare il mercato di riferimento.

Gli unici soggetti che ci rimetterebbero sarebbero i comuni, che vedrebbero ridotte le loro possibilità di fare cassa: tuttavia, non si tratterebbe di una diminuzione delle entrate, dal momento che le prime licenze vengono comunque pagate. D’altra parte stimolando la concorrenza nel settore è probabile che nel medio-lungo periodo si creino condizioni per la riduzione dei prezzi. Tale evenienza è tanto maggiore quanto più si amplia l’offerta, tramite ad esempio servizi differenziati – per un numero maggiore o più limitato di passeggeri – o diverse auto. In quest’ultimo caso, si potrebbe davvero pagare per il servizio: chi necessita di un modello più veloce, recente e sicuro, pagherebbe più di chi si accontenta di uno più vecchio e meno celere. Così facendo aumenterebbero i consumatori disposti ad usufruire di tale servizio. A fronte, quindi, di un’eventuale riduzione dei guadagni associato alla diminuzione dei prezzi, si avrebbe una compensazione grazie all’incremento della domanda, come confermano anche i numerosi studi che mostrano che l’elasticità al prezzo della domanda di taxi è molto elevata (e, quindi, riducendo la tariffa media si potrebbero più che compensare le perdite dei ricavi dei tassisti).

È dunque possibile liberalizzare il settore non solo senza danneggiare chi già opera su tale mercato – che sarebbe compensato sia per la riduzione degli introiti, sia per la diminuzione del valore della licenza – ma anche a vantaggio dei consumatori grazie alla diversificazione dell’offerta e della riduzione dei prezzi.

116 Responses

  1. woobinda57

    A Milano chi possiede una licenza taxi è controllato 2 volte l’anno, se sbaglia viene segnalato e sospeso (dopo 3 volte viene revocata la licenza), le tariffe le decide il comune col tassametro, l’orario di lavoro è fisso (10 ore, e dopo 60 ore di traffico la settimana vorrei vedere voi …), conosce l’inglese, nella media è diplomato (ma non sono pochi i laureati), più di 500 hanno la seconda guida (altro autista che guida il taxi per altre 6 ore al giorno), tolti pochi casi ha speso quasi 200.000 € per la licenza,il tutto per una media di 1.500 € al mese (x 12 mesi). Volete confrontarci con farmacisti, notai, avvocati, giornalisti? Per caso volete anche un fazzoletto di seta intorno al collo? Lasciateci lavorare, ma lasciateci sperare di recuperare i nostri soldi, dopo aver pagato le tasse tutta la vita (studi di settore …) come tutti gli onesti cittadini.

  2. sergio

    proposta che è fuori da ogni realtà fattibile,chi propone certe cose è perchè non conosce le problematiche del settore taxi e non si rende conto dei disagi che creerebbe per gli utenti,per il traffico/ingorghi intorno ai posteggi-taxi (a Roma già insufficenti ),dispute fra colleghi per accaparrasi i clienti,truffe a non finire per gli utenti,per le famiglie dei tassisti,….sarebbe la BABILONIA del settore,benefici pochi per poche persone,disagi tanti e per tutti.Invito a chi propone la liberalizzazione di passare 1 settimana a lavorare su di un taxi a Roma,per poi semmai riparlarne di quello che non ha capito.

  3. L’idea mi sembra idiota, piuttosto bisognerebbe far sì che chi ha pagato una licenza negli ultimi 5 anni, possa portarsi in detrazione le somme pagate. Così, chi ha pagato di recente e deve ancora ammortizzare la licenza non subirebbe danni economici e il mercato comunque si libera.

  4. Marco Tizzi

    Mi sembra un po’ “arzigogolata” come idea, penso che una detrazione di costo licenza in ammortamento sia più funzionale.
    Però tanto non succederà mai, quindi qualunque idea per ottenere il banale risultato di + taxi – tariffe è ben accetto.
    Piuttosto legherei la seconda licenza all’uso di auto elettriche, per dare uno stimolo all’industria e un miglioramento dell’aria. O almeno a metano.

  5. Miguel

    Liberalizzazioni? No grazie (visti i risultati del passato)

    “Vuoi vedere che se il Paese rischia il collasso è colpa delle mancate liberalizzazioni dei taxi, dei farmaci di fascia c o delle edicole? In queste ore stiamo assistendo ad un vero e proprio attacco contro queste categorie, ma è possibile che non ci sia nessuno che alzi un dito e chieda conto alle assicurazioni, alle banche, alle ferrovie o alle società del gas o delle autostrade sul fatto che le liberalizzazioni che ci sono state in questi ultimi 20 anni hanno prodotto aumenti esponenziali di prezzi e tariffe, recando vantaggi solo ai grandi potentati economici che stanno dietro a questi settori ?”

    La provocazione è lanciata dal segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi. “Visto che le liberalizzazioni avvenute in passato nella stragrande maggioranza dei casi hanno dato luogo ad una vera e propria impennata dei prezzi o delle tariffe – rilancia Bortolussi – forse è un bene per i consumatori che i taxi rimangano contingentati e i medicinali di fascia c con ricetta medica continuino ad essere venduti solo nelle farmacie comunali”.

    Infatti, l´apertura al mercato di 11 beni e servizi di largo consumo avvenuta negli ultimi 20 anni hanno dato luogo ad un vero e proprio flop, almeno secondo i dati della Cgia. Il flop più clamoroso si è registrato nelle assicurazioni sui mezzi di trasporto che dal 1994 ad oggi sono aumentate del +184,1%, contro un incremento dell´inflazione del +43,3% (in pratica le assicurazioni sono cresciute 4,2 volte in più rispetto al costo della vita). Male anche i servizi bancari/finanziari (costo dei conti correnti, dei bancomat, commissioni varie, etc.). Sempre tra il 1994 ed il 2011 i costi sono aumentati mediamente del +109,2%, mentre l´incremento dell´inflazione è stato pari al +43,3% (in questo caso i costi finanziari sono aumentati 2,5 volte in più dell´inflazione). Anche i trasporti ferroviari hanno registrato un incremento dei prezzi molto consistente: tra il 2000 ed il 2011, sono aumentati del +53,2%, contro un aumento del costo della vita pari al +27,1%.

    Se per i servizi postali l´aumento del costo delle tariffe è stato del +30,6%, pressoché pari all´incremento dell´inflazione avvenuto tra il 1999 ed il 2011 (+30,3%), per l´energia elettrica la variazione delle tariffe ha subito un aumento più contenuto (+1,8%) rispetto alla crescita dell´inflazione (che tra il 2007 ed i 2011 è stata del +8,4%). Solo per i medicinali e i servizi telefonici le liberalizzazioni hanno portato dei vantaggi economici ai consumatori. Nel primo caso, tra il 1995 ed oggi i prezzi sono diminuiti del 10,9%, a fronte di un aumento del costo della vita del +43,3%. Nel secondo caso, tra il 1998 ed il 2011 le tariffe sono diminuite del 15,7%, mentre l´inflazione è aumentata del 32,5%.

    Fonte: Finanza.com
    http://www.finanzaonline.com/notizie/news.php?id=%257B6225E969-B75A-4EA7-89FB-00BA782F7C28%257D&
    folsession=a2fa05b61a464a9cef87de66812f194c
    16.12.2011

  6. stefano

    Proposta indecente !! Io parlo per Roma perchè conosco questa realtà e posso garantire che la PRIMA cosa da fare sarebbe quella di “LIBERALIZZARE” la città dal traffico privato, di conseguenza si potrà operare sul trasporto pubblico….finchè non si interviene sul traffico tutto il resto è Bla bla bla

  7. roberto

    E’ una roba intrinsecamente idiota ! Mi meraviglio di chi l’ha pensata .
    1 licenza vale 100 e incassa 10 se raddoppio vale 50 x2 ovvero sempre 100 teoricamente . Ma incasso va a 5 per ognuno dei due possessori di licenza . Come si coprono i costi fissi dimezzando l’incasso ? Mistero .
    Tenere sempre presente chela tariffa rimane invariata , l’utenza è la la stessa e sopratutto ,in questo periodo ,non tende ad aumentare ma anzi a diminuire .
    A milano abbiamo il picco di offerta taxi (alle 12 ) nel momento di minor richiesta questo è dovuto solo ed esclusivamente al fatto di come sono combinati e si accavallano i turni .Se si vuole veramente liberalizzare qualcosa è lavorare sul vincolo di turni . La possibilità c’è , con un semplice cronorologio . Purtroppo pare che i Ns soloni sindacali non ne vogliano sapere

  8. Scott

    Vorrei proprio trovare in Italia un tassinaro ( e per quello che può valere, un Pinco Pallino qualsiasi..) che “decide di cedere la seconda licenza in modo gratuito, avviando un’attività in proprio con la persona a cui la regalano”: certi altruismi non fanno certo parte del bagaglio culturale locale. Invece delle solite ed inutili tarantelle (per tenere tutto come prima !), perchè non prendere come spunto la gestione del settore dei taxi da chi ( quel settore) lo ha perfezionato http://www.nyc.gov/html/tlc/html/home/home.shtml ? ..Sono 125.000 i taxi disponibili in una città di ca.7.000.000, e TUTTI gli addetti mantengono benissimo le loro famiglie con tariffe che equivalgono a 1/3 di quelle di Roma! Sarebbe ora di copiare i contenuti per evitare ulteriori e cronici disservizi, invece di limitarsi alle solite goffaggini http://www.youtube.com/watch?v=7XkI-iC2CSE&feature=fvsr ! (..eppure il grande Albertone ha cercato di dirlo in tutte le salse..)

  9. LucaS

    Proposta mia: consentire a chiunque abbia una licenza di guida di esercitare l’attività di taxi! IL valore delle licenze andrebbe a zero come è giusto che sia. Per chi l’ha comprata in tempi recenti e non farà in tempo ad ammortizzarla nemmeno parzialmente pensare a dei sistemi fiscali per ridurre le perdite.. per il resto è rischio d’imprese e poi è da anni che si parla di liberalizzazione del settore quindi avrebbero dovuto tenerne conto quando l’hanno comprata…

  10. LucaS

    Proposta mia: consentire a chiunque abbia una patante di guida di esercitare l’attività di taxi! IL valore delle licenze andrebbe a zero come è giusto che sia. Per chi l’ha comprata in tempi recenti e non farà in tempo ad ammortizzarla nemmeno parzialmente pensare a dei sistemi fiscali per ridurre le perdite.. per il resto è rischio d’imprese e poi è da anni che si parla di liberalizzazione del settore quindi avrebbero dovuto tenerne conto quando l’hanno comprata…

  11. Gavino

    I taxi qui a Roma costano meno di altre grandi citta’ d’Europa, ad esempio Londra, Parigi, Amsterdam e qui a Roma la liberalizzazione e’ gia’ avvenuta quando Veltroni ha immesso il 30% in piu’ di taxi facendo crollare il lavoro. La richiesta da parte dei clienti di taxi non e’ aumentata, il motivo e’ semplice qui in Italia ci sono troppe auto, e chi ha l’auto non utilizza il taxi, a meno di particolari necessita’. I posteggi romani nella maggior parte delle ore sono sempre piene di taxi fermi.

  12. Antonio Conati Barbaro

    Il problema ‘taxi’ è di una banalità sconcertante e la sua esistenza è un esempio del fallimento

    Mi sembra che questa proposta indirizzi il problema sbagliato (come dare più licenze ‘in generale’) in modo sbagliato (regalando delle concessioni che hanno un valore commerciale). Come poco spesso accade in Italia – PS mi stupisco che non accada in questo spazio – bisogna partire innanzi tutto dal punto di vista del ‘servizio’ ovvero del ‘cliente’: come fare ad avere più taxi disponibili negli orari e nelle zone in cui c’e’ carenza ad un costo più basso. Ad esempio, come mai la domenica sera a Roma non si trovano taxi ? Perchè il turno è poco coperto ! E come mai

  13. Antonio Conati Barbaro

    (il post precedente è ‘partito’ incompleto – da cancellare tx)

    Il problema ‘taxi’ è di una banalità sconcertante e la sua permanenza è un esempio di due fallimenti – la politica di scambio, in cui il ‘bene comune’ viene secondo rispetto ad interessi di parte – e dell’approccio ideologico alla risoluzione dei problemi che spesso fa perdere di vista i veri problemi (e sono sorpreso che accada anche in questo spazio).
    Il ‘problema taxi’ non è ‘come fare a dare più licenze’ e ‘come salvaguardare i diritti acquisiti (aridaje)’, bensì ‘come fare a dare un migliore servizio ai clienti in modo economicamente congruente’, ovvero come assicurare la disponibilità dei taxi nel numero richiesto, negli orari richiesti e nelle zone richieste, ad un costo adeguato e rendendo possibile una giusta remunerazione a chi eroga il servizio (per chi lo fa ‘bene’ si intende). Ad esempio, come mai la domenica sera a Roma non si trovano taxi ? Perchè il turno è poco coperto, e quindi servono più taxi in questi orari. Possono essere coperti dalle licenze esistenti (con stessi o altri conducenti) ? Si/No -> servono (o meno) più licenze in questi orari. Costo per km troppo alto ? Rivedere percorsi std. ! Oggi controllare percorsi e servizio erogato è facile, i dati ci sono tutti (GPS / log chiamate / tassametri elettronici), vanno incrociati e ‘i conti’ possono essere trasparenti. Il problema, comunque, deve essere gestito operativamente a livello locale (non c’e’ copertura di servizio in certi orari ? Più licenze o uso della stessa licenza da più guidatori in diversi orari, stile NY per intenderci). A livello governativo deve essere definito il ‘livello di servizio minimo’ (disponibilità, costi, qualità) e le modalità di controllo, anche con strumenti comuni a tutti (sai il risparmio!), e verificato periodicamente il servizio. Se non adeguato, commissariamento. Le licenze hanno un valore commerciale ? Non si regalano, i comuni le nuove licenze le vendono (e le ritirano a chi non si comporta bene) e le riacquistano (per poi rivenderle), così abbiamo anche più trasparenza sul mercato delle licenze – anche fiscale – e una certa garanzia sugli investimenti fatti.

  14. lodovico

    dai commenti si apprende: le riforme di liberalizzazione nel servizio taxi portano disagio ai consumatori, aumentano le truffe, fanno star male i tassisti. Il sistema attuale è il migliore possibile immaginabile e non va riformato. Sono completamente in accordo con i tassisti:un unico disappunto parlo solo l’inglese e pochi mi capiscono. Colpa dell’Università?

  15. Renato Pacifico

    Illustre Presidente del Consiglio dei Ministri Le racconto brevemente la mia storia: sono un tassista Italiano da circa 35 anni, ma solo nel 2011 sono riuscito a prendere la licenza nel mio paese natale dopo aver vinto un concorso. Un concorso l’ avevo vinto anche a Roma ma la licenza mi è stata negata per mancanza del titolo di studio, avevo la licenza elementare ma nel bando era richiesta la terza media. Ho tuttora in atto un ricorso al Consiglio di Stato. Ora io vorrei dare il mio contributo per cercare di liberare un settore così complesso legato da leggi leggine e regolamenti vari. Ho preparato una proposta di liberalizzazione del servizio taxi, veda Lei se c’è qualcosa di buono. Programma di Liberalizzazione del servizio pubblico non di linea Taxi. Chiunque potrà richiedere una autorizzazione taxi al Ministero dei Trasporti con semplice raccomandata che comunica inizio attività; a patto che sia iscritto al ruolo dei conducenti non di linea,che abbia un mezzo idoneo in linea con le normative antinquinamento, che sia attrezzato al trasporto anche di persone disabili, che sia iscritto come azienda individuale e abbia tutti i versamenti in regola, che parli almeno una lingua europea o che si impegni ad iscriversi a una scuola pubblica o privata e che sostenga, nel limite massimo di tre anni,un esame che lo renda idoneo pena la cancellazione dal servizio. I nuovi taxi liberalizzati saranno denominati taxi liberi ed avranno un nuovo assetto organizzativo e di libera concorrenza nel mondo taxi ed anche tra di loro stessi. I nuovi taxi avranno il turno libero ma non avranno libertà di stabilimento nei parcheggi taxi tradizionali a meno che li trovino sprovvisti di taxi; non potranno stazionare in stazioni e aeroporti a meno che li trovino sprovvisti di taxi; potranno stazionare solo in prossimità di luoghi di cura o girare per la città e potranno essere chiamati a vista o a chiamata diretta. Avranno a disposizione dei cartelli magnetici intercambiabili che indicheranno rosso sù bianco 10%, 20%, 30% o 40% di sconto sul prezzo finale del tassametro. Signor Presidente questo è tutto spero di essermi reso utile. La Saluto Cordialmente e nell’Augurarle un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo La Prego di salvare L’Italia. Pacifico Renato Corso Giuseppe Mazzini, 54 97100 Ragusa pacifico.renato@libero.it tel. 330 425810

  16. sergio

    io non darei lezioni di liberismo a inglesi, francesi e americani visto che da loro le licenze esistono . . .

  17. sergio

    per quanto riguarda l’inglese stendo un velo pietoso su come lo parlano i giornalisti o i manager che porto nel mio taxi. Merito dell’Università ?

  18. Paolo

    Idiozie a ruota libera scritte e proposte da un istituto per nulla indipendente finanziato dal signor De Benedetti (ricco editore di sinistra con residenza in Svizzera) e il cui fratello è a capo dell’istituto (hai detto tutto sulla sua indipendenza e obiettività). La verità è che vogliono far entrare nel settore potentati industriali. La risposta è semplice ed è una sola: MAI!!!! E al signor LucaS rispondo chiaramente che è un gioco pericoloso fare i signori con i soldi e i sacrifici degli altri. Un gioco che se portato alle estreme conseguenze si paga a caro prezzo. In tutti i sensi. Non staremo di sicuro immobili a farci letteralmente rapinare da qualche economista da strapazzo e da salotto che deve stendere i tappeti rossi per Confindustria.

  19. Miguel

    Taxi e liberalizzazioni: la difesa (d’ufficio) di un marito

    Sono il marito di una tassista milanese quindi di parte, ma mi pare che l’obiettività in materia di taxi sia stata accantonata, specie quando si ragiona coi soldi degli altri. Porterei alla discussione qualche dato di fatto, per restare sul piano razionale.

    1- il taxi è l’integrazione dei bus, per dare il servizio porta – a – porta che i Comuni non offrono, perciò è dato in gestione a privati che si prendono oneri e rischi e si ripagano con gli incassi.
    2- i taxi non possono differenziarsi tra loro, non si può cercare un cliente, si aspetta la chiamata.
    3- non si può rifiutare una corsa aspettandone una migliore.
    4- il prezzo non si contratta. A Milano (da imitare) niente supplementi, tranne l’autostrada. Malpensa/fiera – Milano sono a prezzo fisso.
    5: il turno è rigoroso. Se la giornata va male (capita) niente straordinari.
    6: no lavoro-no incassi, quindi per farsi ferie o malattia prima incassi poi eviti di spendere. Per tenere il servizio, con domanda limitata e norme rigide, si è regolata l’offerta con le licenze, che i Comuni possono gestire. Chiamare in pochi Comuni i taxi di tutta Italia, come si è tentato, vuol dire affossare i taxi di quei Comuni. Per cambiare, non si può toccare una variabile, ma va ripensato l’intero servizio: come? Turni aboliti? Possibilità di accaparrarsi clienti, contrattare i prezzi e scegliere le corse? Non è più taxi, ma NCC (noleggio con conducente, c’è già). Bloccare in toto il traffico privato in città creando domanda per 150.000 taxi?

    La liberalizzazione illimitata con le regole attuali avrebbe l’effetto di dare il mercato a gruppi (coop/spa) in grado di lavorare in perdita per far fallire i tassisti e lavorare poi in regime di oligopolio, con prezzi e servizi da oligopolio. L’attuale tassista–imprenditore, ha un futuro di dipendente precario (col mutuo da pagare), l’equivalente di una soluzione finale. Accettiamo suggerimenti di buon senso.
    N.B: non ho parlato del costo della licenza!

    Stefano Placucci, acquario2501@libero.it
    Fonte: http://italians.corriere.it
    Link: http://italians.corriere.it/2011/12/24/taxi-e-liberalizzazioni-la-difesa-dufficio-di-un-marito/
    24.12.201

  20. Bruno

    “vogliono far entrare nel settore potentati industriali”
    ma se ci entrassero degli industriali, che male ci sarebbe?

    io sono libero professionista, ma pur essendo tale poco comprendo la necessità degli ordini professionali. capisco però che per esercitare la professione di ingegnere o medico sia necessario poter dimostrare di essere laureati nella relativa disciplina.

    per fare il tassista che cosa bisogna dimostrare di saper fare? la patente ce l’hanno quasi tutti. non c’è motivo di dare un privilegio qualsiasi a chi fa il tassista oggi. capisco e comprendo il problema di chi ha investito sulla licenza professionale, ma affrontato e risolto nel modo più soddisfacente possibile questo problema, non è un buon pretesto per l’immobilismo e per mantere delle pratiche protezionistiche assurde.

    chi ha una patente e un’auto decente deve poter fare il tassista. imporre altri requisiti non ha senso.

    all’estensore dell’articolo farei notare che la possibilità di scelta tra una vettura più lenta e una più veloce è una cosa che fa quasi sorridere. ricordo che esistono dei limiti di velocità uguali per tutti, e con un taxi punto o con un taxi mercedes ci si mette lo stesso tempo.

  21. ALEX

    VORREI RISPONDERE IN MERITO ALLE CAVOLATE SCRITTE DA PERSONE COME IL SIGNOR LUCAS CHE SI ARROGANO IL DIRITTO DI ESPRIMERE OPINIONI SU FATTI A LORO TOTALMENTE SCONOSCIUTI..SONO STUPEFATTO NEL VEDERE CON QUANTA LEGGEREZZA SI GETTI FANGO SU UN’INTERA CATEGORIA,è INCREDIBILE COME SIA DIVENTATO SPORT NAZIONALE PRENDERSELA SEMPRE CON I TASSISTI..SIAMO STUFI DI PERSONE CHE INVECE DI PROPORRE IDEE COSTRUTTIVE PENSANO SOLO,PER INVIDIA O CATTIVERIA,A TROVARE UN MODO PER DISTRUGGERCI..GIOCARE CON I SACRIFICI E IL LAVORO DEGLI ALTRI è IGNOBILE..SPERO CHE UN DOMANI NON CAPITI A TE CARO LUCAS DI TROVARE IL TUO LAVORO APPESO A UN FILO

  22. dico al sign.re che vuole dare una licenzia in piu’ ad ogni tassista che c’è ne facciamo se poi non c’e lavoro per tutti. Il guaio dell’Italia è che tutti siamo buoni a parlare degli altri senza sapere le cose effettive delle categorie. Quindi dico al sopra citato perche non si prende una licenzia taxi è lascia il posto che tiene, perche io penso che solo cosi si possono rendere conto dei veri problemi della cotegoria perche parlare non serve a niente bisogna fare esperienza del settore.

  23. Dico ai sig,deputati che sono d’accordo alle liberazioni dei taxi, perche non liberarizziamo anche i deputati, ne mettiamo di piu’ è lo stipendio che prendono con la liguidazione la dividiamo in tanti, tanto per quellon che sanno fare lo possiamo fare anche noi.

  24. Bobilla

    Sig.ra Quaglino, mi permetta, una proposta incredibilemente demenziale, avanzata palesemente da chi non conosce minimamente il settore … e che nessuno si pone un interrogativo futile e banale: A CHI GIOVEREBBE TUTTO QUESTO? A parte l’argigogolato ragionamento per una seconda licenza da vendere (?), su cui neppure mi soffermo lasciando la parola al rag. Fantozzi, apriamo piuttosto un possibile scenario: la creazione di tanti potentati con un numero sproporsitato di licenze e assunzione di extracomunitari. Parole mie di casalinga in pensione? No. E’ l’opinione del liberista prof. Ponti , opinione espressa ai microfoni di Radio popolare e rintracciabile on line. Di ASSUNZIONE DI EXTRACOMUNITARI ha parlato lui, io posso solo concordare. Con una manodopera a basso bassissimo costo secondo lei si abbasserebbero le tariffe? O non si aumenterebbero piuttosto gli introiti delle grosse società? Del resto che cosa ci hanno insegnato le liberalizzazioni delle assicurazioni e delle banche?
    Sig.ra Quaglino, qui si sta assistendo inermi ad un processo di proletarizzazione di un intero paese. Non dimentichiamoci la prima grossa gaffe di Passera , governo riunito, di fronte ai giornalisti…..”Emma…” ha detto rivolgendosi a Elsa Fornero. La Emma MKarcegaglia sarà andata in sollucchero. Devo purtroppo appoggiare obtorto collo le parole di Calderole: “In quanto a conflitto di interessi, rispetto a quelli presenti in questo governo, q

  25. cipello

    Allo stato attuale, per un tassista, servono dalle 10 alle 15 corse a turno per portare a casa un incasso decente affinchè abbia un senso questo mestiere, se si lascia che chiunque sia patentato possa prendere una licenza, quel numero di corse di cui parlavo prima si ridurrebbe drasticamente. Pensate ancora che queste siano le premesse per sperare in un abbassamento delle tariffe? La matematica non è un opinione ma dopo aver letto gli altri commenti credo proprio che per molti lo sia!

  26. LucaS

    X Paolo
    Io comunque sono favorevole a liberalizzare a 360 gradi, non solo per i taxisti in modo che anche i taxisti che guadagnano meno poi possano avere magari i trasporti o i servizi publici locali o l’energia a prezzi inferiori… Comunque per quale motivo uno che è disoccupato e ha una patente a fronte della domanda di trasporto non deve avere la possibilità di soddisfarla? La licenza taxi è una cosa da medioevo!

  27. Gavino

    Caro Lucas nelle leggi di mercato qualsiasi attivita’ vuoi intraprendere ha un costo, ad esempio un bar sito in centro dove ha gia’ una clientela numerosa ha un costo molto diverso da un bar in periferia con pochi clienti, e cosi via….
    quando uno cede una licenza l’agenzia delle entrate in base agli studi di settore ha stabilito un valore e in base a quel valore pretende la tassa che puo’ andare dal 12% al 25%. quindi come vedi tutto ha un costo nella vita e il piccolo deve fare enormi sacrifici per avere qualcosa. E verso chi ha fatto tanti sacrifici lo stato si macchia di crimini che gridano vendetta al cospetto di Dio! E’ anticostituzionale, rubare al lavoratore.

  28. Miguel

    Grande Luca, sono completamente d’accordo con lei.
    Guardi dove l’attività del tassista è stata completamente liberalizzata come in Olanda e Irlanda…cerchi con Google digitando: “Taxi liberalizzazioni Olanda” o anche “Taxi liberalizzazioni Irlanda suicidi”
    Poi ne riparliamo..altro che medioevo

  29. waldimiro

    fare il cicerone con la propria macchina ai turisti dietro un compenso da mercanteggiare caso per caso, persone che non hanno lavoro o lo hanno perso che di fronte al bisogno non devono essere penalizzate ulteriolmente da divieti di caste o castette, non c’è lobbies o tassista che tenga, penso che sia giusto in momenti di emergenza come questo che ognuno si arrangi come può e non è certo rubare vendere una onesta prestazione turistica.

  30. roberto

    Lucas : no comment ! E come se una ditta assumesse gente senza limiti solo perchè ci son disoccupati Si potebbe anche fare lavorano in 2 e si dividono lo stipendio !Geniale !

  31. ste

    Ma possibile che venga perso di vista il problema fondamentale? Non si crea concorrenza con la liberalizzazione dei taxi! Si va verso un oligopolio delle grandi coop che fisseranno tariffe a loro convenienti, assumendo persone alle solite condizioni precarie e disumane cui sono avvezze.. l’apertura delle catene di grande distribuzione ha fatto forse aumentare il numero dei singoli negozi e delle piccole attività? Di lavoro non ce ne sarà più per nessuno. Non illudiamoci che le piccole società possano resistere a questo tsunami..Resteranno solo loro.

  32. Paolo

    La licenza vale per moltissimi settori commerciali (il bar è un esempio). La vostra liberalizzazione a 360^ non ci interessa. È e sarà sempre così con buona pace dei finti progressisti. Il
    Professor Monti e le sue idee strampalate sono già fallite in Grecia e in Francia. Torni a fare il rettore alla Bocconi. Il suo governo da golpe non è legittimato a fare nulla. Figuriamoci se ora il nostro futuro lo decidono 4 disgraziati economisti di Goldman Sachs. Tornate a casa prima che vi ci mandi qualcuno a forza. E lei signor LucaS continui a studiare. Quando ha finito di farlo, abbandoni per un po’ i libri e venga nel mondo reale (a lei profondamente sconosciuto)

  33. Gaetano Criscenti

    Incredibile per davvero c’ e’ solo la forza lob Ustica dei tassisti italiani: e’ bastato un articolo sul Corriere della sera e uno su Chicago- BLog, per vede spuntare come funghi tassisti e collaterali che si ergono a difesa dei loro interessi, trovando mille e una ragione perché non si apra il settore alla concorrenza ed al libero mercato. Come fanno i farmacisti, tutti gli ordini professionali nel tentativo di limitare tariffe a concordate con il cliente e/o pubblicita, come fanno tutele corporazioni italiane, sotto qualsiasi latitudine e longitudine. I sindacati tutti a dire che le difese , le super difese dei loro iscritti – pensionati e operai a tempo indeterminato di grandi aziende- non si toccano e per i precari e’ sempre qualcun altro a dover rispondere; i politici con le provincie, comunità montane, aziende a partecipazione pubblica e sperpero pubblico vario , tutti a dire, non e’ questo il problema, ci vuole ben altro…..
    Insomma tutti bravi a difendere il piccolo orticello corporativo. Se Mussolini tornasse nel mondo dei vivi avrebbe di che gioire: il corporativismo ha vinto.
    Peccato che tutti i sistemi a forte difesa corporativa sono anche sistemi chiusi ed ostili all’ apertura dei mercati al mondo;peccato che i sistemi a forte corporativismo sono sempre sistemi autarchici,
    ;peccato che tutti i sistemi autarchici muoiono dopo tempo in una totale debacle economica. Peccato.

  34. Gaetano Criscenti

    Incredibile per davvero c’ e’ solo la forza lobbistica dei tassisti italiani: e’ bastato un articolo sul Corriere della sera e uno su Chicago- BLog, per vede spuntare come funghi tassisti e collaterali che si ergono a difesa dei loro interessi, trovando mille e una ragione perché non si apra il settore alla concorrenza ed al libero mercato. Come fanno i farmacisti, tutti gli ordini professionali nel tentativo di limitare tariffe a concordate con il cliente e/o pubblicita, come fanno tutele corporazioni italiane, sotto qualsiasi latitudine e longitudine. I sindacati tutti a dire che le difese , le super difese dei loro iscritti – pensionati e operai a tempo indeterminato di grandi aziende- non si toccano e per i precari e’ sempre qualcun altro a dover rispondere; i politici con le provincie, comunità montane, aziende a partecipazione pubblica e sperpero pubblico vario , tutti a dire, non e’ questo il problema, ci vuole ben altro…..
    Insomma tutti bravi a difendere il piccolo orticello corporativo. Se Mussolini tornasse nel mondo dei vivi avrebbe di che gioire: il corporativismo ha vinto.
    Peccato che tutti i sistemi a forte difesa corporativa sono anche sistemi chiusi ed ostili all’ apertura dei mercati al mondo;peccato che i sistemi a forte corporativismo sono sempre sistemi autarchici,
    ;peccato che tutti i sistemi autarchici muoiono dopo tempo in una totale debacle economica. Peccato.

  35. roberto martano

    come mainessuno scrive o parla delle migliaia di ncc ,presenti sul territorio italiano e non menzionati,e degli abusivi .che non sono fantasmi,ma presentze reali ,come i radiobus municipali,i car-sharing osannati e sovvienzionati da tutti i contribuenti.La licenza si ammortizza in 40 anni di duro lavoro e non viene recuperato il suo costo in due o tre anni di reddito ,come ogni normale attivita’,ma con mutui che durano 7 anni ,con rate alte che minano l’economia della famiglia di chi li contrae,per l’acquisto di un posto di lavoro da parte di un giovane o di un 50 ,rimasto senza lavoro e senza opportunita’di averne un’altro in questa nostra malata societa’.

  36. waldimiro

    Tassisti categoria protetta, sono un clan di prepotenti che hanno trovato pavidi politici che paurosamente intimiditi dalla prospettiva di un voto contrario, Vedi Roma e poi diktat, non sono riusciti neanche a scalfirne i confini di predominio dei trasporti locali in nessuna città. Pisapia a Milano ci sta provando, mentre a Napoli De Magistris non ne ha bisogno, tanto i napoletani fanno come gli pare fregandosene delle licenze e i tassisti napoletani abbozzano perchè la gente a Napoli non scherza quando la crisi si fa sentire e a Napoli la crisi è endemica. Io dico che se solo mi ritrovassi in difficoltà economiche farei qualunque cosa, anche il tassista abusivo o non.

  37. claudio

    Mi dispiace per voi tassisti, ma per essere un buon tassista non ci vuole un granché, è il classico lavoro che fa l’ultimo degli immigrati, chi è disposto a tutto pur di sopravvivere.
    Le tariffe dovrebbero essere così basse, ma così basse, che chi gira con la propria macchina dovrebbe essere considerato uno spocchioso.
    Se vi regalano una, o tre licenze che siano, come fase di transizione, ringraziate il cielo.. perché il danno che avete fatto all’Italia e agli italiani in tutti questi anni di tariffe politiche è molto ma molto più pesante di quello che hanno fatto tutte le altre corporazioni messe insieme.

  38. Alessandro

    @claudio
    Caro Claudio, la sua retorica classista fa pensare ad un mix di astio represso, malcelata invidia , banalita’ disarmante e un briciolo di presunzione di purezza. O forse solo scarsa onesta’ intellettuale.Sicura e’ l’ assoluta mancanza di consapevolezza di cio’di cui parla con arroganza. Difatti, tralasciando un approfondimento dell’universo professione tassista che sfaterebbe molti pregiudizi ideologici, vorrei invitarla ad osservare cos’ha comportato in Europa,in quei pochissimi casi ove applicata, la liberalizzazione del settore: la morte di un’onesta attivita’ economica,(svolta da persone magari poco erudite e con poco talento,ma comunque persone), con distorsioni sociali gravi, senza determinare alcun vantaggio all’utenza in termini di servizio e costi (si documenti). Per quanto riguarda Wladimiro e il suo “farei qualunque cosa…. “, non mi stupisce: da buon ‘ furbetto italiano’ se ne frega delle regole e del prossimo: le leggi devono fare comodo per essere osservate, al limite e’ lecito anche attingere dalle tasche altrui senza remore…. Infine consiglio a Luca di trasferirsi a Pyongyang ,dove ancora resiste il suo concetto di diritto del lavoro: lavorare meno,lavorare tutti! Il lavoro degli altri ,pero’….

  39. waldimiro

    Alessandro il” qualunque cosa” si riferisce a qualunque lavoro se poi la condizione è morire di fame allora il qualunque cosa è legato alla sopravvivenza e allora tutto è possibile.

  40. waldimiro

    Trovo interessante la proposta di liberalizzare le licenze comunali ad un a tariffa minima es. 20.000€ impegnando i comuni a girare questi introiti per risarcire le attuali licenze in 5 anni o 10 anni, poi sarà il libero mercato a regolare il traffico, oppure vogliamo solo i figli dei notai che fanno i notai, solo i figli di politici che possono fare i politici, solo i figli di avvocati che possono fare gli avvocati, solo i figli di farmacisti che possono fare i farmacisti e così via fino ai soli figli dei tassistio che possono fare i tassisti, mentre i figli di operai, contadini e precari costretti a fare soilo il mestiere dei padri?

  41. Alessandro

    Wladimiro : L’abusivismo e’ un reato grave che implica diverse conseguenze : dalla concorrenza sleale all’evasione fiscale , dalla mancanza di regole al rischio sicurezza . Complimenti : e’ proprio come rubare… Se proprio vuole dare un lavoro ai disoccupati faccia fifty/ fifty lei col suo, al primo che si presenta : non ci perde neanche il denaro investito per avviare la professione e appaga il suo bisogno di essere generoso con i meno fortunati.Saluti.

  42. marco

    Pensare che lo sviluppo dell’economia di un paese passi per le liberalizzazioni è assurdo e preoccupante: mi da tanto di mancanza di idee vere che possano risolvere i problemi nella consapevolezza che i potenti dell’economia non possano essere toccati….Perchè con le lib. , naturalmente, saranno semmpre le piccole attività a rimetterci! Meditate gente, meditate. Stanno chiudendo tutti i piccoli commercianti a favore dei grandi centri commerciali,gli autisti , da soli non saranno più in grado di sopravvivere (siamo già allo stremo) vedrete poi che un giorno, una volta fatta terra bruciata, arriverà la grande società che acquisterà a due soldi macchine e licenze arricchendosi solo lei.
    APRITE GLI OCCHI, cosa è successo con le lib. avvenute fino ad oggi: le compagnie telefoniche, quelle petrolifere,per non parlare di quelle assicurative,le banche, hanno fatto tutte cartello e i prezzi più o meno si equivalgono.
    Tutto ciò è vergognoso, sono un tassista di Roma che ha lavorato sempre onestamente da più di venti anni, subendo la concorrenza sleale di noleggiatori non autorizzati, l’abusivismo , la poca coerenza dei politici e dei giornalisti che fanno solo gli interessi di parte, l’opportunismo delle assoc. dei consumatori che cavalcano l’onda del momento per aumentare gli associati raccontando tante di quelle bugie sulle tariffe taxi di Roma…..Io per primo sono per migliorare il servizio come tutti gli altri, ma mi piacerebbe che i nostri governanti avessero un approccio più scentifico di tutte le problematiche economiche, utilizzando le “strapagate consulenze tecniche” più per i cittadini che per i propri tornaconti, studiando gli impatti per le categorie e per i cittadini. Per finire, smettetela di paragonarci alle straricche categorie dei farmacisti e dgli avvocati: non credo che incassi di 2000 , 2500€ lordi e ripeto lordi ( con netti di quasi il 50%) possano posizionarci tra ricchi….Le cose da dire sarebbero tante ma siamo quasi sfiduciati, sfiduciati, indignati quando ascoltiamo i pulpiti da dove ci vengono le prediche…..

  43. bobilla

    Leggo: “Con le licenze gratuite aggiuntive è comunque possibile compensare tale perdita, dal momento che i tassisti avrebbero la possibilità di sfruttarle in almeno due modi: potranno infatti venderle, coprendo così l’eventuale perdita con il guadagno aggiuntivo; oppure potrebbero decidere di cedere la seconda licenza in modo gratuito, avviando un’attività in proprio con la persona a cui la regalano. Nel caso in cui poi non ci fossero limiti relativi al numero, potrebbero essere ulteriormente incentivati a creare delle vere e proprie imprese estendendo in modo molto più ampio e capillare il mercato di riferimento.” Io personalmente il rischio lo vedo per l’utenza. Concentrare nelle mani di pochi un numero illimitato di licenze (Come interpreto il “non ci fossero limiti relativi al numero”) sta a indicare la creazione di IMPRESE che , come insegnano le liberalizzazioni relative alle assicurazioni o alle banche, assumerebbero manodopera a basso costo, creando trust di vecchia e antica memoria e relativa lievitazione delle tariffe. Ho la netta impressione che si vogliano ancora di più penalizzare i piccoli artigiani a vantaggio dei grandi gruppi. Una proposta decisamente molto discutibile.
    Ringrazio cmq l’on. Vernetti che non ha demonizzato la categoria dei taxisti

  44. Andrea stampamoneta

    In Europa è in atto un crimine contro l’umanità ,partorito dalla scuola di Ci-cago.questo crimine va sotto il nome di pareggio di bilancio ovvero G<T, dove G è la spesa di Governo e T la tassazione. Questa politica monetaria, concertata solo sull'inflazione e un su concetti di un sistema monetario antiquato(gold standard), porterà in Europa una recessione che possono ricordare solo in nostri nonni. Poi ci sono i difetti intrinseci dell'euro, ben descritti dall'economista inglese W.Godley , che sicuramente Oscar Giannino conosce a differenza del banchiere Costamagna conosce.liberalizzare in una recessione, vuol dire uccidere le persone. Io sono favorevole alla liberalizzazioni ma ad una solo a queste condizioni:una licenza o perché no due a titolare, licenze quotate in borsa come a New York (poi vediamo se il valore delle licenze scende), immigrati alla guida che vivranno della differenza di affitto e incasso giornaliero e delle mancie che saranno rese obbligatorie.

  45. IlSergione

    Se volessi aprire un’officina meccanica al fianco di un altra officina meccanica potrei farlo. Potrei lavorare con la fresa e con il tornio per produrre il mio prodotto o per lavorare in subfornitura per i miei clienti tutti i giorni della settimana, tutte le ore del giorno.
    Rispetto all’officina meccanica della porta accanto dovrò essere più veloce, più preciso, avere prezzi più bassi, rispettare le consegne, ecc.
    Perchè se volessi fare il taxista o il farmacista ciò non sarebbe permesso?
    Perchè taxisti, farmacisti, e ogni altra categoria protetta devono continuare a godere di una protezione rispetto al mercato?
    Francamente non capisco.

  46. Bruno

    se ora servono 10-15 corse al giorno per ammortizzare i costi, è evidente che liberalizzando le licenze e non dovendo ammortizzarne il costo iniziale enorme, questo numero di corse diminuirebbe drasticamente.

    la liberalizzazione va fatta con i tassiti, ma anche con gli avvocati, con i notai, con i pubblici esercizi, ecc. ecc., così il tassita che ci perde qualcosa, ci guadagna nel mometo in cui avvocato, notaio, caffè al bar gli costano di meno. è tanto difficile da capire?

  47. claudio

    @Alessandro

    I suoi argomenti sono i soliti argomenti di chi cerca di evitare il mercato: chi chiede più concorrenza non conosce le peculiarità del settore, sottovaluta i rischi per la sicurezza degli utenti, espone i consumatori ad abusi e truffe, manda allo sfascio un’intero settore economico senza contropartita, parla su basi ideologiche e con scarsa onestà intellettuale, bla, bla, bla…
    Lei ha mai sentito parlare della suddivisione del lavoro? Tutti noi lavoratori che cerchiamo di stare onestamente sul mercato produciamo PER TUTTI, chi non ottimizza la produzione, chi non migliora il servizio, chi non comprime prezzi e tariffe in modo costante e sistematico è fuori dal gioco. Il tutto si traduce in un vantaggio per il consumatore finale.
    Voi tassisti siete talmente indietro su questo fronte che, non solo non mettete fuori gioco chi non lavora in modo efficiente, ma permettete che alla maggioranza dei potenziali utenti convenga addirittura il fai-da-te.
    Ma ci rendiamo conto? In un giorno ogni automobile potrebbe portare decine di persone e invece la maggior parte delle automobili trasportano i rispettivi proprietari che vanno al lavoro e poi occupano un posteggio per tutta la giornata.
    Avete idea del danno che fate ogni giorno?
    è come se le lavatrici costassero così tanto da costringere la maggioranza delle persone a fare tutto il bucato a mano. Ci sono persone costrette a chiedere un permesso dal lavoro per accompagnare il genitore all’ospedale per delle semplici analisi, ci sono anziani e persone con qualche difficoltà di movimento che non possono guidare e che per non disturbare figli, nipoti, vicini o conoscenti restano quasi sempre a casa, ci sono un sacco di immigrati che vendono cianfrusaglie che non vuole nessuno e che diventando tassisti avrebbero un lavoro vero e una dignità, ci sono turisti turbati dal costo delle corse in taxi che fanno cattiva pubblicità all’Italia, ci sono città assediate dallo fumo di scarico che esce da automobili ferme in fila, ma soprattutto scarseggiano sempre i posteggi e ci sono tempi di percorrenza delle strade urbane che sono doppi o tripli di quanto sarebbero se non ci fossero così tante auto private.

  48. claudio

    @claudio

    Sono d’accordo al 100% con quello che dice, e c’è anche da sottolineare che l’approccio del “liberi-tutti” impedisce a qualsivoglia categoria di sentirsi ingiustamente presa di mira.
    A monte della Sua incontestabile osservazione vale il principio che non è compito dello Stato mettere il becco nei rapporti tra adulti consenzienti, non è compito dello Stato impedire a fornitori e fruitori di servizi di incontrarsi, non è compito dello Stato impedire alla gente di lavorare: comunque la vogliamo mettere, o lo Stato la smette di impicciarsi di ciò che non lo riguarda, o il nostro meraviglioso paese finirà sull’altra sponda del mediterraneo.

  49. ADO

    Dopo l’ascolto della trasmissione di Giannino su Radio 24 posso dire che la proposta di regalare una licanza ad ogni tassista è come il gioco delle “tre carte”: il trucco c’è ma non si vede. Infatti tale proposta, oltre al depauperamento degli introiti per ciascun titolare di licenza, provocherebbe un conseguente accaparramento di licenze da parte di pochi soggetti interessati a creare un monopolio del settore, con tutte le conseguenze negative, per tassisti ed utenti, che ne deriverebbero. Non è sulle spalle dei tassisti che si salva l’Italia!

  50. Alessandro

    claudio: Lei e’ in una condizione di vantaggio, perche’ sa che mestiere faccio io mentre non dice qual e’ il suo : ci sara’ sicuramente qualche sindacato o qualche corporazione che rappresenta il suo settore professionale e la tutela. Comunque proponiamo di indennizzare chi ha investito somme importanti, prima di espropriare , chiediamo di proibire la circolazione del traffico privato nelle citta’ per rendere un minimo remunerativo il business e poi cominciamo a riparlarne della liceita’ della manovra.

  51. buffet warren

    Sì ALLE LIBERALIZZAZIONI

    SOLO SE CHI GESTIRà QUESTI SERVIZI

    SIA PUBLIC COMPANY AL 100%

    QUOTATA IN BORSA

    E DOVE TUTTI I CITTADINI POSSANO PARTECIPARE

    E DECIDERE CHI DEVE GESTIRLA

    IN CASO CONTRARIO MEGLIO LE CORPORAZIONI

    CHE FANNO GIRARE L’ECONOMIA MEGLIO DELLE CONCENTRAZIONI

    CHE RASTRELLANO LA MONETA IN ITALIA
    LA INVESTONO FUORI DALL’ITALIA
    DISTRUGGONO L’ITALIA

  52. marco

    @claudio
    Il danno , purtroppo, lo fa chi prende uno stipendio garantito, che nessuno gli può togliere , e magari si gira i pollici dietro una scrivania incurante delle lunghe file di cittadini che sitrova davanti e, magari, per completare l’opera fa un secondo lavoro in nero…..Io penso che il danno in italia più che poche migliaia di tassisti , lo abbiano fatto i miglioni di dipendenti pubblici e non che hanno acquisito il bel posto grazie ai politici e certo non grazie al merito…..

  53. Marco

    Waldimiro: Chi le scrive é proprio il figlio di due operai che si sono sacrifati per farmi studiare. Purtroppo i loro sacrifici non sono serviti ha garantirmi un lavoro con le gambe sotto la scrivania, ferie, malattia pagata e tutte le tutele sindacali, ho dovuto (come é giusto che sia) sacrificarmi trascorrendo ore in auto senza differenza tra festivo feriale, tra giorno e notte per poter portare a casa la pagnotta, in maniera onesta così come mi hanno insegnato i miei genitori. Questo a dimostrare che non esiste tutto questo nepotismo come Lei sostiene. Si é mai chiesto per quale motivo non si può avendo un furgone occupare il posto di un mercato e mettersi a fare l’ambulante? La risposta mi sembra semplice! Passo tutt’ora intere giornate in auto per saldare il debito contratto con la banca, inserendo una seconda ipoteca sulla casa e continuo a sentire persone che non conoscendo la materia si inventano proposte bizzarre!

  54. claudio

    @marco

    Niente da obbiettare, gli stipendi garantiti sono un flagello per l’intera società.

    Ad Alessandro rispondo che ho due negozi di alimentari, che non sono iscritto a confcommercio e che non mi identifico in nessuna categoria, men che meno quella degli alimentaristi.
    Sono sempre pronto a cambiare mestiere e anche continente se necessario, ma continuo a vendere alimentari perché i miei clienti mi danno parecchia soddisfazione, economica e non solo.

  55. Paolo

    Neppure per essere giornalisti serve granché in Italia. Basta saper fare del gran copia/incolla e leccare il culo a qualche vero lobbysta (Confindustria ne ha in abbondanza, vero Giannino?). Se si parla poi di corporativismo i giornalisti in Italia fanno letteralmente schifo. Basta guardare l’indice di libertà di stampa nel nostro paese (come mai non lo pubblicate mai?). Siamo credo al 73^ posto insieme a paesi dove c’è la dittatura. Aboliamo subito l’Ordine. La verità è che siamo in democrazia sospesa con un Presidente della Repubblica che dopo essere stato 60 anni nei banchi Pc (esultando all’invasione sovietica dei carri armati in Ungheria) oggi ha fatto un golpe appoggiato dai pagliacci di Confindustria, dai centri ricerca alla Bruno Leoni (di De Benedetti con economisti ridicoli) e un terzo polo vomitevole (il suocero di Casini é il signor Caltagirone; tralasciamo ogni commento su conflitti di interessi), il tutto condito da un opinione pubblica letteralmente anestetizzata. Altro che prepotenti, vi faremo vedere cosa significa combattere per qualcosa che si è ottenuto con sacrifici. I progressisti da salotto!!!! Decidono loro qual’è il mio giusto compenso. Figuriamoci. Questo blog vale l’istituto e il suo nome mi aiuta a dire in tranquillità che qui: CHI..CAGO!!!! Giannino, guarda che avanti così le si felpa la bocca in modo imbarazzante

  56. Paolo

    Rettifico indice libertà di stampa in Italia 49^ posto a pari merito con il Burkina Faso. Mai così male da sempre. Nascondetevi, non siete Montanelli o Bocca. Siete figli della vostra generazione di giornalisti, dei mediocri. Non avete nulla da insegnare e camminate ormai prostrati da tempo. Tanta frustrazione la scaricate su obiettivi che ritenete facili da colpire. Bene, vi dimostreremo che non lo siamo affatto. Che abbiamo acquistato un’attività come centinaia di migliaia di persone in Italia e non solo, e non faremo da capro espiatorio a un governo Goldman Sachs (neppure votato). Voi intanto tornate ai telefoni e ai copia/incolla. Si sa mai che oggi la Emma o Montezemolino (che ha appena avuto le concessioni per i suoi treni dall’amico Passera, oops non si può dire; Passera è super partes) vi debbano dettare l’ennesimo articolo o sondaggio taroccato. Viva l’obbedienza e soprattutto spalle diritte e obiettività. Che giornalismo!!!!!

  57. Paolo

    Claudio credo non meriti neppure risposta. Non raggiunge la soglia minima di funzionalità cerebrale. Chissà cosa si dovrebbe dire di Fiat che da 40 anni manteniamo a suon di soldi pubblici (per tacere di moltissimi altri imprenditori italiani da strapazzo)

  58. lima

    waldimiro :
    Trovo interessante la proposta di liberalizzare le licenze comunali ad un a tariffa minima es. 20.000€ impegnando i comuni a girare questi introiti per risarcire le attuali licenze in 5 anni o 10 anni, poi sarà il libero mercato a regolare il traffico, oppure vogliamo solo i figli dei notai che fanno i notai, solo i figli di politici che possono fare i politici, solo i figli di avvocati che possono fare gli avvocati, solo i figli di farmacisti che possono fare i farmacisti e così via fino ai soli figli dei tassistio che possono fare i tassisti, mentre i figli di operai, contadini e precari costretti a fare soilo il mestiere dei padri?

    caro waldimiro io sono tassista da 11 anni figlio di operai che a 40 si e ritrovato senza lavoro mi sono rimboccato le maniche ho fatto i debiti e mi sono comperato un lavoro senza pesare sulle spalle di nessuno, quindi si rimbocchi le maniche anche lei se e figlio di operaio, contadino o precario e vedra che si sistemera
    saluti

  59. lima

    Proviamo a ragionare col lavoro dipendente, come coi taxi.

    Dal 2012 sono cancellati tutti i contratti di lavoro nazionali e si dà piena libertà di licenziamento (finalmente, come a New York!!!). I sindacati restano per garantire da eventuali soprusi, ma ognuno si contratta la sua busta paga e le ferie. Avete qualche brivido? Andiamo avanti: la malattia diventa a carico del dipendente: niente lavoro, niente paga. Il datore di lavoro paga lo stipendio lordo e poi ognuno si arrangia con le imposte e i contributi: se non è capace, ci sono i commercialisti. Adesso chiudete gli occhi e fate un attimo il conto di quanto chiedereste per lavorare dove siete ora. Però, non dimenticate che avete la concorrenza di chi oggi è collaboratore, assunto a termine o partita IVA. Stiamo parlando comunque di liberalizzazioni, neh!

  60. waldimiro

    trovo la discussione interessante soprattutto leggendo i commenti di alcuni tassisti penso che più che lobbies o clan si possa dire di dilettanti allo sbaraglio. Una categoria che si rispetti parla come Marco e accetta il confronto senza isterie.
    Se voglaimo parlare di liberalizzazioni come dice la parola non devono esserci limitazioni se non quelle di regole europee uguali per tutti i settori, se venaiamo alla discussione di stamani di O. Giannino si è capito che in altri paesi e in altre città i tassisti non hanno tutto quel potere di veto di cui si sono appropriati in Italia. Possono avere anche ragione in alcuni punti come per il rimborso delle licenze pagate, ma per le liberalizzazioni o tutti o nessuno, il liberismo non accetta roccheforti di nessun genere, altrimenti come dice qualcuno di voi, es. Alessandro, le leggi buone sono solo quelle che interessano l’individuo di volta in volta e non la collettività.
    Il momento economico è grave e non ci devono essere figli e figliastri ma tutti rimboccarsi le maniche e accettare anche la divisione del lavoro.

  61. Mario

    @ claudio: Lei sta vaneggiando, probabilmente non ha la minima idea di cosa voglia dire stare 10 ore seduto in macchina (negli anni andiamo dallo spostamento di asse del bacino a danni irreversibili all’udito al cancro alla prostata) Lei è proprietario di due negozi di alimentari che probabilmente gestisce, probabilmente con dipendenti pagati quanto non si sà (sà, c’è la crisi). I suoi ragionamenti sul traffico sono vaneggiamenti puri, il mestiere di tassista o si ama o non si regge perchè non basta solo la patente e una macchina decente come lei sostiene, Lei parla senza cognizione di causa e spara a zero su una categoria di lavoratori onesti che a malapena riescono a coprire gli altissimi costi di gestione (carburante a 1,70, assicurazione veicolo € 2500/anno – slo per fare due esempi)…. carissimo Claudio, se lei si rompe una gamba o va a Santo Domingo 15 giorni i suoi negozi lavorano ugualmente, per noi non è così. Noi nn siamo un peso per il Paese, non abbiamo sgravi sul carburante, non abbiamo finanziamenti pubblici, nulla di nulla e non chiediamo nulla …. le tariffe vengono stabilite dalla Regione, non dal tassista, e l’ultimo aumento, prima di quello di luglio 2011 risale a cinque anni prima …… si è mai chiesto quanto è aumentato il carburante dal 2005 ad oggi??? Tanti auguri di un 2012 sereno signor Claudio.
    Mario (tassista per sempre)

  62. Cast Max

    Come al soliuto parlano sempre coloro che non conoscono il settore. E poi sentire che i tassisti guadagnano troppo in virtù della loro instruzione e una affermazione anti democratica. A dimenticavo sono un tassista Romano e laureato in scienze politi al’università di RTomaTre con 110/110 e solo questo mestiere mi ha dato ila possibilità di riscartammi

  63. Cast Max

    Non per fare la vittima, ma la maggior parte degli italiani pensa male di una categoria perchè non conosce il settore ed alimentato anche attraverso i giornali come il sole 24ore e il messaggero di Roma l’astio verso i tassisti giornalai e farmacisti. Poi io personalmente sono contro le liberalizzazioni ed il mercato libero per un semplice fatto : la situazione che oggi viviamo e proprio frutto di un mercato de regolarizzato, basta pensare alle merci cinesi o asiatiche che hanno invaso i nostri mercati creando nell’occidente un processo inverso alla rivoluzione industriale ovvero la deindustrializzazione. Un’altro fallimento del mercato libero, è la crisi del debito pubblico, infatti l’U.E invasata dalle teorie neoliberiste ha fatto si che la BCE sia una istituzione privata che presta soldi alle banche e non agli stati che non hanno strumenti importanti come la politica monetaria per poter sviluppare l’economia ,come fanno i c.d. paesi BRIC dove c’è un forte Stato che interviene nell’economia. LA vicenda della liberalizzazione ripeto sui taxi e farmacie e giornalai ed dimenticavo anche la liberalizzazione degli orai di apertura dei negozi, a mio avviso non è altro la distruzione del tessuto “imprenditoriale della piccola- media impresa”, a favore dei grandi gruppi con l’effetto di creare con il tempo dei grandi monopoli privati. Infine sulla dinamicità di Roma dove il turismo è in calo, 3000 attività economiche hanno chiuso (dati confcommercio) e ciò e indice di meno di meno reddito una liberalizzazione dei settori indicati avrebbe un solo effetto far diminuire i guadagni di tutti e per il comune e stato meno gettito fiscali e ci sarebbero anche meno consumi.
    Dimenticavo il discorso infrastrutture per taxi come piazzole ampie di posteggio e corsie preferenziali ( di difficili realizzazioni in alcuni punti di Roma), che mancano, renderebbero la città un caos e con l’iniezione di un numero imprecisato di licenze, porterebbe gravi conseguenze per l’utenza e per i cittadini.
    Per chi dici che la stiamo tirando per le lunghe o che siamo isterici (voglio vedfere loro a perdere 120.000 euro e pagare le rate del mutuo), io penso solo che questo sia un modo di discutere ed informaci l’uno con l’altro e spero che ci porta prima o poi a scendere in piazza contro questo governo e tutta la casta politica, il nemico non il tassista o il farmacista sono LORO.
    Le liberalizzazioni sono il trasferimento di richezza da A a B.
    Nel caso delle farmacie il trasferimento di richezza avviene in favore della grande distribuzione, nel caso dei taxisti in favore di quella lobby industriale che ha tutto l’interesse a privatizzare l’intero trasporto pubblico di linea, non di linea e ferroviario(Credo che non serva fare nomi).Detto questo si vuole la liberalizzazione dei taxi? Ok. Chi sono gli azionisti del settore? i titolari di licenza.Cosa dice il libero mercato?
    Massimizzare i profitti degli azionisti. Quindi 5 licenze a titolare(possono bastare 35.000 taxi a Milano?), nessun controllo qualità autovetture(saranno i consumatori a decidere), nessun particolare esame per guidare un taxi(Patente e permesso di soggiorno), licenze quotate in borsa, tariffe decise annualmente dalle compagnie taxi sotto vigilanza dell’antitrust e ovviamente TURNI LIBERI. Sfruttare i poveri è il privilegio dei soli ricchi o lo possono fare anche i taxisti? I titolari affitteranno giornalmente il taxi per un costo che verrà deciso in base al mercato, i nuovi autisti vivranno della differenza degli incassi e delle manche che saranno rese obbligatorie.
    Detto questo il dramma dell’Europa dell’euro e dell’OCCIDENTE non si risolve con riforme microeconomiche.Studiate il Modern Money Theory e denuciate i terroristi del deficit! Prof.Randall Wray, Bill Mitchell, Warren Mosler, William Black ecc.

  64. Mastrodonato Carlo

    Salve, sono un tassista di Roma da 25 anni.
    Certo è che con una concessione in “regalo” potrei limitare forse la perdita di valore sulla prima, ma avrei nel “medio-lungo periodo” difficoltà nel fare la spesa per mangiare!!!!
    Già perchè il doppio delle licenze inplicherebbe la metà degli incassi….correggetemi se sbaglio…se in un lago ci sono tanti pesci e tanti pescatori…..
    No un momento scusate…ho dimenticato di tener presente che come per incanto la velocità commerciale nelle grandi città aumenterebbe e darebbe la possibilità di trasportare più clienti….come in Belgio, Olanda, Irlanda e il Regno Unito e abbasserebbe
    anche le tariffe per giunta!!!!!
    Certo si dovrà aspettare che l’italiano medio acquisisca la cultura dei paesi sopracitati,
    che le nostre amministrazioni diventino serie ed oneste almeno la metà di quelle, e se tutto fila liscio tra 10 anni vedremo tutti i frutti di una liberalizzazione che rischia di finire come è finita in Spagna e Portogallo che guardacaso non viene mai nominata.
    Signori belli!!!!!!! Quando un padre di famiglia non arriva a fine mese, non moltiplica i figli per avere più forza lavoro in casa TAGLIA LE SPESEEEEEE!!!!!!!!

  65. miguel

    A proposito della trasmissione su radio 24 di questa mattina

    Perchè non è stato invitato un rappresentante della categoria taxi ?

    e sempre sulla trasmissione potete leggere questo commento dal blog taxistory

    Ciao a tutti,ho appena ascoltato la tramissione dal blog su indicazione dei colleghi che mi hanno inviato sms per informarmi delle sparate di codesti Signori.

    Premetto che sono a Dublino in questo momento, e non perche’ sono ricco e quindi sono qui a fare vacanze dispendiose in hotel ecc,ma solo perche’ ben 21 anni fa’ quando ancora non facevo parte della categoria,mi sposai qui da queste parti,quindi a parte il costo del biglietto aereo,tra laltro low cost prenotato per tempo ancora il luglio scorso, non ho altri costi visto che sono in casa con i suoceri.
    Oggi ho fatto 2 passi in citta’ ed ho intervistato vari taxisti Dublinesi,allora nella trasmissine dicono con certezza che a Dublino hanno dato la seconda licenza,BALLA bella e buona e’ stata solo una proposta poi finita nel NULLA tanto e’ che si sono suicidati in parecchi qui a Dublino,non e’ vero che le licenze stavano perdendo valore,lo hanno perso in toto al momento delle liberalizzazioni quindi altra BALLA detta in trasmissione,le tariffe sono aumentate e non diminuite,qui si parte da 4.40 noi da 3.20.
    Inoltre mi hanno detto che il governo si e’ reso conto della situazione,e ha gia posto uno stop alle licenze cioe’ non ne sta rilasciando piu’,inoltre sta anche pensado di ricomprare delle licenze per toglierle dal mercato visto che sono in troppi,in trasmissine dicono che sono 11.000,invece la realta e’ che sono 14.500,per poco piu’di 1.000.000 di abitanti.

    Inoltre ho potuto notare di persona,come sono combinati,hanno molti immigrati che neanche parlano la lingua,e si sono improvvisati taxisti, dando un pessimo servizio allla cittadinanza,quindi lascio a voi i commenti…a questo punto.

    Il Proffesore della trasmissione dice che siamo Ignoranti???..questo non lo posso accetarlo da nessuno, tantomeno da uno che non conosco,quindi e meglio che non esprimo il mio pensiero a tale affermazione…

    Lui il Professore dice che l’Italia ha bisogno di incrementare la Produttivita’,mi puo spiegare lui ( che e’ stato promosso a Professore chissa dove) come noi possiamo farlo se i Clienti sono sempre di meno??? e il Traffico e sempre di PIU’..forse una risposta io l’avrei ma visto che non sono un Professore ma solo un Diplomato Perito in Elettronica,non posso esprimermi preche’secondo lui sono Ignorante….

    Secondo me questi due di oggi hanno dimostrato tutta la loro Ignoranza in Materia…peccato che gli venga data la possibilita’di divulgarla via Radio…

    ciao a tutti
    Dario

  66. enrico

    x il problema dei tassisti io sono d’accordo sulla possibilita liberalizzare….ma che cosa che non possa influire in negativo sul servizio: si potrebbe rendere elastico il turno di lavoro (es LUN-VEN 6-16 SAB-DOM 16-02) x far ottimizzare le 10 ore di turno giornaliere, mettere delle persone adestrate in materia di taxi colletivo(tariffa in vigore sui tassametri da un decina d’anni) x informare che mettendo insieme 3 utenti che vanno nella medesima destinazione o nelle vicinanze possono pagare tutti e 3 un terzo il tassametro, creare un gruppo di consulenza nel gestire il servizio in modo dinamico costruttivo….ecc
    …il servizio taxi e un servizio bubblico NON DI LINEA complementare al servizio pubblico di linea ed e garantito dal comune nel suo svolgimento e cosa ha fatto in tutti questi anni, ha solo osservato un servizio che in gestione individuale sta in piedi da solo e l’impegno del lavoratore autonomo a “guadagnare la pagnotta” non sara mai pari a un dipendente con stipendio….
    …vorrei dare dei dati che non sento mai ma sono inportanti: 5000x4m(e sono scarso) fa 20 km taxi liberalizzando eccome li tieni non so 40 km di taxi gia ci lamentiamo x i giumbotram!!!….io potrei continuare ma ho paura di essere noioso
    ma dico l’ultima cosa questo servizio sta in piedi perche l’utente ripone la fiducia ne servizio taxi ma se dovesse venire a mancare (es gia a Napoli sento poca fiducia con dei cambiamenti x me sara un disastro) la ditta individuale non riuscira ad avere un reddito accettabile e prima di fallire si lesinera sui costi e manutenzioni x non parlare di come si comportera il tassista con la clientela(a malpensa hanno fatto la tariffa fissa a 90 euro x tutelare l’utente non x caso) io spero che il buon senso possa prevalere….notte

  67. Paolo

    Comunque esistono le roccaforti e non le roccheforti che in italiano sono come i purosangui. Giusto per precisare, visto che siamo così ignoranti da non avere il diritto di guadagnarci un salario non da fame come voi benpensanti. Siamo dilettanti allo sbaraglio in confronto a questi grandi economisti che parlandosi addosso in continuazione non si sa dove fossero negli ultimi 5 anni in cui tutto è iniziato a crollare. Impartivano lezioni di grande economia dalle solite cattedre. Il liberismo senza controlli lo vorrete forse voi e quelli che rappresentate (che detto per inciso sono per la maggior parte parassiti che quando stanno per fallire, un anno si e l’altro pure, bussano alle casse dello Stato). Non c’è e non ci sarà dialogo perché non contate nulla, non rappresentate il
    Paese e come questo governo non avete il mandato degli italiani per fare alcunché (come il caro Monti). P.s. Forse che in Francia, Spagna, Svizzera, Germania, Giappone, Hong Kong, Inghilterra, New York e mi fermo (l’elenco sarebbe infinito) i taxi sono liberalizzati. Liberalizzate i mezzi pubblici, le cose statali. Non il privato che ha pagato e paga di tasca sua la propria attività. Guardate che non convincete nessuno con le vostre assurde teorie. Vi parlate addosso e ve lo lasciamo fare con piacere (finchè è teoria). All’atto pratico è un esproprio camuffato che troverà un vero e proprio muro ad oltranza. Non perché siamo una lobby (le lobby che non permettevano di costruire la metropolitana a Torino sono ben altre, e voi le conoscete bene perché vi finanziano), ma semplicemente perché ingiusto e strumentale. Negli anni ’80 lo spread era in Italia a 180 punti e nessuno si sognava di toccare la proprietà privata o arrivare al golpe. Oggi si usa lo spread per terrorizzare e teorizzare fantomatiche iniziative (tra parentesi incostituzionali) per rendere il 99% della popolazione dei servi ad uso e consumo del restante 1%. Tornate sui banchi, siete superati e non ve ne rendete neppure conto. La storia economica degli ultimi 20 anni ha dimostrato quanto gli economisti non azzecchino una previsione o una qualsiasi cura credibile alle situazioni che si vengono a creare. Si limitano a constatare e sentenziare idiozie a ruota libera (in Italia neppure in buona fede). Saluti ai cervelloni. Mi chiedo come mai cotanta sapienza non trovi una giusta collocazione all’estero

  68. Alessandro

    Claudio Pero’ dovesse cedere l’attivita’ stabilirebbe un valore per l’avviamento o per i beni materiali, o no? Wladimiro Mi dica dove esisistono tali regole comuni in Europa ( mai sentito parlare di direttiva Bolkenstein a proposito della nostra professione)?: allora o tutti o nessuno, come dice lei.A proposito, giusto per par condicio, che attivita’ svolge? Alessandro

  69. Paolo

    Scusate lo spread era a 18 punti abbondanti, non 180. I 5 di oggi sono nulla (parlo di valori percentuali). Preciso, prima che qualche bocconiano (che stranamente e non si sa per quale motivo tocca finanziare anche con soldi pubblici, a proposito di sprechi e aiutini) mi corregga tra un panettone e una chiacchierata da salotto

  70. Bruno

    quindi cari amici tassisti che intervenite con tanta foga (e tanti insulti a chi non la pensa come voi), a voi piace che per accedere alla attività si debba spendere come per comprarsi una casa?
    non avreste preferito poter iniziare la vostra attività senza un investimento iniziale tanto pesante, investimento che con lo svolgimento dell’attività non ha niente a che vedere (diversamente da un investimento sull’istruzione universitaria qual è ad esempio quello di un professionista)?
    se voleste iniziare oggi la vostra attività, come preferireste che stessero le cose?

  71. Paolo

    Bruno, da bravo, regalami un pezzo di Fiat (che pago da 25 anni abbondanti) o un pezzo di Alitalia o prova a comprare grossi quantitativi di cemento sul mercato senza che intervenga il signor Caltagirone e se riesci a fare anche una di queste 3 cose mi chiami e mi fai sapere come hai fatto. Se vuoi avviare un attività paghi i costi delle licenze (vale anche per i bar) altrimenti puoi fare tantissime altre cose. I prepotenti hanno pagato e le parole sono aria fresca. Quando investirai del tuo in un attività e un giorno arriverà qualcuno a dirti che i tuoi soldi e la tua attività la regaliamo ai nostri amici forse diventerai prepotente anche tu. Fino ad allora, per cortesia, parla di quello che conosci. In molti casi, tanti purtroppo se lo dimenticano, il silenzio vale oro. Non cederemo mai ai golpisti di Goldman Sachs. Abbiamo al governo gente che speculava contro il proprio paese e pensano che tutti si taccia e si accettino le loro condizioni. L’Italia non cresce perché non si liberalizzano i taxi? Andate al diavolo, congrega di pagliacci

  72. Paolo

    E per chiudere, ma voi pensate che sui taxi ci sia una categoria di analfabeti. C’è gente anche laureata, ma siete talmente radical-chic da avere ancora in mente lo stereotipo del tassinaro alla Sordi. Porto fior di bocconiani che sono dei perfetti dementi. Porto persone con licenza media che potrebbero insegnare al posto degli impolverati docenti che impartiscono lezioni di pseudo economia. Già solo il concetto che chi ha un titolo di studio più alto debba guadagnare di più la dice lunga sul cervello di questi soggetti. Neppure l’ex URSS di Stalin sposava queste teorie. Siete pazzi e con argomentazioni trite e ritrite. Vi riempite la bocca con la parola liberalizzazione. Fa tanto moda e non impegna il cervello su cose ben più serie. La cosa buffa è che si cerca di convincerci, siete arrivati al patetico. La verità é che questo é un governo illegittimo, che non dovrebbe neppure esistere, stracarico di conflitti di interesse (Passera è l’emblema tanto è imbarazzante il suo incarico) appoggiato dal Presidente forse peggiore della storia della Repubblica. L’intontimento degli italiani sta per finire. Il letargo è quasi al termine. Il risveglio sarà tremendo e gli sviluppi forse inattesi. Ciao scienziati. Certo che se investire nello studio ha prodotto questi cervelli era meglio vi foste dati a qualche lavoro manuale. Avreste risparmiato tempo e denaro (anche il nostro purtroppo)

  73. Mastrodonato Carlo

    Dai microfoni di radio 24 non più di tre settimane or sono il rappresentante dei parafarmaceutici risponde alla domanda:
    Quanto risparmieranno l’anno gli italiani dalle liberalizzazioni dei farmaci?
    200 MILIONIIIII…
    ma…solo..4 euro a testa?!?!? GRAZIE, MA NELLE FARMACIE LAVORANO TANTE PERSONE..CHE FORSE ANDREBBERO A CASA………PER 4 EURO……
    NON E’ CHE POI QUELLI CHE VENGONO,…COSI’ PER CASO SO’ FORSE FRANCESI???????

  74. Alessandro

    Bruno Certo,avremmo anche potuto preferire, ma non e’ stato cosi! Allora? Finora abbiamo scherzato , da oggi cambiamo le regole,ricominciamo da zero? Vabbe’, che sara’ mai?? Si tratta solo di buttare nel cesso anni di ONESTA FATICA e di vedere non piu’ remunerativa , affidabile ed efficiente,un’attivita’ che, invece lo e’ (con tutti i suoi limiti,trascurando i soliti superficiali luoghi comuni una volta tanto). E perche’? Perche’ i soloni (probabilmente indirizzati da interessi poco velati ma verosimili o solo perche’ incompetenti) sostengono che il libero mercato porta vantaggi all’utenza? Forse non e’ meglio la libera concorrenza regolamentata,a livello locale come dev’essere(perche’ ogni realta’ e’ a se’ stante), al riparo da mono-oligopoli? Mah! SCUSI la foga (non mi sembra di aver dispensato insulti) con la quale cerco di non farmi giustiziare da una prospettiva che si somma ad una manovra complessiva( che riguardera’ anche Lei,penso) che al confronto e’ un buffetto sulla guancia! Non comprendere e’ mera ideologia….

  75. Bruno

    va be’ alessandro, allora sarebbe meglio per tutti in un altro modo, ma siccome il transitorio comporta disagi a qualcuno, allora tutti ci dobbiamo tenere un sistema peggiore.
    condannati all’immobilismo per l’eternità per non dar fastidio a qualcuno una volta.

  76. Paolo

    L’immobilismo!!!! Siamo uno dei pochi servizi privati (e non dimenticate la parola privati, non siamo tram e/o autobus) attivi 24h su 24 e 365 giorni all’anno. Eh si cominciamo dai taxi, ce lo dice Bruno. Chissà lui quante ore lavora a settimana e soprattutto quanti giorni all’anno

  77. Paolo

    La controproposta dei tassisti in Parlamento: Regalare un cervello a Rutelli. Ha da sempre un accanimento nei nostri confronti, è nato perdente e ha fondato più partiti di quanto dichiari la sua età anagrafica. Per vedere lo spessore culturale del suddetto (a proposito del rapporto guadagno/investimento culturale) sarebbe sufficiente guardare il video in cui promuoveva il turismo in Italia quando era Ministro. Lo si può trovare su youtube molto facilmente. È in inglese?! Forse, un marziano pare gli abbia risposto, dagli umani nessun segnale. Cosa farebbe questo signore in un altro paese?. Che investimento è per il Nostro paese? Per quale motivo un elemento del genere deve guadagnare anche solo 1500 euro al mese? Forse perché vuole liberalizzare i taxi. Il solo pensiero che un esponente del suo partito (quindi uno che teoricamente dovrebbe essere meno preparato di lui) presenta una legge per liberalizzarci lascia già intuire lo spessore della fonte. Forza, avanti così, più proseguite più si arriva al ridicolo. Chi disse: ”Una risata vi seppellirà?’

  78. stefania

    @Alessandro
    Dovete cortesemente spiegarmi come sia possibile credere che con il raddoppio delle licenze attuali ( ora 50/60mila) si possa credere che le tariffe potranno diminuire! A chi potrà giovare l’inflazione di questo lavoro? Non so quante licenze ci siano a Bari, piuttosto che a Palermo, o a Chieti, ecc. ma si crede davvero che gli attuali e i nuovi tassisti potranno sopravvivere ,tra l’altro, in questo momento di recessione? possibile che speriate davvero che oltre a far perdere il valore delle licenze, si potrà poi considerare dignitoso, nel senso economico, questo lavoro? Perchè non dobbiamo rimanere allineati ai Paesi Europei più avanti di noi? Si prende d’esempio Dublino, Barcellona, perchè non Francoforte? Vogliamo continuare a creare precari? Il mancato entroito dei Comuni, come dice l’articolo, forse non tutti immaginano che saranno i cittadini a pagarlo con altri tributi. Se si liberalizzerà questo settore, il passo successivo potrebbe esere quello di liberalizzare i posti di operai, per esempio alla Fiat…anzichè lavorare 8 ore, potranno lavorare 4 ore il doppio di operai…così in tutti i settori.La gente è davvero anestetizzata in questo periodo, sta distogliendo l’attenzione dai problemi più grandi che chi ci governa non sta risolvendo…con tutto questo battage mediatico su taxi, edicole, farmacie, operato insistentemente dai giornali, ma anche su altri temi, convincendoci che per il, bene dell’Ialia dobbiamo versare lacrime e fare sacrificdalle tv e su Internet, sembra di vivere nel Grande fratello di Orwell…come è possibile che l’opinione pubblica si concentri sui taxi e non su Assicurazioni, compagnie petrolifere, banche (che sono quelle che ci hanno rovinato)? Per me, tutta una mossa politica questa storia delle liberalizzazioni dei taxi…

  79. max

    professore Boitani vai a lavorare nei campi. Almeno potrai dire di avere fatto qualcosa di utile nella vita.

  80. susanna bono

    gentile signora, le licenze taxi al giorno d’oggi, non sono più così semplici da ottenere,mio figlio è un anno che cerca di superare l’ esame necessario CAP, a Genova, dove in motorizzazione c’è un esaminatore fiscalissimo che sembra non voler far passare l’ esame a più di un certo tot al mese….. Io, con tanti sacrifici, ho raccolto i denari x acquistare una licenza e dare a mio figlio un lavoro decoroso, lei afferma le capacità del taxista non sono certe ? Mi vuole spiegare a cosa serve sapere minuziosamente il motore a un futuro taxista ? E’ forse un modo x farti fallire l’ esame che ogni volta tra visita media 50 euro ed esame 70 euro costa una bella cifra ? Queste cose sono da riformare e regolarizzare, lasciate lavorare le persone !!!!

  81. susanna bono

    le doti di un buon taxista sarebbero la buona guida, l’ educazione, la puntualità , la correttezza e l’ onestà, vogliamo dare le licenze a tutti ? cosi si può speculare ancora di più su esami, visite test, esami…….. ma è mai possibile che nel nostro paese quando qualcosa funziona bisogna trovare il modo di distruggerla?

  82. waldimiro

    Sono d’accordo sulla libera concorrenza regolamentata come dice Alessandro, ma le regole non possono imporle i diretti interessati, al più possono concorrere al formare regole giuste e liberali a vantaggio della società tutta e non per la sola categoria di riferimento.
    Detto questo al tavolo vedrei bene Marco e Alessandro come rappresentanti obbiettivi dei tassisti, scusate le provocazioni di cui sopra ma a volte fanno bene alla discussione.
    Un cittadino che ama il suo grande paese: l’Italia

  83. waldimiro

    @lima
    come avete affrontato la divisione del lavoro sporco e cattivo di edili, agricoli e dei servizi i più umilianti come la raccolta rifiuti, quando i governi hanno tollerato che i lavoratori immigrati venissero assunti in nero ad un quarto delle paghe sindacali da imprenditori senza scrupoli, vi siete arrabbiati e indignati come oggi oppure ve ne siete fregati?
    oppure quanto vi importa dell’abolizione dell’art. 18? niente, tanto i vostri clienti italiani non sono i precari e gli operai licenziati, ma sono quegli imprenditori e politici che fanno scempio locale e che nei vostri taxi si compiaccioni con l’assenzo dell’autista di turno, questo spesso ho constatato.

  84. Dino Dariol

    Io ho constatato come la liberalizzazione dei taxi in Svezia abbia portato ad un aumento vertiginoso delle tariffe pagate. Non ne conosco le ragioni ma varrebbe la pena di studiare cosa e’ successo li’ prima di muoverci.

  85. claudio

    Mi dispiace che questo blog sia assediato dai tassisti, cerchiamo di mantenere la discussione tra noi semplici cittadini, senza interferenze.
    Esempio: noi cittadini contribuenti siamo disposti a pagare i vigili affinché impediscano ad alcuni tassisti di lavorare solo perché questi non hanno la licenza?
    Siamo disposti a pagare i vigili affinché ci assicurino che una corsa in taxi resti fuori dalla portata delle nostre tasche?

  86. claudio

    @Dino Dariol

    Quello che hai detto è interessante, infatti la liberalizzazione di un settore a volte può beffare i consumatori (in Italia è accaduto un po’ anche col mercato dell’energia elettrica).
    C’è un discorso a monte di questo fenomeno. Lo Stato, quando determina le tariffe di un qualsivoglia servizio, disabitua il consumatore all’attenzione: in un contesto del genere l’improvvisa deregolamentazione dà campo libero ai fornitori di servizio più aggressivi e con meno scrupoli. Ma è una questione di tempo: quando si raggiunge un nuovo equilibrio è sempre a favore dei consumatori.
    In Svezia ci sono delle piccole compagnie di taxi che “rapinano” gli utenti e hanno la legge dalla loro parte “perché i prezzi sono dichiarati”. Le grandi compagnie, che hanno prezzi più popolari, stanno cercando di porvi rimedio rendendo le loro automobili molto riconoscibili.

  87. lima

    waldimiro :
    @lima
    come avete affrontato la divisione del lavoro sporco e cattivo di edili, agricoli e dei servizi i più umilianti come la raccolta rifiuti, quando i governi hanno tollerato che i lavoratori immigrati venissero assunti in nero ad un quarto delle paghe sindacali da imprenditori senza scrupoli, vi siete arrabbiati e indignati come oggi oppure ve ne siete fregati?
    oppure quanto vi importa dell’abolizione dell’art. 18? niente, tanto i vostri clienti italiani non sono i precari e gli operai licenziati, ma sono quegli imprenditori e politici che fanno scempio locale e che nei vostri taxi si compiaccioni con l’assenzo dell’autista di turno, questo spesso ho constatato.

    waldimiro lei i problemi che cita come li ha affrontati?? si rilegga il mio post sulle nostre condizioni di lavoro applicate al lavoro dipendente e mi risponda!
    saluti

  88. lima

    waldimiro :
    trovo la discussione interessante soprattutto leggendo i commenti di alcuni tassisti penso che più che lobbies o clan si possa dire di dilettanti allo sbaraglio. Una categoria che si rispetti parla come Marco e accetta il confronto senza isterie.
    Se voglaimo parlare di liberalizzazioni come dice la parola non devono esserci limitazioni se non quelle di regole europee uguali per tutti i settori, se venaiamo alla discussione di stamani di O. Giannino si è capito che in altri paesi e in altre città i tassisti non hanno tutto quel potere di veto di cui si sono appropriati in Italia. Possono avere anche ragione in alcuni punti come per il rimborso delle licenze pagate, ma per le liberalizzazioni o tutti o nessuno, il liberismo non accetta roccheforti di nessun genere, altrimenti come dice qualcuno di voi, es. Alessandro, le leggi buone sono solo quelle che interessano l’individuo di volta in volta e non la collettività.
    Il momento economico è grave e non ci devono essere figli e figliastri ma tutti rimboccarsi le maniche e accettare anche la divisione del lavoro.

    caro waldimiro sul tirarsi su le maniche io le ho gia risposto citando un suo post addietro (l’ha letto? quello in cui si parla di figli di operai ecc.ecc)
    a proposito se mi e consentita la domanda ma lei che lavoro fa??
    saluti

  89. waldimiro

    @stefania
    già fatta la liberalizzazione degli operai, vedi contratto Marchionne, con lo stipendio di un licenziato a tempo indeterminato pagano due precari, a volte tre, che fanno lo stesso lavoro e stesso orario degli operai di prima ormai in via di estinzione. La libertà di impresa, licenziare e assumere va bene quando riguarda i dipendenti ma non per tutte le categorie dove gruppi ben coagulati e prepotenti riescono a bloccare qualsiasi riforma liberale, a cominciare dalla Casta dei politici, che pretendono di alzare steccati a protezione dei loro privilegi, e giù, dai notai ai giornalisti, ai magistrati e avvocati, ordine degli ingegneri e architetti ecc. ecc. fino ad arrivare a tassisti e farmacisti.
    da dove vogliamo cominciare? io direi da tutto il sistema, ma è possibile?

  90. Rosario

    Da quello che ho letto nell’articolo di testa ne ricavo due o tre cosette
    1) Il presupposto su cui si basa l’intera discussione è che il reddito dei tassisti è addirittura notevole (anche in relazione al grado di istruzione)
    2)Il numero limitato delle vetture(riferito a cosa?) ne aumenta il valore della licenza.
    Proverò a rispondere il più semplicemente possibile.
    La libera concorrenza migliora il prodotto e ne abbassa il prezzo:questo semplice assunto non tiene conto,e non potrebbe essendo una regola di ordine generale,dei disastri fatti dai politici che sono soliti intervenire su settori di cui nulla conoscono
    non posso parlare per tutta l’Italia,ma a Napoli la situazione è disastrosa,operiamo già in regime di esubero da oltre 15 anni
    (900.000 abitanti 2500 licenze) sfido chiunque a trovare una proporzione taxi per abitante simile in Italia),si capisce benissimo
    che quà questo notevole reddito pertroppo non c’è
    non bastasse ciò,la tariffa in vigore ampiamente fuori dai prezzi di mercato non viene adeguata dal remoto 2005
    ora considerando che un eventuale liberalizazione vedrebbe liberate anche le tariffe,la mia previsione è che nell’immediato schizzerebbero su e di parecchio,mentre per normalizzarsi impiegherebbero intorno ai 20 anni!.
    dulcis in fundo sento leggo di studi fatti di quà di là di esperti professori che
    puntualmente fotografano uno scenario che taxisti ed utenti stessi non vedono,ora capisco perchè lO:C:S:E giudica la formazione dei nostri ragazzi debole per usare un eufemismo con questi maestri
    grazie per l’attenzione

  91. Miguel

    Contro l’ideologia delle liberalizzazioni

    Incurante dei referendum, il governo dei professori avanza nella battaglia contro le «lobby» che frenerebbero il libero mercato. Bisogna rompere l’egemonia di una cultura che fa presa anche a sinistra. E dire che non tutto può essere piegato alle esigenze della crescita e della produzione

    Con una mancanza di fantasia e di senso della realtà davvero sconcertante, il governo tecnico dichiara di voler incardinare la fase 2 della sua azione sulle liberalizzazioni. Fra i massimi responsabili della crisi globale e del degrado italiano, ai soliti notai e taxisti romani, si aggiungono così, con Repubblica in prima fila, anche i farmacisti, gli avvocati, gli edicolanti. Incurante del senso politico del voto referendario che chiedeva di “invertire la rotta” proprio rispetto al trend neoliberale di privatizzazioni e liberalizzazioni, il governo dei professori, promette di dare battaglia alle lobby che minano la nostra capacità di “crescere e di competere” sui mercati globali. Con toni diversi sono intervenuti in questi giorni Massimo Mucchetti sul Corriere e Luigi Zingales sull’Espresso. Il primo avanza dubbi quantitativi (condivisibili) sull’urgenza e l’importanza delle liberalizzazioni nei detti settori, che riguarderebbero poche centinaia di milioni di euro, rispetto alla vera “ciccia” che sta altrove, in particolare nel mercato dell’energia e in quello dei trasporti pubblici dove “ballano” le decine di miliardi (qui per la verità balla pure l’esito formale del referendum contro il decreto Ronchi che non riguardava affatto solo l’acqua: ma di questo dopo Napolitano anche Monti pare volersene fare un baffo).

    Il secondo, con il solito tono di gratitudine sconfinata per quel sistema universitario americano che lo ha salvato dal precariato accademico, racconta di un’Italia profonda in cui i “i notabili” (farmacisti, avvocati, notai e banchieri provinciali) perdono il loro tempo a prendere l’aperitivo al bar (dove non si rilascia lo scontrino) per piazzare i propri figli, invece di “produrre” facendo crescere il Pil e partecipare davvero alla competizione globale. Purtroppo anche sul nostro giornale Pitagora non era stato troppo distonico (per fortuna ci siamo riscattati con un Robecchi insolitamente amaro): di liberalizzazioni si parla tanto ma poi non si fanno, proprio come se si stesse parlando di roba per sua natura giusta e desiderabile ma che le contingenze del mondo reale (soprattutto del mondo italico) snaturano e corrompono. Mala tempora currunt se questi discorsi si sentono anche a sinistra (e non intendo il Pd che ne è brodo di coltura).

    È dunque una vera e propria cultura egemonica, un’ideologia ci dice Mucchetti, quella che va superata. Un’ideologia ben più pervasiva di quella un po’ estremista e tutto sommato innocua dei Chicago Boys de’ noantri (gli stessi bocconiani al governo sanno che la politica non è una tabula rasa e in qualche modo trattano) che pervade anche chi ben sa (come lo stesso Mucchetti o come Pitagora) che l’economia politica non è un esercizio di astrazione matematica. Per essere intellettualmentre liberi e critici occorre oggi sforzarsi di superare la visione competitiva dell’esistenza, che misura la vita con parametri quantitativi, inducendo senso di colpa in chi non produce o produce meno di quanto potrebbe. Bisognerebbe finalmente rendersi conto che un mondo bello non è una miniera in cui viene premiato il compagno Stakanov ed in cui le menti migliori, come ci dice Zingales, piuttosto che fare i notai fanno gli investment bankers come i più bravi fra i suoi studenti di Chicago. Bisogna che ci si renda finalmente conto che in questo nostro mondo si produce già fin troppo e che il nostro problema non è quello di produrre di più per offrire merci e servizi a costi sempre più bassi, ma di distribuire meglio quanto prodotto, creando tutti insieme un mondo in cui l’esistenza sia per tutti libera, solidale e dignitosa.

    Certo che il taxi può costare meno, se i taxisti invece di essere parte di un ceto medio-basso che, lavorando duramente, porta a casa uno stipendio decoroso (certo non altissimo) fossero dei lavoratori a cottimo sfruttati che dormono per strada! Ma io credo sarebbe meglio farlo crescere questo ceto medio, piuttosto che umiliarlo laddove esiste. Certo che un pallone di cuoio, cucito a mano da un bambino a Giacarta, può costare anche molto meno al supermercato… ma che criterio di valutazione sociale è mai quello della soddisfazione del consumatore? E poi, al di là della questione etica, oggi sappiamo bene che i beneficiari storici delle liberalizzazioni sono da sempre i grandi oligopoli. Un oligopolio di grandi compagnie con centinaia di taxisti dipendenti, di grandi studi professionali, di banche e assicurazioni o di grande distribuzione colma gli spazi di mercato che le liberalizzazioni aprono. Sappiamo anche bene che i prezzi diminuiscono (forse) in un primo momento ma poi aumentano a dismisura, così come a dismisura aumentano sfruttamento dei lavoratori, stress e dipendenza degli utenti, proprio come avvenuto con il mercato della telefonia mobile. E allora, investire su una riconversione sociale che mette al centro la qualità e la giusta distribuzione significa apprezzare la pace di spirito che deriva dall’acquistare un immobile sapendo che non verrai truffato dalla banca che ti presta i soldi (a questo serve da noi il controllo notarile ed è una fortuna che giovani e bravi giuristi si avvicinino a quella professione), pagare tasse sufficienti a che un trasporto pubblico a buon prezzo (non liberalizzato) possa raggiungere tutti gli angoli delle città, garantendo mobilità diffusa ecologica e accessibile a tutti; apprezzare il variopinto colore delle edicole nel cuore delle città e la dignità degli edicolanti che vogliamo parte del ceto medio (possibilmente che vendano anche giornali che non resisterebbero alle pressioni del mercato ma che fanno informazione di qualità); godere di dieci minuti di conversazione col farmacista, sapendo che costui ha sufficiente tempo per studiare ed aggiornarsi e non è un povero commesso sfruttato.

    Insomma respingere le liberalizzazioni come ideologia significa apprezzare un mondo slow in cui si è contenti che le banche italiane, per incapacità dei loro managers, non si fossero avventurate di più nella competizione globale (anche se non mi piace vedere al governo manager incapaci nel loro campo), o in cui non si è contenti che un governo, fintamente tecnico, sia un migliore esecutore degli ordini odiosi della Bce. Preferisco prendere il taxi sapendo che chi guida ha la pancia piena e non è alla diciottesima ora di lavoro, ma ancora di più preferirei poter prendere un autobus elettrico, guidato da un dipendente pagato il giusto, che mi porta dove devo andare. Quest’ultimo servizio il privato, con la sua logica del profitto, non potrà mai darmelo. Per costruire un mondo migliore non è necessario distruggere quanto funziona di quello che abitiamo. L’ideologia della liberalizzazione non riconosce questa massima di buon senso.

    Credo che vada detto una volta per tutte. Non possiamo oggi parlare di liberalizzazioni senza tener conto dell’esito del referendum del giugno scorso in cui gli italiani hanno detto di preferire la logica dei beni comuni rispetto a quella della concorrenza. Inoltre, dobbiamo smettere di ritenere che si possa essere di sinistra auspicando un mondo in cui ogni spazio di vita si piega alle esigenze del mercato, della crescita e della produzione.

    Ugo Mattei
    Fonte: http://www.ilmanifesto.it
    30.12.2011

  92. pable

    Tutto molto semplice.Più(anzi,molti più)taxi significa più traffico congestionato, tassametro(garanzia per il consumatore)che diventa un soprammobile e gettito fiscale ridotto quasi a 0 (con moglie e figlio a carico anzi andrò a credito). il servizio? nelle periferie scadrà quasi a zero perchè molti rinunceranno al radiotaxi con conseguente perdita di posti di lavoro dipendenti.Dimenticato qualcosa? Ah sì, anche i tassisti scrupolosi e onesti come me saliranno sul taxi col passamontagna

  93. filo036

    Per fare un lavoro ci vogliono delle competenze.Per fare l’idraulico devi aver fatto questo lavoro.Cosi’ un pittore edile,non si apre una pasticceria se non sei pasticcere,anche un ciabattino deve capire di colla e suole.Per fare i tassisti non e’ cosi’;basta avere la patente e comprare un’auto bianca ,anche usata,e si comincia.Addirittura si puo’ verniciare anche la propria,ma si puo’ fare di meglio.Nelle marche vi e’ un’azienda che ti applica decalcomanie che fanno diventare un’auto verde pisello di un bel bianco perla,per la modica di 700 euro.E’ per questo che non si puo’ liberalizzare .Per impedire ad un esercito di disoccupati di invadere una citta con macchine verniciate.Un esercito di disperati convinti ,a forza di sentir parlare di casta,di aver risolto il problema lavoro con .Certo il tur-over sara’pazzesco, faremo trasmissioni dove si parlera’ di precariato e di persone senza speranza,ci strapperemo i capelli ma poi ognuno a nanna con i propri problemi.Il paradosso si raggiunge con le edicole.Con i taxi dicono lo fanno per i prezzi ;per le edicole ,dove i prezzi sono uguali per tutti i punti vendita,per cosa lo fanno?Se un’edicola si trova davanti ad un supermercato e allo stesso gli si da la possibilita’ di vendere quotidiani cosa deve fare l’edicola?Forse puo’ vendere carne o mortadella?Se questo sfigato ha una famiglia forse gli pagheremo la cassa integrazione?saluti

  94. arduino

    certamente in una politica governata dalla finanza lei fa il suo lavoro e se non riuscira’ ad ottenere dei risultati la prossima volta chiameranno un’altro.Sono un ex alimentarista
    al quale avevate detto che con le liberalizzazioni i giovani avrebbero trovato posti di lavoro e i prezzi sarebbero calati ,mi sento di poter dire che nulla di tutto cio’ e’ successo.Al posto delle nostre piccole attivita’ sono sorti i vostri supermercati (sporchi ,cari e senza concorrenza se non quella delle cosche).

  95. Roby

    Parlano di liberalizzare ma qual’è il progetto? almeno per i farmacisti si sa cosa e come vogliono farlo, ma per noi tassisti?Ma quello che fece veltroni non fu una sorta di liberalizzazione? mettere il 30% di licenze in più e finite in mano agente che ci ha fatto un businnes creando una concorrenza sleale con gli altri tassisti i quali, specie per chi aveva comprato, non poteva permettersi la macchina da 50.000 euro o almeno una machina nuova per lavorare ma rabattarsi con quello che aveva.Inoltre, tutti gli ncc di fuori Roma ,che lavorano a Roma , per poi pagare le tasse nei comuni dove gli è stata rilasciata la licenza, non è una liberalizzazione? un altra concorrenza sleale verso i tassisti e i noleggiatori di Roma.
    Ricordo a tutti che il Sindaco di Bolohna nel 2009 fece pagare ai vincitori del concorso per il rilascio delle licenze taxi, 150.000 euro, così che ne vennero in possesso solo chi ne aveva veramente bisogno e non gente che ne ha fatto una rendita mensile.Prima di tutto dovrebbero organizzare il settore, togliere tutte le mele marce che infangano la nostra professione, mettere delle rfegole che chi sbaglia paga , ma paga veramente e poi si può potrà parlare di un progetto di liberalizzare…..ma anche il carburante….ai pescatori e agli agricoltori, che non svolgono servizio pubblico, gli viene erogato alla metà del prezzo e durante il fermo pesca vengono pagati, noi invece per quanti siamo andiamo in ” riduzione organico ” acasa a spese nostre!

  96. espomax

    premetto che ho letto adesso e “alla veloce”.

    io,proprio nn capissco…..MILIONI DI BLOG…DISCUSSIONI….POST…x parlare di liberalizzazioni taxi…..

    ALLORA,COSA CERCATE???
    -volete tariffe e servizio migliore? lo vogliono anche i tassisti,al 100% tutti.

    -liberalizzare (i taxi)….NN FA CALARE NULLA,NN MIGLIORA NULLA,ormai l’han capito anche gli alberi,cosa cercate di fare LIBERALIZZANDO I TAXI? e’ una domanda facile facile,se qualcuno volesse rispondere…..

  97. Landolfi

    I tassisti sostengono che sia normale farsi prestare 100k€ e guidando l’auto per qualche ora al giorno ripagare il debito, gli interessi e prendere anche uno stipendio!
    E’ ovvio che tutto ciò è possibile solo con i forti privilegi garantiti dalle leggi attuali.

  98. espomax

    su internet e’ pieno di fenomeni…..

    @landolfi
    io…un tassista,io…lavoro 12 ore al giorno (inizio alle 17 e termino alle 05)piu’ 1 ora x andare e 1 x tornare…..parto di casa alle 16 e mi metto a letto alle 6,30 del mattino.

    devo commentare il tuo messaggio o ti basta cosi?

  99. Landolfi

    @espomax
    Te l’ha detto il medico di fare il tassista? O ti senti vocato?

    Ma non capite che fate una vita d’inferno proprio per pagare la licenza? Che se chiunque potesse fare il tassista, sarebbe un lavoro organizzato dal comune a cui dedicare qualche ora ogni tanto e non l’attività principale di una persona intelligente?

    A me fa male al cuore vedere tante brave persone che passano le ore a fare la settimana enigmistica aspettando il prossimo cliente.

    12 ore al giorno… sai quante cose potresti fare? Cose utili, molto più utili che portare a spasso qualcuno!

  100. espomax

    @landolfi …….

    E quindi? che caspita stai dicendo?fate poche ore….fate troppo poco….parole crociate…..ma che dici?

    Dillo tu a tutto il mondo come devesse il mestiere taxi dai su……esprimiti…liberalizzeresti perche’ cosi succederebbe che…….?

  101. Paolo

    Ma sinceramente non abbiamo già perso troppo su in blog di economisti di quart’ordine che appartengono a una fondazione che senza i soldi di De Benedetti e le leccate a Confindustria sarebbero impiegati di medio basso livello? Ridiamogli il blog così se la raccontano. Sul fatto poi che siano laureati ci sarebbe da discutere. Forse qualcuno, viste le ‘roccheforti’?! , avrebbe dovuto prendere una laurea in Italiano prima di quella in economia. Si riempiono la bocca di ‘agreement’ ‘target’ ‘spread’ e cag… in inglese per darsi un tono. Ma il congiuntivo italiano o i plurali complessi spesso li tradiscono. It’s a misunderstand… Ohh

  102. Paolo

    Ma sinceramente non abbiamo già perso troppo su in blog di economisti di quart’ordine che appartengono a una fondazione che senza i soldi di De Benedetti e le leccate a Confindustria sarebbero impiegati di medio basso livello? Ridiamogli il blog così se la raccontano. Sul fatto poi che siano laureati ci sarebbe da discutere. Forse qualcuno, viste le ‘roccheforti’?! , avrebbe dovuto prendere una laurea in Italiano prima di quella in economia. Si riempiono la bocca di ‘agreement’ ‘target’ ‘spread’ e cag… in inglese per darsi un tono. Ma il congiuntivo italiano o i plurali complessi spesso li tradiscono. It’s a misunderstand… Ohh Sorry!!!!

  103. roberto

    Ma perche non liberalizzare gli orari degli uffici pubblici ? Ma attenzione senza fare nuove assunzioni !

  104. roberto

    Inaspettato e sorprendente MARCO RIZZO . Chapeau !
    Perché se la prendono con taxisti e benzinai? (considerazioni di Marco Rizzo)

    Questa settimana, l’organo ufficiale del “capitalismo di sinistra” -L’Espresso- ha indicato nella sua copertina i taxisti come il nemico da battere. In realtà dovremmo anche aggiungere i benzinai che da tempo sono nel mirino dei prezzolati pennivendoli della stampa “progressista” come le cause dei mali del nostro Paese. Non esistendo più, nell’immaginario collettivo (sic!), la classe operaia , in quanto azzerata come soggetto capace di esprimere un blocco sociale resistente e alternativo, il capitalismo globalizzato ha bisogno come il pane di indicare nuovi “nemici” al popolo per evitare che alla fine di questo generalizzato processo di impoverimento si possa indicare appunto nei banchieri, nei grandi capitalisti e nei loro manutengoli tecnico-istituzionali il vero cancro della società attuale. Mentre si cancellano di fatto le pensioni, si azzera lo stato sociale, si aumentano a dismisura tariffe di ogni tipo dalle autostrade alla benzina, il processo di dissimulazione delle colpe del capitalismo gira al massimo. Grazie ai media, principalmente quelli della finta-sinistra, una vera e propria macchina del fango colpisce questi lavoratori (parliamo dei taxisti e dei benzinai) che, a differenza di un passato in parte garantito che da tempo non c’è più, vivono sulla propria pelle il processo di proletarizzazione del ceto medio,. L’accanimento è spesso condito da vero e proprio odio di classe da parte dei moltiplicatori della classe dei “rampanti” (professionisti, giornalisti, vip c varia umanità) che pretenderebbero di trovare il taxi libero sotto casa a qualunque ora anche quando piove ( come se ci fosse un numero di taxi pari a quello di ogni possibile utente, salvo poi chiedere dove manderemmo a magiare tutta sta gente nelle giornate di normale afflusso) . Il governo vampiro dei tecnici di Eurolandia li ha messi nel mirino e lavorerà per regalare a breve alle nostre città un esercito di immigrati che, supersfruttati, guideranno un parco macchine adeguato ad una multinazionale del settore. Questo è l’obbiettivo delle cosidette “liberalizzazioni”. La linea è la stessa da tempo: chiudi cento piccole attività e apri un ipermercato nelle mani della grande distribuzione. A questa linea è connaturata anche il tipo di società capitalistica: nasci, produci, consuma e crepa. Questo è il percorso dedicato alla stragrande maggioranza del popolo.

    A questo punto qualcuno può cominciare a capire perché un comunista si può (si deve) “occupare” anche dei taxisti, dei benzinai e di tutta quella parte del popolo costituita da piccoli artigiani, commercianti e quant’altro oggi possono costituire una vera alleanza sociale per la risollevazione della classe operaia in vista di una vera rivoluzione della società in senso socialista. Stiamo parlando di allanze sociali e non elettorali a cui i finto-comunisti ci avevano tanto abituato in questì anni. Ai veri comunisti interessa molto poco questa politica e ancor meno questo quadro politico. Volendone parlare possiamo dire oggi, con esattezza, che siamo contro Monti tanto quanto e forse di più che contro Berlusconi e che mai ci si potrà alleare con il PD ed un centro sinistra totalmente asservito ai poteri forti e ai tecnocrati filoeuropei. In tal senso molto meglio allearsi con un taxista maleducato che con un fighetto della sinistra radical-chic, ma su questo tema, quello della costruzione del più ampio fronte del lavoro come passaggio strategico per la costruzione del vero Partito Comunista torneremo presto a discutere.

  105. Stefano P

    Allora, vi riassumo i motivi per cui questa proposta dell’IBL è fondamentalmente sbagliata dove pretende di introdurre la concorrenza, trattando i tassisti come impenditori in un libero mercato.
    Innanzitutto, bisogna capire cos’è e come funziona il servizio taxi.
    I taxi offrono un servizio di mobilità che i Comuni non possono dare, cioè il trasporto porta-a-porta personalizzato. Il servizio è regolato dai Comuni che ne impongono le regole; queste prevedono diversi obblighi e divieti: vediamoli.
    Il tassista non può stabilire il prezzo della prestazione: ci sono le tariffe e i tassametri, mentre qualunque imprenditore/negoziante è libero di di stabilire il prezzo di ciò che vende, dal sottocosto all’infinito.
    I tassisti non possono differenziarsi tra loro: si mettono in coda e rispondono solo alle richieste dei clienti e i clienti non possono scegliere un preciso taxi, al limite chiedere un’auto più grossa o con qualche caratteristica e prendere la prima che capita. Ogni imprenditore/negoziante cerca di differenziarsi dai concorrenti per convincere i clienti di essere il migliore.
    I tassisti non possono rifiutare un servizio, mentre un imprenditore/negoziante può rifiutare di vendere senza nemmeno spiegare perché.
    Il tassista si accolla oneri e rischi di un servizio che il Comune non potrebbe gestire con suoi dipendenti e mezzi, in cambio ottiene un’esclusiva del servizio che, con le tariffe amministrate, gli permette di coprire i costi e sostentarsi. Il Comune può, comunque, intervenire sul numero dei taxi e sulle tariffe già oggi, in diversi modi e quindi, se crede che il servizio sia insufficiente, non fa altro che emettere nuove licenze o permettere le seconde guide o rivedere il piano tariffario.
    Se saltasse il concetto di limitazione dei taxi, il mercato dovrebbe consentirne in qualche modo la selezione, permettendo ai tassisti di scegliersi la tariffa, il cliente e il modo in cui differenziarsi. Da notare che sul mercato c’è già chi si sceglie la tariffa, il cliente e si differenzia: è il servizio di Noleggio Con Conducente, che infatti è quasi totalmente rivolto a clienti che possono permettersi una certa spesa e non si offrono certo per portare la gente dalla stazione centrale a piazza Duomo. Quindi i tassisti di oggi, dovrebbero tutti diventare NCC.
    Alla fine del discorso, vorrei anche porre una domanda: quanto pensate che dovrebbe costare un’auto con l’autista al chilometro, al giorno d’oggi? 1,7 Euro vi sembra troppo?
    Provate a vedere le tariffe di un’auto a noleggio che dovete guidare e rifornire voi…

  106. espomax

    Alessandro, tassista a Berlino

    Salve, mi chiamo Alessandro e sono un tassista italo-tedesco che lavora a Berlino. Ho 34 anni, ma posso considerarmi veterano, avendo cominciato giovanissimo alla fine degli anni ’90 a svolgere questo mestiere.

    Proprio negli anni ’90 è avvenuta la liberalizzazione delle licenze. A numero chiuso le licenze in circolazione erano poco meno di 6.000 e il valore sul mercato nero era di circa 80.000 DM per unità. Già allora i tassisti sostenevano di passarsela male e chiedevano una riduzione delle licenze in esercizio. La giunta comunale di Berlino non ci stette e deliberò una liberalizzazione selvaggia, emettendo nuove licenze a chiunque ne facesse richiesta per le sole spese di segreteria e amministrative di circa 200 €. Per i tassisti già titolari di licenza, non ci fu nessun tipo di indennizzo.

    Gli auspici di questa liberalizzazione erano uguali a quelli attualmente in circolazione in Italia, maggiore concorrenza, più occupazione, tariffe più basse, servizi migliori e naturalmente ricorreva nell’immaginario collettivo, fomentato dai media, la figura del tassista disonesto che preferisce lucrare su poche, care corse e farsi uno stipendio spropositato grazie al suo monopolio. Nei mesi successivi alla liberalizzazione, si ebbe un assedio alle licenze, aumentando oltre di mille unità. Questo fece crollare gli incassi. Un diurno, lavorando 60 ore la settimana, incassava 1.700/1.800 € al mese, un notturno 2.200/2.300 €. Non bisogna essere esperti del settore, per capire che con tali incassi è difficile non rimetterci, figuriamoci guadagnarci qualcosa.

    Il dogma liberalista vuole che uno che non rientra nei costi, chiude baracca e si mette a fare il muratore o il cuoco, a Berlino non è andata proprio cosi. È cominciata una lotta per la sopravvivenza, combattuta con tutte le armi, anche illegali. Clienti raggirati, tassisti che rifiutano corse brevi, evasione fiscale aumentata, le officine per restare nel mercato hanno dovuto offrire ai tassisti il servizio di manipolazione dei contachilometri, dato che questo ai tempi era l’unico strumento che il fisco usava per sorvegliare i tassisti.

    I posteggi, già stracolmi prima, non riuscivano più a ricevere i nuovi taxi, si sono create dappertutto doppie file che regolarmente bloccavano strade e gli accessi alle stazioni e aeroporti, con i conseguenti interventi della polizia fioccavano le multe. I tassisti hanno anche cominciato a dare “mance” agli infermieri degli ospedali, col risultato che ormai nessun corsa lucrativa che esce da un ospedale, va ad un tassista casuale, ma solo ad uno che ha prima pagato. Lo stesso è successo con le centrali taxi, con tanti centralinisti corrotti che passavano gli corse solo ad alcuni.

    Il parco macchine in generale è andato a deteriorarsi, Berlino è diventato un mercato d’importazione per i rottami messi fuori uso in città come Monaco, Stoccarda e Francoforte che hanno ancora il numero chiuso delle licenze. Prima queste macchine venivano esportate in Africa o nell’Est europeo.

    Molti hanno dovuto abbandonare, specialmente i tassisti onesti e “fessi”, che hanno continuato a lavorare regolarmente, mentre quelli tendenzialmente più disonesti hanno avuto la meglio e si sono imposti con metodi illegali.

    Nel giro di un paio d’anni, molte licenze sono state restituite, per un periodo il numero delle licenze totali era addirittura inferiore a quello a numero chiuso, solo che ormai il danno era già stato fatto e gli incassi non sono tornati ad essere gli stessi di prima.

    Durante questo periodo abbiamo perso un’importante fascia di clienti, le tariffe non sono diminuite, al contrario, sono aumentate sensibilmente, come mai prima. Mentre a numero chiuso, le tariffe tenevano il passo con l’inflazione, per tentare di compensare il crollo degli incassi dovuti alla liberalizzazione, hanno aumentato le tariffe a ritmi più che doppi rispetto l’inflazione, facendoci perdere ulteriori clienti.

    Attualmente la quota fissa di partenza è di 3,20 €, i primi sette km costano 1,65 €, dal settimo in poi si paga 1,28 €, l’incasso effettivo per km occupato si aggira sui 2 €, mentre quello per km percorso 0,95-1 € per un notturno, e 1,10-120 € per un diurno. La tariffa, che io considero adeguata e forse con più lavoro potrebbe anche essere abbassata, entro giugno verrà ancora sensibilmente aumentata.

    Spulciando fra le tariffe italiane, ho visto delle cifre oscene, oscenamente basse, tipo i 92 centesimi di Roma e come se non bastasse un rapporto taxi/abitanti altissimo e questo nel paese più motorizzato al mondo dopo gli USA.

    Io non ho idea di come ci si possa tirare fuori uno stipendio decente a queste condizioni. Trovo assurda la campagna iniziata dai media, allo scopo non di informare fornendo numeri e fatti, ma di suscitare odio nell’opinione pubblica verso una categoria che deve fungere da capro espiatorio, per coprire i soliti noti.

    Spero che terrete duro e facciate valere le vostre ragioni.

  107. Laurent

    Figuraccia clamorosa di un sottosegretario ieri sulla sette.
    Le sue fonti di informazione sono … “i miei amici”.
    Da per scontato che raddoppiando i taxi raddoppino gli introiti….
    Alla giusta disperazione (io non sono tassista) dei tassisti per l’azzeramento del valore della licenza comprata con un mutuo ha risposto “le liberalizzazioni vi porteranno però altri vantaggi, come la riduzione del prezzo dei carburanti” (sic). A parte il fatto che lo stesso governo Monti ha appena aumentato le accise, il margine per la concorrenza è di qualche centesimo, cioè nulla.

    A che pro questa “liberalizzazione”? A parte l’effetto trascurabile, di questo passo Monti ci farà andare tutti a piedi. Solo fumo negli occhi e macelleria sociale per farci dimenticare il vero problema: l’eccesso di spesa e le spese pazze di questo verminaio di corruttela che è il settore pubblico italiano.

    Se questi sono i tecnici, si salvi chi può.

    P.S. Le poche volte che sono andato a Roma ho trovato subito un taxi ed ho pagato anche poco. Dove sta il problema?

  108. marcantonio

    Se i tecnici sono convinti di risolvere qualche problema all’Italia liberalizzando i taxi, liberalizzando l’orario dei negozi, ecc. Dio ci salvi velocemente da questi spocchiosi professori, costoro hanno di fatto diminuito le pensioni e le hanno quasi abolite per le future generazioni, aumentato a destra e a manca le tasse e pretendono di farci credere che con queste misure riprenderà l’economia. Ma se ci saranno sempre meno soldi in tasca ai cittadini, le merci in conseguenza dell’aumento del prelievo fiscale saranno sempre più care come si potrà evitare una paurosa depressione? Questi professori saranno bravi a risolvere difficili espressioni algebriche ma si sono forse dimenticati che due più due fa quattro?
    Per ora la gente va in piazza coi forconi, attenti che non ci costringano ad andarci con altri attrezzi….

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