2
Gen
2014

Il misterioso fascino della “busta arancione” – di Andrea Battista

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Andrea Battista.

Se ne parla da svariati anni. Almeno per i non addetti ai lavori – ma forse non solo – è uno dei tanti misteri del nostro paese.

Ancora pochi giorni fa il ministro Giovannini ricordava i complessi problemi tecnici e legali legati all’invio della c.d. busta arancione ossia – più esplicitamente – dell’estratto conto individuale relativo alla previdenza pubblica.

Svariate domande sul tema sono ispirate dal puro buon senso: “come si fa” ad essere contrari ad informare la popolazione su quello che prenderà di pensione? Cosa c’è di così intrigante in questo “mistero”? Come è possibile non riuscire ad inviare in qualche modo questa informazione, dopo diversi anni di buoni tecnici al lavoro?

Altri paesi non la inviano ai futuri pensionati da numerosi anni? Non l’abbiamo chiamata busta arancione in omaggio a qualche esempio scandinavo, che fa sempre politically correct?

Superato il primo stupore per la situazione, tre sono a mio avviso le motivazioni logicamente plausibili:

  • lo Stato (e gli enti pubblici preposti) “non vuole” far conoscere ai cittadini l’importo della pensione;
  • lo Stato “non può” farlo conoscere;
  • la pensione è un dato oggettivamente inconoscibile, perché è funzione di numerose variabili oggettivamente non facili da prevedere.

Insomma, pare un esempio del classico problema skill/will. È di ovvia rilevanza, a mio avviso, comprendere dove la spiegazione giusta si posiziona sulla matrice.

Che le pensione possa far parte del novero degli “arcana imperii” è apparentemente davvero curioso.

Dopotutto è un principio generale che chiunque riceva i nostri soldi debba rendicontarci su quanto rendono, in che cosa il processo di gestione li trasforma nel tempo (una rendita pensionistica, nel nostro caso). Per i soggetti privati, operanti in qualsiasi forma, la normativa è giustamente rigorosa e dettagliata.

Se pensiamo all’imponente redistribuzione, non esplicita ed in qualche misura casuale, che sta dietro il sistema pensionistico pubblico italiano, il fenomeno diventa più comprensibile. Redistribuzione in primis intergenerazionale ma non solo, vista la quantità di norme speciali e privilegi sedimentatesi nel tempo, a favore di questo o quel gruppo. Questa spiegazione – attinente alla volontà di comunicare piuttosto che alla capacità di farlo – a nostro avviso coglie nel segno.

Inoltre, il fatto che gli enti pensionistici pubblici non mettano a disposizione normalmente l’estratto conto previdenziale individuale nasconde la natura almeno parzialmente fiscale della contribuzione pensionistica obbligatoria. Non si viene rendicontati individualmente, così come non passerebbe in testa a nessun governo un rendiconto individuale dei benefici delle imposte pagate.

La voluta mancanza di trasparenza può essere accettata come spiegazione fattuale (è così) ma non certo normativa (dovrebbe andare così). Non credo che lo sosterrebbe nessuno, nel pur variegato e spesso sorprendente panorama politico italiano.

Che esista poi un tema di capacità – sotto forma di knowledge problem – è pure probabile ma la busta arancione è – a ben vedere – proprio l’occasione per risolverlo. Infatti, se i dati a disposizione degli enti previdenziali sono sbagliati e carenti, delle due l’una:

  • saranno corretti al momento dell’erogazione della pensione, creando un improvviso dramma da aspettative disattese, se la correzione è al ribasso;
  • oppure vengono corretti progressivamente e, per farlo, l’unico modo è comunicare quanto risulta negli archivi degli enti previdenziali, gestendo per tempo la reazione del futuro pensionato.

Da persone del mestiere, non ci sfugge la complessità gestionale del tema ma ci rifiutiamo di credere che, dopo tanti anni, la produzione della busta arancione sia oltre i mezzi tecnici ed operativi degli enti previdenziali, almeno i principali (le capacità informatiche e gestionali dell’INPS sono spesso elogiate).

Il terzo argomento – è un tema di capacità ma non risolvibile – è il più serio, anche se cozza per l’appunto contro esperienze estere più o meno diffuse.

È ovviamente vero che tecnicamente non esiste un valore certo di pensione, dipendendo questo dai dati che concretamente assumeranno variabili aleatorie come il tasso di crescita del PIL, la retribuzione personale e in particolare la durata futura della vita umana.

Non siamo però in una situazione dissimile da molte vicende umane: dove non esistono dati certi, si usano valori attesi esplicitando le ipotesi sottostanti ovvero si crea un certo numero – ridotto e comprensibile – di scenari alternativi (ad esempio centrale, positivo e negativo).

Le odierne tecnologie – ormai standard – possono aiutare non poco in questo, considerato che simulatori di calcolo sono disponibili da anni sul mercato e spesso implementati dagli operatori della previdenza privata.

Esistono infine una serie di argomentazioni “tattiche”, che ogni tanto si affacciano sulla scena del dibattito.

  • Il problema del mancato decollo della previdenza privata – a cui la busta arancione è considerata funzionale – è la mancanza di risorse della classe media sempre più povera, non il tema di essere informati.
  • La comunicazione della pensione è ansiogena, ci si penserà “ a tempo debito”.

La genesi paternalista di queste due motivazioni è evidente.

La prima ragione evidentemente non coglie nel segno: la comunicazione non aumenta le risorse disponibili ma neanche le diminuisce. Aiuta “i molti”, almeno in valore assoluto, che detengono le risorse ad allocarle opportunamente nel tempo.

La seconda motivazione rientra nel novero delle cose buffe: lasciamoli tranquilli, domani ci penserà qualcuno ( forse i contribuenti?). Dagli arcana imperii all’inganno del Principe, quindi.

Non è un caso che di recente è stato fatto riferimento alla scarsa dimestichezza degli italiani con i numeri, per avvalorare la tesi che l’estratto conto non dovrebbe contenere il valore della pensione attesa (rendendo così il faticoso esercizio della busta arancione l’ennesimo spreco di risorse pubbliche).

Per concludere, redistribuzione opaca delle risorse, natura parafiscale del sistema pensionistico pubblico e paternalismo di corto respiro appaiono valide spiegazioni della mancata nascita dell’estratto conto previdenziale.

Spiegazioni quindi non tecniche ma prettamente politiche. Ed è la politica di conseguenza che ha la responsabilità primaria di portare fino in fondo questo parto pluriennale.

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12 Responses

  1. Piero

    il capo dell’Inps Mastrapasqua (antipatico perchè con mille prebende e come tutti vuole il rigore solo x gli Altri) qualche anno fa disse : “se mettessimo on line le pensioni dei giovani precari scoppierebbe una rivoluzione).. Letta, che mi è antipatico pure lui, si lasciò sfuggire tempo fa una Verità all’estero : “la generazione sopra i 50 anni si è data benefit (pensioni, contratti lavoro tutelati, posti nella p.a.) a danno delle agenerazioni più giovani, ma oggi nn vi sono le condizioni politiche”.. alais consenso sindacati e partiti, destra e sinistra poco importa aggiungo io : solo quando peso elettorale esclusi sarà maggiore degli inclusi.. e solo quando peso ripianamento buco inps a carico fiscalità generale sarà insostenibile finanziariamente (anche perchè disoccupati e precari pagano pochi contributi).. emergerà un Conflitto Generazionale Inevitabile.. tanto più traumatico quanto più a lungo il sistema avrà resistito (a mio parere almeno ancora 10/15 gg.. anche perchè x ora le paghette di nonni/genitori ai figli sottooccupati allungano il brodo).. al Dolore Finanziario si Sommerà il Dolore Umano di veder Famiglie che si spaccano al loro interno..

    PS1: col passaggio alla pensione complementare (al tempo di Prodi) si spostò un bel pò di Tfr (la quota di quelli che nn han scelto di destinarlo ad un fondo pensiione privato (all’epoca i casi Enron & C.) andò all’Inps.. in pratica per pagare le pensioni attuali.. in pratica ci sarà gente che fra 20/30 anni nn solo nn avrà pensione ma neppure liquidazione..

    PS2: Debito Implicito Inps 1500 miliardi (stimato x le ragioni indicate nell’articolo) + Debito Esplicito Stato 2100 mld = Totale Debito 3600 mld

  2. DDPP

    Mi aspetto che tra una finanziaria e l’altra ci sarà l’esproprio del Fondi di Previdenza Complementare a vantaggio delle urgenze di cassa dell’INPS.
    Ricordo che, seppur non molto diffusi, i FPC hanno un patrimonio superiore al 70 Miliardi di Euro

  3. Lorenzo

    E’ evidente che non si vuole far conoscere quanto poco sarà la pensione per chi sta versando adesso cifre folli per tappare il buco creato dalla gestione passata, a dir poco criminale. La gestione dei contributi pensionistici in Italia è stato il più grosso furto legalizzato di una generazione rispetto a quelle future. E’ anche il più grave crimine commesso dai sindacati dei lavoratori dipendenti degli anni ’70…’90 nei confronti dei lavoratori attauli e futuri tutti, che fa il paio col mito del “posto fisso”. Baby pensioni, contributi pensionistici utilizzati per la CIG, lavori dichiarati “usuranti” con estrema facilità, contributi “figurativi”, pensione retributiva, pensione di anzianità, pensioni anticipate, pensioni minime a chi non ha versato quasi nulla, … Il conto è servito, purtroppo alle persone sbagliate.

    Da molti anni più del 20% del mio reddito lordissimo (e quest’anno pare che arriveremo al record del 24%). se ne va in pensione degli altri. Quello che resta, il lordo, paga poi l’IRPEF e con quello che resta devo anche ripagare dei servizi che ho già pagato più degli altri, come la sanità. Ad esempio, un baby pensionato non paga il ticket mentre io che ho pagato oltre 20% di INPS per mantenerlo e oltre 30% di IRPEF per pagare is SSN devo ripagare il SSN con dei ticket che sono spesso più del costo della prestazione. Questo non è più redistribuzione nè condivisione, questa è schiavitù di fatto.
    Non so cosa altro debba accadere in questo paese perchè qualcuno prenda davvero i forconi e butti fuori dal palazzo in malo modo gli autori (politici e sindacalisti dei lavoratori dipendenti ) e garanti di questi furti acquisiti (i santi giudici).

    Se si vuole evitare il collasso si potrebbe:
    – ricalcolare con il metodo contributivo TUTTE le pensioni, anche quell vigenti, in modo da stanare tutti gli aumenti in extremis
    – stabilire un tetto massimo di 5.000 Euro netti alle pensioni dei dipendnenti e dirigenti statali. Nel loro caso, il pagamento di contributi è un puro giroconto delle casse dello stato, tutta una finta
    – stabilire che d’ora in poi NESSUNO va in pensione prima di 65 anni
    – …

    … ma non si farà mai tutto ciò, tanto i forconi non arrivano in questo paese rammollito.
    I giudici si stracceranno le vesti per garantire questi diritti (o furti?) acquisiti.
    La soluzione sarà la seguente: pensione da fame a chi versa adesso e privilegi dei soliti noti garantiti da altre tasse e dalla violenza legale dello stato.

    Tanto più che i giovani adesso emigrano. Quindi per chi andrà in pensione fra 10…15 anni, se continua così, saranno dolori veri.

    Fermate il mondo voglio scendere

  4. Piero

    ONESTA’ INTELLETTUALE: nn si tratta solo di 10.000 politici + 10.000 sindacalisti + 10.000 alti burocrati ad aver creato questa situazione come dice e vuol credere la gente.. se fai i conti e sommi tutto x 40 anni scoprirai che milioni e milioni di persone (in misura molto diversa, e con diversi gradi di responsabilità, in campo pensionistico, diritto lavoro, sanità, evasione fiscale, debito pubblico) hanno creato questo sfascio.. la Rivoluzione Generazionale quando scoppierà (probabilmente 10/15 anni come dici te) non sarà di una Massa di sfruttati (i bravi) contro una Minoranza di privilegiati (i cattivi).. sarà di Mezza Massa di Esclusi contro Mezza Massa di Inclusi.. quindi sarà Umanamente molto traumatica xrchè Spaccherà gli Interessi all’Interno delle cerchie delle Famiglie e degli Amici..

    PS: se nn ci avessero tolto la possibilità di Stampare Moneta il declino sarebbe stato molto più lento.. i poteri internazionali (che nn son il complottismo con cui viene ridicolizzato un fenomeno reale ma poco visibile) lo han fatto apposta di disarmarci x costringerci Anticipare smantellamento sistema sociale qualche decennio prima (il COME farlo son affari interni nostri: x ora ha prevalso la soluzione di spostare tutto a carico delle generazioni giovani ed intermedie).. Draghi e Monti prima della scrisi all’estero già dicevano : il sistema di wellfare europeo ormai è insostenibile..

  5. roberto

    Egregio,

    è lo stesso motivo per il quale il Quirinale tiene i bilanci nascosti, per il quale si segretano indagini sui rifiuti inCampania etc.
    Questo purtroppo è un paese ipocrita e mente costantemente in tutte le sue dimostrazioni, adesso poi che non sanno che pesci pigliare SVEGLIA !
    Ancora stiamo ad analizzare il perchè e il per come, è tutto molto più semplice.. l’ INPS è in default e nessuno ha l’intenzione di prendersi le responsabilità del disastro, meno numeri e documenti girano , meglio è..

    Saluti
    RG

  6. Giovanni Rossi

    Articoli come questo fanno capire a cosa servirebbe un’ informazione competente e trasparente; se i giornali e/o la TV ( a parte Report ) divulgassero queste informazioni il cittadino sarebbe più tutelato; come diceva O. Wilde “.. chi racconta la verità prima o poi viene scoperto !”

  7. giuseppe1

    Quale trattamento e quali appellativi riserveremmo ad una Banca che si rifiuta di consegnarci l’estratto conto o ad una Assicurazione che non ci spedisce l’attestato di rischio? E a quali azioni giudiziarie da parte dello Stato andrebbero incontro?

  8. FEDERICO

    ma ragazzi ancora vi domandate perche’ il nostro stato in primis non vuole farci conoscere la nostra pensione pur sapendo che e’ stata costruita faticosamente con svariati soldoni che l’inps ha riscosso e sono soldi nostri…!!secondo e’ che in italia non esiste piu’ lo stato di diritto .ogni giono che ha fatto iddio e leggiamo giornali e vediamo la televisione ,anzi le televisoni,non c’e’ giorno che in una tale regione sono spariti miliardi a valanga dei contribuenti e anche qui non esiste mai chi controllava,in svariate province spariscono milioni,in svariati comuni idem per consulenze varie e di varia natura.ma dicosa vogliamo parlare i nostri governanti sono 40 anni che ci derubano,per carita’ non si vuole fare di tutta l’arba un fascio evvabbene ci saranno pure 10 persone oneste o no?

    dal 1 gennaio 2014 parecchi milioni di pensionati si sono visti decurtare la pensione chi di 50,00 e chi oltre.ecco perche’ non si puo’ essere nemmeno certi della nostra pensione,prendete i pensionati che hanno un mutuo con la banca,devono tener conto di una entrata certa o no?ma a ..questi……e ci metto anche i sindacati …..dei pensionati non gli frega niente come non gli frega nulla delle nuove generazioni.si sono riempiti la bocca durante il governo monti in primis la fornero con la mostruosa riforma sia delle pensioni e sia riforma del lavoro.avete visto questi scienziati cosa hanno provocato?se prima stavamo male ora siamo morenti.quasi spacciati.

    si potrebbero scrivere migliaia e migliaia di pagine per portare a conoscenza quello che hanno combinato chi ha governato fino ad oggi.ma la fornero come mai non si vede piu’ in giro ?chi l’ha vista????si vergogna forse di prendere pernacchie,come mai non va’ piu’ ai congressi a fare discorsi di altissima economia…..volerebbero le sedie…o forse stara’ ancora piangendo?????chiusa a casa?

  9. FEDERICO

    ps ma la cgil non dovrebbe difendere i milioni di pensionati associati?di cosa ha paura la camusso?
    al tempo della riforma pensioni diceva le pensiiono dei lavoratori non si toccano massimo 40 anni…!!!!velo ricordate quando faceva i comizi nelle piazze???e milioni di pensionati danno soldi in quanto iscritti e allora?come mai ad oggi non si alzano le voci della triplice????c’e un silenzio assordante dei sindacati,come mai non prendono soldi a chi senza versamento dei dovuti contributi,prende 91000,00 euro al MESEEEEEE TANTI ALTRI PRENDONO PENSIONI CHE VANNO DAI 30.000,00 EURO AI 60.000 AL MESEEEEEEE.ECCO CIO’ CHE NON VA’ IN ITALIA.A QUEST’ORA IL DEBITO PUBBLICO SAREBBE STATO COPERTO o no???????o sarebbe stato moltoooo..moltooo inferiore.la verita’ e’ che loro non si tolgono 1 euro ne’ rinunciano a mille privilegi,questa e’ la verita’o no?

  10. romrub

    Sulle pensioni ci sarebbe da scrivere fiumi di parole, focalizzo il mio scritto su solo due argomenti: Quarant’anni fa quando l’INPS era governato dalla triplice, le casse erano talmente piene, che hanno pensato di inventare la pensione di anzianità dopo 35 anni di servizio. La riscuotevano, con in più ulteriori assegni familiari, i lavoratori che avevano raggiunto quel limite di anzianità; dopo qualche tempo hanno introdotto l’opzione o lavoro o pensione.
    La pensione cosiddetta pubblica, non è altro che salario differito, versato dal datore di lavoro per conto dei lavoratori, e versamenti diretti da parte dei lavoratori stessi! Di pubblico ci sono solo le norme che ne determinano sia i versamenti totali che l’entità e le modalità di erogazione.
    Per contro lo stato (minuscolo voluto), ha sempre attinto a piene mani su quei fondi privati, per pagare pensioni sociali od altro di assistenziale, che sono di esclusiva pertinenza della fiscalità generale- I giovani quando avranno problemi con le pensioni, sappiano che il tesoretto non è stato dilapidato dai loro padri, ma dalla stato che ne ha usato a piene mani senza vergogna.

  11. Lorenzo

    x Piero
    Bravi/cattivi o inclusi/esclusi non cambia la sostanza. Ci sono dei privilegiati che si mantengono sulle spalle di altri ed hanno anche a disposizione mezzi coercitivi ed intimidatori per alimentare il loro indebito privilegio. Politici, sindacalisti e funzionari pubblici sono solo i principali organizzatori e beneficiari. Attorno una miriade di topi nel formaggio, che votano. Attorno ancora gli esclusi, troppo pavidi, timidi ed affetti da sindrome dio Stoccolma.
    Molti imprenditori si sono suicidati invece di rovesciare il tavolo.

    Battere moneta permette di svalutare, potrebbe svaluare un po’ il debito ma non cambierebbe il fatto che questo stato continua a prelevare troppo. Il punto fondamentale è tutto interno. Decenni di regalie e privilegi per gli inclusi erano sostenibili a breve in epoca di crescita rapida. Poi, quando finisce la crescita, arriva il conto. Euro o lira è solo un fatto secondario.

  12. Piero

    x Lorenzo : concordo su insignificanza delle parole inclusi/esclusi e bravi/cattivi. Mio punto era un altro, era numerico : non è vero che c’è 1% che ha sfasciato inps e 99% vittime. Inps è stata sfasciata dall’ 80% delle ultime due generazioni cioè da una massa (anche se con gradi di responsabilità moto diversi). E’ questa la disonesta intellettuale che in massa il popolo italiano nn vuole accettare.

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