21
Ott
2021

Il digitale a scuola: cosa abbiamo imparato e come possiamo utilizzarlo

L’esperienza della pandemia ci ha costretti a scoprire le opportunità e i limiti della didattica a distanza. Se sapremo farne tesoro, potremo offrire ai nostri giovani un’esperienza formativa migliore e più estesa.
Questo è uno dei campi in cui l’innovazione digitale ha avuto un impatto maggiore e più visibile. Senza le piattaforme online, i ragazzi avrebbero perso letteralmente mesi e mesi di scuola, in una fase dello sviluppo in cui ogni giorno è cruciale. Contemporaneamente, abbiamo potuto cogliere l’importanza della didattica in presenza e, su un piano differente, la pervasività del digital divide che deriva non solo dalle disparità nell’accesso alla banda larga, ma anche nella disponibilità di device adeguati e di competenze digitali. 

Da qui bisogna, dunque, ripartire per costruire un’offerta didattica adeguata ai tempi – inoltre per colmare le lacune rilevate negli scorsi mesi, anche in considerazione di possibili altri momenti di sospensione delle lezioni in presenza per qualsivoglia causa. Il tema, in verità, era già stato sollevato nel 2019 dal Garante delle Comunicazioni, che aveva mostrato quanto le scuole, nella maggior parte delle regioni e, in particolare nel Mezzogiorno, fossero arretrate nell’impiego delle tecnologie digitali. Si tratta di un tema che, se in parte è stato affrontato sulla scorta dell’emergenza, rimane ancora centrale – e come tale è giustamente trattato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Peraltro, l’evidenza empirica mostra che l’impiego del digitale nella didattica è un veicolo straordinariamente importante per l’alfabetizzazione digitale degli studenti stessi e, come tale, per la riduzione delle disuguaglianze nelle opportunità. 

Queste considerazioni sono cruciali alla luce di due ulteriori fatti. Il primo, forse banale, è che – in un mondo in trasformazione – l’acquisizione di competenze digitali è un asset irrinunciabile per i giovani, specie quelli provenienti da strati sociali disagiati e che dunque hanno solo nella scuola la possibilità di formarsi con le nuove tecnologie. Va da sé che questo presuppone che gli stessi insegnanti abbiano, o acquisiscano, quelle abilità digitali che gli si chiede di trasmettere ai loro studenti. Il secondo tema riguarda invece l’effetto dell’utilizzo estensivo della dad nel corso del 2020-21. Sebbene essa abbia rappresentato l’unico strumento di ancoraggio degli studenti alla scuola – e dunque abbia in un certo senso salvato l’anno – non si può tacere sulle conseguenze negative che l’assenza di un rapporto in presenza ha prodotto sugli studenti, non solo sul piano psicologico e relazionale, ma anche su quello formativo in senso stretto. Diversi studi hanno mostrato che l’impatto dell’allontanamento dalla scuola sarà rilevante e permanente, per esempio, in termini di minore reddito atteso nell’arco della vita lavorativa degli attuali studenti. Peggio ancora, questo impatto sarà particolarmente pronunciato per quei ragazzi che hanno potuto usufruire della dad in modo parziale o discontinuo, per esempio a causa dell’inaffidabilità della connessione o dell’indisponibilità di device adeguati. 

Questa esperienza dovrebbe essere foriera di importanti lezioni per il futuro. In primo luogo, ovviamente, abbiamo adesso la certezza che la didattica online non può rimpiazzare quella in presenza: il digitale è un complemento, e non un sostituto, dei mezzi tradizionali. Tuttavia, esso rappresenta un potente strumento di rafforzamento della didattica in vari modi differenti, tutti ugualmente utili e tutti meritevoli di essere esplorati e valorizzati. Per esempio, il mantenimento di forme di didattica mista – in presenza e online – può consentire agli studenti di seguire le lezioni anche quando, per ragioni indipendenti dalla propria volontà, non hanno modo di essere fisicamente presenti in classe. Nel contesto della pandemia questo chiama alla mente principalmente i casi di quarantena, ma anche in un mondo post-pandemico non sono poche le circostanze in cui un ragazzo può trovarsi impossibilitato a raggiungere la scuola, ma comunque disporre delle risorse fisiche e intellettuali per assistere alle lezioni anziché doverle ricuperare autonomamente attraverso lo studio individuale o gli appunti dei colleghi. Inoltre, i pacchetti per la didattica digitale consentono una migliore gestione della comunicazione e dello scambio di informazioni tra scuola famiglia, tra docenti e studenti, e tra gli studenti stessi, ampliando le possibilità di collaborazione e partecipazione alla didattica. 

È cruciale tornare in presenza: ma è altrettanto importante non disperdere l’esperienza maturata e usare la tecnologia come strumento di potenziamento e moltiplicazione dell’offerta didattica.


Italia in digitale mette a disposizione una serie di strumenti per supportare l’insegnamento e l’apprendimento online.  Tramite una sezione dedicata, Google fornisce piattaforme senza costi e risorse utili per la formazione, permettendo a insegnanti e studenti di rimanere connessi e produttivi anche a distanza. L’obiettivo è quello di sostenere la didattica attraverso le tecnologie necessarie a svolgere le attività stimolando comunque la creatività, incoraggiando l’apprendimento pratico e promuovendo lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti.

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