23
Dic
2009

Caro Marchionne, veniamo a chiederti di restituirci il favore

Figurarsi se su questo sito poniamo in discussione la legittimità delle scelte di un’azienda rispetto ai propri investimenti. Ma nel caso della Fiat e dello stabilimento di Termini Imerese la forza di gravità del mercato è in qualche modo sospesa: lo ricordava Oscar Giannino, la presenza degli incentivi pubblici alla rottamazione, di cui la Fiat è somma beneficiaria, autorizza la politica ed i sindacati ad avanzare richieste e a pretendere risposte dal Lingotto. L’aiuto pubblico è un patto col diavolo per chi lo accetta, nel bene e soprattutto nel male.

E allora, se fossi il ministro dello Sviluppo economico, non mi trincererei dietro nobili e ‘liberali’ astensioni dalla questione, banalmente perché la vicenda di Termini Imerese non si svolge in un contesto di mercato, ma in un ambiente pesantemente inquinato di statalismo. Con Marchionne ci sarebbe da esser chiari e fare un ragionamento del genere:

Caro Sergio, siamo uomini di mondo ed i numeri li sappiamo leggere, lo stabilimento siciliano è messo in pessime condizioni e tenerlo in piedi è da pazzi, ma ora ti chiediamo di restituirci il favore che t’abbiamo fatto con gli incentivi. Vale a dire con i soldi dei contribuenti. Qui fuori è pieno di cinesi ed indiani che un pensierino a Termini Imerese lo stanno facendo e a noi non dispiacerebbe che questi nuovi ricchi investissero in Sicilia. Fanno auto, come te, e non ci pare proprio un’obiezione al loro arrivo. Nessuno ti chiede di regalare a chicchessia stabilimento ed impianti, ma vederti scappare via col malloppo degli incentivi, quelli dell’anno scorso e soprattutto quelli del prossimo anno, e osservare Termini Imerese arrugginirsi proprio non ci va. A buon intenditor, poche parole.

You may also like

Un apologo: le pecore inglesi e Marchionne—di Matteo Repetti
Auto: i numeri del mercato, brand e sconti dicono che per Fiat resterà dura
La lezione Fiat-Electrolux: al sindacato, ai media e a “Destinazione Italia”
Spumante per Fiat salvata da Chrysler a spese di quest’ultima, ma sistema-Italia rifletta sui suoi errori

8 Responses

  1. andrea lucangeli

    Marchionne “il Canadese”, tornato a respirare l’aria italiana, ha ben presto dimenticato tutti i sani insegnamenti a cui si era ispirato nella sua “altra vita” (quella da top-manager nordamericano di successo).- Il “giochetto” di farsi dare i soldi dallo Stato (sotto forma di incentivi) per poi – finita la festa – “gabbare lo Santo” è vecchio quanto il mondo in FIAT e non serviva certo un supermanager strapagato per re-inventarlo…..- Anch’io in questo modo posso diventare un top-manager,che diamine: quando mi servono “scucisco” i soldi allo Stato (che li succhia ai poveri sudditi pagatasse) e – al momento buono – saluto tutti e….scappo con la cassa…..- Ma che modo di fare è? E un tizio così lo pagano pure?

  2. No no no no, che Marchionne sia il primo AD FIAT bravo da vent’anni a questa parte è indiscutibile. È capace e avrebbe ugualmente successo a fare cioccolatini o trafori. Non si discute.
    Detto ciò, non ha remore etiche a farsi aiutare dal Governo, e allora? Se il Governo è così fesso da cascare nella trappola, la colpa non è certo di Marchionne, ma del Governo stesso. Chiedere non costa, ottenere è comodo.
    Quanti sono gli imprenditori, grandi e piccoli, che hanno cavalcato l’onda catastrofista del riscaldamento globale di origine antropica per ottenere incentivi e normative ad hoc? Non è forse la stessa cosa?

    Sul giudizio etico, sono d’accordo, ma dire che chiunque avrebbe potuto tappare quel colabrodo che era FIAT quando Marchionne arrivò… beh, mi sembra eccessivo. E c’è la controprova: il precedente Governo Berlusconi non concesse gli incentivi e FIAT se la cavò egregiamente da sola. Perché? Perché fu costretta a farlo!

  3. Il bravo top manager italiano deve quindi operare sul mercato italiano in modo da:

    1) fare più utili possibili quando il mercato tira (normalmente fornendo a pari prezzo prodotti qualitativamente inferiori)
    2) capacità di prendere contributi quando il mercato non tira

    Non è solo il governo fesso, ma anche molti italiani che per decenni si sono comprati dei modelli di auto del gruppo fiat perchè italiana, anche se erano notoriamente di qualità inferiore a parità di prezzo.

    La FIAT ha campato a lungo sui fessi, da decenni che campa di rendita anche eliminando la concorrenza estera quando ha cercato di acquistare marchi italiani.

  4. andrea lucangeli

    @ Andrea Massucco @ Pastore Sardo: d’accordo, basta intendersi.- Il top-manager in italia può succhiare dalla mammella pubblica quando ne ha bisogno salvo poi dimenticarsi il debito di riconoscenza con i fessi che lo hanno aiutato…- Bene, ma allora Marchionne non ci venga pure a fare la lezioncina: prendi i soldi , stattene zitto, e non pontificare.- Non sopporto le persone che “ti-fanno-piovere-dall’alto” le loro pillole di saggezza specie se – scavando bene – trovi che sono dei normalissimi “bottegai”…

  5. bill

    Non solo per gli incentivi, ma anche per il semplice fatto che solo nel 2008 Fiat firmò un accoedo con sindacati e governo in cui, a fronte di forti investimenti pubblici, si impegnava addirittura ad assumere nuovo personale a Termini Imerese.
    Allora ok, c’è stata la crisi, ma dopo un anno ci si accorge dell’antieconomicità del tutto? E i circa 600 milioni di euro di soldi pubblici investiti nelle varie infrastrutture, finalizzati alla fabbrica e non certo alla creazione di un polo turistico, li buttiamo nel cesso?
    Questo è il bel risultato a cui portano le aziende assistite.
    Adesso direi alla Fiat di mettersi in coda con gli altri creditori dello stato: che aspetti pure lei i tempi biblici cui sono abituate le aziende che non hanno incentivi e favori, e che devono fare da banca per lo stato e, a quanto pare secondo Marchionne, pure per la Fiat, che i soldoni li reclama subito.

  6. Mario

    “Qui fuori è pieno di cinesi ed indiani che un pensierino a Termini Imerese lo stanno facendo e a noi non dispiacerebbe che questi nuovi ricchi investissero in Sicilia. Fanno auto, come te, e non ci pare proprio un’obiezione al loro arrivo. Nessuno ti chiede di regalare a chicchessia stabilimento ed impianti…..”

    Temo che se ci fosse veramente la fila di cinesi e indiani che sbavano per avere Termini è fosse chiesto a fiat non solo di regalarla ma anche di pagare un prezzo, fiat lo farebbe….

    Probabilmente se ci fossero le condizioni per avere quella fila, …non saremmo nemmeno in queste condizioni…

Leave a Reply