3
Set
2009

Bond Fantuzzi, le banche rifregano il parco buoi

Qualche notizia, come dice il buon Franco Bechis, ogni tanto i giornalisti farebbero bene a tirarla fuori. Eccone una fresca e fragrante. Anzi forse bisognerebbe dire “flagrante”, visto che è l’ennesima fregatura ai risparmiatori italiani, da parte di alcuni banchieri e finanzieri. Dopo il fallimento Lehman Brothers, da un anno viviamo nell’era della “finanza etica”. Chiacchiere da convegno, per lo più. Come testimonia il bond Fantuzzi. Sta tutto scritto in 22 pagine fitte fitte in inglese ipertecnico, l’avviso di convocazione dell’assemblea dei bondholder prevista per l’8 settembre a… Londra. Senonché i risparmiatori italiani non hanno neanche diritto di leggere il documento – in cui si spiega molto arzigogolatamente quanto ci rimetteranno – perché esso non è stato approvato dalla Consob. Forse neanche sottoposto, a dire il vero, visto che la regolazione dello strumento finanziario non avviene su piazza italiana. È una fregatura di un bel po’ di milioni di euro. Ma, per spiegarla e capirla, bisogna fare un bel passo indietro.Il gruppo Fantuzzi è – o meglio “era”, come vedremo – una holding italiana che controlla alcuni brand anche centenari come Reggiane, attiva anche internazionalmente nel settore delle gru portuali e delle soluzioni elettromeccaniche di movimentazione. Tra fine anni Novanta e inizio 2000,  la cassa inizia a piangere e i debiti bancari vanno in sofferenza. Nel 2001, la AbaxBank allora guidata da Fabio Arpe ha un’ideona. Le banche ripianano un bella fetta di propri crediti attraverso l’emissione di un bond da parte di Fantuzzi per 100 milioni di euro, poi portati a 125. La cedola è pingue, del 6,5%, la scadenza è a luglio 2004, AbaxBank per l’ideazione dell’operazione incassa tre milioni e mezzo. Dopo l’esplosione di Cirio nel 2002 e di Parmalat nel 2003, puntualmente anche il bond Fantuzzi nell’estate 2004 non viene rimborsato. L’azienda è sempre più nei guai. Le banche garanti dell’emissione insieme all’azienda riscadenzano il bond a estate 2008, e la cedola interessi sale all’8,75% per il 2006, al 9,75% nel 2007, al 10,75% nel 2008.  Viene anche inserito allora l’impegno a un sinking fund, un termine tecnico che indica l’impegno della Fantuzzi di iniziare a pagare anno per anno non solo gli interessi sull’obbligazione, ma anche rate di restituzione del capitale. Fino al 2006 Fantuzzi ne rimborsa il 28% circa, a fine 2007 un altro 32%. Restano fuori circa una cinquantina di milioni di euro, da restituire con interesse 10,75% a luglio 2008.

Nell’estate 2008, colpo di scena. Il Gruppo Fantuzzi annuncia di essere prossimo alla cessione agli americani di TEREX, solida impresa americana nello tesso ramo, quotata in Borsa per un valore di circa 3 miliardi di dollari. Senonché ci si mette di mezzo il 15 settembre, Lehman Brothers e la grande crisi, e gli americani ci ripensano: Fantuzzi non vale più i 220 milioni di euro pattuiti. Nuovo giro di vane e frenetiche offerte a imprese di mezzo mondo. A luglio 2009, TEREX richiude l’accordo per rilevare Fantuzzi, ma a 175 milioni e non a 220. E i poveri bondholder dimenticati, nel frattempo? Restano all’oscuro di tutto fino al 16 agosto scorso. Quanto il loro trustee riceve una comunicazione da Fantuzzi, nella quale si annuncia la conclusione di un accordo con la subentrante TEREX, in relazione al bond. La proposta è di rimborso per soli 27-28 milioni di euro sui 50 circa residui di capitale. E senza un solo euro versato per i due anni di interesse dovuti. Facendo la somma, se ai 22 milioni di capitale in meno sommate il 23% di interesse composto in due anni sui 50 milioni, la stangata si risolve in una trentina di milioni di euro “soffiati” ai risparmiatori.

C’è di peggio. L’accordo Fantuzzi-TEREX è già stato accolto e sottoscritto dai tre maggiori fondi d’investimento internazionali presenti nel bond: stanno in cattive acque, devono assolutamente rientrare, che cosa volete che sia qualche decina di milioni di euro per loro. È solo ai risparmiatori italiani, che la fregatura resterà sul groppone. Tanto è vero che l’assemblea dei bondholder si tiene in prima convocazione a Londra con la necessaria presenza del 75% del capitale e la maggioranza assoluta per deliberare – e andrà deserta – mentre il 22 settembre c’è la seconda convocazione dove basterà il 12,5% dei voti favorevoli – i grandi fondi d’investimento, appunto, che potranno decidere a loro comodo. Le banche italiane che avevano prestato soldi a Fantuzzi sono rientrate, in più ci hanno guadagnato soldi sul bond. Mentre ora il risparmiatore italiano non può neanche leggere la convocazione e la proposta di fregatura, perché la Consob non ha dato l’ok. Il mio consiglio a chi ha bond Fantuzzi è: organizzatevi, votate contro, fate causa a TEREX che ha asset solidi, per farvi ripagare il dovuto. Ma una cosa mi sembra certa: i media italiani dovrebbero montare casini inenarrabili su vicende come questa, invece di farle passare sotto totale silenzio.

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8 Responses

  1. Ferdinando Grammegna

    Caro Dott. Giannino,
    complimenti per l’ottimo esempio di giornalismo economico indipendente. Con una preghiera continui sulla stessa lunghezza d’onda, realizzando – ove trovi tempo- un network per l’implementazione di class action a difesa dell’ignaro ed indifeso risparmiatore italiano.
    Non guasterebbe, anche, un movimento d’opinione per convincere il Governo ed il Parlamento per l’introduzione di seri strumenti a difesa degli azionisti e dei risparmiatori. Aspettando un Suo cortese riscontro, invio i miei migliori saluti con auguri di Buon Lavoro. FG

  2. eonia

    Che dire?
    Sicuramente grazie dell’informazione dettagliata e ben comprensibile.
    Disgraziatamente questo Paese ha fatto passare episodi del genere come fossero acqua corrente.
    Il famoso tessuto medio industriale, che ha accesso nei mercati finanziari, della pratica della “fregatura “ ha fatto il suo vangelo.
    Si entra per crescere e non per aprire linee di credito con le banche.
    Si fanno aumenti di capitale per avere risorse fresche e non per pagare i debiti bancari.
    Perfino l’Erario rimborsa i crediti d’imposta alle società per vederle dopo 48 ore fallite.
    Che bisogna fare?
    Al Governo si parla la lingua bancaria ed imprenditoriale, mentre il cittadino viene rapinato a regola d’arte.
    E poi si dice, che si hanno le mani bucate.
    Quanti miliardi sono spariti in questi giochetti in un decennio con il consenso di chi dovrebbe tutelare il risparmio?
    E questa sarebbe la culla del diritto!!

  3. Sandro Pretolani

    Ecco l’ennesimo esempio di fregatura per i risparmiatori Italiani…..
    Sono appena reduce da un caso molto simile (azienda BAA,aeroportuale Inglese,poi acquistata dalla Spagnola Ferrovial,con bond in vendita sui mercati Italiani,che poi vengono trasformati strada facendo in altri,a cui però i bondholders Italiani non possono accedere,per cui per noi si creano dei cosiddetti ” escrow bond” temporanei,con cod.Isin diverso,che poi vengono svenduti sul mercato ad un prezzo del 15-20% in meno del prezzo del nuovo titolo corrispondente……
    Tutto questo ,ovviamente,senza segnalazioni preventive all’investitore.
    Nessuno si stupisca poi se si diffonde un clima di disillusione su Borse e mercati.

  4. Luciano Pontiroli

    Mi pare che la vicenda dovrebbe suggerire qualche riflessione diversa, oltre alla comprensibile delusione per i risparmiatori in genere (disillusione è un brutto anglicismo), che poi non è bene evocare come categoria indifferenziata: in definitiva i fondi d’investimento gesticono risorse di risparmiatori, la loro decisione di rientrare non può essere intesa come un atto di collusione con Fantuzzi e Terex.
    Le questioni importanti, a mio avviso, riguardano aspetti ai quali gli investitori dovrebbero prestare attenzione prima di investire:
    1 – a quale ordinamento giuridico sono soggetti gli strumenti finanziari scelti. Se è un ordinamento diverso da quello italiano, è bene riflettere molto prima d’investire: non perché il nostro ordinamento dei mercati finanziari sia migliore degli altri in Europa (in definitiva, la regolamentazione è armonizzata), ma perché la Consob non può esercitare nessun controllo sul rispetto degli obblighi d’informazione agli investitori da parte degli emittenti. Chi vuole investire all’estero acquisti allora quote di fondi comuni, almeno avrà diritto ad essere informato dal gestore del fondo.
    2 – se l’investimento è compiuto in seguito a consigli di un intermediario italiano, prestare molta attenzione al loro contenuto. Raccomandazioni entusiaste provenienti da banche interessate al collocamento del bond sono sospette, a posteriori possono giustificare una richiesta di risarcimento del danno.
    3 – fare causa a Fantuzzi e Terex? probabimilmente Fantuzzi non ha mezzi sufficienti per ottenere il rimborso totale; per quanto riguarda Terex occorre prima conoscere il contratto di cessione (se è tale), capire a quale ordinamento giuridico è soggetto, valutare se questo preveda una responsabilità del cessionario per i debiti del cedente e in che modo questa responsabilità possa essere fatta valere. Compito immane per investitori individuali, non facile neppure per quelli istituzionali … però mi risulta che esistano organizzazioni private, specializzate nella gestione di simili vertenze.

  5. Caro Dott. Giannino,
    complimenti per il chiaro articolo. Come ha detto un Suo lettore nei commenti, ci vorrebbe veramente una sensibilizzazione generale per combattere questi eventi onde evitarli in futuro. Il mio sogno sarebbe l’implementazione di nuovi criteri in finanza per assicurare un trattamento equo al “parco buoi” che tra l’altro è da sempre stato uno dei pilastri del risparmio in Italia. MME

  6. riccardo sabbatini

    potreste rendere pubbliche (o inviarmi) le 22 pagine “fitte fitte in inglese ipertecnico” perchè non riesco a trovarle da nessuna parte? In effetti, però, se la conlusione dell’assemblea è già scontata, per la presenza dei fondi, i piccoli investitori italiani perchè dovrebbero perdere tempo e soldi per parteciparvi? il caso apparentemente, mi sembra diverso (in meglio) rispetto alle vicende di Gmac e Baa in cui gli italiani erano discriminati anche nell’offerta dei rimborsi.
    riccardo sabbatini

  7. franz

    Complimenti per l’analisi e lo stile ficcante. Ricordando che da anni Fantuzzi – con il suo stile diretto da self made man emiliano – afferma di essere stato vittima dei giochi delle banche, mi unisco alla richiesta del sig Sabbatini.
    E a proposito di aziende di Reggio Emilia, le chiedo cosa ne pensa delle vicende Tecnogas-Merloni e Mbfg. A proposito del Gruppo Burani, per mesi ed anni i quotidiani (in particolare quelli locali) ne hanno esaltato performance e “shopping”. Oggi ci sono imbarazzo e cautela, oltre che 2mila lavoratori nel panico, molti dei quali piccolissimi azionisti che si chiedono cosa fare, come muoversi, se perderanno lavoro e risparmi contemporaneamente… Mentre la stilista accusa i giornali di sciacallaggio (a sua parziale discolpa, il fatto che in effetti non si è mai minimamente occupata dell’aspetto economico-finanziario, delegato ai familiari), il tessuto economico dell’Emilia scricchiola

  8. M. Balestra

    Gentile dott. Giannino,

    La ringrazio per l’utile infomazione, che si ritrova anche nel Financial Times. Tuttavia, in riferimento al fatto che, secondo Lei, non sarebbe stata informata la Consob, o la stessa non avrebbe dato il suo assenso, rilevo quanto segue:
    1) anche se l’emittente è una società lussemburghese, i garanti del prestito sono società italiane;
    2) già nel 2004 la Fantuzzi Finance ha presentato offerta pubblica di acquisto e scambio approvata dalla Consob, ai sensi dell’art. 102 del Testo Unico sulla Finanza;
    Pertanto, a mio avviso, non aver riproposto l’offerta e non aver convocato gli azionisti italiani, potrebbe rendere la stessa non efficace in Italia proprio per violazione del suddetto art. 102. La stessa fonte anonima citata nell’articolo del financial times avrebbe rivelato che non si è proceduto al’offerta pubblica in Italia per non allungare ulteriormente i tempi dell’accordo con Terex.
    A questo punto, il parco buoi potrebbe quantomeno provare a presentare un esposto alla Consob.

    Se, poi come sembra gli intermediari hanno “dimenticato” di comportarsi correttamente, essendo sia “obbligazionisti in proprio”, sia intermediari dei loro clienti obbligazionisti non convocati, allora la situazione diventa, come già scritto su Libero, pericolosa per le stesse banche….(caso Giacomelli docet).
    Tuttavia, si sa, si ha la convinzione a questo punto a livello mondiale (la Terex è americana, l’operazione risulterebbe studiata a Londra) che il gioco valga la candela e che alla fine i risparmiatori italiani non faranno niente. Questa è la voce che circolava su un blog tedesco. Ecco: gli obbligazionisti fantuzzi trattati da fantozzi. Scusate la facile ma amara ironia.

    Buona giornata

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