12
Apr
2016

Atlante il salvabanche: o lo chiariscono bene, o provoca altri guai

Oggi il mercato ha fatto strame dei titoli bancari coinvolti nell’operazione salva-banche Atlante. Purtroppo non bisogna stupirsi. L’operazione è stata lanciata senza un minimo di chiarezza su troppi aspetti essenziali, perché non fosse questa la reazione. Pensate solo alla dichiarazione dei promotori “o parte Atlante, oppure tutti i prossimi aumenti di capitale annunciati (leggi: imposti da SSM, la vigilanza comune europea) finiscono in bail in delle banche interessate”. Mai nessuno in Europa, neanche la Grecia, lanciando un veicolo nel quale sono coinvolti come regia MEF e Bankitalia, e a cui partecipano tutta la prima fila del sistema bancario italiano, assicurazioni e fondi pensione e fondazioni bancarie oltre alla Cdp che è mano diretta del governo,  mai nessuno ha dichiarato una simile debolezza agonica del proprio sistema bancario. E meno male che per anni è stato ripetuto che era il sistema più solido al mondo… Cerchiamo allora di enucleare almeno alcuni dei tanti dubbi  che vanno chiariti dai promotori con precisione millimetrica, prima che anche quest’operazione figlia della disperazione sfugga di mano, con conseguenze disastrose.  
Ammettiamo pure – come diceva Totò: “ammesso e non concesso” – che le regole di governance di Atlante, tutte da capire, e la presenza limitata nei conferimenti ad Atlante di CDP (pare non superiore al 5%..) consentano di aggirare scontate obiezioni su aiuti di Stato che furono avanzate dalla Commissione Ue  per il caso TerCas ( non è così scontato… è evidente che questo veicolo è confezionato da Bankitalia-Mef e che governo ha annuciato già  che darà per decreto pioggia d’incentivi fiscali ai conferenti…). 
Ma intanto, allo stato, non si capisce bene la natura giuridica stessa di Atlante: è una Sicav o cos’altro, o un AIF? In quest’ultimo caso sarebbe sottoposto a limiti molto stretti dalle attuali norme Bankitalia, non potrebbe avere leva finanziaria superiore a 1,5 , ergo con dotazione 5-7bn col cavolo che potrebbe davvero coprire inoptati prox aumenti capitale PopVi, VenetoBanca, Banco Popolare, e addirittura avviare a soluzione il guaio sanguinolento MPS, come è stato fatto invece intendere esplicitamente dai promotori. Allo stesso tempo, Atlante avrebbe anche limiti molto stretti di impegno su controparte per percentuale totale di impieghi. Forse Atlante è qualcosa che ancora non conosciamo, forse con deroghe ad hoc a regole attuali. E a chi risponderà, a Bankit o a SSM? Una cosa è sicura: era meglio chiarire bene natura, governance e regolamentazione del veicolo prima di lanciarlo pubblicamente ai media.  
Quanto alla sostanza: il rischio molto grosso è che appaia come un vero e proprio bail out all’italiana. Il principio BRRD del bail in non è solo divieto a interventi sulle banche del governi cioè a spese contribuenti, è anche in maniera estesa principio che accolla ad azionisti e bondholders subordinati il peso della recovery o dell’eventuale risoluzione di ogni banca. Qui invece si fa una recovery coadiuvata da una clearence house costituita ad hoc, una specie di stanza di compensazione dove siedono banche, fondi pensione, assicurazioni, fondazioni bancarie e Cdp. i rischi evidenti sono molteplici, e cioè che essi : 
a-diventeranno attraverso il veicolo titolari di quote DI CONTROLLO di molte banche italiane;     
b- eserciteranno effetto distorsivo su valori di mercato tanto dell’equity che delle passività bancarie, consentendo il lancio di aumenti di capitale imposti giustamente da SSM a prezzi però MOLTO più alti di quanto avverrebbe per ottenerne la copertura a prezzi di mercato, contando sul fatto che a quel prezzo più alto tranche molto rilevanti saranno acquisite e parcheggiate invece in Atlante; idem dicasi per valori degli NPL, che esplicitamente Atlante dichiara di esser pronto a rilevare ( ma per quante decine di miliardi su oltre 83 mld netti di sistema, a fronte della dotazione striminzita di conferimenti dichiarata?) a valori allineati il più possibile a quelli attuali di libro e cioè tra il 45 e il 55% del nominale a seconda delle diverse banche, invece che a svalutazione di mercato 17,5% su 100 di nominale come nelle 4 banche risolte a novembre…
c- terranno probabilmente fuori – sono i promotori a dichiararlo – dal mercato per il controllo proprietario degli asset bancari italiani sia fondi sia banche straniere: Fortress ha già mollato e altrettanto farà a quanto sembra Apollo in Carige, e forse è ben per questo che Barclays capendo l’antifona a fine 2015 ha ceduto l’intera rete retail e agenzie a CheBanca di Mediobanca, pagando a quest’ultima per sovrammercato 240mln pur di uscire da Italia che vedeva sempre più “avversa allo straniero”.
Sul punto a-, ricordo a tutti che mentre una nazionalizzazione oggi non più possibile azzera azionisti, pulisce attivi bancari e poi è costretta a rivenderla al mercato, la governance pseudo-privata-para-pubblica di Atlante – che comunque ancora ignoriamo nei particolari – corre seriamente il rischio di rendere tutto opaco e difficilmente criticabile, perché manager e azionisti bancari, Confindustria e media italiani brindano tutti alla nascita di un veicolo il cui scopo dichiarato è tenere le cose come stanno… Il precedente storico, inoltre,  è poco rassicurante: quando nel 1922 per salvare le banche miste italiane nacque il consorzio sovvenzione valori immobiliari rilevandone le partecipazioni industriali, non si evitò poi né il crollo bancario né le industrie vennero restituite al mercato. Nel 1933 le partecipazioni del consorzio finirono attribuite alla “sezione smobilizzi” del neonato IRI che doveva dismetterle entro 10 anni, e invece l’IRI si tenne tutto e si allargò fino a divenire il primo Kombinat pubblico dell’intero Occidente, e durò la bellezza di 63 anni prima che arrivasse l’obbligo di liquidazione dall’Europa con Van Miert e sottoscritto dal benemerito Andreatta … Atlante nasce come consorzio sovvenzione valori bancari ma il precedente è quello, anche se oggi con governance pseudo-privata invece che statale. Ma in sostanza il grande pericolo è che appaia come un calcio alle regole BRRD  e a SSM. Alcuni, potrebbero anche immaginare  che sia come uno scudo alle banche per andarcene da soli, in caso saltassero Ue ed Euro negli anni travagliati dell’eventuale postBrexit e delle successive problematiche elezioni che si terranno in grandi paesi Ue… Ma quand’anche fosse questa l’ipotesi inconfessabile delle autorità e dei promotori privati di Atlante, allora dovrebbero preoccuparsi di mettere a punto un veicolo impeccabile per regole e capitale all’altezza dei fini dichiarati, non un accrocchio che fa inabissare ulteriormente i corsi bancari anche delle banche sane.

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