25
Mar
2013

Rimborsare 70 mld. di debiti P.A. non crea 1 euro di deficit in più

Spero che gli studenti che sono stati miei allievi al corso di Finanza Pubblica della Bicocca in questi anni non abbiano letto i giornali odierni in tema di deficit pubblico dell’Italia e rimborso dei debiti commerciali della P.A. Se lo hanno fatto penseranno che io abbia raccontato loro delle frottole oppure, in alternativa, che la Commissione U.E. e il Governo italiano non conoscano le procedure contabili di finanza pubblica. Ecco un breve estratto (il grassetto è mio) di ciò che potrebbero aver letto, tratto dal Sole 24 Ore di oggi:

La Commissione europea ritiene il nuovo obiettivo sul deficit annunciato dal governo italiano per il 2013 «una situazione limite» che potrebbe impedire l’attesa chiusura della procedura per deficit eccessivo contro l’Italia (..). «Un deficit al 2,9% del Prodotto interno lordo nel 2013 potrebbe rendere più difficile la chiusura della procedura di deficit eccessivo contro l’Italia a maggio. Con un deficit a questi livelli l’Italia è in una situazione limite», ha precisato la fonte, spiegando che l’annuncio del governo della scorsa settimana di risollevare il deficit al 2,9% nel 2013 per ripagare una parte dei debiti della P.A. crea «incertezza» sulla possibilità di abrogare la procedura per deficit eccessivo.

Cosa non va nel testo precedente? Il fatto che il pagamento di debiti della P.A. contratti per forniture di beni e servizi in precedenti esercizi influenzi il saldo di finanza pubblica (indebitamento) dell’esercizio corrente. Semplicemente questo non è possibile: se la P.A. rimborsasse domattina tutti i 70 mld. di debiti che si stima abbia coi suoi fornitori il disavanzo non aumenterebbe neanche di 1 (un) euro. Come è possibile? La risposta è molto semplice: nel momento in cui (nel precedente/i esercizio/i) l’acquisto che ha dato origine alla fattura non ancora pagata è stato realizzato, la P.A. che lo ha deciso doveva disporre dei fondi necessari nel bilancio previsionale, fondi che nell’attuare la spesa sono stati impegnati. E poiché l’indebitamento della P.A. (quello che nel linguaggio comune chiamiamo disavanzo o deficit), rilevante ai fini del parametro di Maastricht, è l’eccedenza delle spese impegnate sulle entrate accertate (spese di competenza meno entrate di competenza), la spesa del nostro esempio ha già contribuito al disavanzo dell’anno in cui è stata realizzata e non può pertanto contribuire, sarebbe la seconda volta, al disavanzo dell’anno in cui la fattura viene pagata!

Dunque se il governo intende alzare la previsione di deficit 2013 al 2,9% la ragione è presumibilmente dovuta agli effetti sulla finanza pubblica prodotti dal proseguimento/accentuazione della recessione fiscale in corso, non certo al rimborso dei debiti pregressi della P.A. che è ininfluente sui nuovi saldi. Il rimborso in oggetto avrebbe invece effetto sul fabbisogno del 2013, che non è tuttavia oggetto di vincoli europei, sul ricorso al mercato, dovendo essere finanziato attraverso l’emissioni di maggiori  titoli, e sul livello del debito pubblico lordo, così come misurato dalla statistiche di finanza pubblica. Occorre tuttavia rilevare che esso non aumenta il debito pubblico totale ma che, semplicemente, trasforma debito commerciale, verso i fornitori, in debito finanziario, verso i sottoscrittori di titoli pubblici. E’ un difetto delle statistiche europee guardare solo al secondo, ignorando completamente il primo.

Come è possibile che un’U.E. dall’apparenza così rigorosa e attenta agli equilibri di finanza pubblica non sappia guardare all’intero debito pubblico ma solo ad una parte di esso? E cada nella trappola credendo che l’Italia aumenti la previsione di disavanzo perché vuole rimborsare i debiti commerciali della P.A.?

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9 Responses

  1. deughis

    CHI SONO I FORTUNATI CREDITORI ?
    Il ragionamento del professore non fa una grinza e se ce ne fosse bisogno dimostra quanto sia virtuale ed effimero il mondo della borsa e della finanza. Se a guidare gli Stati ci fossero delle persone minimamente intelligenti si potrebbe stare bene tutti. Peccato!!! Comunque ho chiesto in paese se ci fosse qualche creditore della P.A. Per il momento ho trovato solo il bar vicino al Municipio che ha un credito di 22 euro per brioches e caffè. Deughis

  2. Jack Monnezza

    Concetti abbastanza semplici di contabilità forse spiegabili in maniera molto più’ stringata.

    Una differenza sostanziale per i potenziali creditori istituzionali/europei pero c’è.

    Invece di essere i fornitori italidioti a finanziare e rischiare per 70 mld con il nostro Levitano, il credit risk verrebbe trasferito sui possessori degli ulteriori 70mld di bonds, probabilmente le solite Banche con LTRO e potenzialmente Draghi con OMT. Quindi per Troika una differenza c’è, eccome. Poi ci sono gli interessi sempre sui 70mld di bonds, diciamo un paio di mld. Oggi Levitano paga interessi ai fornitori sui crediti scaduti? Dipende dal contratto oppure non paga nulla?

  3. Matteo

    Il problema è che la finanza pubblica ragiona per cassa e non per competenza. Mi chiedo e vi chiedo: se la PA ha usufruito di un bene e/o servizio nel 2012 ma la fattura la paga nel 2013, questa fattura ricade nel bilancio 2012 (come dovrebbe essere per competenza) o nel bilancio, e quindi nel relativo deficit, del 2013 (come dovrebbe essere ragionando per cassa). A me pare che la risposta sia la seconda ma leggendo in giro non si capisce mai nulla!

  4. Luigina Mattioli

    In realtà, dalla lettura dell’articolo citato si evince la solita confusione (non si sa quanto creata ad hoc) tra effettivi (e scritti) pareri della Commissione e ipotetici commenti di presunte “fonti interne alla Commissione” e, come già accaduto in passato, si dà adito a strumentalizzazioni politiche di quelli che dovrebbero essere dati contabili accertati. In tutto questo, continua il valzer di cifre su quanto ammonti il debito da pagare e, soprattutto, dove siano bloccati i fondi…

  5. Andrea

    Sono ignorante, lo ammetto ma vorrei lo stesso provare a capire la questione.

    Forse semplifico troppo il tema ma non è possibile che le varie PA abbiano fatto delle spese basandosi su future entrate che poi, per vari motivi, non sono arrivate o si sono notevolmente ridotte?

    Ad esempio si parla tanto di entrate derivanti dalla lotta all’evasione ma poi, alla fine dei conti, non sono soldi immediati. Eppure si continua a fare mille e una proposta su come usarli…

    Grazie mille.

  6. marius

    Ci sono due questioni:
    1) a livello europeo non utilizzano la contabilità finanziaria per cui pagare debiti…viene inteso secondo una accezione economica di costo(ma questa è una spiegazione epidermica, si potrebbe spiegare il concetto di competenza, almeno in parte, considerando che esistono anche i perenti che sono coperti solo in parte);
    2)a livello europeo chiedono di conoscere la effettiva consistenza dei debiti, alcuni dei quali potrebbero non essere stati “dichiarati”, ed in alcune circostanze questo può manifestare situazioni preoccupanti, basta leggere il caso della riconciliazione contabile in piemonte, o anche di altre regioni.
    Forse non è una questione del tutto “accademica”
    ciao

  7. Luca Salvarani

    Questo errore è incredibile! Non serve avere nozioni avanzate di contabilità pubblica, basta aver fatto un banalissimo corso di ragioneria! 2 cose inquuietanti:
    1) Il principale quotidiano economico-finanziario italiano (si fa per dire) non conosce la differenza tra contabilità per competenza e rendiconto finanziario (o contabilità per cassa…): questo dimostra la sua totale incompetenza e inettitudine! Ormai è anni che non lo compro più e capisco come siano in tanti a non comprarlo più…
    2) La mala fede dei politici: il 99% dei politici semplicemente non ci capisce un tubo e ripetono come pappagalli le frasi che gli dicono di dire… ma i tecnici del tesoro queste cose le sanno benissimo eppure montano spiegazioni assurde per giustificare la loro condotta CRIMINALE… Per me dovrebbero andare in galera per quello che stanno facendo!

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