18
Dic
2012

Riequilibrio modale: cosa (non) può insegnarci la Svizzera

Sono in molti, in Italia ma non solo, a considerare il sistema ferroviario svizzero un modello di eccellenza. Eco della proverbiale puntualità elvetica è giunta fino in quel di Cupertino: i programmatori di Apple hanno deciso di riprodurre l’orologio che campeggia nelle stazioni della Confederazione sull’iPad. L’ammirazione sembra essere fondata su solide basi: sia in termini qualitativi che quantitativi l’offerta di servizi per passeggeri e merci non ha probabilmente eguali in Europa.

L’esempio svizzero può quindi essere preso come riferimento per valutare in quale misura una politica di forte sostegno al trasporto ferroviario, che ne elevi significativamente le prestazioni, possa modificare la scelta del modo di trasporto da parte di persone e imprese e contribuire al cosiddetto riequilibrio modale

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1 Response

  1. Francesco_P

    Ho letto l’articolo intero si Lavoce.info. Espongo qualche mia considerazione.

    1) Trasporto ferroviario merci
    Nonostante i noti vantaggi in termini di costi e di impatto, il trasporto merci non può crescere più di tanto per via della intrinseca rigidità del sistema. E’ ottimale per l’invio ricorrente di grandi quantitativi di merci, cosa che contrasta con la maggior parte delle produzioni che richiedono flessibilità, tempestività e invio di quantitativi che non consentono di formare un convoglio. Inoltre sono pochissime le aziende dotate di raccordi per cui serve comunque caricare il/i camion, portarle le merci allo scalo più vicino, caricare il treno e viceversa al momento della consegna. Trenitalia rappresenta il massimo in termini di rigidità dell’offerta e di scarsa attenzione ai problemi di raccolta e distribuzione. Anche ottimizzando questi processi – come avviene nei Paesi di lingua tedesca e in Svizzera – non si può ribaltare il vantaggio della strada, nonostante i costi per tonn/Km nettamente maggiori.

    2) Trasporto ferroviario passeggeri
    L’alta velocità è destinata a crescere, ma mai quanto il trasporto su gomma, essendo limitato ai grandi centri urbani. L’alta velocità è in concorrenza più con il traffico aereo che non con quello automobilistico. Le nuove linee ad alta velocità ed i nuovi valichi di base alpini sono fondamentali per creare una rete europea dell’alta velocità che, peraltro, è uno dei pochi settori ferroviari ancora in attivo come gestione (escludendo l’ammortamento delle infrastrutture che deve essere calcolato su base 50/100 anni).

    3) Equivoco nuove linee
    Le linee ad alta velocità NON sono fatte per il traffico merci, sebbene teoricamente possibile. Il problema è quello dell’aggressività sul binario della maggioranza dei carri merci. I treni a 300 Km/h e oltre richiedono un binario perfettamente posato ed allineato, mentre la maggior parte dei carri merci presenta problemi di costruzione e manutenzione (ammortizzatori, freni a ceppi, anziché a disco, che ovalizzano i bordi delle ruote, ecc.). Per ragioni di interoperabilità sarebbe inopportuno creare una classe di carri merce specializzati. in compenso la presenza di una linea dedicata all’alta velocità permette di liberare tracce d’orario sulle linee ordinarie per i treni regionali e merci, con enormi vantaggi per la quantità e la regolarità del servizio. In Italia siamo indietro con le linee A.V. e in più le stazioni e gli scali sono troppo spesso obsoleti per cui non si riesce ancora a cogliere i potenziali benefici delle linee A.V. sulla regolarità e frequenza del traffico regionale e merci.

    Mie considerazioni
    Tutto da buttare lo sforzo dell’Europa per lo sviluppo di una moderna rete di comunicazioni interoperabile? Direi proprio di no, ma non illudiamoci che la ferrovia possa sostituire l’auto o altri mezzi trasporto. Purtroppo le reti ferroviarie richiedono enormi investimenti in infrastrutture con una prospettiva d’ammortamento superiore ai 50 anni e talvolta vicina al secolo. La cosa non fa assolutamente per le imprese private.
    L’Italia ha un ritardo infrastrutturale pesantissimo che riguarda non solo le linee A.V., ma anche le linee ordinarie, gli scali e le stazioni le cui planimetrie sono state concepite ai tempi del Duce.

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