28
Mag
2013

Pensioni da tagliare: non è un tabù.

L’Italia è salva? Dopo la chiusura della procedura d’infrazione per il deficit da parte dell’Unione Europea, molti partiti hanno dimostrato come l’Italia ha fatto ad arrivare nella situazione in cui si trova.

Sembra che nessuno si ricordi che sul nostro Paese gravi un debito di oltre 2000 miliardi di euro, e subito ci si rallegra che possiamo spendere 8 miliardi di euro in più all’anno. come se gli 800 miliardi di spesa pubblica non siano abbastanza.

Siamo al 127 per cento del rapporto sul debito sul PIL e il deficit è al tre per cento. Pochi si ricordano di questi dati, come se fossimo dei bravi “alunni” che dal tre fisso in matematica fossero passati ad avere un quattro.

Ottocento miliardi non sono pochi ed è interessante vedere come una buona parte vada per la spesa per le pensioni. Ci si lamenta degli errori della riforma Fornero (ve ne sono), ma forse proprio questa fu l’unica “riforma” fatta dal Governo Monti. Riforma perché nel medio periodo tendeva a stabilizzare e poi a fare decrescere la spesa per le pensioni che in Italia sfiora il 16 per cento del prodotto interno lordo. Nessun altro paese europeo si avvicina minimamente ai livelli di spesa italiana. E nessuno lo ricorda.

Tutti si lamentano di pensioni troppo basse, senza che nessuno dica che gran parte delle pensioni non sono meritate.

È mai possibile che esista in Italia un esercito di persone che ha lavorato meno anni di quanti ne stia facendo in pensione? È mai sostenibile un modello che non tiene conto di questo?

Ora, in Italia esiste un sistema contributivo, che significa che io ricevo la mia pensione in funzione di quanto ho versato negli anni lavorativi. Ma questo principio non vale per tutti.

Ci sono persone che sono più uguali di altri.

Un sistema contributivo sarebbe sostenibile, ma il “problema” è che in Italia ci sono troppe persone che sono andate in pensione con il sistema retributivo.

Cosa significa avere un sistema retributivo? Di fatto, pochi contributi versati che non corrispondono assolutamente a quanto versato. È una questione di “giustizia sociale” allora.

È mai possibile che le giovani generazioni debbano pagare con alte tasse ed alto debito un sistema pensionistico che spende più di qualunque Stato europeo?

È mai possibile che una persona non possa decidere quanto versare per crearsi la propria pensione? Se mai un individuo si trovasse in difficoltà nel versare i propri contributi, si potrebbe prevedere l’intervento dello Stato per quel periodo limitato di tempo di disoccupazione. In questo modo ognuno verrebbe responsabilizzato del proprio futuro e non ci sarebbe bisogno di una spesa pubblica così elevata.

È chiaro che per passare ad un modello così differente ci vorrebbe del tempo, ma è necessario andare in questa direzione, se davvero si vuole dare più responsabilità alle persone ed un abbassamento delle imposte.

E bisognerebbe avere il coraggio di andare a toccare quelle pensioni che sono state formate con il criterio retributivo.

Non è un diritto acquisito quello di non avere versato i soldi per la propria pensione, non è affatto un diritto che i giovani siano costretti a pagare le pensioni di chi ha versato pochi contributi.

Pensare come spendere 8 miliardi di euro in più all’anno invece di riformare il sistema pensionistico che costa 250 miliardi di euro all’anno è qualcosa di inaccettabile.

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32 Responses

  1. Giorgio Azzalin

    Caro Andrea per eseguire quello hai scritto serve una rivoluzione, che potrebbe anche solo essere finanziaria ( un fallimento o default che si voglia chiamare). La pancia e’ ancora piena ,l’Italia continua a produrre ricchezza anche se non in modo insufficente,gli Italiani chiedono sempre accordi e compromessi e quindi nulla accadra’.
    I politici e anche gli i cittadini se la prendono con Equitalia che fa solo in proprio lavoro e poi vanno alla manifestazione a favore di coloro che hanno voluto le regole che Equitalia fa rispettare.Siamo fatti cosi ,brillanti ma senza alcun senso del bene comune.Ci ( vi, io sono negli USA) aspetta una lunga agonia magare 10 anni e poi il crac e poi si faranno le cose che tu hai scritto.Come diceva mio padre “le cose devono maturare”

  2. La riforma Fornero si è posta due obiettivi, uno immediato: bloccare i nuovi pensionati per cercare di fermare per qualche mese l’aumento della spesa pensionistica, uno a lungo periodo: passare tutti i lavoratori attivi e subito al sistema contributivo. Questo secondo obiettivo dovrebbe accelerare la “messa in sicurezza” tendenziale la spesa pensionistica. Con questi due obiettivi era chiaro che riflessioni per i cosiddetti “esodati” non potevano essercene. Comunque anche nel caso degli “esodati” per risolvere il problema si può ricorrere alla matematica attuariale: Pensione maturanda moltiplicata per gli anni di godimento teorico (media demografica uomo/donna) diviso per gli anni di età anagrafica al momento del percepimento sino a media mortalità.
    Ma non mi sembra che il problema sia questo. Il problema è il monte pensioni che mensilmente viene attualmente erogato e come eroderlo più velocemente di quanto farà la mortalità media.
    Propongo qualche soluzione: a) Soppressione delle pensioni di reversibilità lasciandole solo ai casi nei quali il coniuge superstite non ha mezzi finanziari propri. b) Ricalcolare le pensioni retributive con criteri contributivi (partendo da quelle più alte) e non dare incrementi sino a che il calcolo retributivo equivarrà a quello contributivo. c) Prosciugare rapidamente tutta quella palude di pensioni “assistenziali” riconosciute a italiani non residenti (argentini e altri vari) e a casi di ricongiunzione famigliare di cittadini stranieri sul suolo italiano.
    Come inizio di riforma mi sembrerebbe un bel progetto di Governo

  3. Giuseppe

    Non si potrebbe iniziare col ridefinire l’ambito di intervento dell’Inps?
    E limitarlo una buona volta ai soli importi che possono essere definiti “Previdenza Sociale” in senso stretto.
    LA vera Riforma che mi sarei apettato dalla Fornero doveva essere di questa natura. Ma l’area montiana, espressione per lo più della ricca burocrazia di Stato, era evidentemente interessata al mantenimento dello status quo.

  4. Enrica

    Non sarebbe ora di togliere i diritti acquisiti di un apensione retributiva a chi ha versato 15 anni di contributi?
    E non sarebbe ora di abolire l’Enasarco che quello che gli versi non lo vedi se non versi almeno per vent’anni consecutivi, versano anche all’Inps contestualmente (pensa che fortunati gli agenti di commercio: 2 pensioni! – accidenti sono più alti i contributi che le tasse anche se sempre di imposte si tratta alla fine -) altrimenti lo perdi e intanto loro si comprano i palazzi romani che ad oggi valgono il 30% in meno di quello che gli hanno pagati nel 2002. Che schifo di paese.

  5. Piero form Genova

    danno milioni pensioni semi-regalate a 50enni x 40 anni è irreversibile con tecniche ordinarie.. riforme ad oggi si son basate su concetto chi ha dato ha dato chi ha avuto ha avuto scordiamoci il passato e facciamo pagar tutto a chi verrà..
    pensioni d’oro e fondi in perdita come quello dirigenti spostati in Inps che ripiana con contributi operai (redistribuzione al contrario) son danno che si aggiunge alla beffa..

    partiti da Pd a Pdl ed associazioni da Sindacati a Confindustria son tutte in mano alla generazione che si è auto-data rendite ormai insostenibili.. bisognerà aspettare crack finanziario ed aumento massa degli esclusi votanti (oggni ancora minoranza.. ed in parte mantenuti dalla famiglia dei pensionati pre-detti) oltre 50% x imporre “a forza” un cambiamento radicale e dolorosissimo.. tanto più doloroso tanto più tardi avverrà..

  6. matteo

    @Giorgio Azzalin
    uscire dall’euro e farle dopo l’uscita non sarebbe meglio scusa??? no si devono aspettare 10 anni perchè si disintegri tutto e ripartire da zero…

    da queste parti l’uscita dall’euro puzza proprio di catastrofica rivoluzione, quindi sarebbe fattibile, no?

  7. Certe cose alcuni di noi le ripetono dal 1993.
    Alcuni non sono di Centrodestra, ma di Centrosinistra: Ichino, Da Empoli, Giavazzi…
    Tutta gente che si chiede: “Ma e’ davvero di Sinistra un Paese con pensionati di serie A e pensionati di serie B?”

  8. @DDPP
    Magari, DDPP, magari!
    Ho solo due domande in proposito:
    1. Quale partito si accollerebbe mai il “costo politico” di una simile riforma?
    2. Quanta parte dell’elettorato, in Italia, voterebbe mai per un partito con un programma simile, considerato che l’attuazione di una rforma di tale portata richiederebbe maggioranze “sostanziali”?

  9. Giorgio Azzalin

    @matteo

    caro Matteo il problema non e’ l’euro ,non e’ la germania il problema siamo NOI!Perche’ dobbiamo sempre dare colpa agli altri?

    Se l’Italia modificasse il sistema giustizia ,il sistema amministrativo , e la zucca degli Italiani il problema non esisterebbe ,ce ne potremo fottere degli altri paesi perche’ saremmo noi a trainare l’europa . Invece mandiamo gente a chiedere l’elemosina alla Merkel e la paghiamo 3 volte quello che pagano i tedeschi la propria cancelliera. Un po’ come se un amico venisse a chidereti un aiuto per comprare il cibo per la propria famiglia su una ferrari ……
    Tutto quello che non va in Italia e’ solamente colpa degli Italiani ,prendiamoci la responsabilita’ e forse si incomincia la strada per la soluzione ,continuamo a incolpare l’europa ,gli immigrati , i cinesi ,Obama, la crisi mondiale , l’evasione ,l’alluvione e il vicino di casa e rimarremmo dove siamo, falliti e piagnoni .

  10. firmato winston diaz

    Le pensioni sono gia’ state calate, ma col solito complicato, inefficiente e involuto mezzo, e insieme a tutto il resto dei redditi e patrimoni: TASSE – TASSE – TASSE.

  11. firmato winston diaz

    @Giorgio Azzalin

    Se ci dessimo da fare, poi ci toccherebbe aiutare i tedeschi che manderemmo in rovina perche’ poco efficienti e concorrenziali. Non ne vale la pena.

  12. Giorgio Azzalin

    @firmato winston diaz
    Caro Diaz e’ chiaro che se gli Italiani si comportassero ,non dico bene ,ma normalmente, l’Italia sarebbe il paese piu ricco al mondo .Abbiamo capitale umano ,location,personalita’, astuzia , il senso dell’estetica e cosi via. Il problema e’ che non sappiamo gestire lo stare insieme. Noi ci roviniamo con le nostre mani tutte le volte. Votiamo per chi ci frega per idiologia , gli operai della maserati votano per chi vuole in pratica elimiare le auto di lusso! . Questa e’ la zucca degli italiani .Non siamo gli unici ad avere tutti gli strumenti per eccellere , ma facciamo tutto il contrario vedi i Greci persone eccellenti individualmente ,deficenti totali appena si riuniscono in piu di tre….Forse e’ giusto cosi .

  13. Riccardo

    Articolo solleva il problema a mio avviso numero uno della spesa pubblica italiana, ma non evidenzia una proposta. Come possiamo fare visto che la stragrande maggioranza delle pensioni sono sotto i 1500 euro al mese? Un contributo du solidarieta progressivo sulle pensioni? A occhio possiamo ricavare al massimo sette otto miliardi di minori spese, non e poco, ma vale la pena scatenare uno scontro sociale e abusare del diritto per valori che non cambiano la sostanza delle cose? Molte pensioni sono immeritate ma possiamo rischiare di ridurre la gia misera pensione ad una persona che fa la fame per ridurla, come sarebbe eticamente giusto, a dieci altre persone che sono andate in pensione a 45 o 50 anni con il retributivo ? Francamente mi sembra molto complicato troppo complicato

  14. lalla

    Per non parlare della reversibilità delle pensioni ai superstiti, istituita per un senso di giustizia sociale in realtà viene usufruita anche da eredi che non ne hanno davvero necessità …tanto paga Pantalone…. Ma oramai Pantalone ha finito gli schei

  15. Giordano

    Si, il problema siamo certamente noi. Ciò non toglie che l’occasione che col nostro comportamento abbiamo dato ai crucchi di fare quello che vogliono da secoli (farci sparire, siamo l’unica alternativa alla loro visione della vita) potremmo anche cercare di evitarla….. Non è vero che fuori dall’euro si muore e non è vero che l’euro è irreversibile. Non dobbiamo necessariamente rassegnarci a tutto.

  16. DDPP

    @Rio
    Hai ragione il prezzo politico sarebbe eccessivo ed insopportabile in un contesto “normale”.
    Progredendo nell’incremento ormai irreversibile della spesa pubblica e del debito pubblico, la decisione avverrà sul baratro del fallimento/default del Paese

  17. DDPP

    @Giuseppe
    La tua è una proposta sensata (la divisione tra Previdenza ed Assistenza) che è stata applicata e in parte attuata a partire dagli anno ’90 (se non ricordo male il Presidente INPS si chiamava Militiello).
    L’applicazione pratica, con presidenti dell’INPS sempre collusi con politica e sindacato, è stata complicata e completamente opaca.
    Si dovrebbe costruire un altro Ente/Carrozzone con appositi compiti assistenziali: il solo pensarci mette i BRIVIDIIII

  18. marziano

    @Riccardo

    ma come no? è giustissimo. prendi tutte le pensioni (di metodo retributivo) sopra i 1500 euro netti mese (che diventa il massimo uguale per tutti, tanto chi era ricco non ne ha più bisogno) e distribuisci l’eccedenza a quelle tra il 300 e gli 800 mese.
    alternativa: verifichi quanto ciascuno ha percepito sinora con il retributivo e quanto ha versato. o ripiana mettendoci di suo oppure non lo si paga più o accetta una decurtazione sino ad arrivare all’equivalente del versato.
    decine di migliaia saranno insegnanti andate in pensione a 45 anni… con 19 anni, sei mesi ed un giorno-

  19. marziano

    ma si tratta di una cosa giustissima. eticamente inaccettabile è che non avvenga e che si inchiappettino le generazione future e non togliere a chi ha “matematicamente” diritto. i diritti quesiti e/o i fatti compiuti sono una pagliacciata di teoria buona solo tenerci tutti come schiavi.

  20. Se è vero che molte pensioni non sono meritate, che molti hanno lavorato meno anni di quanti ne stiano facendo in pensione e se è vero che non è giusto costringere i giovani a pagare al posto loro, non riesco ad immaginare cosa ci sia di male nel proporre un contributo di solidarietà a questi redditieri, proporzionato all’entità dell’assegno ed alla intensità del divario tra immeritato e dovuto.
    Così risolveremo solo in parte il problema della riqualificazione della spesa pubblica ? Nessuno ci vieterà, nel contempo, di mettere mano anche al resto, ma intanto vedremo aumentare, oltre che i fondi spendibili per la crescita, anche il nostro quoziente sociale di civiltà. Non se ne può più fare a meno !

  21. D’accordo sul principio che un sistema retributivo, che “paga pensioni che non corrispondono a quanto versato”, sia socialmente ingiusto, soprattutto con le nuove generazioni.
    Vale la pena però osservare che c’è dell’ipocrisia nel sistema retributivo attuale perché, mentre ti manda in pensione con un assegno piuttosto corposo, col tempo però, grazie al metodo della rivalutazione parziale al costo della vita per gli assegni superiori al minimo, finisce per ridurti di fatto il valore reale della pensione.
    Ma, ancora di più, vorrei far presente che negli ultimi 8 anni (tanti sono gli anni da quando sono in pensione) ho subito per ben tre volte (ripeto: 3 su otto. Nel 2007 – 2012 e 2013) la sterilizzazione totale dell’assegno pensionistico.

  22. giuseppe

    @DDPP
    In realtà non intendevo solo quello che Tu fai notare.
    Certamente la separazione fra Previdenza ed Assistenza (con quest’ultima a carico della fiscalità generale) è il primo passo per fare chiarezza nel bilancio dello Stato ed evitare che le corporazioni (in particolar modo quelle dei dipendenti statali e fra queste quelle dei Dirigenti in particolar modo) si cimentino nel solito assalto alla diligenza. La Previdenza dello Stato in realtà dovrebbe assolvere al compito che la maggior parte dei cittadini non abbia bisogno dell’assistenza e non pesi eccessivamente sulla fiscalità generale. Punto. Ne discende come conseguenza logica che anche la Previdenza abbia un target economico molto limitato. Assicurare un minimo e lasciare il resto alle assicurazioni private (se i singoli individui lo desiderano) riconsegnando al circuito economico le ingenti risorse che assorbe lo Stato. Si potrebbe obiettare che così facendo non si distingua sufficientemente fra ricchi e poveri. Ma è facile notare che ormai il sistema è totalmente retributivo. E dove ciò ancora non è perfettamente realizzato per gli strascichi del vecchio sistema, questo penalizza proprio i meno abbienti. Sappiamo benissimo di chi sono le pensioni che non hanno corrispondenza nei versamenti.

  23. paolo silvi

    Una personale convinzione. Trasformare retroattivamente in contributive tutte le pensioni retributive al di sopra di un certo valore ( ad es. € 2500 netti mensili ) stabilendo un valore minimo al di sotto del quale bloccare la riduzione ( ad esempio sempre € 2500 netti mensili ). Non sono un esperto e non riesco a prevedere se e quale risparmio si potrebbe ottenere. La cosa certa è che bisogna intervenire in qualche modo.

  24. Mario

    Farsi ciascuno la propria pensione, abolendo INPS e schemi Ponzi simili, no eh, troppo complicato (o troppo intelligente)

  25. Deck

    E’ mai possibile che debba leggere articoli come questo? E’ mai possibile che non si capisca che l’Euro debba morire affinchè il nostro paese si salvi? E’ mai possibile cazzo?

  26. romolo rubini

    Siamo alle solite! Il discorso è tutto un altro: la previdenza “pubblica” in Italia non esiste, ma trattasi di un salvadanaio alimentato da quella che è di fatto una retribuzione differita, pagata direttamente dai lavoratori e dai loro datori di lavoro. Lo Stato di suo non mette un centesimo. Ma anzi preleva a piene mani: La pensione sociale è pagata dai privati cittadini iscritti all’INPS, invece che dalla fiscalità generale, un vero e proprio furto ai danni di quei lavoratori e pensionati. Con il passaggio degli Enti mutualistici pubblici all’INPS, lo Stato ha perpetrato un altro furto, perché tali Enti sono arrivati con un debito di dieci miliardi, che verranno ripianati dai soli noti, sempre gli stessi lavoratori e pensionati INPS. Debito formatosi perchè il datore di lavoro (lo Stato) non ha versato i dovuti contributi per i suoi dipendenti. Eventuali saltuari interventi dello Stato a pro INPS, sono solo una goccia rispetto a quanto tolto a piene mani a quell’Ente. Il tutto iniziato e benedetto, sotto la gestione “illuminata” dei consigli di amministrazione targati CGIL, CISL ed UIL.
    Per ultimo chiudo con la Fornero, la quale con il blocco per tre anni delle pensioni (oltre il limite risaputo) ha determinato un danno, che moltiplicato per una aspettativa di vita (per quei sei milioni di tapini colpiti dal provvedimento) di circa 10 anni, dà un totale (sui 13 anni) di circa 150 miliardi di euro. Innoridite pure, purtroppo i conteggi sono esatti, anzi tenuti sul magro.
    Quando leggo articoli sulle pensioni che non tengono conto di questo, e di tantissimi altri argomenti sui quali ho sorvolato, per ragioni di spazio, mi viene l’orticaria, ed il bruciore allo stomaco.

  27. luciano pontiroli

    @romolo rubini
    Giuste osservazioni! ma ciò che è peggio, è la prontezza dei lettori ad intervenire condividendo quanto dice l’articolisti, senza un briciolo di senso critico.

  28. firmato winston diaz

    @romolo rubini
    “La pensione sociale è pagata dai privati cittadini iscritti all’INPS, invece che dalla fiscalità generale,”

    Sentivo tempo fa un intervento di Pagliarini in cui diceva che e’ vero il contrario, l’INPS senza il contributo dello stato di parecchie decine di miliardi (una cinquantina?) sarebbe in deficit totale se dovesse contare solo sulla contribuzione. Nel bilancio dell’INPS tale “salvataggio di stato” non e’ considerato come passivita’ (non so il termine tecnico giusto da usare). Pagliarini e’ (o era) presidente dell’associazione dei revisori della lombardia mi pare.
    Il link dev’essere questo:
    youtube.com/watch?v=B8VoO4XffVM

  29. firmato winston diaz

    In questa ottica, e’ anche abbastanza ridicolo (per ininfluenza) il problema del deficit di ulteriori 10 miliardi dato dall’accorpamento inps-inpdap. Probabilmente, come dice Pagliarini, senza le acrobazie, truffaldine, contabili, la situazione dei conti e’ MOLTO piu’ grave (basta pensare ai circa 100 miliardi che le amministrazioni non hanno ne’ pagato ai fornitori, ne’ messo a bilancio, o le multe sesquipedali e inesigibili di equitalia messe invece a bilancio fra le attivita’, qualunque azienda facesse una cosa del genere sarebbe gia’ fallita da un pezzo). Unica consolazione, il fatto che per gli altri stati, anche quelli presunti seri e solidi, e’ molto peggio. La fregata per noi e’ che comunque gli stati solidi determinano la legge, e decidono loro chi ha ragione e chi ha torto. Alla fine, e’ la forza che conta.

  30. arthemis

    @ Riccardo:

    le singole pensioni sono inferiori a 1500 euro, ma molti pensionati godono di più pensioni. Il ricalcolo con il sistema contributivo si potrebbe quindi applicare ai totali individuali che superano una certa soglia.

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