Il Don Quijote del Gennargentu con il vezzo del capitalismo facile
Oltre trent’anni di monopolio pubblico dell’energia ha consegnato all’Italia degli anni Novanta prezzi elevati, infrastrutture inadeguate e un significativo deficit energetico. Con la liberalizzazione dello scorso decennio e l’unbundling della rete, la potenza installa è cresciuta tanto da superare la domanda e gli investimenti per lo sviluppo di infrastrutture energetiche lineari sono quadruplicati.
Lungo questo cammino, però, si incontra l’infelice scelta del legislatore costituzionale di collocare l’energia tra le materie a competenza concorrente. L’attuazione dell’articolo 117 della costituzione pare coincidere con un’inversione di tendenza rispetto al decennio di liberalizzazioni trascorso. All’espansione della regolamentazione e della burocrazia verificatasi in tutta Italia, si aggiunge ora, in Sardegna, Regione a statuto speciale, il prepontente ritorno al capitalismo di stato, rectius, di regione.











