3
Ott
2009

Obama senza cerchi olimpici: già ci si avvia verso la fine dello show?

Con la clamorosa sconfitta della candidatura di Chicago alle olimpiadi del 2016, la coppia Obama (Michelle + Barack) subisce una prima pesante sconfitta simbolica. La cosa va segnalata perché è del tutto evidente che quello obamiano è un fenomeno essenzialmente mediatico-politico, basato quindi su adesioni che esigono il persistere di un’immagine vincente. Ora che il processo di selezione per i giochi olimpici non ha assecondato le attese della coppia più celebre e potente del pianeta, la sensazione è che il clima da idillio possa svanire.

Per giunta, nelle rilevanti questioni interne che il presidente Usa è chiamato ad affrontare i problemi si moltiplicano. Fin dall’inizio, Obama ha molto investito sulla riforma sanitaria, senza però avere il coraggio di andare fino in fondo e di mettersi in gioco personalmente (lasciando fare piuttosto ai parlamentari democratici). Adesso, però, quella via si è rivelata impraticabile: e così il presidente dovrà muoversi e avanzare una proposta dettagliata, fatalmente esponendosi a contestazioni crescenti.

Sul piano internazionale, alle solite, dopo aver a lungo attaccato la Casa Bianca quando erano altri ad abitarla e dopo aver giocato da pacifista, ora che è alla guida del più potente degli eserciti mai apparso sulla faccia della terra tutto sembra pensare meno che cambiare davvero la tradizionale politica estera americana. E tutto questo anche se è costosa, inefficace, spesso controproducente, fatalmente macchiata da episodi inquietanti. Un dato comunque è certo: l’anti-imperialismo esibito in passato è ormai finito in soffitta, e la cosa non potrà che pesare sull’immagine del presidente.

La stessa filosofia di fondo, quel nuovo interventismo che talora si rappresenta come anti-anti-paternalism (per una critica feroce di tali tesi, avanzate da uno dei più noti consiglieri di Obama, Cass Sunstein, si legga questo articolo di Claire H. Hill), ormai sembra aver perso ogni slancio.

A questo punto, il presidente può essere salvato solo dai propri avversari: e non ci si riferisce tanto e in primo luogo ai repubblicani (oggettivamente allo sbando e senza leader), ma soprattutto al blocco sociale che più avversa Obama.

Come si sa, in genere le elezioni si vincoono o si perdono sull’economia: e se tra tre anni l’America fosse in forze, Obama sarebbe rieletto. Ma la salute del sistema produttivo americano dipende essenzialmente da quanto saprà essere dinamica l’ampia galassia delle imprese Usa. C’è insomma un’America pro-Obama, fatta di rent-seeker e dipendenti pubblici, che sta scavando la fossa a quell’economia e di conseguenza anche alle sue chance di rielezione; e c’è poi l’America dei tea-party e della rivolta fiscale, che anche contro la propria volontà potrebbe aiutare Obama a restare a cavallo.

C’è un elemento paradossale, in tutto questo, ma spesso di paradossi si nutre l’esistenza umana.

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14 Responses

  1. Luigi

    io non la chiamerei sconfitta clamorosa, gia’ da qualche giorno Rio veniva data come chiara favorita tra il lotto delle pretendenti per tutta una serie di considerazioni spicce tra il politico e il pratico come sempre accade in questo tipo di manifestazioni. Improbabile che il comitato organizzatore di Chicago non ne fosse stato a conoscenza e quindi abbia deciso di chiedere l’aiuto di Obama confidando nella sua immagine di politico non legato ai classici ambienti yankee che al momento non sono molto popolari in giro per il mondo. Sul resto del post sono parzialmente d’accordo con lei, nel senso che dissolta ormai l’euforia del dopo elezioni guidare una nazione grande e prosperosa in situazioni spesso difficili in ambito nazionale ed internazionali richiede molta razionalita’ e pragmatismo, mentre la retorica e le buone intenzioni contano come il due di picche. Non mi stupisce quindi che Obama in molte situazioni come ad esempio Guantanamo, le guerre mediorientali, la crisi economica continui nel solco tracciato da Bush anche a costo di scontentare gran parte dell’elettorato che ha contribuito ad eleggerlo presidente. Sono convinto anche io come lei che le prime avvisaglie di una possibile rielezione o sconfitta si vedranno tra due anni e dipenderanno in gran parte dallo stato dell’economia di quel periodo.
    Per una analisi piu’ approfondita dei problemi che qualsiasi presidente americano si trova ad affrontare durante il mandato, suggerisco di andare su Stratfor, dove sono spiegati in maniera molto esauriente.

  2. Si’ anche secondo me non si tratta di sconfitta clamorosa, e neanche d’una sopresa.

    Si sapeva da un pezzo che il Brasile ed il Sudamerica non hanno mai organizzato un’olimpiade in passato.
    Inoltre gli Stati Uniti le hanno organizzate abbastanza recentemente (Atlanta 1996 e Los Angeles 1984).

    Sembra pero’ che gli anti-Obamiani a volte si attacchino un po’ a tutto per trovare un’occasione per criticarlo…

  3. Federico

    La sconfitta c’è,eccome se c’è.Quando viene mobilitata perfino la First lady, e anche Obama si mette in gioco di persona, è impossibile poi non dire che la sconfitta non ci sia stata. (I repubblicani hanno molto attaccato tutto questo agitarsi di Obama, dicendo perfino che si muoveva più da sindaco di Chicago che non da presidente degli US.) E’ invece significativo che il conformismo italiota, dove tutti (da destra e da sinistra, pendono dalle labbre del nuovo JFK), non abbia rilevato quanto pesante sia questa bocciatura.

  4. Piero

    ok.. ce l’hai con Obama xrchè vuole la sanità ed è un pò populista.. e forse x altro.. e godi ad ogni inciampo vero o presunto.. x ogni colpa sua e anche x le cose su cui nulla un president può fare.. però non capisco xrche non dici mai nulla del Nostro Silvio che è a capo di un partito chiamato PdLIBERTA’ … eppure ha fatto una conversione analogico/digitale dati alla mano (non politica di nessuna parte) che è quanto di più ILLIBERALE si possa immaginare.. su via caro Carlo.. un pò di coraggio.. oppure tieni famiglia anche tu ?

    PS: a scanso di equivoci.. sono a-partitico.. non sono di sinistra..

  5. renato

    “sono solo un basti-an contrario” possibile che non si riesca a discutere di nulla senza mettere in mezzo berlusconi?
    @Piero

  6. manT

    Credo che a Chicago sapessero della “bocciatura” e comunque hanno tentato di rimediare con una banalità retorica(Obama piace all’estero… vorrei vedere dopo l’orripilante Bush, sarebbe piaciuto chiunque tranne Sarah Palin) e pressapochistica (con la stessa con cui viene trattata la questione cinese da almeno 10 anni).

    Ma nel mondo che vive la crisi è più difficile “vendere” l’aria fritta.

    PS: 毛巴马 – per indicare Obama Mao(digitare per credere).

  7. Piero

    @manT

    bravo ManT… la battuta che dopo l’orripilante Bush sarebbe piaciuto anche Stalin mi è piaciuta sinceramente… strano ma vero… spero non ti scocci questo complimento da un nemico come me..
    intanto io paziente attendo che il Liberista Carlo si studi le carte della migrazione dall’analogico al digitale che ampliando Concorrenzialmente gli spazi crea Economica&Informativa futura Libertà 🙂 :)…
    così facciamo un pò d’odiata ed illiberale par condicio col Comunista Nero (cioè Obama)..

  8. manT

    @Piero:
    Non posso certamente competere con la sua cultura(ne con quella di nessun altro utente di questo blog, non lo nascondo), ma qualche osservazione potrei fare anche io.
    La cultura liberista e di destra ha una complessità maggiore (intrinseca), ma la teoria (ideologia?) che l’appoggia mi pare più debole di quella di sinistra, meno costruita per così dire.
    Il mistero arcano così si svela (scherzo) – > ciò che funziona bene in un sistema chiuso ed artificiale (teorico) fa spesso a pugni con la realtà. Il “liberismo” apre più strade alle variabili che compongono la realtà. Curiosamente, il liberismo anche quello “illuminato” è più vicino alla dimensione trascendentale di quello che ci si pensa e alla fine produce i risultati migliori in tutte le dimensioni (privato&pubblico).
    Dà un po’ più di spazio al “caos”. Così penso ora. Poi vedrò…

    PS: cmq lei mi pare una persona molto distratta. Ciao.

  9. Piero

    @manT

    ri-bravo.. al mio paesello i contadini astuti dicono del cittadino: “è furbo a scuola ma scemo in piazza”.. e scemo anche sui blog.. lo dicono dei vanagloriosi come me..

    un culturoso scrisse LA LIBERTA’ CI RENDE VERI… autentici.. concordo..
    ma poi bisogna vedere se questa Verità ci rende Buoni o Cattivi.. Etica..
    è per questo che talvolta (in contrasto con la filosofia del sito x altri versi assai utile) ritengo che sotto certe condizioni una “quota” di Libertà può legittimamente essere limitata (non uccidere, non rubare, cura il povero, non lasciargli vendere gli organi volontariamente se non ha i soldi x vivere, eccetera).. Ciao

    PS: hai ragione.. sono spesso dis-tratto.. anche se tu non fossi cristiano.. perdonami..

  10. Carlo Lottieri

    @ Piero
    Vedo solo ora gli interventi di Piero (non riporto il cognome perché non lo conosco), che con una certa baldanza mi rimprovera di non dire alcune cose e di non esaminare taluni problemi (e già questa è un’accusa curiosa!). Ma il bizzarro è che proprio qualche giorno fa, sul Giornale, ho scritto un pezzo in cui suggerivo la privatizzazione della Rai e la piena liberalizzazione del settore radiotelevisivo… http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=8293 Magari non è questo che Piero auspica: non so. Con tutto ciò, continuo a credere che Obama sia nelle condizioni di fare più danni del Cav. Sarà che l’America – crisi o no – resta ancora un filo più importante dell’Italietta?

  11. Piero

    @Carlo Lottieri

    ciao Carlo… lascio un attimo da parte il lontano Obama…
    personalmente non leggo il Giornale ne La Repubblica.. mi sembrano giornali di partito..
    non sapevo del tuo articolo.. lo leggerò sicuramente.. sono d’accordo sulla privatizzazione di buona parte (ma non tutta) della Rai parallelamente ad una reale apertura delle frequenze digitali.. se 6 davvero riuscito ad avere la forza di scrivere sul Giornale come è stato gestito il passaggio dall’analogico al digitale dovrò ricredermi e farti i miei migliori e Liberali complimenti..
    infine se Chicago ritiene di poter accogliere anche dei suggerimenti ti chiederei di pubblicarlo anche qui.. così ognuno si informa e dice la sua… ciao e grazie in anticipo… Piero

  12. Piero

    PS: i danni sono proporzionali alle dimensioni.. diversi in valore assoluto.. ma in % credo che il Cav. non batta nessuno (in occidente of course :)..
    PS: x correttezza ti informo che sono a-partitico da Fini a Maroni a Tremonti a Bertinotti a chi vuoi tu.. eccetto 1 che fatti alla mano (no ideologie/propaganda) trovo sorry praticamente impossibile sostenere..

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