26
Mar
2010

Mercato vo’ cercando ch’è sì caro…

Chissà a quale mercato si riferiva l’amministratore delegato di Poste Italiane Massimo Sarmi, parlando di come e quanto il monopolista di Stato sia pronto per la liberalizzazione europea del settore con l’Handelsblatt, uno dei principali quotidiani economici tedeschi… Il quadro della situazione italiana tracciato nell’articolo, a firma della corrispondente italiana Katharina Kort, è utopisticamente radioso e non indaga affatto i veri motivi del “miracolo” economico di Poste Italiane.
La diversificazione dell’offerta viene infatti buffamente ricondotta ad un forte sviluppo del core business, in realtà particolarmente carente, come faceva notare tempo fa Ugo Arrigo, intervistato su Raitre. Simpatica al proposito l’excusatio non petita di Sarmi che, discutendo di un nuovo modello di servizio universale, spiega: “Che la lettera arrivi il giorno dopo o tre giorni dopo nell’era di Internet e dei cellulari non è più così importante”. Come i lettori più attenti dell’Istituto Bruno Leoni sanno, la storia di Poste Italiane quale azienda capace di stare sul mercato è una mistificazione bella e buona, oltre a suonare un po’ come un insulto per tutti quegli operatori economici concorrenti, che non possono contare sullo status di monopolista legale. La natura di incumbent, sul quale pendono anche le accuse per abuso di posizione dominante, pare tuttavia non interessare al quotidiano tedesco, forse ormai assuefatto alle imprese maramaldeggianti della propria Deutsche Post. Eppure il tanto osannato aumento dei ricavi non viene dal nulla. A spiegarlo sono Massimiliano Trovato e lo stesso Ugo Arrigo in questi due bei focus. Direi che non occorre aggiungere altro.

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