22
Dic
2011

Letterina a Babbo Natale

Caro Babbo Natale,

nel confortevole e tiepido brodo primordiale nel quale mi libravo piacevolmente lo scorso anno di questi tempi non mi era giunta voce della Tua esistenza. Questa è dunque la prima volta in cui mi rivolgo a Te. Mi perdonerai l’inesperienza. Se ho ben capito la prassi, si tratta di fare uno scambio: io assumo l’impegno di essere buono, di obbedire ai genitori, di mangiare tutta la pappa e simili; tu in cambio mi fai qualche bel regalo. Ebbene, accetto lo scambio. Io assumo tutti gli impegni rituali. In cambio Ti chiedo ….

Anzitutto ciò che non voglio. Per favore basta con le costruzioni di legno, di gomma, di plastica, ad incastro e simili. Mi sono stufato di far finta di divertirmi a distruggere le sbilenche edificazioni del mio babbo. E poi, a giudicare da quel che sento riguardo alla situazione del mercato immobiliare, e a quanto posso prevedere sulla base del fatto che tutti i bimbi che conosco sono figli unici, mi pare del tutto improbabile che io possa avere luminose prospettive nel settore edilizio.

E basta per favore con i cubi, i parallelepipedi, le piramidi, fino addirittura ai dodecaedri da inserire in fori dalla forma adatta. Un eccentrico e barbuto signore vissuto a Vienna a cavallo del penultimo passaggio di secolo avrebbe molto da dire sulle spiegazioni inconscie di questi giochini introduttivi. Ma io, almeno per il momento, me ne sono stufato.

E veniamo alle richieste.

La qualità della mia vita futura migliorerebbe molto se Tu mi aiutassi a convincere i miei concittadini di alcune verità che a me sembrano ovvie, ma pare non lo siano altrettanto per la maggioranza di loro. Solo a titolo di esempio:

– se corriamo il rischio di una recessione, e allo stesso tempo dobbiamo ridurre il deficit pubblico, bisogna ridurre la spesa e non aumentare le tasse (Mariano Rajoy in Spagna sembra averlo compreso; i nostri governanti no, neanche dopo la semplificazione orografica che ha ridotto i rilievi montuosi);

– se vogliamo più crescita economica, livello e progressività del prelievo fiscale vanno invece ridotti, poiché impoverendo il salario netto scoraggiano l’offerta di lavoro, e colpendo il rendimento netto degli investimenti scoraggiano le nuove intraprese;

– se vogliamo più crescita ci servono più investimenti, e quindi più risparmi; tassazioni più o meno straordinarie del patrimonio, cioé del risparmio accumulato, sono quindi controproducenti.

Potrei andare avanti a lungo. Ma non Ti voglio tediare; il concetto ormai Ti sarà chiaro.

Piuttosto vorrei tornare per un momento allo scambio iniziale. Immagino Tu Ti stia chiedendo: ma perché mai dovrei fidarmi delle promesse di questo sconosciuto? Come faccio a sapere che non sono promesse da marinaio?

Ti faccio osservare anzitutto che avere più crescita economica è anche nel Tuo stesso interesse. In fondo con un maggiore benessere si faranno anche più regali di Natale, e quindi il tuo core business se ne gioverà. Ma, soprattutto, temo che la Tua obiezione dimostri che sei rimasto piuttosto arretrato con gli studi. Ciò è giustificabile:  negli anni ’30, quando sembra –  chissà se è vero – che la Coca Cola Ti inventò, la teoria dei giochi non era ancora stata scoperta. Ebbene, in un contesto di gioco con interazione strategica, non v’è dubbio che Tu faresti meglio a fidarTi di me, che ho tutto l’interesse a crearmi una reputazione che mi sarà utile nel mio rapporto con Te per un numero abbastanza lungo di anni, piuttosto che fidarTi di quei quasi-adolescenti che Tu premi già da molti anni e che, mano a mano che si avvicinano all’età in cui abbandoneranno le letterine a Babbo Natale, hanno sempre più interesse a defezionare, tradendo la parola data.

D’altro canto, ci chiamiamo o no allo stesso modo?

E infine – valga a titolo di referenza – io ho una speciale relazione con un babbo Natale, di cui non Ti starò qui a dire.

Ma, dimmi invece Tu, si fanno o no gli auguri di buon Natale a Babbo Natale?

Comunque sia, io Te li faccio, e Ti auguro anche un 2012 più felice: più felice perché mi auguro che a Te, e a tutti, venga riconosciuto il diritto alla libera ricerca della felicità.

 

 

4 Responses

  1. Diana

    Ooooohhhh sì che esiste…..
    La riprova sta nel fatto che accanto al mio albero di Natale, anno dopo anno, ho sempre trovato dei regali….
    Il problema è che il Caro Vecchietto deve avere qualche nuova tassa da pagare pure lui, perchè anno dopo anno “si registra una flessione” nel “numero” dei pacchetti da scartare, i regali “carini” lasciano il posto alle cose “utili” e così via… Ma si sa, quello che conta è il pensiero… E speriamo che sia un “bel pensiero” perchè fra poco, sotto l’albero non troveremo che quello…
    Forse Babbo Natale è dispiaciuto perchè nelle mie letterine chiedevo “cose materiali”… Credevo di facilitargli il compito…. Allora facciamo così… Niente cose materiali… Niente che si possa impacchettare e infiocchettare… Caro Babbo Natale, consentimi solo di poter rimanere in questa bistrattatissima Italia, di poter condurre una vita dignitosa accanto ai miei familiari, di invecchiare serenamente assieme a loro per poter dire di aver fatto la scelta giusta fidandomi dei vari “governi” – tecnici o meno – che si succederanno anno dopo anno… Miracoli li sai fare, sì?
    Buon Natale…

  2. fede

    CLICCATE SUL SITO DI MEDICINA DEMOCRATICA E VI ACCORGERETE CHE I DATI SULL’ASPETTATIVA DI VITA SONO UNA “DELINQUEZIALE MENZOGNA”,E’ VERO LA VITA SI ALLUNGA MA QUELLA MALATA,C’E UN CROLLO DELL’ASPETTATIVA DI VITA SANA.BASTA RACCONTARE ANCORA BALLE AD UN POPOLO SPOLPATO DA MAFIE,CORRUZIONI,GOVERNANTI E QUESTI SCIENZIATI CHE HANNO FATTO UNA MANOVRA SOLO PER FARE CASSA,I PATRIMONI NON SONO STATI TOCCATI,LE LIBERALIZZAZIONI NEMMENO.HANNO SOLO UCCISO CHI ERA LI’ LI’ PER ANDARE IN PENSIONE ED ORA GLIELA HANNO PROLUNGATA DI BOTTO ALTRI 6 ANNI E MAGARI CON L’AGOGNATA PENSIONE CI PAGHERANNO LA BADANTE O L’OSPIZIO.VERGOGNAAAA-….!!!!

  3. Claudio Di Croce

    @fede
    Non sapevo che esistesse MEDICINA DEMOCRATICA , pensavo che esistesse la MEDICINA senza aggettivi. E’ come Magistratura Democratica ? Alla larga allora.

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