7
Apr
2011

La guerra italo-francese e il rischio degli aerei di Stato

Siamo un popolo strano, noi italiani. Copiamo sempre gli esempi peggiori. La Francia, con la quale è iniziata una vera battaglia economica, persegue una politica di difesa delle aziende strategiche e noi seguiamo i cugini transalpini. Poco importa che la difesa (settore strategico in Francia) sia diverso dallo yogurt (settore strategico in Italia?); ciò che importa è considerare l’intervento dello Stato come salvifico dall’invasore straniero. La storia si ripete. Esattamente tre anni fa, il clima pre-elettorale stava portando ad uno degli scempi più grandi registrati nel nostro Paese: la difesa dell’italianità di Alitalia. Non si volevano i francesi di AirFrance-KLM allora, come non li si vogliono ora per il caso Lactalis-Parmalat. Quali “vantaggi” portò l’italianità? Oltre tre miliardi di euro di costi diretti per il contribuente, oltre ad una chiusura del mercato aereo che ancora oggi provoca danni per i viaggiatori aerei italiani.

In quel caso, l’azienda pubblica, ormai cotta da una gestione politica fallimentare, fu salvata dalla cordata italiana di imprenditori, che vinse una gara di privatizzazione nella quale la banca che era incaricata a vendere Alitalia, si ritrovò ad essere uno dei maggiori azionisti.

A distanza di tre anni e a distanza di tre miliardi di euro da quella fallimentare esperienza di privatizzazione all’italiana, AirFrance è il primo socio della nuova Alitalia e tra pochi mesi potrebbe diventare il socio di maggioranza assoluta.

Se i francesi saliranno nella compagnia aerea italiana, si avrà conferma che la politica non solo è incapace di gestire le imprese, ma anche fare dei processi di privatizzazione “normali”.

Le brutte notizie non sono finite, purtroppo.

Grazie al nuovo decreto che permette la salita di Cassa Depositi e Prestiti in quelle aziende considerate strategiche, la nuova Alitalia potrebbe vedersi “scalata” dallo Stato Italiano.

Se il settore dei latticini è strategico per l’Italia, perché non lo può essere quello del trasporto?

Oltretutto nel settore aereo, Alitalia continua ad evidenziare bilanci difficoltosi con perdite di circa mezzo miliardo di euro in due anni. Il pareggio operativo per il 2011 rischia di diventare un miraggio nel deserto. La guerra libica e la situazione delicata nord-africana ha portato un incremento del prezzo del petrolio, con un conseguente aumento dei costi per le compagnie aeree. Ma non c’è solo Alitalia; la situazione di Meridiana-Eurofly è molto complicata, dato che il vettore accumula perdite ormai da anni.

Si prospetta una fusione tra queste compagnie italiane, per formare il “Champion National” del trasporto aereo italiano?

L’idea era già fallita nel momento della fusione tra Alitalia e AirOne, la ormai “famosa” Fenice dei cieli italiani.

Il vettore, che ha cominciato a volare il 13 gennaio del 2009, ha infatti il 22 per cento della quota di mercato e rischia a breve di essere superato da Ryanair, come primo operatore sul mercato italiano; questo nonostante il decreto 166 del 2008 che sospende la normativa antitrust per tre anni per favorire il rilancio della compagnia aerea a discapito dei consumatori.

Se Meridiana-Eurofly dovesse confluire in Alitalia, ancora una volta si ripresenterebbe lo scoglio della normativa Antitrust e di come finanziare la nuova compagnia.

Il Governo potrebbe quindi cercare di bypassare il mercato tramite una delle seguenti azioni od entrambe contemporaneamente:

–         Considerare il trasporto aereo come strategico e permettere l’entrata di Cassa Depositi e Prestiti nell’azionariato delle compagnie aeree

–         Prolungare la sospensione della legge antitrust per favorire la nuova possibile alleanza.

Gli “aerei di Stato” rischiano di ritornare nei cieli italiani.

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7 Responses

  1. alberto

    Che il governo possa pensare a far tornare alitalia in mani pubbliche, questo lo posso capire, conoscendo chi sta al governo. Che pero’ lo possa veramente fare, questo non lo credo. Per quanto l’Italia sia un paese allo sfascio per mille motivi, con un elettorato perlopiu’ insensibile alla legge del mercato, ed anzi a volte desideroso di esserne protetto, ritengo che la manovra solleverebbe proteste enormi in larghissime fasce della popolazione stufe del magna magna continuo che avviene da decenni sotto le insegne di alitalia.
    Lo scandalo sarebbe tale da rovesciare il governo (e non solo) in breve tempo. E lascerebbe anche conseguenze di lungo termine, probabilmente. Che dice, sono troppo ottimista?

  2. LucaS

    Sono consapevole che è una domanda ingenua però la faccio comunque: se Air France dovesse acquisire il controllo di Alitalia la quota di mercato cumulata a seguito di un acquisto a titolo oneroso sarebbe davvero altissima, ben oltre il fatidico 30%! Questo non dovrebbe comportare una bocciatura automatica da parte dell’Antitrust? Voglio dire: ovviamente un Antistrust normale lo impedirebbe ma il nostro lo farebbe? C’è qualche possibilità che i concorrenti di Alitalia e AirFrance, come Ryanair o Lufthansa riescano a bloccare o quantomeno rallentare l’operazione ricorrendo alla UE… giusto il tempo di far finalmente fallire Alitalia e aprire il mercato una volta per tutte….

  3. Antongiulio Goracci

    Io ricordo solo che l’autore dell’articolo, che questa volta è verosimile, all’epoca della pubblicizzazione dell’ affair Alitalia comparve in diversi Talk-show con tutt’altre argomentazioni, sponsorizzando appieno lo scempio che si stava per compiere!!
    Pennaiolo venduto!!!!

  4. Andrea Giuricin

    Gentile Goracci,
    ho sempre sostenuto che la privatizzazione all’italiana sia stata un grande errore e che le imprese di Stato sono uno sperpero di denaro pubblico.
    Se vuole una conferma, può leggere il mio libro pubblicato nel marzo 2009 da IBL Libri.

  5. Andrea Giuricin

    Ho la paura che una rinazionalizzazione possa passare come un intervento anti-francese e dunque giustificato in questo periodo di guerra economica.
    Circa la bocciatura dell’antitrust: la quota di mercato Alitalia non è eccessivamente elevata, ma esistono problemi su determinate rotte.
    Se AirFrance acquistasse Alitalia vi sarebbero problemi aggiuntivi solo verso le rotte francesi e quindi l’antitrust (se avrà la possibilità di intervenire), potrà obbligare di rilasciare qualche slot.
    I problemi maggiori potrebbero derivare da una fusione con Meridiana, poichè Alitalia ha una quota di mercato maggiore sul mercato domestico.

  6. LucaS

    X Goracci: Guardi che si sbaglia di grosso. Ho letto molti articoli dell’autore anche su altri siti e sono sempre stati coerentemente contro l’operazione! Al massimo può aver sostenuto l’opportunità di privatizzare Alitalia e l’uscita dello stato dall’azionariato, ma non certo il modo in cui questo è stato fatto. D’altronde ci vorrebbe un bel coraggio a difendere un’operazione del genere! Non ci voleva certo un genio per capire che era una megatruffa ai danni di contribuenti, consumatori e concorrenti!

    X Giuricin:
    1-non capisco: se già Alitalia da sola era soggetto dominante, anche considerando una diminuzione della quota di mercato… come fanno ad esserci solo problemi su alcune rotte se gli si somma AirOne, Meridiana e Air France? PS Io considero come quota di mercato critica la soglia del 30% cioè quella che normalmente l’Antitrust considera in caso di fusioni e acquisizioni.
    2-Siamo sicuri che Air France abbia tutta questa convenienza a comprare Alitalia? Sbaglierò ma se io fossi un azionista Air France non farei salti di gioia a questa notizia!

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