27
Ott
2016

Italia incurabile: il maxi assenteismo dei vigili a Roma derubricato a mera coincidenza

Per carità, come sempre massimo rispetto della magistratura e delle sue sentenze. Ma questo non impedisce di dire, in attesa di conoscere le motivazioni della decisione assunta dal giudice del lavoro della terza sezione del Tribunale di Roma, che è devastante il segnale arrivato ieri all’opinione pubblica, ai dipendenti del Campidoglio e in generale a tutti i dipendenti pubblici italiani, visto che Roma è la Capitale.

Il giudice ha stabilito infatti che la maxi astensione dal lavoro di 767 vigili urbani romani la notte del Capodanno 2015, cioè dell’83% dell’organico del corpo mentre in romani nelle strade festeggiavano l’anno nuovo, non fu affatto uno sciopero selvaggio. Di conseguenza il giudice ha anche annullato la multa di circa 100mila euro che tre mesi dopo fu comminata a 5 sindacati dall’Autorità Garante sul diritto di sciopero. La cifra va dunque restituita ai sindacati. A questa decisione si aggiunge che dei 767 vigili solo una trentina finì per essere soggetta a indagine disciplinare interna. Mentre dei ben 100 medici indagati per falso dalla Procura – o per aver sottoscritto certificazioni mediche per quella notte senza aver incontrato il paziente, o per aver delegato impropriamente ad altri colleghi il farlo, o per aver ceduto a terzi le proprie password per le comunicazioni d’obbligo all’INPS – la maggior parte sembra uscire senza danno dall’inchiesta.

La somma di questi tre segnali è univoca: dunque quella notte non accadde niente di particolare, ordinaria amministrazione. Aveva evidentemente ragione il sindacato Ospol che all’indomani della maxi astensione, a chi come noi ne protestava l’illegittimità e intollerabilità, replicava sdegnato che al contrario l’83% di astenuti era “una percentuale fisiologica”. Evidentemente, è stato solo un fortuito caso, che in quella notte contemporaneamente e senza alcun concerto ben 567 si dichiarassero malati, 63 assenti per donazioni di sangue (a Capodanno!), 81 a casa per assistere parenti con patologie coperte da congedo parentale disposto dalla legge 104, e 52 per altri motivi.

Ma non scherziamo, per favore. Chi davvero può credere a una simile coincidenza? Solo chi decide di ignorare che quella notte fu causata dal durissimo scontro che il corpo dei vigili riservava all’allora comandante fresco di nomina, il superpoliziotto Raffaele Clemente, vissuto dai caschi bianchi romani come un corpo estraneo. Tanto estraneo che aveva disposto immediatamente rotazioni a catena degli incarichi per tutto il corpo, al fine di svellere incrostazioni decennali e rischiose connivenze. E alla lotta strenua contro la rotazione si aggiungeva quella per il salario di merito diviso tra tutti a pioggia, grave problema che resta ancora insoluto per tutti i dipendenti capitolini.

I sindacati quella lotta l’hanno vinta. Clemente non è più il loro comandante. C’è un vice, e il nuovo comandante dovrà essere scelto dalla giunta Raggi entro fine ottobre. Ma cosa farà la nuova giunta? Il solo fatto che davanti al giudice del lavoro il Comune di Roma non si sia costituito nel procedimento, ignorando del tutto le parole durissime che all’indomani della maxi protesta furono pronunciate da Clemente, sembra proprio la dice lunga su quanto possiamo aspettarci. E allora diciamolo in chiaro. Se il sindaco e la giunta Raggi credessero di doversi ingraziare sindacati, vigili e dipendenti, fingendo di non vedere che la prima svolta da imprimere è proprio quella della legalità, dell’efficienza e della trasparenza, allora vorrebbe dire che non ci siamo proprio.

E il comune cittadino, la società civile, che cosa devono pensare, assistendo al passaggio istituzionale in cavalleria di una vicenda che generò ironia e disprezzo sugli organi d’informazione di mezzo mondo? I dipendenti pubblici onesti e leali, quelli che credono nel dovere di prestare servizio alla collettività rispettando le regole e aspettandosi di vedere il proprio merito finalmente riconosciuto, come non immaginare che ancora una volta allargheranno le braccia, pensando che se le cose stanno così allora non c’è alternativa e devono farsi furbi anche loro? E i dirigenti, incaricati di vigilare sul comportamento dei sottoposti, svolgendo le proprie funzioni saranno forse spinti a maggior scrupolo, o piuttosto a chiudere gli occhi e a lasciar correre?

Lo sappiamo tutti, sono domande retoriche. L’amara risposta è nei fatti. L’immobilismo delle peggiori prassi vince ancora una volta. E fa apparire gli impegni della politica, alle riforme e alle svolte morali, come pure espressioni labiali a cui non seguono fatti conseguenti.

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13 Responses

  1. Lores

    Immaginate se un giorno un famigliare dei vigili urbani di Roma debba recarsi al Pronto Soccorso e sentirsi dire: scusi, ma non possiamo curarla, l’ 83% del personale si e’ improvvisamente assentato per giuste cause……

  2. Stefano

    Magistratura e Sindacati, assieme al Clero, sono le 3 categorie responsabili dello sfascio di questo Paese. Meglio fare come me e starsene lontani, a Dubai. Ma a volte rode di avere acquisito tanta esperienza all’estero, e non poterla mettere al servizio del mio Paese perche’ non ci sono le condizioni per rientrare.

  3. RICCARDO

    Da quello che ho capito fin qui, il giudice non ha detto che le assenze di capodanno furono una mera coincidenza, bensì che non si trattava di uno sciopero selvaggio, cioè di un’azione organizzata e coordinata (in segreto) dai sindacati. Che una così massiccia astensione dal lavoro in uno stesso giorno e con motivazioni perlopiù coincidenti non possa essere dovuta al caso, credo sia del tutto evidente. Solo che dimostrare che si sia trattato di un atto di “boicottaggio” o di una impropria forma di protesta, avendo stabilito che non c’è stata partecipazione delle organizzazioni sindacali, non è agevole. Si dovrà provare, caso per caso, che – per esempio – le malattie addotte a giustificazione delle assenze erano in realtà simulazioni e che forse c’è stata anche la complicità, o la tacita connivenza, o la semplice – ma comunque censurabile – leggerezza da parte dei medici che hanno rilasciato i certificati. Per quanto riguarda invece le assenze per donazione di sangue, l’unica azione possibile è verificare che sia effettivamente avvenuta, dato che non esiste alcuna norma che ponga un limite al numero dei dipendenti che possono assentarsi contemporaneamente per questo motivo.

  4. roberto

    Da allora è stata sbandierata la lotta all’assenteismo ma ad oggi praticamente non ci sono controlli sulla malattia nel pubblico impiego! L’assenteismo continua a dilagare, ogni giorno scoprono nuovi “furbetti del cartellino” e i medici dell’Inps addetti al controllo dello stato di malattia, in attesa della tanto pubblicizzata riforma Madia che dovrebbe porre in capo all’Istituto i controlli anche nel pubblico, se ne stanno con le mani in mano perché l’Inps nel frattempo ha pure ridotto a meno di un terzo i controlli nel settore privato!
    WWW il lavoro dipendente nel pubblico impiego!! WWW l’Italia!

  5. Gianca59

    Un esperto di statistica ci dimostrerà che è più facile realizzare il 6 al superenalotto che avere 767 vigili su 925 casualmente assenti….

  6. weareblind

    Io mi sarei anche rotto del mantra “per carità rispetto per le sentenze”. E perché mai scusi? Per me questa sentenza è una allegra cazzata.

  7. Filippo

    se torno a nascere cercherò un impiego nel pubblico e tanti saluti a tutti,lascio ad altri più entusiasti il mondo del lavoro privato 🙂
    In fondo sarebbe sufficiente fare quello che attiene al mio compito,sicuramente non di più ma possibilmente anche meno e la mia vita scorrerebbe tranquilla senza grossi intoppi.Se poi fossi bravo e riuscissi ad intortarmi i miei superiori allora ancora meglio.
    Scusate l’amaro sfogo ma visto da chi ha lavorato 30 anni come dipendente nel privato in ruolo commerciale e oggi si sente offrire finte partite IVA,contratti prestazione opera e poi voucher cadono le braccia a leggere queste cose…..L’Italia cambierà?non credo,troppi e troppo diffusi gli interessi le CONNIVENZE le NEGLIGENZE che devono essere colpiti,troppo pochi o per lo meno poco ascoltati i dipendenti pubblici che svolgono con onore e dignità la loro funzione,qualunque essa sia.Sono pessimista,non credo che vivrò abbastanza a lungo (anche ammesso che arrivi al traguardo dei 100 anni,cioè il doppio di quelli che ho adesso)per vedere un Paese migliore,sopratutto abitato da cittadini migliori dato che il cambiamento può e deve partire da ognuno di noi altrimenti non esisterà regola legge o codicillo che non possa essere aggirato e utilizzato a proprio favore in un modo o nell’altro.

  8. Beppe

    Giannino, le chiedo nuovamente: ma lei finge di non vedere? Questa è la stessa Roma del premio di produttività enorme erogato a tutti. È la stessa Roma in cui una Giovanna D’Arco da anni in ATAC utilizza codicilli per bloccare l’azienda, e’ la stessa Roma in cui i vigili urbani possono fare quello che vogliono aiutati dagli stessi codicilli e dalle toghe che pensano che il Diritto sia solo quello dei lavoratori (per modo di dire) e non quello dei cittadini. Notare che tutte queste grandi famiglie siano tra i cardini della vittoria del Governo di svolta al Campidoglio e’ qualcosa che fa fatica ad accettare viste le sue parole sfumate. Dall’altra parte prende atto finalmente che sindacatini da quattro soldi tengono in ostaggio il mondo della Scuola…sono gli stessi sindacatini che votano con i loro lavoratori per i governi delle svolte…non pensa che sarebbe l’ora di attaccare con nome e cognome i paladini dello status quo?

  9. Salvatore

    E’ inutile sperare in cambiamenti significativi se non si tocca il nodo della riforma della giustizia, doveva essere la prima riforma già dagli anni 90 ma sembra esser stata abbandonata da tutti forse perché i politici hanno paura dello strapotere dei magistrati ma qualsiasi altra riforma si voglia fare non darà risultati se non si parte dal riformare il pilastro più importante della democrazia.

  10. arthemis

    @ Riccardo:

    come giustamente ha segnalato, la sentenza non è sulle assenze ma sulla possibile organizzazione da parte dei sindacati (elusiva della disciplina di sciopero). Interessante vedere come, anche in questo blog purtroppo, si commenti “altro”.

  11. Gianni

    E basta frottole su questa vicenda. La sentenza ha solo smontato il teorema, messo in piedi dalla Commissione di Garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, della presunta cabina di regia occulta da parte delle organizzazioni sindacali alla base della “astensione collettiva” delle lavoratrici e dei lavoratori della Polizia Locale di Roma Capitale.

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