11
Ago
2010

Giavazzi&Giovannini su tassi, FED e BCE: viva Taylor!

Il comunicato FOMC della FEd di ieri comprensibilmente orienta verso il basso i mercati mondiali, poiché realisticamente prende atto del rapido deterioramento della ripresa americana  – meditino i deficisti keynesiani! Di qui le decisioni della FED: conferma della valutazione che i bassi tassi resteranno intoccabili a lungo, conferma – estendendola invece di farla diminuire – della politica eterodossa di quantitative easing, cioè di acquisti di bonds federali e di commercial papers, per sostenere il debito sovrano monetizzandolo e per sostenere la Borsa, da parte della banca centrale che si trova così esposta a rischi di ulteriore deterioramento del suo balance sheet ipertroficamente esteso a livelli record.  La domanda è: c’è un’alternativa a questa politica monetaria? se la plolitica continua nel suo deficit tednenmzialmente mostruoso, convinta che sia “la” risposta alla crisi quando l’aggrava, la banca centrale deve tener bordone, oppure può e anzi deve mandare al mercato e alla politica segnali in controtendenza? Sapete qual è la nostra risposta standard: può e anzi deve. Anzi, la crisi triennale è figlia proprio innanzitutto della politica monetaria lasca seguita dalla FED con Greenspan. Mentre noi crediamo che banche centrali indipendenti, seguendo la Taylor rule, abbiano il dovere di tenere i tassi mediamente più su di quanto piace alla politica. Tra il 2002 e il 2005, la distanza dai tassi bassi di Grrenspan e quanto avrebbe prescritto John Taylor giunse a superare i 400 punti base!   Ma anche limitarsi a chiedere l’applicazione della formula di Taylor è sbagliato. Perché i modelli devono inglobare la realtà che si modifica. E a questo poposito su questo tema è appena uscito un paper molto interessante di Francesco Giavazzi e Alberto Giovannini. Leggerlo attentamente farebbe molto bene, alla FED come alla BCE. Che cosa propongono, Giavazzi e Giovannini? Trovo la loro considerazione di partenza assai condivisibile. I banchieri centrali dopo questi tre anni non devonmo orientare la loro politica monetaria solo tenendo in considerazione inflazione attesa (aggiugno io: un’inflazione calcolata senza gli “alleggerimenti impropri” adottati dalla FED negli anni Greenspan isolando dall’inflazione core quella importata, i prezzi energetici etc, in modo da “far finta” di rispettare la Taylor rule aggirandola nella sostanza) , differenza tra inflazione attesa e inflazione-obiettivo, ed effetti dei tassi sull’output potenziale e cioè inanzitutto sul livello dell’occupazione oltre che in generale delle attività. A questo tre fattori la crisi attuale insegna che occorre aggiungerne almeno un quarto. Poiché una funzionne fondamentale a cui presiedono le banche centrali è assicurare  efficacia ed efficienza del trasferimento di liquidità agli intermediari e dagli intermediari ai prenditori, occorre aggiungere nella valutazione del tasso opttimale l’effetto che esso esercita su tale circuito: in maniera che agli intermediari bancari sia chiaro NON che la liquidità verrà comuqnue garantita dalla banca centrale attraverso politiche eterodosse di sostegno e salvataggio illimitate, bensì che il mercato sconta un premio al rischio di trasformazione della liquidità, per il quale può avvenire che uin circostanze eccezionali la banca centrale sussidi e sostenga la funzione, ma comunque entro certi limiti.

Il punto è stabilire “quali” limiti, e Giavazzi e Giovannini fanno benissimo a sollevare il problema, perché è esattamente la lezione dalla crisi che ancora le banche centrali – sospinte dall’emergenza politica che chiede loro solo di non ostacolare una ripresa indebolita negli USA e da sempre gracile in Europa, Germania esclusa – non mettono a  tema, dopo tre anni. Tre anni in cui, a dire la verità, FED e BCE hanno seguito tecnicamente due sentieri molto diversi, anche se analoghi nei presupposti di estendere i propri interventi ben oltre l’esaurimento della politica monetaria tradizionale quando il tasso ufficiale diventa zero o negativo.

In ogni caso, al di là dei tecnicismi che appassionano gli addetti ai lavoro (ma sono la sostanza), la sintesi è: i banchieri centrali dovrebbero avere più che mai opggi non solo buoni argomenti, ma sopratttuto determinazione e fegato per deludere i politici, e cominciare ad alzare i tassi.

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28 Responses

  1. Penso che tutto nasca da una dimenticanza, quando hanno effettuato la moneta unica qualcuno si e’ dimenticato di eseguire un ”condono”: il condono del debito pubblico, infatti guardando con una visione miope solo l’Italia (ma cosi’ sono grecia,spagna, gran bretagnia….) il debito pubblico e’ cosi’ elevato che una manovra finanziaria, che ha fatto stridere i denti tutti, e’ neutralizzata da un aumento del 0,5% del tasso di interesse sul debito…..quindi le banche in questo momento in cui i differenziali mark up e down sono minimi producono perdite, non riuscendo a remunerare i rischi…..unica via d’uscita la bce emetta monetta perequando negli comunitario….meno debito per tutti …piu’ inflazione…svalutazione dei debiti ….con successivo divieto agli stati di creare nuovi debiti… in italia ci sarebbe la disponibilita di circa 70/80 miliardi l’anno (costo degli interessi pagati dallo stato italiano ogni anno)…con cui fare opere e diminuire le imposte….che dite?

  2. enso che tutto nasca da una dimenticanza, quando hanno effettuato la moneta unica qualcuno si e’ dimenticato di eseguire un ”condono”: il condono del debito pubblico, infatti guardando con una visione miope solo l’Italia (ma cosi’ sono grecia,spagna, gran bretagnia….) il debito pubblico e’ cosi’ elevato che una manovra finanziaria, che ha fatto stridere i denti tutti, e’ neutralizzata da un aumento del 0,5% del tasso di interesse sul debito…..quindi le banche in questo momento in cui i differenziali mark up e down sono minimi producono perdite, non riuscendo a remunerare i rischi…..unica via d’uscita la bce emetta moneta pagando perequamente (i stati con i debiti pagano i debiti chi non li ha resta con i soldi per nuove infrastrutture o minori imposizioni) i debiti pubblici comunitari..….meno debito per tutti …piu’ inflazione…svalutazione dei debiti ….con successivo divieto agli stati di creare nuovi debiti… in italia ci sarebbe la disponibilita di circa 70/80 miliardi l’anno (costo degli interessi pagati dallo stato italiano ogni anno)…con cui fare opere e diminuire le imposte….che dite?

  3. Purtroppo non è un passo avanti. Questa proposta è solo un altro modo per garantire alla politica la possibilità di manipolare i tassi.
    A quali consenguenze questa attività porti l’hanno spiegato molto bene Hayek e Mises: errori nell’allocazione di risorse e investimenti cui inevitabilmente segue un processo di aggiustamento chiamato crisi

  4. michele penzani

    …Il concetto della sintesi, credo, sia applicabile nel caso della “Fed”, visto che gli USA il Dollaro possono stamparselo e -quindi- è già Lo Strumento per evitare emissione-compravendita di altra carta-debito, con addirittura la coscienza di avere il proprio DP di proprietà “cino-giap”…Per quanto concerne l’eurozona, visto che la moneta interessante viene emessa dalla BCE, i banchieri abbiano solo da “fregarsi le mani” quando gli Stati chiederanno, per l’emissione -in sostanza- di altro debito, a quanto pagarlo.

  5. Nella puntata di Focus Economia di oggi su Radio24 (e penso di citare una fonte che lei probabilmente non disprezzerà) il prof. Vaciago ha sottolineato come il ruolo degli Stati Uniti di motore della crescita mondiale grazie agli elevati consumi sia di fatto finito. I mercati europei sbagliano a seguire ancora le dichiarazioni del governatore della FED (si vedano i collassi delle borse europee di oggi, FTSEMIB in testa) ignorando di fatto quelle del governatore della BCE che aveva parlato di ripresa migliore del previsto.
    E’ stato un errore pensare, ha argomentato Vaciago, che la politica monetaria americana espansiva potesse avere l’effetto sperato sui redditi, poichè vista la dilagante disoccupazione e le aspettative di aumento della tassazione nel prossimo anno, anche a denaro regalato, gli americani scelgono di non indebitarsi. Le imprese continuano a tagliare posti di lavoro per attenuare gli effetti della crisi dal lato dei costi, i ricavi continuano a essere declinanti a causa dei consumi ridotti, dunque a chi spetta risollevare le sorti del paese?
    Vaciago propone la cura d’emergenza di tornare alla “peggiore e più brutale” ricetta dello scavo di buche keynesiano, ma nulla ha detto sugli effetti dell’ulteriore incremento del deficit.
    Nella mia (modesta) opinione, alzare i tassi di interesse in questo momento sarebbe come aprire la finestra d’inverno nella stanza di un malato con la febbre da cavallo, non si farebbe che peggiorare la situazione. Nessuno conosce la soluzione per uscire dalla crisi, di certo la politica monetaria – specialmente se restrittiva – non è quella che si può pensare di utilizzare per gli interventi d’urto necessari.

  6. eonia

    A mio avviso, l’operato delle banche centrali in materia di tassi, specialmente nell’era dei tassi zero – uno, sembra essere l’unica via saggia da percorrere nel contesto che si sta delineando.
    Le storture dell’era Greenspan oltre la creatività del vecchio governatore affondano le loro radici in tempi più lontani. L’inizio anni 90’ già si versava in recessione negli Usa mentre il Giappone si insediava in Europa per promuovere l’export, l’Europa giocava con le regole di serpenti monetari stretti e larghi, intanto arrivava la travata LTCM e il 97 iniziava la crisi asiatica, il 99 si varava l’euro, il 2000 il tracollo della tecnologia e il 2001 c’era settembre e Bush che portava la Cina dentro la WTO.
    Un decennio trascorso nell’insegna che la recessione era pronta alla partenza.
    Se si vuole andare un lustro dietro lo scenario non cambia.
    Intanto il governatore della FED non perdeva occasione per ribadire che ogni area geografica doveva farsi carico della sua crescita in modo autonomo. E’ stato il grido di un eremita.
    I poteri della Fed essendo più ampi hanno agito sui tassi sia per motivi politici interni sia a causa della neonata moneta unica. Strano che la costituenda BCE prevede le cartolarizzazioni nel suo statuto come mezzo efficace per allargare la massa monetaria rapidamente. Probabilmente più in alto si sale e più la massa monetaria diventa stretta e dunque occorrono formule per allargarla distribuendo il rischio.
    E poi chi dice che ai banchieri centrali non piace la politica monetaria dei loro omologhi nipponici?
    Sono ancora lì, non sono scomparsi.

  7. @ Michele Penzani
    Francamente dalla sua risposta si evince che non ha capito nulla dell’articolo dell’ottimo Oscar Giannino (e mi limito a sottolineare solo la sua comprensione dell’articolo dato che potrei essere più generico non solo sull’economia….).
    Lei ritiene krugmanianamente che gli Usa stampando denaro possano uscire dalla crisi per di più evitando di indebitarsi con la Cina e con il Giappone.
    Ora al di là che l’indebitamento con la Cina e Giappone è di fatto parte dello schema basato proprio sulla crescita a debito “spendi e spandi” keynesiana basata sull’assenza del risparmio che di fatto ha causato la crisi dei mutui subprime e delle carte di credito.
    Ma appare evidente come lei non abbia compreso come già in questi decenni gli Usa stiano stampando denaro fiat e che ovviamente per poterlo fare cedono grossi quantitativi in oro (come garanzia) alla Cina quale garanzia sovrana sui bond.
    Quindi appare evidente come la Fed (che le ricordo è dello Stato americana, non di rettili o alieni) di fatto in assenza di un gold standard (da lei stessa maltollerato storicamente) preferisce cedere crediti di bond Usa ai cinesi (dal dubbio valore visto che gli Usa non potranno mai ripagarli neppure con tutte le loro riserve auree al momento disponibili e in calo stando anche ad una inchiesta del Congresso in commissione finanza da parte di Ron Paul) al solo scopo di avere credito per stampar moneta.
    Ora se questo a lei le pare logico per me non lo è.
    Praticamente gli Usa oltre a spendere indebitandosi per servizi e spese pubbliche da parte del Governo non riuscendo a coprire con il carico fiscale, emettono (un pò come la Grecia e l’Italia) bond che di fatto equivalgono a buoni annonari per spendere, ma questi ovviamente essendo cartastraccia necessitano di una convalida, e qui salta per l’appunto l’oro.
    Di fatto a causa della fiat money generata dalla banca centrale FED su approvazione e conto del Governo e del Congresso americano anzichè proporre una moneta sonante aurea in un libero mercato valutario privo di un autorità di monopolio, preferisce vender via l’oro quale garanzia dei bond emessi per stampare carta straccia (chiamata dollaro).
    La truffa è tutta qui e funziona così.
    Lei invece compara la condizione americana con l’Eurozona come se rispetto agli Usa noi europei fossimo più fessi, ma le cose non stanno proprio così.
    Certo sembriamo meno stupidi perchè sembrerebbe che non vendiamo oro nei caveau ma le ricordo degli igenti prestiti dalla Cina di qualche settimana fa nei confronti di alcuni paesi importanti dell’Eurozona (non ultima parrebbe anche l’Italia) e certamente anche lì ai cinesi se non quote dei caveau, al momento si sarà concesso a loro bond (salvo che i cinesi sulla UE parrebbero puntare poco accontentandosi di rischiare grosso solo sugli Usa).
    Quindi la situazione non è così dissimile, dato che la sovranità monetaria sia in Ue che negli Usa è affidata alla banca centrale che è in mano se non ad un governo europeo, certamente alla Commissione Europea (che fa le veci di governo) e alla banca centrale connessa, per non parlare dei vari Ecofin finanziari (quelli dei ministri statali dell’economia e finanza).
    Dato che la BCE (degli Eurostati) di fatto ha assorbito assett sui debiti sovrani (PIIGS) con fiat money e con tassi di interesse d’interesse leggermente superiori a quelli Usa non mi pare che la situazione sia molto differente (visto che il concetto di assorbimento dei debiti pubblici/bond ad opera delle banche centrali è un trucco da registro contabile sempre in mano agli Stati, visto che sono proprietari della BCE a quote nazionali).
    Quindi l’idea monetarista criptosignoraggista da lei proposta è priva di qualsiasi fondamento politico, economico e fattuale, dato che tralaltro la crisi non è dovuta a una mancanza di denaro in circolo e le Banche centrali sono enti statali.
    I banchieri centrali (“i banchieri” delle singole banche in tale contesto mi pare troppo simile ai “plutocrati da anni’30”, non che non abbiano colpa su Parmalat e scandali vari, ma qua c’entrano poco in simil contesto monetario) sono nominati dal Congresso e dal presidente Usa, e dai capi di Stato dell’Eurozona.
    Inoltre le ricordo che le Banche centrali non ricevono soldi o crediti per pagare/saldare i debiti degli Stati (di per sè un controsenso) dato che i debiti delle Banche centrali sono di fatto anche quelli dello Stato come già spiegato in precedenza.
    Al massimo le Banche centrali fanno credere di saldare i debiti realizzati dalle spese pubbliche degli Stati stampando ulteriore denaro a tal scopo (di fatto la cura fallita che denunciava Oscar), che come dimostra il caso Usa evidenziato dall’articolo non sta migliorando l’economia ma semmai affossandola ulteriormente con debito pubblico keynesiano (dovuto alle spese dei Governi NON a massoni o a ebrei usurai!).
    Quindi il signoraggio così inteso dai signoraggisti (per lo più keynesiani statalisti) non ha alcun fondamento di verità nè ha senso proporlo in tale contesto sufficientemente chiaro dato che tralaltro è una pura giustificazione tesa a negare il loro operato.
    Saluti da LucaF.

  8. @ Eonia
    A mio parere le banche centrali furono, sono e saranno la causa delle prossime bolle e del peggioramento della situazione economica-finanziaria internazionale.
    Tanto più che l’espansione monetaria non è iniziata per caso, ma proprio con i bassi tassi d’interesse prodotti da Greenspan ma anche durante il mandato di Bernanke (il quale da monetarista friedmaniano riconvertito al neokeynesismo schwartziano dell’ultima ora) prima salva le banche per paura che i risparmiatori ritirino i risparmi e poi pianifica (visto anche il presidente USA che si ritrovano) spese pazze a go go con la benedizione del santone keynesiano Krugman.
    Di fatto come giustamente hai ricordato è da svariati decenni che viviamo di continue mini-bolle realizzate dalla FED per stimolare l’economia e gli investimenti della superpotenza a stelle e strisce, solo che ad ogni bolla debitoria si va sempre più a fondo e si aggrava sempre più il bilancio e il debito nazionale.
    Diciamo che è dall’abolizione del gold standard che tali crisi si fanno sempre più frequenti.
    Il trucco della distribuzione monetaria e del rischio “bond” ad essa connessa è funzionale per provocare un lento ma progressivo effetto domino (vedi Grecia e PIIGS) a fronte del crollo centrale completo (vedi Russia e rubli primi anni ’90), spalmando il rischio su più soggetti (Stati) si pensa di allungare la catena del gioco sperando che questo duri più a lungo.
    Ai banchieri centrali americani ed europei la lunga recessione (o minidepressione) nipponica piace ma temo che noi dovremo accontentarci di una iperinflazione iperdepressiva, certo gli Usa sono in pole position ma anche gli europei (non solo l’Italia e i Piigs non scherziamo come ha sottolineato Oscar in questo articolo http://www.chicago-blog.it/2010/07/15/il-mercato-dice-probabilita-di-default-italia-a-5-anni-155/ ).
    Stampa stampa che non passa ma peggiora (la crisi).
    Ciao da LucaF.

  9. Perché ogni volta che si parla di stampatori centrali folli si mette in mezzo Friedman, colui che voleva togliere discrezionalità alla politica monetaria e volendo eliminare anche le banche centrali?

  10. michele penzani

    Gentile LucaF.
    Mi dispiace essere preso per Keynesiano statalista; nel mio intervento ho solo espresso la differenza tra BCE e Fed in funzione del finale d’articolo del prof. Giannino…Mi dispiace soprattutto che Lei sia stato costretto a prodigarsi in una serie di spiegazioni con la buonafede di acculturarmi circa l’evidente sua percezione della mia ignoranza economica. L’unico appunto che mi permetto di fare è che, a mio avviso, la differenza tra BCE e Fed è sostanziale. La prima, tutti d’accordo nel ritenerla la banca centrale più politicizzata del mondo. Sulla seconda, che per Lei: ” la situazione non è così dissimile, dato che la sovranità monetaria sia in Ue che negli Usa è affidata alla banca centrale che è in mano se non ad un governo europeo, certamente alla Commissione Europea e alla BCE connessa”, al di là delle nomine politiche di facciata, i veri proprietari delle quote della BCE sono le banche di riferimento degli Stati membri…Comunque, giusto per meglio farmi collocare in una casella di pensiero, condivido al 100% il suo 2° intervento, nonchè ricordo bene un bell’articolo apparso proprio su queste pagine circa il possesso in oro da parte della Cina, alle opinioni che auspicavano un ritorno al goldstandard, che condividevo altrettanto al 100%. Poi, un conto sono le regole di emissione monetaria, altro è la possibilità di emissione diretta da parte di uno Stato, per la quale mi permetto di condividere l’idea di Fischer (scuola di Chicago). Tuttavia credo che se Lei mi abbia male interpretato, congetturando opinioni che non mi appartengono, altro non sia che per la colpa di non accorgermi di non comprendere ben oltre, in generale, che sulla sola economia…Come da Lei gentilmente fatto notare.
    Grazie e buona giornata LucaF.

  11. @ Leonardo IHC
    Ciao, M. Friedman non ha mai convenuto con la scuola austriaca in merito alla necessità di abolire la riserva frazionaria, ponendo come gli austriaci una riserva aurea integrale quale precondizione per evitare le crisi.
    Di fatto Friedman da monetarista ha solo guardato alla modifica percentuale di tale riserva (alzando ad ogni crisi il dato percentuale di riserva) e giochicchiando con i tassi di interesse.
    Sul ruolo della banca centrale, mi pare che Friedman e Schwartz non la vedessero responsabile se non sul piano di una mancanza dell’offerta monetaria antecedente alla grande depressione per evitare il ritiro dei risparmi dalle banche.
    Ma questo secondo Rothbard è sbagliato dato che la massa monetaria in circolo era già presente con C. Coolidge e H. Hoover
    Sulla questione poi che M. Friedman non sia responsabile dell’attuale comportamento della FED e di Bernanke propongo questi articoli:
    http://reason.com/archives/2009/09/01/friedman-economics
    http://mises.org/daily/2442
    http://www.federalreserve.gov/BOARDDOCS/SPEECHES/2002/20021108/default.htm
    Ciao da LucaF.

  12. @ Michele Penzani

    Ciao, mi dispiace di aver equivocato le tue parole ma è già capitato in passato che taluni signoraggisti keynesiani (per giunta studenti universitari in economia sic!) passassero di qui e si mettessero a parlare di complotti ebraici e di presunti debiti inesistenti dovuti a monete di fatto governative.
    I proprietari della BCE sono le banche centrali dei singoli paesi membri (ora a meno di non tornare al complottismo signoraggista le faccio presente come Bankitalia sia un organo indipendente solo formalmente dallo Stato e di fatto l’eventuale proprietà degli istituti di credito italiani non sia down on up (come se la Banca d’Italia fosse controllata dalle banche e quindi la sua politica monetaria fosse stata quando c’era la lira ad una presunta sudditanza di moneta privata emesse da tali istituti) ma semmai in chiave politica top to down (la politica controlla le banche e non è un caso che certi scandali recenti nel mondo della politica, dei finanziamenti pubblici e delle banche di partito saltino fuori…).
    Comunque per il resto condivido, anche se sulla scuola di Chicago mi rimangono molti dubbi, dal punto di vista austriaco circa i loro principi in merito alle grandi depressioni, visto che ritengo M. Friedman e il monetarismo teorico (retorica miniarchica e finale del Maestro di Chicago a parte) come un interventismo keynesiano moderato fattuale per evitare i prelievi di denaro agli sportelli bancari ( si veda la spiegazione ne Il dollaro. Storia monetaria degli Usa (1867-1960) di M. Friedman e A. Schwartz) di fatto una giustificazione per il successivo keynesismo dirigista non-stop.
    Non a caso Bernanke è partito da lì salvando le banche negli Usa proprio come ha descritto nel suo Essays on the Great Depression (suo libro del 2004 in apologia di quello Friedman-Schwartz) per giustificare anche ora i bassi tassi d’interesse permanenti a fianco delle spese folli di Obama.
    Ovviamente può darsi che abbia frainteso il suo pensiero, ma questo dipende dal fatto che veda il monetarismo come keynesismo latente (dato che non si vuole vedere nel quantitativo di moneta in circolo emesso dalla FED, la reale responsabile del crack up boom misesiano).
    La domanda monetaria di Keynes equivale all’offerta monetaria di Friedman sotto molti punti di vista, in particolare quando l’intervento friedmaniano monetario non è momentaneo (come in questo caso da parte di Bernanke).
    Ricordo come i signoraggisti siano per lo più keynesiani e tendano oltre a glorificare il debito pubblico a farlo equivalere al signoraggio (cosa non vera).
    Comunque non volevo offenderla e mi scuso con lei se ritiene che lo abbia fatto.
    Ciao da LucaF.

  13. @LucaF.
    ciao gentile Luca,

    il problema della riserva frazionaria è disconosciuto anche da parte degli austriaci; il fatto che sia l’opinione di maggioranza (che trascura alcune cose del difficile Hayek, però) quindi non direi che è provante.
    sul Mises.org ho trovato diversi articoli anti-friedman con diversi commenti che ridimensionavano le critiche, alquanto strumentali per dire che solo Rothbard o Mises (tipo Shostak, ricorrendo a mero block quoting) fossero i depositari della Verità, a rimarcare che il problema non è Friedman, ma Keynes.

    Non deve essere confusa la visione di Friedman e Schwarz sul ’29 (e solo sul ’29), in cui in effetti c’è stato pure un periodo di blocco della crescita di M (quindi con uno shock da variazione in negativo del numerario), con l’impostazione di base del monetarismo, per cui M doveva crescere a un tasso fisso (tra l’altro all’incirca pari al tasso storico di estrazione dell’oro, il che deve far pensare) e per farlo non doveva esserci nemmeno una Banca Centrale (perché non c’era discrezionalità, il tasso di crescita di M è fisso e buonanotte alle pretese interventiste di Keynes). Mises ad esempio non ha mai chiesto una offerta di moneta ferma, ma un tasso di crescita (che sia nullo o positivo era irrilevante) costante, in quanto permette la certezza del numerario e quindi del calcolo economico. E’ la stessa ricetta di Friedman. Qui http://mises.org/journals/scholar/sechrest11.pdf c’è qualcosa che ridimensiona in modo effettivo le divergenze tra monetarismo e austrismo.

    La teoria di fondo è diversissima perché il monetarismo non ha teoria del capitale, e quindi non legge la produzione ma il solo effetto finale (prezzi), e ragiona per ammissione esplicita “oltre il ciclo” mentre l’austrismo ragiona “dentro il ciclo”, ma la Friedmanite (come piace dire a molti) con il macello fatto da bernanke greenspan e bce non c’entra molto.

    Che poi qualcuno si dichiari figlio di Friedman e dica che per questo inflazionerà anche le toilette ci sta pure, visto che ho letto gente (Woodford) che si dichiara figlio di Wicksell e poi professa il controllo centrale dei tassi e ragiona su funzioni di produzione istantanee (se hai idea di cosa diceva Wicksell, alla base dell’austrismo, ti verrà da vomitarci), quindi tutto è purtroppo possibile.

  14. @ Leonardo IHC
    Beh che il problema della riserva frazionaria sia disconosciuto da parte austriaca non direi dato che Huerta de Soto ne ha più volte parlato nei suoi libri:Moneta credito bancario e cicli economici
    disponibile qua in pdf:
    http://www.jesushuertadesoto.com/madre2.htm
    e nelle sue lezioni: http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=497:corso-di-economia-con-huerta-ii-21esima-e-ultima-lezione&catid=40:corso-di-economia
    e http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=429:corso-di-economia-con-huerta-ii-3a-lezione&catid=40:corso-di-economia
    Certamente su Mises.org si addita M.Friedman quale responsabile della crisi proprio in virtù del fatto che il suo monetarismo si basi sulla riserva frazionaria e su una ricetta sbagliata circa non solo il 1929 ma anche ciò che è accaduto prima del 1929 (guardacaso da lui sottostimato letteralmente, rispetto a Rothbard).
    Poi appare evidente come l’interventismo teorizzato momentaneamente da M. Friedman da parte dello Stato abbia dato il “là” a tutte le distorsioni prodotte anche dal keynesismo vero e proprio il quale si è innestato a tali interventi.
    Dato che l’offertismo monetario di M. Friedman è per certi versi analogo (seppur in piccola scala) al domandismo dei redditi di Keynes basato sulla moneta (in termini quantitativi non qualitativi).
    In mezzo c’è l’inflazione e la valutazione dei prezzi per Keynes irrisoria al soldo dell’aumento dei redditi mentre per M. Friedman consequenziale proprio al cambio dei tassi d’interesse.
    Non proprio quanto sostiengono gli austriaci.
    Che M dovesse crescere al tasso fisso dell’estrazione dell’oro è certo indicativa della corretta visione di un gold standard sostenuto dagli austriaci proprio per evitare il keynesismo, però lo stesso M. Friedman riteneva il gold standard non sufficiente per mantenere alta l’offerta monetaria (e quindi lo stimolo economico) ma questo non c’entra comunque con le cause del 1929.
    Non a caso M. Friedman per la ragione legata all’insufficienza del gold standard di mantenere competitiva l’economia non riteneva opportuna la riserva integrale aurea.
    Questo indirettamente ha dato un assist ai sostenitori della fiat money (che lo pensasse o meno compiutamente lo stesso M. Friedman) e alla FED di poter stampare a tutto spiano per paura della deflazione.
    A me pare che M. Friedman solo in tarda fase abbia considerato opportuno l’abolizione della Banca Centrale, ma non mi pare che nei suoi scritti lo dica esplicitamente.
    Poi vabbè su M. Friedman si può dire di tutto, retorico “reaganiano” dello Stato minimo e del lasseiz faire ma prima perfezionista tecnocrate anti-trust, tra i padri e creatori del sostituto d’imposta americano… detto ciò il monetarismo è certamente diverso dalla scuola austriaca, anche perchè a mio parere il friedmanismo monetario è solo un keynesismo moderato (col freno a mano tirato quanto basta) almeno sul piano della questione della moneta.
    Appunto proprio l’effetto dell’elicottero monetario (di Milton e ora di Ben) è simile per analogia al moltiplicatore di Keynes, e neppure la questione dei prezzi al netto dell’inflazione li rende così dissimili se non forse sul piano morale della consapevolezza e della premeditazione di colpe più (in Keynes) o meno (in Milton) palese.
    Il monetarismo mi pare sia una teoria teoretica che cerchi al pari del keynesismo di guardare troppo oltre e mancando del concetto di capitale (la battuta sarebbe scontata!) non pone la questione della tesaurizzazione e del risparmio, ma implicitamente quella del consumo (proprio come Keynes).
    Il problema è che ciclicamente da quando c’è la FED e non c’è più il gold standard (con riserva aurea al 100%) le crisi sono sempre più frequenti e numerose (vedi bolla Dotcom e mutui subprime in meno di un decennio!).
    E guarda caso per tua stessa ammissione l’uscita sul 1929 non è certo delle migliori da parte di Friedman.
    Il problema è che non siamo fuori dal ciclo depressivo ma siamo dentro, se non solo all’inizio di questo, quindi è pertinente criticare Friedman e Bernanke proprio in virtù della stampa di denaro e dei bassi tassi d’interesse per salvare le banche “too big to fail” e per far ripartire l’economia (che non parte).
    Purtroppo come tu hai detto tutto è possibile ma a mio parere certamente Milton Friedman a mio parere non è la soluzione per uscire dal pantano in cui ci troviamo.
    Perlomeno non verrò accusato di essere l’ennesimo figlio!. 😀
    Ciao da LucaF.

  15. MassimoF.

    @LucaF : se posso permettermi, hai ragione a definire il monetarismo una versione del keynesismo e lo conferma il fatto che Modigliani, ovvero il padre del sistema neokeynesiano diceva che dopo Friedman erano tutti un pò monetaristi. Detto questo però vanno fatte alcune precisazioni: 1) La Fed non ha seguito e non segue una politica monetaria monetarista. Per intenderci questa crisi non è figlia di Friedman, ma di Greenspan, e solo di lui. E Greenspan nei suoi 19 anni di presidente Fed non ha mai seguito il monetarismo, non ha mai seguito gli indicatori monetari , e ha sempre dato al mercato tutta la moneta che voleva. Greeenspan ha fatto una politica monetaria Keynesiana standard , niente di più, niente di meno. Da quando la Fed è nata , solo nella presidenza Volcker si sono seguite le regole monetariste. Io personalmente sarei favorevole al gold standard, ma sarei contento anche solo se la Fed seguisse le regole monetariste, come per esempio fà , anche se in modo non dogmatico e a tratti lassista, la BCE. 2) nell’analizzare il prima e il dopo la crisi attuale, non dobbiamo dimenticare un fatto importantissimo , ovvero che indipendentemente da quale teoria economica usiamo, il mercato bancario non è in una condizione di concorrenza perfetta, e nemmeno blanda.Si tratta di un mercato oligopolista, e per i paesi piccoli, quasi monopolista. Questo è importante perchè se nella fase preparatoria della crisi , ovvero nella fase di boom, la teoria austriaca è l’unica spiegazione razionale adeguata ( come ha detto Leonardo il monetarismo e il keynesismo mancano di una teoria adeguata del capitale, e nel caso del monetarismo direi anche di una analisi del ciclo), nella fase di crisi , chiedere il fallimento bancario, sarebbe errato anche nella teoria austriaca. Il fallimento di una grande banca metterebbe in crisi a livello sistemico l’intero settore e non eliminerebbe i cattivi investimenti , ma toglierebbe solo liquidità a tutta l’economia; è da intenderci che comunque non voglio difendere in toto ciò che è stato fatto , visto che siamo comunque andati molto oltre , a tal punto da difendere l’azzardo morale e distorcere ancora la struttura produttiva.
    Mi scuso per la lunghezza.

  16. @ Massimo F.
    E’ vero che la Fed di Greenspan non abbia agito neppure secondo gli standard del monetarismo, infatti io penso che oltre alla gravosa premessa keynesiana della FED a livello storico (causa della crisi subprime che ha inaugurato questa crisi così come di tutte le altre dei decenni scorsi) in epoca Clinton ci sia una seconda fase che potremmo dire intermedia ovvero quella di Bernanke avente l’apice nel 2008, questi leggendo il rischio di una crisi simil 1929 ha ripreso i fondamenti di Milton Friedman e della Schwartz illudendosi che questa erogazione di moneta avrebbe impedito il ritiro dei soldi dagli sportelli.
    Poi ovviamente a questa 2° fase (iniziata ancora con Paulson e Bush jr a fine manato nel 2008) che potremmo chiamare monetarista o anche schwartziano-neokeynesiana si è arrivati alla 3 ° fase (2009-oggi) della crisi con Obama e Geithner e la fase di spesa pubblica non inerente solo al salvataggio too big to fail delle banche e delle assicurazioni, ma alla complessa regolamentazione pianificata dell’economia in pieno dogma keynesiano.
    Sul mercato bancario hai perfettamente ragione e certamente la logica del fallimento non era inerente al fatto che queste dovessero togliere o penalizzare gli investitori standard o meglio ancora i risparmiatori delle banche stesse, quanto semmai anche togliere liquidità nel mercato.
    Perchè il mercato con Greenspan e soci è da decenni inondato di denaro fiat quindi la penalizzazione non è una reazione austriaca di voluto sadomasochismo sul capitale quanto semmai una reazione che a fronte del mancato rialzo dei tassi d’interesse sulla moneta a livello centrale (da parte della FED) poteva indirettamente favorire una eliminazione della moneta in eccesso permettendo di contenere l’inflazione.
    Proprio come tu scrivi siamo infatti andati oltre e dalla 2° siamo passati alla 3° fase con la tremontiana idea che il mercato abbia fallito che quindi bisognasse passare dal friedmanismo di maniera della 2° fase al keynesismo coatto e spinto della 3°.
    Praticamente è vero che tutto il percorso della crisi è keynesismo-neokeynesismo-keynesismo, il problema è che il neokeynesismo intermedo deriva dalla Schwartz la quale ha ampliato a posteriori dopo la morte di Milton le idee già non corrette presenti nel loro libro nel capitolo del ’29, così Bernanke di fatto crede di impedire il sorgere dell’inflazione e di contenere i prezzi con tali interventi di stampa-stampa, operando però al contempo ciò che Obama e i keynesiani vogliono da sempre.
    Di fatto un cortocircuito misunderstanding palese di contenuto nel monetarismo friedmaniano con il keynesismo che al di là dei sospetti austriaci circa il monetarismo in generale a prescindere, certamente in tale crisi dipende molto da Bernanke pupillo della Schwartz riconversa alla chiesa di Keynes.
    Gli austriaci che certamente sono fondamentali per capire tale protrarsi della crisi (oltre che le sue origini) pongono la FED tra le responsabili n°1 di tutto ciò.
    E certamente la questione riserva integrale al pari del gold standard è una operazione necessaria per rallentare la stampa e per procedere poi a una riconversione del sistema monetario verso il free banking (a riserva integrale/ con un meccanismo interno di gold standard tra banche concorrenti sul mercato).
    Grazie e un saluto da LucaF.

  17. Nicole Kelly

    Tutti i paludati critici dei tassi bassi tendono a dimenticare (e chissa’ perché’?) che la crisi non è figlia dei tassi bassi ma del mancato controllo da parte degli organi di vigilanza americani ed UE sul merito creditizio dei prenditori dei prestiti.
    Altra strana dimenticanza è ricordare che chi ha abolito la separazione fra credito a breve e a lungo termine dando vita a quella fesseria che è la banca universale, manovra voluta, sia in USA che in EU, dai politici per favorire i loro amici imprenditori senza soldi e il tutto con l’acquiscenza dei banchieri centrali che (chissa’ perché?) hanno dimenticato le regole fondamentali della tecnica bancaria.
    Le teorie sulla moneta non c’azzeccano niente e oggi, uscito il dentifricio dal tubetto, è impossibile tornare indietro alzando i tassi come vorrebbe la Germania e i suoi plaudatores acritici.
    Del resto che possono fare i governi?
    La Cina può rifiutarsi di finanziare gli USA?
    Sarebbe come uccidere il debitore e il suo principale cliente.
    E i cinesi non sono cosi’ fessi da inseguoire astratte teorie monetarie per trovarsi in casa milioni di disoccuopati e l’America, armata fino ai denti, che se deciode di isolarsi condanna il resto del mondo al disordine del terrorismo, dei localismi e delle guerre endemiche.
    Qualche teorico se lo ricorda cosa è sucesso in Jugoslavia qualche anno fa?
    E voi no pensate che un qualsiasi chock locale non possa portare a similio tragedie se non c’è la maestrina America con la sua bella baccjhetta nucleare a mettere in riga tutti questi paesi attaccabrioghe?
    Quialcuno se lo ricorda che 60 anni fa i francesi scannavano i tedeschi e gli italiani i greci?
    Allora torniamo con i piedi per terra, diamo una mano ad Obama a rimettyere a posto casa America e pure voi che siete ne cortile ne troverete benefici.
    Tertium non datur.

  18. @ Nicole Kelly
    No, no la crisi è figlia dei tassi bassi d’interesse, della fiat money stampata in tutti questi decenni dalla FED, e ovviamente l’idea che la responsabilità di tutto ciò dipenda dal mancato controllo degli organi di vigilanza Ue e Usa è semplicemente ridicolo dato che la FED è sottoposta al controllo del Congresso e del Governo Americano, è stata la Fed ad erogare moneta facile per permettere l’acquisto di case a mutui agevolati, Freddie &Fannie sono due istituti pubblici governativi non certo privati.
    Il problema allora è chi controlla il controllore?.
    In teoria nessuno e secondo te ma anche gli stessi politici di Washington dovrebbe essere la virtuosità della politica rispetto ai presunti istinti animaleschi del mercato (di fatto comunque non responsabile) a fare tutto ciò.
    Ora appare evidente come pensare che i politici siano virtuosi equivale a credere sulla buonafede di un piromane con una tanica di benzina in mano di fronte alla foresta che brucia.
    Stessa cosa sul comportamento della FED e del Tesoro americano dato che volutamente stanno seguendo strade sbagliate.
    Il sistema bancario centrale è una truffa punto e basta, non hanno dimenticato proprio nulla, dato che il sistema della moneta cartacea non è un sistema efficiente ma semplicemente truffaldino.
    I politici onesti come Ron Paul lo dicono, tutti gli altri disonesti come Obama & Co. tacciono, stampano e spendono in cerca di voti dalle loro lobby.
    Le teorie della moneta c’entrano eccome dato che queste hanno conseguenze sensibili su quel che sta accadendo in generale sul dollaro e sul valore monetario rispetto all’oro.
    La Cina si rifiuterà di finanziare gli Usa quando questi ultimi non avranno più oro da vendere sottobanco ai cinesi assieme ai bond di cartastraccia quale garanzia.
    I cinesi non ci perdono mica dato che acquistano anche oro dagli Usa anzi in prospettiva gli Usa stanno consegnando alla Cina (la quale comunque ha problemi strutturali interni con numerose bolle ancora da scoppiare) buona parte della leadership futura.
    Ora a meno che gli Usa non si inventino di trasformare i bond in una equivalenza d’uso come la cartastraccia dollaresca appare evidente che il gioco avrà un termine evidentemente brutto per gli americani.
    Il debitore ha sempre torto quando il creditore ottiene l’oro per cartastraccia.
    Gli americani i disoccupati se li stanno trovando in casa, mentre sull’isolamento mondiale e il terrorismo appare evidente come gli Usa in futuro non potranno più per ragioni di spese e costi già oggi esorbitanti continuare a fare i poliziotti del mondo.
    Questo anche se Ron Paul non diventasse presidente nel 2012 è la matematica e l’economia prima ancora che la ragione politica a dirlo.
    La Jugoslavia, Weimar, l’Argentina, la Russia post-sovietica lo Zimbabwe e il Giappone sono tutti accomunati dalla questione monetaria, stampa stampa e ti ritrovi KO.
    Ma guarda che gli Usa i problemi mica li risolvono, in Iraq si accoppano ancora tra tribù etniche e in Afghanistan la situazione a Kabul è simile a quella di Saigon, e ho detto tutto…
    Si ma prova a domandarti come mai si sia arrivati ad una guerra mondiale e come mai la FED nata nel 1913 non abbia impedito (ma semmai causato) il 1929.
    Prova a domandarti come mai i governi quando non riescono ad uscire dalle crisi economiche con alti tassi di disoccupazione gettano i loro cittadini in conflitti mondiali (vedi FDR che eliminò la disoccupazione non con il New Deal ma dopo Pearl Habour).
    Mi sa che devi scendere te nel mondo reale dato che Obama se continua così avrà grossi problemi di governance negli Usa nel prossimo futuro, a partire dal mid-term.
    Obama è il problema non la soluzione e gli americani lo hanno capito da un pezzo.
    Mi sa che nel cortile orwelliano ci sei te.
    Saluti da LucaF.

  19. MassimoF.

    @Nicole Kelly: la sua analisi presenta delle problematicità che la rendono fallace. 1) Noi abbiamo legislazioni bancarie diverse in paesi diversi, con gradi di libertà e regolazione diversa.Tutte quante però hanno risentito della crisi. Se la sua teoria fosse giusta, avrebbero dovuto risentirne solo i paesi dove la liberalizzazione bancaria è stata più spinta, e questo non è avvenuto.L’unico tratto comune è altresì stato solo la presenza di bassi tassi di interesse reali per lungo tempo. 2)Quando si presenta una crisi, le teorie non liberiste, siano esse keynesiane, sraffiane o socialiste, prevedono l’abbassamento del tasso di interesse, e questo per favorire gli investimenti. Bene, se la sua teoria fosse giusta, ovvero ,che le teorie monetarie non c’entrano niente, anche le altre teorie sarebbero sbagliate, in quanto entrambe muovono anche se con scopi diversi , dallo stimolo monetario, e non da come fà lei, da problematiche legislative.3) Dire che il problema sono i crediti dati a persone non solvibili, è una tautologia.La domanda è perchè sono stati fatti questi prestiti. Rispondere che tutti i debiti sono stati fatti per compiacere gli imprenditori amici è legittimo, ma deve essere provato, e sinceramente di tutte le cause che sono state portate negli ultimi tre anni ( mutui sub-prime, derivati,etc.), questa è la meno giustificata.
    Quanto ,infine, ai vari problemi politici dovuti ad un’america debole, mi trovo in accordo. La domanda è però: l’america stà andando nella giusta direzione per risollevarsi? Io direi di nò. Dopo 1 anno e mezzo di presidenza Obama, gli Usa hanno un tasso di disoccupazione che non accenna a diminuire, il Pil che stà rallentando paurosamente,il deficit che è a livelli greci, il debito che ci stà arrivando, e per finire una massa monetaria ( che sfido chiunque a dimostrare che non c’entra nulla con l’inflazione) che stà andando fuori controllo. Il tutto condito da banche non proprio stabilissime ( certo, per’altro noi, nella regolatissima europa, su questo punto stiamo peggio). Spero convenga con mè che questi ultimi sono realissimi fatti e non personali voli pindarici.

  20. Nicole Kelly

    @Massimo F.
    come Lei sa la crisi scoppia in USA e UK dove non esiste, come da noi, un sistema di centrale rischi gestito dalle autorita’ di vigilanza ma chi concede prestiti si serve dei credit beraus, cioè data base privati che (a pagamento) forniscono una fotografia finanziara del prenditore; ma se il prestatore (banca o carta di credito o similia) non ha interesse a sapere della solvibilitá del prenditore è chiaro che si “affidano” anche soggetti di dubbia solvibilitá.
    Sembrerebbe una follia, ma non lo è da parte del prestatore perché questi ha uno strumento per liberarsi dei prestiti a rischio impacchettandoli in uno strumento finanziario e ha un’interesse aziendale in quanto il bilancio cosi’abbellito fa salire le quotazioni e permette di creare altri strumentio finanziari in un’orgia che vede sempre di più separarsi il reale dal virtuale.
    La riprova è che in eu, e massimamente in italia non è accaduto proprio perché la legislazione impone l’esistenza di una centr*le rischi pubblica e l’obbligo per il singolo funzionario di prenderne visione e allegare i risulatti di CR alla pratica di affidamento.
    Altra ridsprova è il faatto che, non esistedo un sistema di CR gestito dalla UE per le banche, queste si sono avventurate in jungle finanzarie di derivati proprio perché permettevano di fare tanto window dressing ai bilanci.
    La soluzione è per l’America copiare il sitema Itasliano, in modo da bloccare il credito facile, e per la EU che la BCE controlli le banche dellkunione fino all’ultimo cent.

  21. MassimoF.

    @Nicole Kelly: La problematica da lei sollevata è certamente importante, ma non solo non cambia i termini del problema , ma anzi rafforza la tesi sui bassi tassi di interesse come causa della crisi, questo per i seguenti motivi: 1)Gli strumenti finanziari a cui lei fà cenno si chiamano CMO (collateralized mortgage obligations), ovvero titoli costruiti a partire da mutui ipotecari. Questo è importante perchè, innanzitutto non abbiamo a che fare con debiti bancari fatti a imprenditori amici, ma mutui immobiliari, che guarda caso è proprio il settore da cui è partita la crisi. Mutui rilasciati a persone non ricche, non proprietarie di imprese, le quali hanno ritenuto di poter affrontare la spesa del mutuo grazie ai bassi tassi di interesse. Non solo. Siccome i CMO, sono mutui impacchettati, il loro valore viene dato dallo sconto dei flussi di cassa prospettati. Lo sconto come lei saprà dipende dal tasso di interesse. Quindi , se i tassi sono bassi, il valore dei CMO è maggiore, e più è alto il valore, più le banche saranno spinte a proporre CMO. Quindi , anche in questo caso la causa primaria è il basso tasso di interesse (se i tassi fossero alti, il valore di emissione sarebbe minore, e quindi anche il guadagno della banca sarebbe minore) . 2) La crisi bancaria si è avuta anche in Europa. Non dobbiamo dimenticare il problema delle Cajas spagnole, e delle Landesbank tedesche. Tutte banche pubbliche iper-regolate. 3)Non solo, ma anche in Italia , le banche allo stress test , non hanno brillato per solidità. Ricordiamoci che Unicredit nell’ultimo anno e mezzo ha fatto due aumenti di capitale da 4 miliardi e non ha distribuito i dividendi 2009 pari ad altri 4 miliardi ( in totale , almeno 12 miliardi ri ricapitalizzazione ). 4)Se si vuole tassi bassi, un motivo ci sarà. Questo è perchè tassi bassi stimolano l’economia attraverso gli investimenti. Ma pensare che tutti gli investimenti siano giusti e vadano a buonfine è illusorio. Come si fà a controllare milioni di investimenti . E’ impossibile, se non altro perchè di mezzo c’è il cosidetto rischio imprenditoriale, ovvero la rischiosità di un investimento che nessuno, nemmeno l’imprenditore che lo fà, può sapere.
    Sperando di essere stato chiaro ,mi scuso per l’eccessiva lunghezza.

  22. Nicole Kelly

    @Massimo, Lei dice “Mutui rilasciati a persone non ricche” mentre doveva dire “a persone non solvibili perché già indebitate oltre ogni possibilità di pagare i debiti”.
    Quindi stiamo parlando di truffe organizzate dalle banche per creare un fatturato fasullo per ingannare il mercato.
    Per quanto riguarda le imprese, Le ricordo che fu il duo Clinton a smontare la legislazione bancaria che impediva commistioni fra credito a breve e quello a medio-lungo termine, e questo per fa favorire aziende come la Enron, poi fallita nonoistante trucchi contabili coperti da societa’ di certificazione.
    Inoltre Lei sa benissimo che in EU il problema delle sofferenze non è dovuto ai mutui o al crediro al consumo, ma sono le imprese che non riescono a pagare perché non avevano i parametri di Basilea2 per essere finanziate ma, grazie a pressioni politiche sono state finanziate lo stesso…lei sa che molte banche non hanno più i settyoristi che erano in grado di capire se un’azienda poteva essere profittevole anche se con i conti in ordine?
    E questo è stata fatto perché non era importante analizzare le aziende perché tutto era divenato semplice: se sei raccomandato puoi avere soldi se non lo sei allora ti applichiano acriticamnye Basilea2.
    Tornando ai tassi: per il futuro, almeno fino al 2017, dovranno restare bassi pena bloccare del tutto una ripresa molto fragile e io ritengo effimera e a rischio, soprarutto se sarà necessario attaccare l’Iran.

  23. MassimoF.

    @Nicole Kelly: innanzitutto una precisazione terminologica: una persona non solvibile è una persona non ricca. Se io fossi ricco , anche se avessi un debito, sarei solvibile , in quanto in grado di ripagare il debito. Comunque, al di là di questo, mi spiace , ma la crisi delle Cajas in Spagna è dovuta unicamente o quasi ai mutui nel settore immobiliare. E lo stesso vale per le Landesbank tedesche. E la medesima cosa può essere detta delle banche inglesi fallite, a partire da Northern Rock, banca specializzata nei mutui immobiliari. Il crack dei mutui immobiliari americani non me lo sono inventato io, come non mi sono inventato la bolla del settore immobiliare ; lei stesso ha citato il problema dei Collateralized , che al contrario di ciò che pensa ,per la loro natura, sono il veicolo principe di impacchettamento non dei debiti, ma dei mutui.Per quanto riguarda l’abolizione del Glass-Steagall Act effettuata nel 1999 con il Gramm-Leach-Bliley Act , vorrei ricordarle, che poneva termine alla proibizione da parte delle banche commerciali di detenere titoli emessi da società private. La struttura dei tassi e quindi il credito a breve o lungo termine, non è stato sostanzialmente toccato da questa misura , al contrario della fissazione dei tassi stessi da parte della FED ( cosa francamente ovvia ).Quanto poi alle sofferenze bancarie dovute alle difficoltà delle imprese, non sono ingestibili e si sono presentate ora, dopo 2 anni e mezzo di crisi. Pretendere che il futuro sia responsabile del passato, mi sembra francamente fuori luogo.Concludendo, questa crisi, nasce da una espansione esagerata del settore immobiliare favorita da tassi di interesse troppo bassi. Che questi tassi rimangano bassi fino al 2017, per quello che ne sò io , può anche essere probabile, e concordo con lei che questa ripresa è effimera, ma ciò non toglie che bassi tassi di interesse siano una sciagura per il sistema economico. Perchè favoriscono l’immissione di moneta nel circuito economico, cosa che a lungo andare provoca inflazione; perchè distorcono gli investimenti e quindi la struttura produttiva; per ultimo, favoriscono l’insorgenza di bolle speculative ( spero non creda che un titolo di stato americano a 1 anno che rende circa lo 0 %, sia una valutazione corretta).

  24. @ Kelly Nicole
    “La soluzione è per l’America copiare il sitema Itasliano, in modo da bloccare il credito facile, e per la EU che la BCE controlli le banche dellkunione fino all’ultimo cent.”

    Eh certo e magari pure il modello del Credito Cooperativo Fiorentino con Bernanke alla cassa e Obama suo socio dietro la scrivania di direttore mantenendo la carica di presidente degli Usa….
    Questo è signoraggismo statale tipicamente Democrats.
    Ma in che realtà vive, non so se si è accorta che la Northern Rock salvata dal governo UK di Brown rischia la chiusura idem molti istituti bancari americani medio-piccoli salvati o penalizzati sul mercato dai bailout di Obama?.
    Certo dirà che mancavano i controlli prima del bailout ma ora cosa sta succedendo?.
    E in Grecia i revisori di Bruxelles dov’erano quando approvavano i piani quinquennali di Papandreou?.
    Magari facciamo che la BCE non eroga più un cent magari in un free banking dato che non si comprende il suo ragionamento di difesa dei tassi bassi d’interesse e poi della sua contemporanea “stretta” sulla BCE.

    Post: Vedo che si è ormai resa conto anche lei come Obama per far ripartire l’economia entro il 2017 keynesianamente passerà al welfarismo-warfarista con l’Iran proprio come un certo FDR.
    Saluti da LucaF.

  25. Si vabbè la liberal Huffington che difende Obama in ogni suo salottino, certo e la riforma finanziaria di Obama-Dodd-Frank (qua già distrutta da Oscar in un precedente articolo) che dovrebbe colpire le lobby e le multinazionali.
    Peccato che Obama ha salvato Goldman con i bailout.nel
    Come mai?.
    Forse perchè ha ricevuto 2007-2008 ingenti somme in campagna elettorale seppur parcelizzate attraverso gli impiegati della Goldman:
    http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2007/04/17/AR2007041701688.html
    Ma guarda un pò anche le altre compagnie che oggi dovrebbero essere regolamentate da Obama quanti soldi hanno a lui dato (e non è un caso).
    E se permetti tra il Washington post e la Huffington so a chi credere.
    Ciao da LucaF.

  26. @ Nicole Kelly
    Si vabbè la liberal Huffington che difende Obama in ogni suo salottino, certo e la riforma finanziaria di Obama-Dodd-Frank (qua già distrutta da Oscar in un precedente articolo) che dovrebbe colpire le lobby e le multinazionali.
    Peccato che Obama ha salvato Goldman con i bailout.nei mesi scorsi.
    Come mai?.
    Forse perchè ha ricevuto 2007-2008 ingenti somme in campagna elettorale seppur parcelizzate attraverso gli impiegati della Goldman:
    http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2007/04/17/AR2007041701688.html
    Ma guarda un pò anche le altre compagnie che oggi dovrebbero essere regolamentate da Obama quanti soldi hanno a lui dato (e non è un caso).
    E se permetti tra il Washington post e la Huffington so a chi credere.
    Ciao da LucaF.

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