5
Feb
2014

Elogio del dato. Cosa ci insegna la bufala dei 60 miliardi di corruzione

La corruzione è un grande problema italiano. Ma la cialtroneria è un problema ancora più grande. Questo post è uno sfogo.

Nei giorni scorsi ha fatto molto discutere un rapporto della Commissione europea secondo cui la corruzione costa al nostro paese circa 60 miliardi di euro l’anno, pari a circa la metà del costo della corruzione in tutta l’Unione europea. Questo dato è una bufala dalla genesi del tutto surreale: lo spiega Davide De Luca qui e qui. Ciò non implica che la corruzione non sia una questione gravissima che va affrontata con la massima determinazione, come argomenta Michele Polo. Tuttavia, la vicenda dei 60 miliardi ci offre una lezione di cruciale importanza: più importante della corruzione, più importante della crisi di produttività, più importante di qualsiasi altra questione.

La lezione è questa: l’Italia è un paese che non ha alcun rispetto per i dati e per le parole. Me ne sono reso conto discutendo di questa vicenda sia su Twitter sia nel mondo reale, tanto con sconosciuti quanto con persone che conosco e stimo. Molti, ma davvero molti, ragionano grosso modo così: è forse vero che i 60 miliardi sono un numero a casaccio, ma la corruzione è il primo dei nostri problemi, quindi non si può andare troppo per il sottile, altrimenti si rischia di trasmettere la sensazione che la corruzione non sia un problema.

E’ un discorso che trovo sconvolgente. Se non conosciamo un male, come facciamo a curarlo? E se non lo misuriamo, come facciamo a conoscerlo? Nessuna misura di nessuna variabile fornisce mai il suo valore “vero”: che noi si misuri la lunghezza di una stanza col metro, che si stimi la dimensione del Pil o dell’evasione fiscale, che si cerchi di valutare l’effetto anti-crescita delle tangenti, non potremo mai conoscere la “verità”. Ne conosceremo sempre e solo un’approssimazione. A volte il grado d’incertezza è compatibile con le nostre esigenze, e quindi possiamo considerare adeguata una misura; altre volte non lo è. Per esempio, se devo sapere se un armadio sta nella mia stanza, dovrò misurare la parete e l’armadio e mi accontenterò di una stima precisa al millimetro. Se devo calibrare un pezzo meccanico di precisione, dovrà scendere al livello del micron o anche sotto. Nella misura dei grandi aggregati economici, l’incertezza è enorme. Ma sappiamo gestire l’incertezza (in funzione degli utilizzi che vogliamo fare di una data misura) e sappiamo stimare il rischio di errore. Per esempio, assumendo (ragionevolmente) di conoscere la distribuzione di probabilità dell’errore di misura, possiamo dire che una certa grandezza sta, al 90% o al 95% o al 99%, nell’intervallo (x-y, x+y). Nel dirlo, stiamo riconoscendo che c’è una certa probabilità – 10%, 5% o 1%, rispettivamente – che il valore “vero” sia molto più alto o molto più basso. Per quanto non possiamo conoscere il valore vero, conosciamo gli infiniti valori falsi: se una parete è “circa 4 metri”, può essere 4,01 metri oppure 3,99, ma sicuramente non è 5 metri o 12 centimetri. Questa è l’essenza del metodo scientifico e questa è la ragione per cui gli strumenti statistici sono di fondamentale importanza.

Ma che fare, di fronte a un dato privo di paternità (o frutto di una stima molto rudimentale) di fronte al quale non sappiamo dire nulla sugli intervalli di confidenza, o sulla precisione della stima? Quello è un dato che non ci fornisce alcuna informazione sulla realtà; è un dato inutile. L’argomento che “la corruzione è un problema serio” non rende i 60 miliardi un dato significativo; né rende alcun provvedimento preso su quella base di per sé giusto (o sbagliato).

Lo stesso trattamente che spesso riserviamo ai numeri lo applichiamo non di rado alle parole. Da mesi sto cercando qualcuno che mi dia una definizione non tautologica o circolare di “strategicità” (impresa strategica, settore strategico): niente, zero di zero.

Se tiriamo i numeri come la tombola, se usiamo le parole senza alcuna definizione (men che meno una definizione operativa), allora quello che diciamo con quei numeri e con quelle parole non significa nulla. Siamo precipitati nel totale relativismo: dove nulla significa nulla e tutto ciò che rimane è opzione ideologica, o politica, gioco delle parti, nella migliore delle ipotesi confronto retorico. Ci siamo precipitati in un mondo dove non solo non sappiamo ciò che è vero (e, come detto, oltre un certo livello è impossibile saperlo) ma non sappiamo neppure ciò che è falso (i 60 miliardi sono falsi). Se nulla è falsicabile, allora davvero non c’è speranza: non c’è speranza perché non c’è misura, e non c’è misura perché non c’è metodo.

Questo post voleva essere un appello, o un elogio del dato, e invece si riduce a uno sfogo. Prima ancora della corruzione, dovremmo risolvere il problema della corruzione intellettuale che ci spinge a discutere del nulla, senza sforzarci di dare un senso alle cose. Senza alcun appiglio empirico a quello che diciamo, facciamo o proponiamo. Senza l’onestà di dire che ci sono cose che conosciamo e altre che conosciamo meno, ma non per questo sono meno rilevanti. Accettereste di essere curati da un medico che non vi sa misurare la pressione? Se la risposta, come spero, è no, perché accettate un dibattito pubblico dove tutto è posizionamento e nulla è tensione verso la comprensione delle cose? Perché?

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17 Responses

  1. Edoardo Rasia

    Quanta verità in questo sfogo-appello-elogio del dato. Troppo spesso parliamo senza considerare i dati nella loro oggettività: dalle elezioni da cui nessuno esce perdente, al massimo non vincente, alle strategie d’impresa ondivaghe proprio perchè non costruite su “numeri” affidabili. Grazie a Carlo Stagnaro per questo articolo che mi ricorda il corso di “Misure” all’università, in cui un professore affermava che al potere ci sono troppo pochi ingegneri, proprio perchè mancava (erano gli anni ’70-’80) e purtroppo manca ancora la capacità di misurare e su questa misura ragionare.

  2. Enrico Bertolotti

    Come al solito, lucidissima analisi: del mondo della “informazione”, del livello di apprezzamento delle situazioni, del “becerismo” dilagante che confonde grida e conati intellettuali con dati e informazione.

  3. Marco

    Il problema è enorme ed è il problema dell’onestà dell’informazione. Creare dati a casaccio porta ovviamente a creare N dati a casaccio, relativamente allo stesso argomento. I dibattiti televisivi e gli articoli giornalistici sono pieni di dati inventati e per ogni argomento (nessuno esente) vengono portati dati a prova dello stesso, completamente diversi a seconda della posizione ideologica del portatore. Il problema non riguarda solo le stime ma anche i dati acquisiti, che dovrebbero essere certi e scritti da qualche parte, ma riescono ugualmente a trasformarsi con forbice esponenziale. L’informazione diventa peggiore dell’ignoranza, ovvero diventa disinformazione, tutti diventano sapientoni del falso e tutto è caos

  4. roberto

    Egregio Stagnaro,
    sono d’accordo su tutta la linea. Mi permetto di aggiungere; l’unico modo per contrapporsi a certe affermazioni è avere il “manico” dei propri dati , ovvero essere sul pezzo prima e meglio degli altri. Ne guadagniamo in prestigio e serietà, altimenti chiunque può dire tutto dal suo pulpito. Siamo sempre alle solite: capacità, serietà, affidabilità.

    Saluti
    RG

  5. marco

    Lei è mai andato a vendere alla STANDA? (nella gestione berlusconiana la bustarella era il “variabile” della retribuzione e per evitare disequilibri ogni 2 anni rotazione) alla FIAT? un suo mitico acquisitore dietro la scrivania aveva la foto della sua villa a Pino torinese, viaggiava su una Thema omaggio di un fornitore a cui imputava anche il cambio dell’olio (ma noi non puniamo la corruzione tra privati) ha per caso sentito di venditori di energia con 16 milioni di credito non pagato dalle pubbliche amministrazioni che però non vendono un kilowatt a un’azienda o a un negozio? pensa che Atac o Enel o Pirelli ne siano indenni? dove i consumi sono grandi pagano pure i fornitori di carta igienica o di quella per le fotocopie.
    il difficile è vero è fare l’integrale. Per misurare un flusso di particelle in fisica non si conteggiano le singole particelle ma si usano strumenti statistici e da un secolo si scoprono fenomeni interessantissimi.
    I grandi numeri son sempre impressionanti e così anche lo sterminio del 3^ reich si confonde nella statistica, come per autostrade o sanità. E lì un aiutini ci viene dal “benchmark” la differenza del costo chilometrico tra Baviera e Lombardia o tra Alsazia e Veneto è un buon indicatore della percentuale di corruzione (senza nemmeno tirare in ballo la Salerno Reggio, o il mitico centro direzionale di Napoli dove un grosso installatore mi ha detto che il compenso da lui richiesto per oltre il 60% era andato in mazzette, incluse quelle dei custodi che facevano passare i suoi furgoni come “urgenti”). Se fossi Crozza direi che in qualche modo da noi è così diffusa da diventare “democratica” dai parcheggiatori ai tassisti abusivi sino ai beneficiari di voli o appartamenti

  6. Renata d'Agostino

    ma i sessanta miliardi di corruzione sono veri o sono falsi. Forse si discostano poco dalla realtà E’ il sistema che non funziona!

  7. Antonio Papagni

    L’allarme lanciato dalla Corte dei Conti credo non possa essere ignorato. Del resto ogni cittadino italiano informato sa che il problema è reale, pervasivo, consistente.
    Riprendo le dichiarazioni del presidente Luigi Giampaolino: «Illegalità, corruzione, malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti le cui dimensioni presumibilmente sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce».
    Certamente la stima dei 60 miliardi è approssimativa, non sensibile e tanto meno statisticamente ineccepibile ma temo che non si possa drammaticamente escludere che sia stata largamente sottostimata ed intanto corruzione, illegalità e malaffare dilagano.
    Vogliamo dotarci di strumenti scientifici e condivisi per misurare il fenomeno e calcolare una stima “statisticamente significativa”?
    Benissimo facciamolo. Presto!
    Da epidemiologo so di certo quanto valga la disponibilità di un dato statisticamente attendibile ma da medico so anche che in situazione di emergenza è necessario intervenire con ogni mezzo a disposizione e rapidissimamente per salvare la vita al paziente.
    Dobbiamo decidere, mutuando la prassi d’accesso al triage dei pronto soccorso, quale “codice” assegnare al paziente Italia: bianco, giallo o rosso?
    La diagnosi però è già stata fatta: “degenerazione ingravescente da corruzione cronica”.
    Lo stadio di malattia è precipitato, non c’è più tempo da perdere…

  8. Davide Giusti

    Caro Stagnaro,
    sono completamente ed assolutamente d’accorto con te. Non credo di rivelarti nulla di nuovo appuntando qui il fatto che questo problema attiene anche a tutte le valutazioni di IPCC, in cui alle forchette di incertezza si sostituiscono forchette di sensibilità (che alcuni chiamano sensitività..) di modellli non validati, oppure alla clamorosa questione del cosiddetto Principio di Precauzione che, come ho argomentato in un mio articolo apparso lo scorso anno su ‘Sapere’, presenta addirittura un profilo di autocontraddittorietà che del resto molti atri avevano di fatto esemplificatgo e segnalato..

  9. alberto49

    La UE dovrebbe essere abolita per le cazzate che manda in giro, visto il costo per i contribuenti.

    La UE calcola in 120 MLD la corruzione europea e dice che 60 MLD cioè la metà sono attribuibili all’ Italia ma ciò è una assoluta cazzata e lo dimostrerò qui sotto.

    Ho calcolato in circa 26 MLD il costo della corruzione in Italia.
    Il calcolo è effettuato basandolo sull’analisi dei seguenti documenti:
    Alberto Vannucci-prevenzione della corruzione;
    – <a href="http://www.asr-lombardia.it/ASR/conti-economici-territoriali/pil-e-valore-aggiunto/regioni-italiane/tavole/14350/“>PIL regioni italiane

    OCSE GDP a prezzi costanti;

    Partendo dal dato generale considerato dalla UE di 120 MLD, si può osservare che essendo pari a 14.000 MLD di $ il PIL della UE a 27, questo valore ammonta a circa 1,4 punti di PIL UE, che si considera come valore medio europeo.
    Ora dalla fig. 4 del documento di Vannucci, relativo alle varie regioni italiane, si può vedere che la deviazione standard dalla media europea della percezione e della esperienza della corruzione è variabile e molto da regione a regione e normalmente le regioni a PIL maggiore, quelle del nord Italia sono o molto vicine alla media europea o addirittura in migliori condizioni, come appunto si osserva dalla fig. 4.
    Una deviazione standard di + 1 equivale più o meno a metàdella corruzione media UE27 mentre con -1 la corruzione dovrebbe essere doppia; in pratica se la corruzione media europea è pari a 1,4% del PIL, un valore di + 1 vuol significare un valore percentuale rispetto al PIL di quella regine pari allo 0,07% del suo PIL, un valore di -0,2 che è quello Lombardo equivale ad una percentuale rispetto al PIL del 1,4×1,2= 1,68%.
    Il calcolo che a questo punto ognuno di voi potrà fare porta ai seguenti valori regionali (SEO):
    – Lombardia 5,5 MLD
    – Trentino AA 0,25 MLD
    – Veneto 0,5 MLD
    – Friuli 0,15 MLD
    – Liguria 0,5 MLD
    – Emilia R. 1,4 MLD
    – Toscana 1,5 MLD
    – Umbria 0,2 MLD
    – Marche 0,5 MLD
    – Lazio 3,6 MLD
    – Abruzzo 0,6 MLD
    – Molise 0,2 MLD
    – Campania 4,5 MLD
    – Puglia 1,8 MLD
    – Basilicata 0,3 MLD
    – Calabria 1,5 MLD
    – Sicilia 2,6 MLD
    – Sardegna 0,6 MLD
    – Totale (SEO) 26,2 MLD pari all’ 1,63 % del PIL italiano. e pari al 21,8 % del PIL UE27.

    Ora occorre tener presente che tutti i dati provengono da analisi soggettive basate sulla percezione del fenomeno, quindi non esiste alcun sostegno realmente scientifico né rispetto al dato EU dei 120 MLD né rispetto al dato da me calcolato; occorre tener presente ancora che non tutte le nazioni europee comunicano i dati statistici del PIL regionale e che la percezione della corruzione è come detto, fortemente soggettiva e quindi legata a variabili non omogenee sull’ intero territorio UE.
    In ogni caso tutto il documento della UE non ha alcun valore e ci si dovrebbe vergognare da parte di tale organismo, visto anche il suo costo per i contribuenti, di diffondere mtali documenti senza alcun supporto di tipo scientifico.

  10. ALESSIO DI MICHELE

    La questione, così posta, è importante, ma sterile: bisogna concentrarsi sul fatto che il dato non è né vero né falso: E’ CREDIBILE, E COMUNQUE CREDUTO. Poi può benissimo essere creduto da coloro che se la prendono con Fiorito, ma reputano sacrosanto che il figlio venga assunto al ministero perché sono 3 generazioni che ci lavora (scusate il verbo, molto improprio) la stessa famiglia; però, se vogliamo agire per migliorare almeno la 4a cifra decimale di questo paese, con questi atteggiamenti dobbiamo confrontarci, perché politica in senso lato dobbiamo fare. Poi che siamo un popolo di vanghe in matematica, che la lunga tradizione idealistica-crociana (e idealisti sono pure i cattolici, let’s remember) abbia segato le gambe alla mentalità scientifica degli italiani, la convinzione che se io sono alto m. 1,90 e tu 1,50 la statura media è 1,70, l’ ignoranza crassa e spocchiosa sulle percentuali (sorpresa: non immaginate quanto diffusa tra i promotori finanziari), …, siano un male, siamo tutti d’ accordo: ma è inutile prendersela col male, come è inutile arrabbiarsi col virus dell’ influenza.

  11. Gian Luigi Capriz

    Sono sostanzialmente d’accordo con Marco e con Antonio Papagni. L’ampiezza e la gravita’ del fenomeno corruzione sono sotto gli occhi dei cittadini e sono particolarmente presenti a chi opera in campo economico sia nell’area privata che in quella pubblica.
    E non dovrebbe neanche essere un compito sovrumano incominciare a sviluppare qualche stima: partendo ad esempio da un confronto di costi per opera o acquisti di pari tipologia.
    Un conoscente che ha sviluppato per anni progetti nel settore autostrade mi ha invitato a confrontare il costo per chilometro di un’autostrada costruita dall’ANAS rispetto ad autostrade costruite da altri, sempre in Italia e per percorsi orograficamente comparabili: allo stesso modo si potrebbero confrontare i costi di acquisto di beni e servizi delle Aziende Ospedaliere, sia in Italia che all’estero, o quanto speso negli anni da una compagnia aerea nazionale rispetto ad altre compagnie aereee per l’acquisto di beni o servizi equivalenti, e cosi’ continuando per arrivare ad estrapolare una percentuale di scostamento rispetto agli standard ed applicarla a tutto il volume degli acquisti fatti nei vari comparti.
    Sarebbe auspicabile che una costola dell”Istituto Bruno Leoni iniziasse a fare alcuni confronti ed aprisse un osservatorio permanente per evidenziare sia i comportamenti virtuosi che quelli che maggiormente si allontanano dalle best practices.
    E che anche tutta la stampa, e non solo Rizzo Stella ed altri coraggiosi giornalisti dessero risonanza continua anche mettendo in evidenza chi fa seriamente il proprio dovere, specie nel settore pubblico. All’indignazione per chi malversa andrebbe anche accompagnata la pubblica stima per chi bene amministra.

  12. Piero

    Che noi italiani siamo uno dei paesi più corrotti (in senso lato) d’occidente, sia nel pubblico che nel privato ed a tutti i livelli ed in tutti i settori, è cosa INTERIORMENTE nota al 100% delle persone sane di mente. Quindi anche a voi che ci girate intorno con le parole. I numeri in casi come questo servono a poco xrchè in-calcolabili quindi criticabili. Ma basta guardarsi dentro ed intorno x vedere la realtà.

  13. DDPP

    Il valore della corruzione “60 miliardi di Euro”è dovuta alla affermazione provocatoria, come dallo stesso affermato, del Magistrato Giampaolino qualche anno fa. Credo che si possa trovare l’intervista in rete.

  14. alberto49

    Per dino; sarebbe ottima cosa, ma solo una piccolissima percentuale di persone la userebbe. Basta vedere quanti usano comunicare telematicamente con INPS, sono pochissimi cittadini, ma non solo le amm.ni non comunicano tra loro, INPS non comunica con AE ad esempio ed al loro interno non comunicano tra i vari comparti delle stesse Amm.; le è mai capitato che le abbiano chiesto da AE la documentazione relativa a contributi versati di vario genere. Siamo indietro di almeno 20 anni rispetto ad altri Paesi avanzati.

    Per DOPP; se non ricordo male il dato venne inizialmente quantificato in 60 MLD come valore pari al 4% del nostro PIL seguendo le indicazioni della Banca Mondiale-ufficio per la trasparenza o transparency international

    Per DOPP

  15. DDPP

    Ragionando su questi famosi 60miliardi mi permetto di fare qualche elementare conteggio.
    Definiamo corruzione una somma in denaro o in natura data da un privato a un Pubblico Impiegato.

    Se i dipendenti pubblici sono 3,5 milioni. 60 Miliardi diviso 3,5 milioni = Euro 17,142 annui come provente a ciascuno di corruzione.
    Suppongo, ragionevolmente, che coloro che si trovano nella possibilità (privilegio?) di essere corrotti siano in rapprto di 1 a 100/120. (Difficile credere che i maestri e gli insegnanti vengano corrotti, o lo siano i netturbini comunali, o gli impiegati all’anagrafe o i tanti esecutivi senza o con poco potere).
    Questo porta la platea del fortunati beneficiari a circa 30/35.000 dipendenti pubblici. Ciascuno di loro (mediamente!?) ricevebbe un extra reddito di circa DUEMILIONI di Euro all’anno!!
    Bah! O c’è qualcosa di totalmente sbagliato nel mio ragionamento o la cifra di 60 miliardi di Euro puzza di gabola

  16. dino

    Cuperlo ha affermato: Sincronizzeremo tutti gli Enti senza licenziare,penso non era una boutade. E’ il primo passo, le startUp e tutte le PMI che lo desiderano possono iniziare. Costoro alla mattina avrebbero tutto sotto controllo, es. sanno che tra 2 mesi devono tot all’inps, a fine anno quanto si dovrà pagare al fisco il quale d’ufficio potrà intercettare i bidonisti acclarati per poter avere la loro giusta quota di tasse ecc. La trasparenza insita nella nuova modalità appianerebbe tanti problemi ragione di tanto politichese. Possiamo girare attorno come abbiamo fatto sinora? si deve avere il coraggio di andare alla radice, i bit non pesano, gli atomi e sopratutto gli uomini pesano parecchio assieme ai controllori sulle sane gestioni. Persone che possono tornare utilli a riempire i capannoni vuoti appena faran tornare la voglia di intraprendere vedendo le schiarite del sistema.

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