28
Gen
2010

Dibbbbattere o investire

E’ ormai diffusa la convinzione che la Cina “sì che sta crescendo”. Che cosa sappiamo della Cina? Sappiamo quanti titoli di stato possiede negli Stati Uniti, sappiamo quanto esporta. Questi dati sono però forniti dalla Federal Reserve e dalle dogana della California. Che cosa sappiamo da fonte cinese? In Cina si hanno delle statistiche incongruenti. Per esempio il PIL sale, ma la produzione di energia elettrica scende, la vendita di automobili sale a dismisura, ma la vendita di benzina alle pompe sale appena. L’incongruenza delle statistiche non è – a ben pensarci – nuova.

In Unione Sovietica, se uno avesse osservato le statistiche sulla produzione agricola, sarebbe rimasto colpito dalla gran quantità di beni generati dal sistema. Se uno, appena dopo, fosse entrato nei negozi dove questi beni si vendevano, sarebbe rimasto sconfortato, perché erano vuoti. Al che avrebbe dovuto, uscendo dal negozio, imbattersi in gente che moriva di fame. Nessuno però moriva di fame. Mentre meditava sulle incongruenze statistiche, appena dietro l’angolo, avrebbe potuto trovarsi in mezzo a un mercatino dove i contadini vendevano i frutti dei loro appezzamenti. Nei mercatini trovava quei generi alimentari che i negozi non avevano negli scaffali, e che facevano sì che la popolazione potesse vivere decorosamente. Dunque le statistiche non combaciavano, ma il sistema sopravviveva.
 
È normale che un’economia diretta da un unico partito abbia statistiche che non collimano. Non ha quindi molto senso sottolineare che le statistiche sono incoerenti, se si parla urbanamente di Cina sulla “terrazza”. Il quadro cambia se si discute di investimenti “concreti”.
 
L’ultima incoerenza in ordine di tempo è quella relativa alla crescita del 2009. Essa è spaventosa su base reale – il PIL cresce di circa il 10% su base annua. Essa è spaventosa su base nominale – il PIL cresce di circa il 25% su base annua. Dunque l’inflazione dell’economia – il deflatore del PIL – è intorno al 15%. L’inflazione al consumo è però di circa del 5%. Colpisce la differenza di scala fra due delle misure dell’inflazione.

Fosse vera la prima, in Cina dovrebbero correre ad alzare i tassi e stringere l’erogazione del credito, fosse vera la seconda, potrebbero olimpicamente lasciare i tassi dove sono ed erogare lieti il credito.

Chi investe in Cina avrà pure un mente un tasso di inflazione, ma quale?
 

12 Responses

  1. Pietro Monsurrò

    Nel 1980 il CPI USA aumentava del 15% e il deflatore solo dell’8%. Una tale discrepanza non si è più avuta, anche se negli ultimi due anni le due serie si sono separate del 2-3%. A differenza della Cina, è in genere il CPI a stare sopra il deflatore e non viceversa. Non so a cosa siano dovute queste cose.

  2. azimut72

    Lavoro nel settore oil&Gas, in particolare nella componentistica per questo settore.
    Non so cosa ci sia dentro la scatola Cina, so che da lì arrivano prodotti a prezzi impossibili, anzi….ancora più bassi. Per esempio, se penso al settore siderurgico nel Far East dovrei dire che stiamo nel bel mezzo della madre di tutte le Deflazioni (sul prodotto finito).
    So però una cosa per certo. C’è una sovracapacità produttiva spaventosa.
    Lascio a voi le conclusioni.

  3. Pietro Monsurrò

    Capacità produttiva in eccesso in che settori? Intendevi l’industria pesante (probabile) o quella energetica (che fino a un anno fa lavorava ai limiti, non credo sia di colpo sovraespansa)?

  4. azimut72

    Industria pesante e industria meccanica.
    Effettivamente hai ragione…l’industria energetica ha sofferto e soffre ma…chi consuma l’energia se non l’industria? sbaglio?

  5. aldo

    Sono stato in Cina recentemente e ci vado per ragioni famigliari e non almeno 4 o5 volte all’anno per parecchie settimane, i prezzi sono cresciuti in quest’ultimo periodo soprattutto per le case, cosa che tutti i cinesi puntano a comprare, mentre i beni di consumo quasi non hanno registrato inflazione, segno di sovrabbondanza di offerta.
    Inoltre il prezzo delle case cresce a fronte di molti palazzi vuoti, la zona intorno lo stadio olimpico è mezza vuota, ed anche quella commerciale è agli stessi livelli.
    Lo dicevo a mia moglie, rispetto a 10 anni quando ci siamo conosciuti la Cina è cresciuta meno di quello che mi immaginavo, e parliamo di Pechino e delle altre grandi città, è difficile da spiegare, ma ancora dieci anni fa molto strutture erano da paesi dell’est, ora hanno strutture moderne ma l’output non ha avuto quello scatto in avanti che mi immaginavo.
    Per rendere chiaro l’esempio è come se il nord Italia, da domani avessi una rete AV, portato a 3 o 4 corsie le auostrade oltre ad averne costruite di nuovo, insieme a degasificatori, in questo caso ci aspetteremmo una crescita sostenuta delle imprese, perchè venuti meno i colli di bottiglia, ed invece poco di più di quello che succedeva prima.

  6. Luigi

    confermo in toto quanto scritto sopra da Aldo, essendo anche io legato alla Cina da motivi familiari. Aggiungo solamente che tutti i cinesi vogliono comprare casa perche’ e’ l’unico investimento possibile per i loro risparmi, a parte investire nelle Borse locali nelle quali pero’ corruzione e manipolazioni sono usuali. Recentemente e’ possibile anche investire nella Borsa di Hong Kong, molto piu’ credibile delle varie Shanghai, Shenzhen, ma ovviamente questo e’ fuori della portata del cittadino medio cinese.
    Quanto alle infrastrutture non mi meraviglio di quanto detto nel post, anche perche’ molti di questi progetti piu’ che rispondere ad un bisogno immediato sono fatti per solleticare l’orgoglio dei governanti e di concerto il nazionalismo piu’ tossico, che a mio giudizio e’ il problema piu’ grave che il partito sta creando al momento e le cui conseguenze paghera’ molto care in futuro. Vicino a dove vivo per parte dell’anno (Guangzhou, Cina del sud) e’ tutto un incrociarsi di autostrade a piu’ corsie e zone industriali, le prime passano attraverso piane sterminate dove il possesso di automobili si conta sulle dita di una mano e dove le prospettive di un loro incremento sono nebulose, mentre le seconde vengono aperte spesso con grande fanfara e spreco di botti e mortaretti, per poi somigliare a citta’ fantasma per tutto il resto dell’anno.

  7. aldo

    Ciao Luigi, dove sei a Canton?, con mia moglie abbiamo abitato vicino alla stazione est, quella che la collega con HKG, e mi amoglie aveva l’ufficio al Metro Plaza vicino al Grattacielo che non ricordo il nome dove c’è il consolato italiano.
    Comunque a Canton sono da raccontare le autostrade a 3 o 4 Piani, che arrivano al 6 o al 7 piano delle case.
    Paese fantastisco la Cina ed i cinesi, peccato il governo che hanno.

  8. juancarlos

    qualcuno mi spieghi,come fa un paese a crescere 10-15% ogni anno per 20 anni ,e non avere il fisiologico calo ,come in tutte le cose del mondo fisico.

  9. Silvano_IHC

    Considerando che è 20 anni che dichiarano una crescita del 10% fatico a capire perche decine di migliaia di cinesi siano andati a stabilirsi in Africa. Ammirevole spirito imprenditoriale unito ad un pronunciato pelo sullo stomaco, ma non credo si possa ridurre tutto a questo. Non si tratta solo di 4-5 latifondisti da esportazione.

  10. aldo

    Il governo cinese ritiene necessaria a tenere l’unità politica e sociale della nazione una crescita del 8%, il che vuol dire che crescendo del 10% e come se crescessero del 2%.
    Per questo che lo stato spende tanto fin che potrà, altrimenti gli indigenti inizieranno ad alzare la voce.
    La cina è ancora una società straficata, in cui pochi benestanti, e molti poveri, questi ultimo sono sovvenzionati dallo stato in vario modo, ma oggi alcuni fenomeni storici della Cina stanno afffiorando;
    1) il regionalismo, difatti in cina si combatte da 5000 anni, tra unificazione e separazione e sino a pochi anni fa le città erano ancora delle città stato con poco e nessun commercio tra le stesse, oggi emerge sempre di più l’insofferenza delle regioni più ricche al fatto di mantenere le più povere; e di quest’ultime che non riescono a partecipare al boom
    2) la parte ricca dei cittadini, vorrebero avere maggiore voce in capitolo nelle scelte economiche e politiche e vedono e sentono lo stato cinese, sempre più come un socio non gradito.
    Se la macchina rallenta questi problemi potrebbero saltare fuori, ed il fatto che negli ultimi mesi il governo cinese abbia assunto una posizione meno prudente è più aggressiva sulla politica internazionale, serve anche per distrarre il dibattito interno verso il nazionalismo.

  11. aldo

    A proposito di PIl sul Sole di ieri, c’era un articolo che spiegava come i numeri del PIL cinese sono un pò come le vacche di Mussolini, del film con Maifredi.

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