23
Gen
2014

Destinazione Italia: niente di nuovo sul fronte r.c. auto

Quella dei rincari delle polizze r.c. auto è una delle molte emergenze cicliche di questo paese, sovente alimentate da interventi normativi che privilegiano l’impatto estetico ma mancano il cuore dei problemi. Le disposizioni contenute nell’art. 8 del decreto “Destinazione Italia” non fanno eccezione. Si tratta di una serie di previsioni variegate: alcuni aggiustamenti di generico buon senso e rilevanza limitata; alcune previsioni volte a incidere direttamente e indirettamente su un’affidabile quantificazione dei risarcimenti; infine, una manciata d’innovazioni più caratterizzanti e definite da una ratio unitaria: il tentativo di stabilire una relazione automatica tra i minori costi previsti per le compagnie e i risparmi a beneficio dei consumatori.

Al primo gruppo appartengono l’elevazione dei massimali minimi obbligatori per l’assicurazione degli autobus contro i danni alle persone a 10 milioni di euro (comma 1, lett. a) e l’introduzione, accanto al termine prescrittivo di due anni, di un termine di decadenza di 90 giorni per la presentazione della richiesta di risarcimento, fatti salvi i casi di forza maggiore (comma 6).

Al secondo gruppo si possono ascrivere le previsioni in materia di testimoni (comma 1, lett. c): la loro identificazione deve risultare – salvo nei casi di oggettiva impossibilità – dalla denuncia di sinistro e dalla richiesta di risarcimento, pena l’inammissibilità della prova prodotta; inoltre, il giudice è tenuto a verificare la ricorrenza dei testimoni in altre cause per sinistri stradali, servendosi della banca dati istituita presso l’Ivass dal decreto “Crescita 2.0”: ove si riscontri la presenza di tali testimoni in almeno tre cause nel corso degli ultimi cinque anni, il giudice trasmette un’informativa alla Procura della Repubblica competente, affinché possano essere disposti ulteriori accertamenti.

All’analogo intento di assicurare una corrispondenza tra l’effettiva consistenza del danno e l’ammontare del relativo risarcimento risponde anche la richiesta che le lesioni di lieve entità vengano accertate strumentalmente, e non più con un mero riscontro “visivo” (comma 3); così come le previsioni che incidono sull’art. 148 del Codice delle assicurazioni private (Cap), intervenendo sui parametri di rischio frode che giustificano una sospensione della procedura di risarcimento, così da permettere gli accertamenti del caso, ed allungando da 5 a 10 giorni il termine minimo da concedersi alla compagnia per la perizia sulle cose danneggiate. Meno comprensibile è la soppressione del periodo che esplicitamente riconosceva la facoltà del danneggiato di non procedere alla riparazione senza che ciò pregiudicasse il suo diritto al risarcimento: tale disposizione presentava certo alcune difficoltà di convivenza con l’istituto del risarcimento in forma specifica (v. infra), ma la sua abrogazione solleva dubbi di costituzionalità.

Come detto, più rilevanti appaiono le rimanenti disposizioni, caratterizzate da uno schema comune, che assegna alle imprese assicurative la facoltà (o l’obbligo) di modulare in una determinata maniera la relazione contrattuale o la prestazione risarcitoria, prevedendo al contempo che sia riconosciuta all’assicurato una riduzione dei premi. Così, per esempio, s’introduce l’obbligo per la compagnia di proporre all’assicurando la sottoposizione del veicolo a ispezione preventiva, a fronte di una riduzione di premio che la norma non quantifica (comma 1, lett. b).

Similmente, si prevede la facoltà per l’impresa di ricorrere a procedure di risarcimento per equivalente, tanto verso i danneggiati assicurati quanto verso i terzi danneggiati, garantendo la riparazione del veicolo presso strutture controllate dalla compagnia o con essa convenzionate, a fronte di una riduzione del premio pari almeno al 5% del premio regionale medio incassato – o al 10%, nelle aree specificamente individuate dall’Ivass (comma 1, lett. d). L’opzione dell’impresa ha efficacia per tutto l’anno solare e per tutti i sinistri risarcibili, fuorché – per evidenti ragioni – quelli segnati da concorso di responsabilità: col rischio tangibile d’incappare nel paradosso per cui la tariffa “scontata” è invero l’unica esistente, e manca di un parametro rispetto al quale computare lo sconto. Quest’approccio manicheo risulta orientato alla costituzione di un sistema di liquidazione in tutto alternativo all’ordinario risarcimento per equivalente piuttosto che alla valorizzazione caso per caso delle libertà contrattuali di imprese e assicurati. Inoltre, il meccanismo presenta alcune evidenti criticità operative: prima fra queste, l’incongura vicinanza del termine per l’esercizio dell’opzione per l’anno 2014.

Ancora, si prevede l’obbligo per le imprese di proporre clausole contrattuali (facoltative per l’assicurato) che prevedono l’accesso a servizi sanitari forniti da professionisti scelti e remunerati dalle imprese stesse, a fronte di una decurtazione del premio pari al 7% del premio regionale medio incassato: tale previsione risulterebbe oltremodo penalizzante per le compagnie, ove si consideri che il suo ambito di applicazione è giocoforza limitato al contraente e non si estende ai terzi danneggiati. Parimenti limitato è l’ambito di un’altra previsione, quella che assicura alle imprese la facoltà di proporre all’assicurato, in sede di stipulazione del contratto, una clausola che escluda la cedibilità del diritto al risarcimento, a fronte di una riduzione del premio pari al 4% del premio regionale medio incassato.

Infine, viene parzialmente riformata la disciplina in materia di scatola nera, disponendo che i costi di installazione, disinstallazione, sostituzione e portabilità rimangano a capo della compagnia, ma che i costi di funzionamento siano appannaggio dell’assicurato. La proposta di contratti di questo tipo è presentata come una facoltà per l’impresa: a essa corrisponde una riduzione del premio pari almeno al 7% del premio regionale medio incassato e, in ogni caso al 7% del premio pagato dal contraente già assicurato con la medesima impresa durante l’anno precedente. Particolarmente discutibile appare il previsto meccanismo di funzionamento delle scatole nere, che presuppone la creazione di un unico centro di raccolta dati gestito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che a propria volta li dispaccerebbe alle compagnie interessate. Sarebbe  molto più opportuno se il governo si limitasse a delineare, con regolamento, i necessari standard di interoperabilità senza arrogarsi l’esercizio di una funzione che non ha alcuna necessità di essere centralizzata.

Tutte le misure da ultimo segnalate paiono entrare in conflitto con il principio della libertà tariffaria, garantito dalla normativa comunitaria in materia; tale pregiudizio è, evidentemente, più intenso nei casi in cui la proposta contrattuale e la collegata riduzione del premio sono imposte come obbligatorie. In conclusione, si tratta di misure che destano più di un dubbio di legittimità e che – ove pure superassero tali perplessità – paiono dotate di efficacia marginale, vuoi per le difficoltà applicative, vuoi per la scarsa incisività rispetto alle sottostanti strutture di mercato.

10 Responses

  1. giuseppe1

    I nodi restano tutti. I Inghilterra un morto è un morto e vale centomila euro. In Italia i morti (grazie alla magistratura) sono di Serie A e di Serie C . Gli imbrogli continuano ad imperversare, grazie alla complicità delle stesse Compagnie, che avrebbero saldamente il controllo della situazione, ma preferiscono non scontentare i clienti ed continuare a godere di margini ingiustificabili.
    Qualcosa di nuovo comunque c’è, e sono le Assicurazioni online, dove si possono realmente realizzare risparmi notevoli. In questo settore sono presenti anche gli Inglesi con Direct Line ed i Francesi con Axa, segno evidente di apertura del Mercato.
    Sono fiducioso, perché il cambiamento sta realmente arrivando dal Mercato. Attendersi qualcosa dallo Stato è tempo perso.

  2. ALESSIO DI MICHELE

    Un po’ della mia esperienza di ex-assicuratore (ancorché allergico alla rc auto) può servire: direi che lo Stato si dovrebbe limitare a fare quanto di sua competenza per non sabotare il settore, e già ci potremmo accontentare; perciò:

    1) hai truffato ? Ti faccio un sedere come un bagnapiedi: servizi sociali a pulire le deiezioni da Alzheimer, oppure un semestre di galera per ogni 500 euro o frazione truffati; invece il 97% (leggere NOVANTASETTE %) delle truffe finisce archiviato per prescrizione/mancata identificazione dei responsabili, dice l’ ISTAT;
    2) concorrenza ? Ed allora perchè non posso andare in giro con una polizza da, diciamo, 1 miliardo di yen emessa da una società di Yokohama ?
    3) indennizzi per danni a cose ? Oggi (fonte: Il giornale delle assicurazioni) se sono danneggiato mi paga la mia compagnia che si rifà su quella del danneggiante, NON in base al valore effettivo del danno, ma secondo un tariffario forfettario: la morale della favola è che chi paga può addirittura guadagnarci o, incredibile, rimetterci per fatto di un suo NON cliente; la compagnia del danneggiante non ha mezzo per resistere a pretese infondate, tanto poi aggrava il malus al suo cliente, ed anche perchè, per le follie delle spese legali e delle tutele del lavoro, resistere ad una pretesa da 600 euro comporta più di 1.000 euro di spese non ripetibili. Il cliente, però, se il sinistro è avvenuto mentre già era a sua disposizione l’ attestato di rischio “pulito” va di corsa da un’ altra compagnia, e così il cerino rimane in mano alla vecchia compagnia.
    4) la rc auto è piena di tasse (23%, ma non di IVA, così manco te le detrai), compreso il contributo al S.S.N.: siamo matti ? Ho combinato un danno, costringo l’ ambulanza/ospedale ad intervenire, beh sono responsabile civilmente anche di questo e quindi l’ assessorato regionale alla sanità si faccia ripagare dalla mia compagnia: già, ma questo presuppone servizi legali regionali non presi a pagare stipendi alle amanti degli assessori, e che si abbiano le idee chiare su quanto costa curare il singolo individuo per una patologia traumatologica: “ah ! ah ! Mi vien che ridere !” (L. Buzzanca);
    5) obbligo per la compagnia a contrarre ? Credo che ce l’ abbiamo solo noi: Le compagnie tentano di scoraggiare sparando premi iperbolici (ogni tanto, sui giornali: Euro 4.000 per assicurare un motorino ! Vergogna !”): beh chiunque dovrebbe poter vendere quello che vuole al prezzo che vuole, ma poi alzare il premio assicurativo opera una “reverse selection” (= attira tutti i truffatori del circondario);
    6) sull’ obbligo di presentare altri 2 preventivi stendiamo un velo pietoso,
    7) tra le targhe risultanti alla Motorizzazione e le polizze risultanti all’ Ania c’ è una differenza di circa 1,4 milioni di unità: facciamo qualcosa o continuiamo a scherzare ?
    8) e se abolissimo l’ obbligo di polizza r.c. , almeno per i danni alle persone ? Magari gl’ italiani comincerebbero a preoccuparsi di farsi la polizza infortuni, invece di spendere molti soldi ad mentulam canis;
    9) o anche: se anche sono bravo, posso portare un solo mezzo per volta: facciamo ordunque le polizze r.c. sulla patente, non sulla targa;
    10) a livello europeo è stato imposto quell’ intelligentissimo meccanismo per cui non sono ammesse differenziazioni per sesso, perché discriminatorie: già oggi nel settore vita le donne pagano il rischio morte come gli uomini, e gli uomini pagano i vitalizi a premio unico come le donne (e certo, la tutela del cavolo ope legis serve solo a creare oligopoli, mica l’ ho scoperto io): dai, roviniamo anche il settore auto così, che ci importa: chi sarà mai Gauss per smentire un burocrate ed un oligopolista uniti per la loro giusta causa !
    11) un’ ultima considerazione: Bersani, con una delle sue lenzuolate, avrebbe inventato quel meccanismo sugli indennizzi; beh, se è così, vuol dire che i sintomi di ictus cerebrale già si stavano manifestando allora, ma sono stati ignorati. E lui passa per liberalizzatore !

  3. Lorenzo

    Ma quale “destinazione Italia”?!
    Qui è “fuga da Alcatraz”.

    “I costi della scatola nera sono a carico della compagnia”. Se fanno parte dei costi della compagnia, non è che faranno parte inevitabilmente anche dei ricavi aumentando il prezzo? O spariscono nel nulla e i costi vengono coperti attingendo al pozzo di San Patrizio? E stiamo qui a parlare di simili scemenze? Sarebbe questo il “mercato libero”, la “concorrenza”? Regole, regole, regole… = costi, costi, costi… che paga Pantalone.

    Fermate il mondo voglio scendere.

  4. giuseppe1

    Proprio oggi mi è capitato in mano un coupon della catena di supermercati Maury’s che offre ai clienti uno sconto per le assicurazion auti in partnership con la compagnia online “ConTe.it”. Con le Assicurazioni nei supermercati il monopolio del cartello è finito. Le assicurazioni si pagano coi bollini della spesa. Stiamo parlando di preistoria

  5. ALESSIO DI MICHELE

    @ Giuseppe: la ringrazio del suo intervento, che esemplifica perfettamente la mentalità dell’ italiano medio in materia di copertura dei rischi: la polizza la compra alla Coop perché è come il sale: debbo solo vedere se è iodato o no, e basta un bambino di 7 anni; scoperto ? primo rischio assoluto ? franchigia ? sociopolitici & atmosferici ? assistenza legale ? ma che ce frega, ma che ce ‘mporta, noi non sapemo mette 2 concetti in croce, ma capiamo tutto di polizze (di investimenti, di chimica, di medicina, …): tanto c’ è la nuova verità assoluta, internet: magari ci vende deiezioni equine, ma elettroniche: mi sa che lei è un tifoso di Beppe Grullo, isn’ t it ?

  6. ALESSIO DI MICHELE

    Dimenticavo: che i morti valgano tutti Euro 100.000 è una catazza colossale: chi guadagna di più e/o è più giovane DEVE valere di più, oltre al fatto che € 100.000 sono pochi qualunque. Sul fatto che le truffe assicurative avvengano con la complicità delle compagnie, spero che lei fosse sotto i fumi del tetraidrocannabinolo andato a male.

  7. giuseppe1

    Naturalmente gli italiani medi sono sempre gli altri.
    1) Anche in un contratto online è possibile leggere le clausole e modificarle.Non ci vuole uno scienziato come Lei.
    Anzi, non c’è l’Agente che ti rifila per forza una garanzia non richiesta.
    2) Una piccola differenza di valutazione ci può stare. Ma un ricco che va in macchina (magari una piccola e paga un piccolo premio) si assume un rischio in proprio, che non può scaricare sulla generalità degli assicurati.
    3) Gli Agenti conoscono bene il cliente e il suo grado di onestà, e la possibilità di verificare anche personalmente.
    Se volessero, le truffe sarebbero molto limitate.
    4) Per un Liberista difendere una rendita di posizione non è il massimo.
    5) Non è il massimo come processo logico-deduttivo affermare che chi è per le aasicurazioni online è grillino.
    Anche come processo induttivo non va.
    6) Personalmente ho convertto le mie polizze auto ed ho risparmiato dal 30 a 50% con le stesse garanzie.

  8. ALESSIO DI MICHELE

    “Grande è la confusione sotto il cielo” (ma non solo lì) :

    1) il contratto di assicurazione, e soprattutto quello r.c., è per adesione: le clausole, se non obbligatorie per legge o per politica della compagnia, possono essere sottoscritte o no, non certo modificate: non lo può fare nemmeno uno scienziato come me !
    2) cioè il ricco “haje murì”, secondo lei ? Evviva, un po’ di livore sociale espresso a chiare lettere ! Poi, i ricchi, andassero in giro con la Bentley, vabbè, ma quelli che vanno in Panda !
    2) se il contraente è un tipo con le idee chiare ed è mediamente risoluto, nessuno gli può rifilare niente; certo se facessimo dei venditori consulenti, che si fanno pagare DAL CLIENTE, no dalla compagnia, e quindi INDIPENDENTEMENTE dall’ acquisto, potrebbero lavorare per l’ assicurando (come i medici: a parte i casi patologici si fanno pagare solo dal cliente, indipendentemente dal fatto che se ne seguano o no le terapie);
    3) sto parlando delle truffe ai danni delle compagnie: il fatto che qualche agente le faciliti non tocca il cuore del problema dell’ impunità dei truffatori; anche qui finchè si parlerà di provvigioni e non di parcelle, certo il problema non si risolverà;
    4) ho scritto che bisognerebbe eliminare l’ obbligo di assicurarsi per r.c. auto e prevedere la possibilità di andare in giro con polizze giapponesi, l’ ha visto ? E lei dice che difendo le rendite di posizione ! Mi sa che il suo monitor è settato su una risoluzione sbagliata;
    5) ho ipotizzato che lei fosse grillino perché ha l’ aria di vedere internet come se si trattasse delle tavole della legge; plaudo comunque al suo ritenere “grillino” un’ offesa;
    6) complimenti per lei: la mia moto, invece, passando da una polizza online in convenzione ad un’ altra on line non in convenzione, ha visto il valore riconosciuto per furto praticamente raddoppiarsi, mentre il premio è salito solo del 50%: ma se uno punta solo al risparmio direbbe che ho peggiorato. Comunque nessuno di questi eventi inficia minimamente quello che ho già scritto.

    Da ultimo: non è che gli italiani medi siano sempre gli altri: è che, come dimostrato da TULLIO DE MAURO, la comprensione di uno scritto medio da parte
    dei nostri connazionali è a livelli drammatici: figuriamoci di una polizza, tutt’ altro che “scritto medio”. Ma mi sa che questo lei già lo sapeva chiaramente.

  9. barillari

    Ma quando si parla di assicurazioni economiche, è veramente così? Trovo in giro tantissime informazioni (ad esempio http://www.inforcauto.it/assicurazioni-auto-economiche061.html parla di “Rispetto alle compagnie tradizionali le assicurazioni auto telefoniche offrono vantaggi non indifferenti: l’assenza di filiali e intermediari consente infatti un risparmio anche del 50% rispetto ai canali classici.”) ma come capire se si tratta di verità, di notizie aggiornate? QUi cambiano le cose a vista d’occhio

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