7
Apr
2013

Debiti della P.A.: braccino corto e mano lunga!

Finalmente sbloccati, almeno in parte, i pagamenti della Pubblica Amministrazione a favore delle piccole e medie imprese: saranno pagati (forse) 40 miliardi di euro sugli oltre 90 miliardi nei prossimi dodici mesi. Meglio di niente, ma comunque una vergogna:

  • in primo luogo, un apparato pubblico che accumula debiti verso il settore privato per oltre 90 miliardi di euro trascurando gli incredibili danni economici che ne conseguono, specie nei momenti di crisi, è quanto di più ignobile si possa pensare; approfitta infatti sconsideratamente del bisogno di lavoro delle imprese e dei relativi dipendenti e specula su una forma indiretta di finanziamento a costo zero alle loro spalle;
  • in secondo luogo, mettere in campo meno della metà del fabbisogno non risolverà il problema della grave sofferenza finanziaria di cui versa il sistema produttivo interno; è solo un po’ d’ossigeno in un momento asfittico, ma bisognerà verificare quanto sarà complicato svincolare i crediti e quali saranno i tempi di attesa … e dai burocrati non c’è da attendersi molto;
  • in terzo luogo, bisogna considerare il blocco dei pagamenti per pendenze tributarie introdotto nel 2006 dalla coppia Visco-Bersani (art. 2 c. 9 del D.L. 262/2006) che impedisce ai debitori d’imposta di riscuotere i propri crediti dalla Pubblica Amministrazione; in questi tempi sono molte le piccole e medie imprese costrette a diventare morose proprio a causa della mancanza di liquidità (magari determinata anche, se non soprattutto, dalla mancata riscossione proprio quei crediti!);
  • in quarto luogo, l’aver subordinato i pagamenti al rispetto dei vincoli di bilancio per non sconfinare nel deficit eccessivo offre un pretesto facile per sospendere o ritardare l’impegno nei pagamenti; per quanto lo Stato confidi sulle entrate derivanti da una pressione fiscale espropriativa (ormai salita addirittura al 52%!), la grave recessione in atto, il peso degli oneri sociali, la flessione del gettito per effetto della diminuzione del numero dei contribuenti che riescono a produrre reddito e della riduzione dell’ammontare dei redditi producibili, il rovinoso declino dei consumi interni ed il rallentamento della circolazione del danaro rendono assai probabile lo sconfinamento.

Che fare allora? Come fronteggiare questa evenienza? Dove reperire le risorse necessarie? Secondo le anticipazioni del Ministro Antonio Grilli (cfr. D. Pesole, “La clausola di salvaguardia concordata con Bruxelles”, in Il Sole 24 ore del 07.04.2013, pag. 2) si dovrebbe confidare in <<… contestuali tagli alla spesa corrente oppure attraverso l’incremento della pressione fiscale …>> (ancora? non ha già raggiunto il 52%?).
Il braccino corto dello Stato troverà però un formidabile aiuto nell’incontrollabile esercizio dei poteri accertativi soprattutto presuntivi del Fisco (studi di settore, spesometro, redditometro e indagini finanziarie). Grazie anche alle informazioni che saranno accumulate nelle smisurate banche dati disponibili, potrà aggredire le ingenti ricchezze nascoste dei contribuenti italiani che (pare) abbiano l’abitudine di piangere miseria e ostentare agiatezza; su questo pretesto, alimentato dalla propaganda di un livello di sommerso che, nonostante la crisi, pare sia sempre lo stesso da anni (€ 275 miliardi: tale era nel 2006/2007 e tale è rimasto ancora oggi nonostante la gravissima recessione in atto, il forte rallentamento della circolazione del danaro e la riduzione del p.i.l. – ???), si sta preparando un generalizzato esproprio di Stato in danno di tutti i Cittadini (soprattutto dei “finti ricchi”); convinti in assoluta buona fede della lealtà ed imparzialità del sistema tributario e perciò consenzienti verso certe misure intrusivo-repressive pericolosissime, anche i benpensanti dovranno sperimentare cosa significhi difendersi dalla prepotenza accertativa degli Uffici finanziari e ne rimarranno sconcertati.
Con ciò non si intende criminalizzare a tutti i costi importanti strumenti investigativi utili anche per contrastare fenomeni di criminalità organizzata, ma è certo comunque che non possono essere lasciati alla più libera discrezionalità dell’Amministrazione finanziaria che ha interessi economici diretti e specifici (raggiungimento del budget annuo minimo assegnato e trattamenti economici incentivanti per il personale qualificato); in un sistema così impostato, per evitare che l’applicazione degli strumenti accertativi di carattere presuntivo (studi di settore, spesometro, redditometro e indagini finanziarie) si presti ad altrimenti inevitabili abusi procedimentali (sollecitati dai vertici statali per ragioni di gettito!), è dunque indispensabile introdurre presupposti giuridici ben precisi e delimitati, devolverne l’autorizzazione ad una Autorità terza ed imparziale (art. 111 Cost.), garantire davanti ad Essa il diritto di difesa e di contraddittorio (art. 24 e 111 Cost.), eliminare il budget annuo e i trattamenti incentivanti che influenzano l’imparzialità degli operatori del Fisco ed il buon andamento della loro azione (art. 97 Cost.), responsabilizzarne l’operato e costituzionalizzare i principi contenuti nello Statuto dei Diritti del Contribuente (L. 212/2000).
Diversamente possiamo sin d’ora rassegnarci con un definitivo “poveri noi!”.

Manuel Seri

13 Responses

  1. Giuseppe 1

    Finalmente si rivede Giannino in una trasmissione televisiva! E conclude con la verve che tutti gli riconosciamo. Ben tornato!
    Ora scriva qualcosa anche sul blog.

  2. Jack Monnezza

    E’ un piacere rileggere i suoi articoli anche se premonitori di tempi ancora più cupi.

    Purtroppo, oltra alla Sua, non c’e’ una voce che si levi a favore di queste basilari riforme da Lei elencate e indispensbili per iniziare a rendere civile e democratico il nostro sistema tributario.

    Siamo diventati un Paese di completi idioti e’ indifferente a tutto quello che non viene toccato con mano.
    Ci vorranno altri milioni di soprusi e ingiustizie da parte della nostre leggi/burocrazie tributarie perché un qualche gemito di orrore si levi. Come del resto ci sono voluti 120 mld, e un partito politico potente come Confindustria, prima che un qualche cosa iniziasse a venire scritta o fatta circa l’obrobrio di uno Stato che non paga i Suoi debiti.

  3. Jack Monnezza

    Dio ti benedica Maggie, riposa in pace e GRAZIE DI TUTTO.
    Mi manchi gia’ tantissimo….
    Come te forse nessuno negli ultimi 50 anni!

  4. Marco Tizzi

    @Jack Monnezza
    “They’re casting their problem on society. And, you know, there is no such thing as society. There are individual men and women, and there are families. And no government can do anything except through people, and people must look to themselves first. It’s our duty to look after ourselves and then, also to look after our neighbour. People have got the entitlements too much in mind, without the obligations, because there is no such thing as an entitlement unless someone has first met an obligation”.

    Non so se è stata la migliore degli ultimi 50 anni. Non mi è piaciuto il suo appoggio a Pinochet, come non mi è piaciuto quello di Hayek. Non mi è piaciuta la poca attenzione alle libertà individuali, tanto quanto mi è piaciuta l’attenzione alle libertà economiche, non mi è piaciuta la spesa militare e non mi sono piaciute le guerre.

    Ma le parole che ho sopra riportato e l’aver rifiutato i funerali di Stato sono il mio saluto con tanto di cappello per una donna che ha segnato il secolo scorso e che purtroppo nessuno ascoltò quando disse “no, no, no”.
    E quando avvisò “We’ve beaten the Germans twice and now they’re back!”.
    Torneremo a chiedere il loro aiuto e porgeremo le nostre scuse. Speriamo Cameron si ricordi di lei in ogni sua azione.

  5. B&B

    L’amministrazione pubblica che non paga i debiti, il perchè questa situazione si sia potuta creare, la sofferenza delle imprese, la perdita dei posti di lavoro nel settore produttivo, la delocalizzazione delle imprese, i contorcimenti vari a cui si assiste sulla scena politica, la incapacità di comprendere la situazione reale da parte della massa degli elettori (in cui mi ricomprendo), la immagine vergognosa di un apparato burocratico-casta che vive arroccato a difesa delle sue prerogative e dei suoi privilegi e si considera di fatto una variabile indipendente dalla situazione economica dell’azienda Italia di cui dimentica di essere un dipendente, cui fa riscontro la situazione kafkiana di una classe politica immobile in attesa di un miracolo che risolva tutto o di un disastro che sconvolga tutto, l’importante è non assumere la responsabilità di decisioni e non sostenere scontri ovvero l’assenza di una leadership di qualità: tutto questo prefigura ancora più difficili giorni. E allora la morte della Margaret Thatcher capita come un segno profetico, sottolinea una figura che manca, un polso fermo, un orientamento certo con cui si può o no essere d’accordo nei singoli atti ma a cui si riconoscerebbe il merito e il coraggio. Purtroppo i leader non si inventano ma sono il risultato della cultura e dei valori di chi li esprime, come dire che si ha sempre la classe dirigente che si merita…

  6. Jack Monnezza

    @Marco Tizzi

    Anche a me non piacciono le guerre perché spesse torti e ragione, eroismo e codardia si dividono egualmente e alla fine seminano morte.

    Le Falkland furono invece una grande piccola guerra dove ragioni ed eroismo furono tutti veramente da una parte.

    Ero all’ Università e segui con entusiasmo quella piccola flottiglia inglese, contro tutto e tutti, traversare da soli mezzo mondo e liberare i loro 2000 compatrioti e relative pecore. Una grande lezione di cosa sia una identita’ nazionale e di cosa siano coraggio e determinazione.

  7. Marco Tizzi

    @Jack Monnezza
    Non credo nell’identità nazionale, nelle bandiere e per me le guerre sono sempre sbagliate. Ritengo la zia Maggie fondamentale per aver insinuato un dubbio (almeno quello) antistatalista e per la feroce lotta contro l’Europa.
    Purtroppo, diciamocelo, ha perso sotto entrambi i punti di vista.
    Spero in Cameron che sembra reinverdire almeno alcuni degli stilemi. Tutto il resto è noia, come diceva un poeta appena scomparso.

  8. Edgardo

    Credo, purtroppo, che anche questo decreto sul pagamento dei debiti p.a. si rivelerà un bluff. Ci penseranno i burocrati a seppellire tutto sotto una montagna di carta. Ricordate lo scorso anno? Tutto finto. Chi rischia di fallire, fallirà. E tra poco inizia il tragico walzer di redditometro etc. Quando non ci sarà più nulla da succhiare salterà tutto. Solo allora, forse, avremo un sussulto di orgoglio? Mah…non so. Malauguratamente, non siamo inglesi. E, logicamente, non avremo mai un politico come M.T.

  9. Roberto

    Caro Manuel,
    purtroppo i tuoi dubbi sono fondatissimi, a conferma i precedenti quali:

    – mancata abolizione del finanziamento ai partiti, con il trucco del rimborso , e ricordo a tutti che è stata completamente disattesa la richiesta dei cittadini.

    – accaparramento del tfr per sanare i propri debiti (P.A), e le conseguenti barriere per riprendersi i propri soldi in caso di necessità

    – Gravissimo: far fallire le imprese perchè lo stato non le paga !

    Credo che molti non se ne rendono conto ma siamo già in fallimento, i veri conti non vengono divulgati, per lo stesso motivo per il quale la campagna sull’evasione fiscale è così costante: questa tecnica si chiama deviazione dell’attenzione.
    Un semplicissimo esempio: ma se la crescita demografica è a zero, i giovani non trovano lavoro e quindi mancano i “sudditi” per pagare le pensioni, la popolazione invecchia, le persone dai 35 ai 55 sono disoccupati , l’inps dove prende i soldi ?
    Lo stato “con una situazione di grave emergenza” dopo 1 mese e mezzo non ha fatto un governo …ma la cosa più grave è che non c’è un piano strategico perchè nessuno non sà o non vuole fare.
    Cipro non tanto lontana e l’ Europa non si scandalizza se bloccano i conti correnti dei clienti delle Banche. Riflettere bene ….

  10. Alberto

    La distruzione della ricchezza italiana, che trae origine poi da una imprenditorialità piccola e diffusa (il vero sostegno alle aziende medio, medio-grandi), nasce unicamente da un fatto ben preciso e localizzato nel tempo, che lo si voglia o no: l’introduzione dell’inversione ndell’onere della prova in materia fiscale nel nostro ordinamento. Questa è stata la vera patrimoniale che ha messo in ginocchio l’intero paese (dice niente che di patrimoniale non se ne parla piu’?). Inutile qui ripetere numeri che sono stati detti e ridetti mille volte, uno fra tutti: gli addetti delle 55,000 aziende socie di confindustria assommano in totale a poco piu’ di 5 milioni. Il che fa meno di 100 addetti per azienda; non sarebbero da impalare Monti e tutta la Bocconi che, per anni, hanno teorizzato la “razionalizzazione” del tessuto imprenditoriale italiano, significando, nè piu’ nè meno, che piccolo è brutto e deve sparire ?

    La distruzione vi è stata, il paese è in ginocchio (e comincia pure ad essere alla fame, per chi non emigra) e non si vede come possa risorgere per i prossimi 20 anni ammeno di un condono fiscale supertombale, di una drasticissima riduzione delle tasse, uscita dall’euro e perdita (ahimè) dei risparmi di tutti. La guerra è guerra e questi sono i risultati della guerra scatenata da Tremonti e da tutti gli europeisti da gioco del monopoli.

    I debiti della PA. Qualcosa non mi torna proprio: alle prime, Giannino cominciò con il parlare di 30 MLD, poi saliti a 40 e a 70. Successivamente sono diventati 90 e poi, adesso, 120. Boom !!! tutti al cucuzzaro …
    Si potrebbe fare un’indagine piu’ accurata sulle aziende che vantano questi crediti ? Chi sono ? Siamo proprio sicuri che si tratti di aziende private e non, magari, cooperative create ad hoc da amministrazioni locali e/o utilities e/o da referenti politici di partiti di sinistra, fruitori professionali a vario titolo di contratti pubblici e tutto quel sottobosco marcio e malato di parassiti che, sempre a vario titolo, si ingrassano sulle carogne delle varie amministrazioni pubbliche ?
    Meditiamo, gente, meditiamo …

  11. MARCO

    che sia una vergogna tutti lo dicono, che sia uno spreco ed un atteggiamento asimmetrico che deforma profondamente mercato e società pochi lo reclamano
    EPPURE tutti sanno che questi ritardi si traducono in quotazioni eccessive di beni e servizi (guardare i costi di manutenzione immobiliare o realizzazione di opere pubbliche o semplicemente di siringhe medicinali o attrezzature scolastiche e confrontarli con quelli francesi o tedeschi); poi pazientemente confrontiamo i ritardi e scopriamo che chi si ricorda di Natale e Pasqua o dei buoni benzina incassa assai prima le proprie fatturine indipendentemente dalla qualità e puntualità che se è azzardato chiamare corruzione almeno compiacenza è riduttivo ma orientativo.
    CORNUTI E MAZZIATI

  12. Bruno

    E copiare il “whistleblower” dall’ordinamento degli U.S.A.?
    Chi rileva e può dimostrare una violazione di legge che danneggia l’erario riceve protezione e una percentuale del recupero-risparmio dell’amministrazione.
    Molti (specie commercialisti) diventerebbero multimilionari e il costo della corruzione-evasione crescerebbe a dismisura.

    http://en.wikipedia.org/wiki/Whistleblower

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