15
Mar
2012

Corrado Clini e gli OGM: lo scandalo del buon senso

Ci sono argomenti che per i politici fanno l’effetto di una manciata di puntine da disegno gettate sulla sedia. Gli Organismi Geneticamente Modificati sono tra questi, a giudicare dalla levata di scudi seguita all’intervista rilasciata dal ministro dell’ambiente Corrado Clini al Corriere della Sera. Digitando “clini ogm” su Google News ci si può fare un’idea piuttosto precisa della cosa, dato che appaiono decine e decine di dichiarazioni furibonde e allarmate (i più infuriati di tutti sembrano essere quelli del PD e della Lega Nord). Ma cosa avrà mai detto di così scandaloso il ministro dell’ambiente?

Nulla di nuovo, in realtà, per chi conosce da tempo le posizioni del ministro, esplicitate in più occasioni quando ancora le sue dichiarazioni non avevano il potere di scatenare simili tsunami, e per chi gli riconosce la coerenza di non assumere posizioni “di comodo”, quelle posizioni tipiche di chi, una volta assunte cariche pubbliche, preferisce non esprimersi su temi considerati “caldi” dal punto di vista ideologico e potenzialmente divisivi. Corrado Clini ha semplicemente denunciato il clima che non permette “di aprire una seria riflessione che deve coinvolgere la ricerca e la produzione agricola sul ruolo dell’ingegneria genetica e di alcune possibili applicazioni degli OGM“, ed ha parlato di alcuni benefici che le biotecnologie possono portare in settori “no food” della produzione agricola, non in concorrenza con le varietà alimentari, non prima di aver saggiamente rammentato che il miglioramento genetico è alla base di tutte le specie vegetali che fanno oggi parte della nostra dieta, anche di quelle tipiche e tradizionali.

Apriti cielo! “Clini si schiera con le lobby e con le multinazionali!” tuona il verde Bonelli, redivivo, mentre il leghista Vallardi e gli ecodem del PD Ferrante e Della Seta, quasi un copiaincolla, invitano il ministro ad occuparsi di ambiente e non di OGM (invito che non hanno mai rivolto ad altri ministri dell’ambiente, chissà perché). E poi, chi dovrebbe occuparsi di OGM? Forse la senatrice Mongiello, membro della commissione agricoltura, che dà sfoggio della sua preparazione in materia sostenendo che i prodotti non OGM sono frutto di innesti (non è uno scherzo, ha detto proprio “innesti”!) E via discorrendo, con i soliti luoghi comuni sulla contaminazione, sull’agricoltura di qualità che verrebbe spazzata via, sulle multinazionali che vogliono imporre questo e quello, e viene da pensare che le dichiarazioni di Clini abbiano avuto un effetto liberatorio dirompente per tutti quei politici ai quali la parentesi del governo tecnico ha imposto un’astinenza forzata dai lanci d’agenzia.

In realtà non ci sarebbe nessuna necessità di discutere sull’opportunità  di consentire o meno la coltivazione di varietà geneticamente modificate:  come per tutte le tecnologie, una volta stabilito (come è stato definitivamente stabilito, e fino a prova contraria non è necessario tornare sull’argomento) che non fanno male alla salute, è il mercato a valutarne i pro e i contro. Se portano sufficienti benefici verranno accettate, se non li porteranno, o ne porteranno troppo pochi in relazione al costo della loro applicazione, saranno gli stessi produttori a ripudiarli. Il fatto che ovunque nel mondo le superfici coltivate ad OGM sono in aumento dovrebbe suggerire che i vantaggi superano gli svantaggi (quali?) e che il gap competitivo tra gli agricoltori italiani e quelli del resto del mondo cresce ogni anno di più. Si pensi soltanto a cosa significherà in termini di costi, per i maiscoltori nostrani, continuare ad irrigare (tra le 8 e le 10 volte a stagione) quando saranno diffuse nel mondo le varietà di mais, recentemente approvate dall’USDA, resistenti agli stress idrici.

Non è la prima volta che un ministro competente sul fascicolo delle biotecnologie si esprime con chiarezza a favore degli OGM. Prima di Corrado Clini un altro “tecnico”, uno di quelli che la politica ama lucidare e mettere in mostra come un pezzo di argenteria pregiata, salvo poi riporlo in soffitta alla prima dichiarazione pubblica, aveva parlato a favore degli OGM con parole ancora più nette. Era Umberto Veronesi, titolare della sanità, proprio all’epoca in cui il suo collega di governo Pecoraro Scanio varava il vergognoso bando alla ricerca biotech in campo aperto, caso unico nel mondo occidentale. In quei giorni 1500 scienziati guidati da Rita Levi Montalcini e Renato Dulbecco scesero in piazza per la libertà della ricerca scientifica (qui da noi, non in Corea del Nord) e Veronesi si schierò al loro fianco. Invano, dato che quel divieto, un’onta per la credibilità del nostro paese, è ancora in vigore.

In questa occasione le cose non sembrano destinate ad andare diversamente. Il ministro delle politiche agricole Mario Catania ha già fatto sapere di pensarla in maniera diversa dal ministro dell’ambiente, e difficilmente il governo sarà intenzionato ad aprire capitoli così “elettrici”, in un periodo del genere. Corrado Clini, ritornando sugli argomenti della sua intervista, ha ribadito che pur restando fermo il divieto per la coltivazione delle varietà transgeniche, “sarebbe insensato continuare a tenere il freno alla ricerca“. Ci auguriamo che almeno su quel fronte si possa fare qualche decisivo passo in avanti.

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16 Responses

  1. barbara

    ma scandalo del buon senso cosa?
    Tanto i cittadini servono solo per far profitto quindi chi se ne frega della salute.
    Ma avete mai visto i risultati dei tests su animali alimentati da OGM? No?! Che li hanno già occultati?
    Tanto se uno si ammala poi è pure colpevole di far lievitare i costi del sistema sanitario.

  2. Bisognerebbe ricordare alcune cose ai NoOGM
    1) che negli anni 70 in Italia si “creavano” varietà di grano con mutazioni genetiche causate da radiazioni e quelle qualità si sono coltivate e mi pare si coltivino ancora.
    2) che si importa una grande quantità di prodotto agricolo. Coltivato come?
    3) anche gli ibridi “naturali” non sono necessariamente “buoni”. Occorre definire delle procedure di test sulle nuove varietà, indipendentemente da come sono state prodotte.

  3. Mirko

    Non ho capito, ma un paese come l’Italia sarà sempre nella morsa manichea del “si-tutto” o “no-tutto”? Abbiamo un’agricoltura meravigliosa, prodotti che tutto il mondo ci invidia – se decidiamo di non usare OGM, se Giorgio Armani decide di non usare sintetico, che problema c’è? Pensiamo ai nostri target, posizionamoci, facciamo quello che serve perché i nostri prodotti siano unici – se chi non è così fortunato usa gli OGM o i tessuti sintetici peggio per loro…

  4. matteo

    il 60% della soia coltivata nel mondo è ogm, l’italia è fortemente deficitaria di soia (quindi almeno la metà della soia degli allevamenti è ogm). La soia è alla base dell’alimentazione di tutte quelle belle vacche che producono grana padano dai mille marchi controllati.
    questa storia va avanti da sempre e udite udite non siamo ancora morti!!

  5. Giglio

    Capisco che il primato è quello economico, ma almeno per quanto riguarda le specie viventi, vogliamo lasciare fare il proprio compito a madre natura stessa? Noi umani, anche se uomini di scienza,quando vogliamo sostituirci facciamo sempre dei disastri. Volgiamo per favore lo sguardo altrove per fare profitto.

  6. Giglio

    @Roberto
    La soluzione è controllare come e dove si produce quello che si mangia. Ovviamente se uno si fida solo dei supermercati…

  7. E’ singolare che nessuno dica che proprio il mais è il primo “transgenico” prodotto dalla specie umana. Naturalmente, pochi se ne accorgono perché non conoscono molto della cultura degli Olmechi e dei Maya.

    Ma va aggiunta un’altra osservazione più seria: che se l’Italia non abbandona certe assurde prese di posizione ideologiche, dando finalmente priorità all’oggettiva ricerca, il giorno in cui le deleterie e contradditorie suvvenzioni all’agricolura saranno estinte – e prima o dopo dovrà pur succedere -, della nostra agricolura artificialmente sostenuta sulla base di dottrine anacronistiche, rimarrà ben poco. Allora, purtroppo, non ci resterà che guardare, con rammarico ed invidia, ai progressi perseguiti e raggiunti dal resto del mondo che invece non teme l’esperienza, ma ambisce a migliorare e ad evoluire, mentre noi conotinuiamo a limitiarci a coltevare le nostre sterili poetiche retoriche congetture… Ma quando l’acqua, che oggi tocca le nostre natiche ed alla fine raggiungerà le nostre narici, ci convinceremo anche noi di tutti questi banali errori.

  8. E’ singolare che nessuno dica che proprio il mais è il primo “transgenico” prodotto dalla specie umana. Naturalmente, pochi se ne accorgono perché non conoscono molto della cultura degli Olmechi e dei Maya.

    Ma va aggiunta un’altra osservazione più seria: che se l’Italia non abbandona certe assurde prese di posizione ideologiche, dando finalmente priorità all’oggettiva ricerca, il giorno in cui le deleterie e contradditorie sovvenzioni all’agricolura saranno estinte – e prima o dopo dovrà pur succedere -, della nostra agricolura artificialmente sostenuta sulla base di dottrine anacronistiche, rimarrà ben poco. Allora, purtroppo, non ci resterà che guardare, con rammarico ed invidia, ai progressi perseguiti e raggiunti dal resto del mondo che invece non teme l’esperienza, ma ambisce a migliorare e ad evoluire, mentre noi continuiamo a limitiarci a coltivare le nostre sterili poetiche retoriche congetture… Ma quando l’acqua, che oggi tocca le nostre natiche ed alla fine raggiungerà le nostre narici, ci convinceremo anche noi di tutti questi banali errori.

  9. Marco O.

    Vorrei consigliare a tutti i no-OGM un libro molto istruttivo, “Pane e bugie” di Dario Bressanini, ed. Chiarelettere. Sarà molto illuminante per voi.

    Per la cronaca, Bressanini scrive per Le Scienze (ed. L’Espresso) e l’editore del libro è lo stesso di Travaglio & C., giusto per far capire che non si tratta certo di un “becero” liberista di destra come noialtri…

  10. Un altro autore da raccomandare è Claude Allègre di cui esistone diverse pubblicazioni anche in traduzione italiana. Smaschera tutta una serie di paradigmi inventati dai vai seguaci della nuova religione: i superstiti del socialismo, gli orfani del comunismo che dopo aver perso le loro battaglie con la storia che ha puntualmente smentito le loro profezie, ora, si rifugiano nella militanza dell’ecologia politica insieme i loro soliti compagni di manifestazioni chiassose e burlesche e sempre puntuali, si m ostrano intolleranti, aggressivi e violenti, in cerca di pretesti pur di poter salire sulle barricate a sventolare bandiere rosse, verdi od iridate…

  11. Giorgio Fidenato

    @Giglio
    Perché non cominci a vivere come madre natura comanda e a non usufruire delle comodità che ha creato l’uomo?

  12. Già, magari in una bella caverna, rompendo le ossa di un mio simile per succhiarne il midollo o, magari, divorandone il cuore od il cervello per appropriarmi del suo vigore e del suo spirito… giusto per tornare alla mitica età dell’oro ed emulare il famoso “buon selvaggio” di quel personaggio molto etico che è stato il “bravo” Rousseau.

  13. diana

    mi raccomando: tornare a vivere secondo natura mangiando un buon pomodoro ciliegino Pachino IGP (da brevetto israeliano) accompagnato da prosciutto e formaggio italiani (da maiali e vacche allevati con soia GM), e -a voler essere rigorosi- evitando qualsiasi altro vegetale/animale migliorato nell’ultimo secolo (compreso il famoso grano Cappelli ora tanto di moda)…

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