22
Nov
2009

Clima. E se i buoni fossero i cattivi?

Nel dibattito sul clima una cosa è certo: i buoni sono loro, i cattivi noi. I buoni sono scienziati disinteressati pronti al sacrificio umano e personale per salvare il mondo, i cattivi sono le industrie e i loro tirapiedi o utili idioti, che negano l’evidenza. I buoni sono onesti ricercatori, i cattivi parte di un complotto. Le informazi0ni trapelate con la diffusione di una banca dati immensa, zeppa di scambi privati di email tra superstar del clima politicamente corretto, cambia tutto. Qui la ricostruzione di Andy Revkin. Qui Julie Walsh per la Cooler Heads Coalition. Qui Claudio Gravina e Guido Guidi, e qui Guidi, su Climate Monitor. Qui Piero Vietti sul Foglio.

Intendiamoci: la diffusione di scambi privati di email è un fattaccio di cui non possiamo essere contenti. Di questo bisogna tener conto. Così come bisogna tener conto del fatto che il linguaggio colloquiale è diverso da quello formale, ha le sue regole, per cui espressioni che in altri contesti suonerebbero come una “pistola fumante”, qui sono più o meno innocenti. Quindi, non cerchiamo e non troviamo smoking guns. Resta però il fatto che diversi scienziati, alcuni tra i più reputati autori dei rapporti Ipcc (*), discutono tranquillamente di quali “trucchi” utilizzare e di come “nascondere i dati”.

Io non mi scandalizzo. Il mondo è fatto così. Certo, però, tutti quelli che hanno fino a oggi tagliato la realtà in due col coltello, dovrebbero fare un esame di coscienza. Scienziati, giornalisti, politici e semplici cittadini che hanno sempre pensato che la buonafede stesse di là e la malafede fosse di qui, oggi hanno la prova provata che così non è. E soprattutto hanno la prova provata che i documenti che, per convenzione, prendiamo per buoni, sono in realtà opera di esseri umani, con tutte le loro debolezze e tutte le loro tentazioni. Il mondo reale è complesso, e la storia che oggi emerge ricorda la storia, sicuramente più estremizzata, tessuta dal compianto Michael Crichton nel suo splendido Stato di paura.

Tutto questo, va da sé, non mette in dubbio le conoscenze sul clima, né l’esistenza del “consensus”. Mette in dubbio, però, l’onestà intellettuale di molti generali dell’esercito allarmista. E quindi, sulla validità dei documenti da essi redatti, come i famosi “Summary for Policymakers” dell’Ipcc, che oltre a essere le uniche parti realmente lette da opinion- e policy-makers, non sono opera dei 2500 scienziati che vengono spesso sbandierati, ma di una cinquantina di essi. Quando si vedono le teste d’uovo lamentarsi del fatto che il clima non segue i loro modelli, e dunque interrogarsi su come far scomparire la realtà tra le pieghe dei loro risultati allo scopo, si presume, di non ridurre la pressione sull’opinione pubblica, viene da chiedersi su cosa poggino le costose politiche che l’Unione europea ha adottato, e che altri nel mondo vorrebbero adottare.

Non si tratta di negare il global warming o la sua componente antropogenica. Si tratta di chiedere, agli esperti, onestà e chiarezza, inclusa la necessaria trasparenza rispetto ai punti ancora incerti del dibattito. E poiché l’incertezza non può essere ignorata, essa pure va considerata nelle politiche. Se le certezze ostentate dagli uomini politici, e la sicumera di certi scienziati che fanno politica, cederanno il passo a un atteggiamento più umile e razionale, anche questa (di per sé brutta) vicenda sarà servita a qualcosa. Dal male, a volte, può sorgere il bene.

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29 Responses

  1. Beh,intanto dovrebbe leggerle quelle mail,si renderebbe facilmente conto che il “trick” di cui sta parlando,non è un “trucco”,ma è inteso come “escamotage”;mezzo.

    I molti che si stanno cimentando a tradurre con google translation dovrebbero tenere conto di molte cose 🙂

    Lei scrive:

    “Quando si vedono le teste d’uovo lamentarsi del fatto che il clima non segue i loro modelli, e dunque interrogarsi su come far scomparire la realtà tra le pieghe dei loro risultati allo scopo, si presume, di non ridurre la pressione sull’opinione pubblica, viene da chiedersi su cosa poggino le costose politiche che l’Unione europea ha adottato”

    Beh,non si vede da nessuna parte,che il clima non segua i loro modelli-.

    e probabilmente è questa la cosa che da più fastidio,altrimenti l’ipcc avrebbe fatto il botto,non crede?

    Si immagina quanti (tra cui io) sarebbero contenti di poter pensare allo “scampato pericolo?

    Mah-.

    E poi,seriamente,

  2. @emanuele agus
    La mail sul trick è probabilmente quella più vistosa, non quella più grave.
    Il compendio delle mail più interessanti sta qui.
    Bishop Hill’s compendium of CRU email issues
    Lista lunga ma molto interessante, di cui seleziono una chicca:
    * Phil Jones encourages colleagues to delete information subject to
    FoI request.(1212063122)
    Qui stiamo nel penale. Questi hanno lo stesso livello morale dei dirigenti della Enron. Solo che sono in posizione di fare molti più danni.

  3. pietro

    Io sono abbastanza scettico sul global warming, ma se il consenso sul fatto che questo sia un fenomeno reale aumenta in proporzione alle competenze scientifiche di chi ne parla e gli argomenti di chi lo nega siano quasi sempre esclusivamente economici o politici qualche dubbio mi viene.
    Per fare un paragone, se 9 medici su 10 pensano che io sia malato mentre 9 politici su 10 ritengono che io sia sano come un pesce mi sembra abbastanza ovvio a chi mi conviene credere……

  4. pietro

    quello che intendevo dire è: la reale esistenza del global warming non dipende dalla credibilità delle persone che lo studiano come diceva Oscar Wildel la bontà di un affermazione non ha niente a che fare con la reputazione di chi la fa, e per questo vorrei far notare agli entusiasti detrattori dell’esistenza di un cambiamento climatico l’ ammirevole frase di Stagnaro “Non si tratta di negare il global warming o la sua componente antropogenica. Si tratta di chiedere, agli esperti, onestà e chiarezza, inclusa la necessaria trasparenza rispetto ai punti ancora incerti del dibattito. E poiché l’incertezza non può essere ignorata, essa pure va considerata nelle politiche. ”
    Cerchiamo di non contrapporre al fanatismo dei catastrofisti la sconsideratezza di chi pensa sia una buona idea bruciare i mobili per scaldare la casa.

  5. Fausto

    Ragazzi, mi dispiace deludervi, ma questa storia delle mail rubate è una grande stronzata, per dirla alla Fini 🙂
    Io molti di questi fantomatici potenti del clima li conosco, almeno gli europei, sono miei colleghi (molto più blasonati di me, io sono un pesce piccolissimo) e in questi giorni eravamo tutti riuniti al MetOffice in Inghilterra proprio per il simposio finale del progetto di ricerca della comunità europea, durato 5 anni, sul cambiamento climatico:
    http://www.metoffice.gov.uk/conference/ensembles/

    Nel mio piccolo vi posso assicurare che:
    – primo, i miei ‘potentissimi’ e ‘complottisti’ colleghi sono dei semplicioni che si vestono come un branco di nerd cresciutelli, sono intelligenti e simpatici (quasi tutti) ma un po’ naiv, si ubriacano con due birre e fanno spesso battute imbarazzanti. Il nostro potere in realtà è ZERO, anche perchè in genere a quasi tutti non interessa.

    – Secondo, siamo talmente accerchiati dalla politica negazionista da dover cambiato tutti i termini perchè non ci rompano troppo i coglioni, invece di riscaldamento globale (cioè quello che sta avvenendo realmente) ora parliamo di Climate Change, invece di danni e rischi parliamo di Impacts e Mitigation. Sui numeri però, da bravi nerd, non deroghiamo.

    – Terzo, per venire incontro all’ultima cazzata politica della soglia di due gradi come livello massimo di riscaldamento ci siamo dovuti inventare un nuovo scenario da proporro all’IPCC (scenario E1, la E sta appunto per Ensembles, il gruppo di ricerca europeo) che è totalmente irrealistico, poichè prevede che già dai prox anni parta un abbattimento delle emissioni di gas serra da parte di tutte le nazioni dell’orbe. In realtà tutti gli scenari REALISTICI, basati sul business as usual producono in media nei modelli 4 gradi di riscaldamento del pianeta nel 2100 (media vuol dire che in alcune zone in estate potrebbe esserci un riscaldamento di 6-8 gradi…)

    – i dati attuali non contraddicono per nulla i modelli e se sono taroccati lo sono al ribasso. Per fare un esempio in Italia e in Grecia il 2003 e 2007 sono state le due estati più calde da che esiste il termometro, con danni umani (morti, soprattutto anziani per colpi di calore) e naturali (incendi, ricordate i roghi del 2007?) molto gravi.
    In Emilia-Romagna, dove lavoro io, abbiamo appena finito di calcolare la variazione di temperatura dell’ultimo ventennio rispetto al periodo climatico 1960-90, usando e controllando 70 stazioni di misura. Risultato: un grado abbondante in più sulle temperature minime e massime giornaliere, in linea con tutti i modelli.

    se siete interessati ai ns studi (quelli veri):
    http://ensembles-eu.metoffice.com/docs/Ensembles_final_report_Nov09.pdf

  6. Davide K

    Cari lettori, qui si tratta invece di cominciare a guardare con occhio critico a quella che è stata finora spacciata come “verità assoluta”.
    Se vi guardate in modo critico, noterete una quantità di falle e di incongruenze con la realtà da far rigettare in toto la teoria del riscaldamento antropogenico.
    Che altro non è che una balla costruita da gente disonesta ed utilizzata dai “policy makers” per tassare le persone, limitarne le libertà, e mettere in piedi un business di amici con un giro d’affari sconcertante.

    PS: il clima, al contrario, si comporta in modo molto diverso dai loro modelli taroccati. Quello del mancato riscaldamento degli ultimi 10 anni, che si scontra frontalmente coi modelli, è solo un esempio.
    Abbiamo nel secondo dopoguerra il periodo di raffreddamento che ha fatto strillare le solite anime bella al “global cooling”, anch’esso in totale contrasto con tali modelli.
    Abbiamo dati (non taroccati) a lungo termine che mostrano come le variazioni della concentrazione di co2 SEGUANO le variazioni di temperatura, e non il contrario come diamo ormai per scontato.
    E’ pieno di dati climatici ed atmosferici incompatibili con la teoria del riscaldamento antropogenico.
    Quindi, ora che sappiamo anche che chi la sostiene non esista a truccare dati, a raccontare balle, ed a evitare il confronto tecnico-scientifico, è esattamente il momento di togliersi le fette di salame dagli occhi ed a guardare in modo critico a fatti e teorie.

  7. ranieri

    ciao Carlo, sono francesco ( allievo di Gastaldi, ti ho scritto qualche giorno fa), quello chee dici è giusto, si tratta però di cambiare il modo di fare politica, deve nascere dal basso!! non è facile con il nostro sistema capitalistico far capire ai politici stessi che la razionalità e l’uminltà sono fattori molto più importanti dell’egoismo e del “welfare subito”.

  8. Carlo Stagnaro

    Francesco G. – Facesse freddo sarebbe peggio!

    Emanuele Agus – direi che hanno risposto Pera e Mirco. In questo post non voglio discutere della luna, ma del dito che la indica. Dalla lettura di alcuni scambi di email private abbiamo capito che il dito non è così pulito o innocente come credevamo. Certo, è vergognoso che la corrispondenza privata arrivi sotto i riflettori. Ma dopo che ciò accade, non si possono più ignorarne i contenuti.

    Pietro – Benissimo. E se scoprissi che, dei 9 medici su 10, 3 o 4 si scambiavano email in cui si invitavano a vicenda a nascondere dati e si davano consigli reciproci su come farlo, definendo “idioti” quelli che non partecipano al gioco?

    Fausto – Non penso che gli scienziati siano potenti signori dell’oscurità, ci mancherebbe. Però è un dato di fatto che diversi tra quelli “intercettati” contribuiscono a formare il senso comune sul clima, e che da questo senso comune derivano scelte politiche. Scoprire, o trovare conferma, la loro disonestà intellettuale non può lasciare le cose immutate. Del resto, lei stesso dice che talvolta, tirati per la giacchetta da politici allarmisti (la richiesta di scenari a 2 gradi non viene certo dalla bieca reazione in agguato…) piuttosto che impuntarsi sulla linea del Piave della scienza, danno al popolo quello che il popolo vuolo (per sapere cosa il popolo vuole e si merita (*)

    David K – Non so chi e quanto abbia ragione. So che questa vicenda aumenta istantaneamente la credibilità degli scettici.

    Francesco R – Occhio però che ti stai muovendo su un filo di lana… Sono d’accordo che tante cose vanno cambiate, ma guai a voler raddrizzare il legno storto di cui l’umanità è fatta!

    (*) “Democracy is the theory that the common people know what they want, and deserve to get it good and hard”, HL Mencken.

  9. pietro

    SInceramente penso che comunque anche il più disonesto scienziato avrà sempre competenze e conoscenze superiori al più sincero e onesto politico.
    Finchè la sproporzione tra persone competenti che sostengono l’esistenza del problema climatico e politicanti incompetenti che lo combattono sarà l’attuale sarei molto prudente a dar credito all’estremismo di posizioni come quella di Davide K.
    Anche perchè da buon camminatore in montagna negli ultimi 30 anni ho visto con i miei occhi l’impressionante arretratmento di TUTTI i ghiacciai alpini, a da Tutte le foto che ho visto del secolo scorso, ho l’impresione che negare l’origine antropica del riscaldamento possa essere una posizione sensata, negare che ci sia questo riscaldamento molto meno.

  10. Fausto

    >> Del resto, lei stesso dice che talvolta, tirati per la giacchetta da politici allarmisti (la richiesta di scenari a 2 gradi non viene certo dalla bieca reazione in agguato…) piuttosto che impuntarsi sulla linea del Piave della scienza, danno al popolo quello che il popolo vuole.

    Uhmmm, mi sembra che lei abbia in parte travisato le mie parole, o forse sono stato poco chiaro. Sinceramente a me e a miei colleghi importa assai poco di ‘quel che il popolo vuole’, non siamo sociologi o politici ma scienziati e ‘la linea del Piave della scienza’ è il ns riferimento giornaliero.

    In genere i ns stipendi vengono da organizzazioni statali, chiaro pertanto che i politici ci tirano per la giacchetta. Ma non sono gli ‘allarmisti’ quelli a tirare (io sinceramente un politico veramente ‘allarmista’ non l’ho mai incontrato) nè la ‘bieca reazione’ (quella c’è, ma proprio non ci chiama, non ci legge, a volte non sa che esistiamo e preferirebbe togliercelo, lo stipendio) in genere sono i fantomatici ‘riformisti’ di sinistra e di destra che vorrebbero poter controllare anche il meteo… per farli contenti noi smussiamo i termini, non i numeri.

    Vuol sapere chi veramente, a volte anche solo per ignoranza fa un ‘casino porco’? I giornalisti. Un esempio lampante sono i seri giornalisti del times.
    Un mio collega dell’università di Firenze che era con me a Exeter presenta uno studio di possibile impatto del cambiamento climatico sulle rese del frumento. Va sottolineato che come tutti gli studi del genere questo presenta un notevole livello di incertezza (a quella dovuta ai forecast secolari va aggiunta l’incertezza dovuta ai modelli usati per la simulazione di crescita colturale).
    Il risultato è che si rischierebbe una diminuzione delle rese. Io ad esempio non sono molto d’accordo con questa conclusione, partirei con l’affermare semplicemente che vi sarà un anticipo della raccolta (fenomeno che si è già manifestato nelle ultime estati) e vi sarà necessità d’irrigare, cosa mai successa per il frumento in emilia-romagna e che si è invece resa necessaria nel 2007 in alcune zone del ferrarese.
    Probabilmente se avessero fatto qualche domanda allo stesso autore dello studio lui li avrebbe frenati nel divulgarla come notizia, questo è semplicemnte uno studio preliminare d’impatto che usa modelli molto semplificati, non ha la validità scientifica delle centinaia di studi sul climate change stesso. Il times invece per fare notizia pubblica che il global warming sta per distruggere la produzione italaina di pasta:
    http://www.timesonline.co.uk/tol/news/science/earth-environment/article6917217.ece
    Il giorno dopo al convegno stesso il ns responsabile del progetto mostra l’articolo come esempio di come dobbiamo stare attenti a divulgare i ns studi.

    Poi siamo pur sempre uomini, ogni tanto cazzeggiamo o diamo degli ‘idioti’ a chi senza neanche leggere gli studi non crede al climate change o all’evoluzionismo darwiniano e poi magari crede alle scie chimiche.

    Sulle falsificazioni: in mezzo a migliaia di lavori qualche ‘Tricks’ ci può essere, di solito avviene quando i dati difettano o presentano buchi di informazione, allora lo studioso che vuol pubblicare a tutti i costi li ‘ricava’, generalmente interpolandoli o producendoli da variabili derivate (inserendo quindi una fonte di incertezza, che magari lo studioso non cita), si chiama difetto di ambizione, casi più gravi sono quando alcuni dati vengono proprio eliminati o alterati perchè in controtendenza, queste sono vere e proprie falsificazioni ‘ideologiche’, in realtà per fortuna rare e in genere vengono ben presto sgamate.

  11. Fausto

    Un’ultimo appunto: a differenza dei semplici articoli di giornale i ns lavori devono passare una attenta revisione da parte di almeno 3/4 revisori, scelti dal direttore della rivista in base alla loro competenza in materia (almeno sui paper seri). E’ per questo motivo che nel 99% dei casi dati alterati non riescono a passare il filtro, ai revisori i conti non tornano.

  12. Massimiliano

    Dai per favore, non facciamo finta di non capire o cambiamo argomento apposta, il problema non è se il riscaldamento c’è stato o c’è, perchè è un dato di fatto. Nessuno se non qualche pazzo isolato nega il riscaldamento, quello che si nega è che il responsabile è l’uomo. Come mai non si dice che nei grafici che legano temperatura e CO2 è sempre questa che segue l’aumento della temperatura con un ritardo anche di 800 anni e non viceversa? Spiegatemelo. Spiegatemi, con la teoria della CO2 come solo fattore di influenza del clima, perchè nel medioevo le temperature erano più alte (Optimum Climatico Medievale) e poi sono scese nella piccola era glaciale. In realtà la CO2 è solo 1 dei fattori e quello che queste persone hanno cercato di fare è stato renderlo l’unico è questo che è grave scientificamente. In una delle mail, passate in secondo piano, perchè più tecnica viene mostrata la serie della TSI usata nei loro modelli, e cosa si vede? Dall’inizio (1800) ad oggi 1365,qualcosa W/m2 ogni anno con ogni tanto un 1364 o un 1366 tanto per avere una statistica come mai questo? Ci sono prove che durante la piccola era glaciale questa era circa 1360 W/m2 se non meno (anche 1358 W/m2) mentre durante il massimo del ciclo 21 abbiamo registrato TSI media pari a 1373 W/m2… E’ ovvio che se nei loro modelli mettono questi dati ad esempio l’influenza del sole non può venire fuori. E questo è solo un esempio… Qui ripeto non si parla degli effetti, ma delle cause del riscaldamento. E’ giusto ridurre l’emissione di CO2 come qualunque altro impatto ambientale, ma le cose vanno dette come stanno e loro non l’hanno fatto punto. Infine, la scienza è: raccolgo i dati e costruisco un modello, non costruisco un modello e i dati… boh li cambiamo a piacere o no? Perchè vabbè se è la seconda allora hanno tutti ragione e non si va a casa più.

  13. “dati attuali non contraddicono per nulla i modelli e se sono taroccati lo sono al ribasso. Per fare un esempio in Italia e in Grecia il 2003 e 2007 sono state le due estati più calde da che esiste il termometro,”

    piantatela di usare tricks 😛 , l’estate del 2003 è stata caldissima MA quella del 2002 è durata 15 giorni a giugno e basta, poi pieno autunno per tutto luglio e agosto con tanto iper produzione di tartufi quando è arrivato l’autunno vero.

  14. Fausto

    x astrolabio:

    ti posso fare i calcoli per il 2002 in Emilia-Romagna, su questi metto la mano sul fuoco (se vuoi anche altro di primario utilizzo 🙂 ), visto che è parte del mio lavoro e ho i dati di tutte le stazioni meteo:
    Estate (season JJA, June-July-August) 2002 contro media 1961-90 (questo è il periodo di riferimento standard per il clima)
    Tmax giornaliere: +1.22° (così distribuite: generalmente meno di un grado in montagna, quasi 2 in pianura)
    Tmin giornaliere: + 0.98° (distribuite in modo molto difforme, con picchi di 3 gradi in più in alcune zone e meno mezzo grado in altre)

  15. Fausto

    Il tuo ricordo però è assolutamente corretto, sono andato a vedere la temporalità: 15 giorni 3 gradi sopra la media a metà giugno, poi due mesi nella media climatica o leggermente sopra.
    Però ha piovuto molto sopra la media, in media 90mm in più, è stata una estate molto umida.
    Questo fatto, insieme ai due mesi con temperature nella media (a cui ci stiamo disabituando) ti ha dato l’apparenza di due mesi quasi autunnali.

  16. Davide K

    @pietro
    Caro Pietro:
    1) questa “sproporzione” tendenzialmente non esiste. Ci sono centinaia e centinaia di scienziati veri, tra cui Zichichi e molti altri, che sono assolutamente scettici circa le teorie Ipcc. La “sproporzione” che si vede è data dallo spin mediatico, lo stesso che porta i tg ad urlare alla catastrofe se si stacca un iceberg dal polo nord, e a non dire nulla se i ghiacci antartici raggiungono i massimi da quando vengono misurati. Se non sei d’accordo coi dogmi, sei fuori. Niente ricerche, niente finanziamenti.
    Ed anche i criteri di peer review per le pubblicazioni, come sembra risultare da queste e-mail, sono un tantino differenti (più o meno severi) tra articoli pro ed articoli contro. E’ evidente che tutta questa “selezione” fatta a priori crea delle notevoli asimmetrie.
    2) nessuno, a cominciare dagli scettici, nega il trend di riscaldamento degli ultimi 150 anni. Parlare dei ghiacciai alpini non dimostra un accidenti, per quanto riguarda l’origine antropica del riscaldamento.
    Che negli ultimi 150 anni in linea di massima c’è stato, cominciando ben prima di emissioni antropiche degne di nota. Ma non in modo compatibile con le teorie Ipcc, se non “aggiustando” i dati all’occorrenza.
    Gli ultimi 10 anni pongono una domanda: com’è possibile che, se la relazione causa-effetto tra co2 e temperatura è così stretta, in un decennio di emissioni mai viste di co2 la temperatura non aumenti più? Evidentemente c’è una falla in tali teorie. Non piccola.
    3) ESTREMISTA è chi pretende di cambiare la vita e l’economia degli abitanti di mezzo mondo sulla base di teorie del tutto indimostrate. ESTREMISTA è chi non si fa scrupoli ad “aggiustare” i dati alla bisogna. ESTREMISTA è chi usa ogni mezzo a propria disposizione per evitare il confronto scientifico nel merito, preferendo mettere direttamente a tacere chi la pensa diversamente.
    Non c’è nulla di estremista, se permette, nel pretendere un confronto scientifico serio e corretto per la materia; nè, tantomeno, nel pretendere un ragionevole livello di certezza prima di mettere mano alla vita ed all’economia del mondo intero.
    ESTREMISTA è farlo sulla base di dogmi pseudo-religiosi, indimostrati e fallaci. Assomiglia tanto, troppo, ad un nuovo oscurantismo.

  17. stefano

    @Fausto: ma sei sicuro che siamo circondati di scettici? A me pare che tutto riconduca ad una schiacciante maggioranza di media (e non solo) che supportano la tesi della CO2 originata dall’attività umana. Secondo me spinti a fare ciò dai produttori di energia “alternativa”.
    Poi come fai a dire che ci stiamo disabituando alle temperature medie? Se la differenza rispetto a prima fosse di 10°C poteri anche crederlo, ma così non è. Mi ricordo anch’io il 2002: se la temperatura fosse stata nella media ci saremmo sentiti come dei tortellini in brodo per l’afa.
    Tanto per chiarire: ritengo tu sia in perfetta buona fede.

  18. passante

    le mail risalgono al ’99

    esistono numerosi fattori di correzione nei calcoli usati (non solo) dai climatologi, ai quali si può tranquillamente fr riferimento come “trucchi” anche se non sono trucchi, ma appunto espedienti utili a ottenere una minore approssimazione

    tenete presente che non si parla di misurare quattro pietre, ma di costruire modelli analitici e predittivi per l’intera atmosfera

    trovo l’azione ridicola, ma più ridicolo ancora è come è stata riportata, se in quelle mail ci fossero -veramente- messaggi censurabili i terribili hacker non si sarebbero limitati a pubblicare una banalità

  19. Ci mancavano solo gli hackers…
    fatto sta, scettici o no, qualcosina sarebbe anche ora di farla.
    Ad oggi io vedo solo tanta comunicazione istituzionale da un lato, e tanta ignoranza dall’altro.
    Con il risultato che i grandi dicono che va tutto bene e i piccoli credono che possiamo campare di sole rinnovabili.
    Ma nel frattempo, di rinnovabili se ne fanno poche, molto poche…

  20. Più vengono lette queste email, e più vengono confrontate con quello che hanno detto in pubblico, e più viene fuori che sono gente che non si fa problemi a mettere i bastoni tra le ruote agli avversari e a “correggere la realtà”.

    Phil Jones, Dec 3, 2008:

    About 2 months ago I deleted loads of emails, so have very little – if anything at all.

    Phil Jones, Nov 24, 2009 Guardian

    We’ve not deleted any emails or data here at CRU.

  21. M. Balestra

    Mi sembra poi che molti degli interventi partano dalle presunte mistificazioni dei dati di alcuni scienziati per arrivare ad affermare che non vi sia prova del fatto che le attività umane siano la causa del global warming.
    Mi sembra anche che la maggior parte degli interventi siano di persone, compresa la sottoscritta, che non hanno gli strumenti per discutere nel merito le teorie scientifiche e quindi che non possano di per sè valutare appieno la fondatezza dell’una o dell’altra tesi a favore o contro l’esistenza del global warming e la responsabilità dell’uomo. Ringrazio pertanto Fausto e Pietro per la loro pazienza scientifica nell’aver tentato di introdurre dati numerici…

    per non far morire la discussione chiedo a tutti: ma è così importante l’idea che bisogna fare qualcosa per il global warming?
    Perchè non si può pensare e/o dire che scelte di politica energetica alternativa siano auspicabili anche per molti altri meno sondati etici ed economici motivi?
    Ammettiamo pure che non ci sia il global warming, dovremmo rinunciare a qualsiasi politica energetica e fare il bagno nel petrolio e del gas?
    Dobbiamo continuare a spendere miliardi di euro ed importare tali beni da russi, arabi e multinazionali? O ci mettiamo a fare delle belle centrali nucleari da lasciare com obiettivo per terroristi?
    E perchè non realizzare un mondo che va a rinnovabili?
    Chi immaginava che ci sarebbe stato internet, qualche non lontano decennio fa?
    Così come possiamo comunicare con internet ritengo che si potrebbe scambiare energia ed infine ognuno di noi controllare alcuni dei fattori da cui dipende la propria conoscenza e la propria vita. Perchè non rinunciare a prendere l’auto e fare in modo che tutti o quasi lavorino da casa, o magari avere l’auto elettrica da ricaricare alla presa come un aspirapolvere?
    A me del global warming potrebbe anche non interessare ( e penso anche a molti altri vista l’indifferenza che suscitano tali allarmi) ma vorrei poter aprire le finestre di casa mia a tutte le ore e non solo quando diminuisce il traffico. Vorrei non temere che i miei figli abbiano l’asma da smog. Vorrei poter andare in giro in bicicletta senza essere assordata o appestata dai fumi delle auto. Vorrei poter magari avere più soldi in tasca senza dover pagare le bollette del gas o dell’energia elettrica.
    Sinceramente io penso che questi non siano sogni che uno trova realizzati a Disneyland ma che io (e anche voi) questi altri cambiamenti li vedrò (con buona pace del global warming).

  22. peter64

    @M. Balestra, condivido quanto dici, il problema sta nel fatto che i miglioramenti che tu auspichi non devono essere imposti dall’alto tipo “l’auto che hai comprato 5 anni fa la devi cambiare perchè no puoi + circolare”. Questo mi sembra fare un favore all’industria dell’auto e basta. Tu citi internet. La rete ha avuto questa esplosione non perché il governante di turno ne ha imposto l’uso, tutt’altro, ma per il miglioramento effettivo della qualità e della semplicità della vita che ha portato. In altre parole le rinnovabili vanno benissimo ma a mio parere non vanno imposte dall’alto magari con la complicità di dati taroccati.

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