15
Ott
2009

Auto di Stato, la BCE silenziata

Nel Bollettino mensile reso noto stamane la BCE boccia senza appello gli aiuti di Stato all’auto. Non c’è un solo giornale italiano che lo riporti nel suo sito. Repubblica ha tenuto la notizia per un paio d’ore, poi l’ha retrocessa.  Inutile chiedersi: come mai? Utile invece interrogare chi ci legge, e che magari è giustamente pronto a strapparsi la camicia in nome della presunta libertà di stampa in materia di politica italiana. Ma invece all’auto-condizionamento rigoroso e assoluto in materia economico-finanziaria – laddove “auto” va letto in chiave polisemica, come fenomeno spontaneo e come mezzo di trasporto – com’è che nessuno fa mai caso? Bisogna dire le cose come stanno: quando si tratta di Fiat e di tutti i direttori che le devono carriera e onori nei media, l’ipocrisia non può che regnar sovrana. Berlusconi se lo sogna, di avere i direttori ai piedi che ha avuto sempre Torino, per il semplice fatto che lui al Corriere e alla Stampa non ha mai – giustissimamente – fatto promuovere o nominato neanche un portiere. Eppure, ripeto, la BCE ha parlato chiaro. Le misure per l’auto non sono solo distorsive in termini di concorrenza: quel che è ancora peggio, deprimono la crescita.

Gli incentivi per l’acquisto di auto in Europa – taglio e incollo dal bollettino – avranno un impatto positivo contenuto sull’attività nell’area dell’euro nel corso del 2009 ed è possibile che diventi negativo nel 2010… in generale dati gli effetti distorsivi generati, tali misure andrebbero attuate con cautela in quanto potrebbero ostacolare l’efficiente funzionamento di una libera economia di mercato e ritardare i necessari cambiamenti strutturali, compromettendo così le prospettive di reddito e occupazione complessive nel più lungo termine.

Certo, la BCE riconosce che gli incentivi auto hanno avuto un impatto al rialzo sui consumi privati con un effetto pronunciato in paesi come Italia, Germania, Francia e Austria. La stima di costo per le finanze pubbliche di questi programmi di rottamazione delle autovetture dovrebbe ammontare a meno dello 0,1 per cento del Pil nel complesso dell’area nel periodo 2009-2010.

Le misure – continua il Bollettino BCE – sembrano aver avuto successo in quanto hanno sostenuto la domanda di breve periodo di autovetture nuove. Ma i programmi di rottamazione delle autovetture hanno anche effetti avversi immediati e futuri sull’attività. Innanzitutto è stata frenata la domanda di altri acquisti importanti (come nuovi articoli di arredamento, ma anche riparazioni di automobili) a causa sia dell’impatto diretto dell’acquisto di autovetture sui bilanci delle famiglie, sia dell’impatto distorsivo sui prezzi relativi. Poiché gli acquisti di nuove autovetture hanno scalzato altri acquisti importanti, l’impatto delle misure sui consumi privati e sull’attività economica complessiva è inferiore a quello diretto sulle vendite di autovetture.

I politici non hanno niente da dire? Certo è ancor più difficile che lo facciano, se lettori di giornali e ascoltatori di tv e radio neanche lo sanno, che cosa scrive la BCE.

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10 Responses

  1. Organizziamo una bella manifestazione a Roma contro l’auto-censura dei giornalisti quando si tratta di parlare di FIAT & Co.- Dove sono tutti i soloni della libertà di informazione? Come sempre nel giornalismo italiano ci sono figli e figliastri….Meno male che Oscar c’è…..

  2. Alessandro

    No, libertà di stampa è anche questo. Non crediate che si combatta per mulini a vento. In Italia non c’è mai stata una grossa lds, oggi meno ancora.
    Uno dei soloni.

  3. marco

    @ Andrea: ci sto alla manifestazione posso anche portare un bel numero di persone, visto che ho 400 contatti su FB!

    Sn contento di quello che ha detto Trchet, perchè è la semplice verità dei fatti, mi ricordo quando nel 1997 -avevo 19 anni allora- dicevo praticamente da solo che gli incentivi sarebbero stati una distorsione del mercato e una droga che le fabbriche di automobili avrebbero richiesto in quantità sempre maggiori e frequenti.

    Spero che il Berlusca e più ancora Scajola tengano nel giusto conto quello che ha detto Trichet perchè una distorsione del mercato così grossa non è più accettabile (difendo anche il mio interesse personale, perchè ho un’ottima Volkswagen che a gennaio farà 10 anni e funziona così tanto bene da non meritare per niente una brutta fine solo per la sua età, e comunque l’età è un criterio che di per sè è stupido! ci sono auto di un anno o due che fanno pietà, di quelle – che sono davvero pericolose- che ne facciamo?)

  4. @ marco: anch’io sono felice possessore di una Golf Euro 2 a benzina con 9 anni sul “groppone” che funziona benissimo ed inquina meno di una Euro 4 diesel attuale….
    Per le auto – come per gli aerei – non conta l’età ma la manutenzione.- Questa sfrenata corsa alla rottamazione dei benzina per comperare diesel è pazzesca: le città sono invase dal pm10 (polveri sottili) e dal particolato che sono provocati proprio dalla combustione del gasolio nei motori endotermici a ciclo diesel ! Il filtro FAP (antiparticolato) per i diesel è ancora considerato un….optional ! Ma, si sa, il “buon senso” non è merce comune di questi tempi, nemmeno tra politici ed amministratori….e costruttori di auto.-

  5. Caro Direttore,
    sono un giovane studente di economia (all’IFW-Kiel) e sono un liberale. Vorrei porLe alcune domande diciamo esitenziali.
    La prima è: come liberali/liberisti siamo contrari ad ogni forma di spesa pubblica? Cosa della spesa pubblica discrezionale possiamo ammettere sia coerente ocn i nostri principi?
    La seconda è come dobbiamo porci di fronte alla crescente disuguaglianza dei redditi? Devo dire che mi trovo sempre in una posizione di leggero imbarazzo nei confronti dei miei amici keynesiani. Noi liberali passiamo sempre per dei satrapi senza cuore, non-curanti dei poveri e dei disagiati.
    Il caso degli aiuti di Stato mi sembra illuminante. E la ringrazio per averlo portato alla mia mente.
    John Taylor sul suo blog e su una colonna del Wall Street Journal ha dimostrato che l’immenso piano di spesa pubblica USA è stato inutile in termini di reddito disponibile per le famiglie (http://johnbtaylorsblog.blogspot.com/2009/09/is-stimulus-working.html). Ma la domanda che mi faccio è perché?
    Io temo che non basti scavare buche. Se la spesa pubblica arriva come in Italia come sussidio indiretto alla FIAT, oltre a distorcere il mercato, di certo chi soffrirà la crisi -il lavoratore cassintegrato di un’altra industria- non andrà a comperare una nuova Punto. Ma chi sta bene si. Ora la mia domanda è: se io da liberale mi oppongo agli interventi “stupidi” dello Stato, perché passo per ingiusto?
    Continuerò a seguirla,
    In bocca al lupo,
    Alex

  6. marco

    @ Alex: quelli che ragionano come noi passano per ingiusti perchè la maggior parte della gente è sta convinta dai maggiori mezzi di informazione ( che più o meno fanno capo a chi ha i mezzi per finanziarli e di solito hanno interessi da difendere) che gli interessi collettivi sono serviti meglio dalle politiche stataliste che non da quelle di stampo liberale. Chi pensa quello che pensiamo noi e come se non esistesse, c’è ma viene isolato così non può dare fastidio.
    Il problema è che questa politica porta all’impoverimento di chi già non ha troppi mezzi economici, così -almeno credo- il mercato dei diversi beni e servizi, nel complesso finisce per restringersi, perchè viene pompato all’inverosimile un solo settore e tutti gli altri restano al palo. Tanto una politica di incentivi non produce più reddito, spinge solo a spendere i propri soldi in beni che non si acquisteranno o si acquisteranno dopo qualche tempo, così si sottraggono risorse ad altri settori, squilibrando il rapporto tra i mercati dei diversi beni.

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