2
Lug
2022

Addio a Stefano Monti Bragadin

Un altro liberale di quelli di una volta se n’è andato. Ieri si è spento Stefano Monti Bragadin, scienziato della politica, già professore all’Università di Genova, ma soprattutto uno dei pochi che ebbero il coraggio e l’intuizione di tenere accesa la fiammella della libertà individuale quando la notte delle idee era più buia e tempestosa.

Monti Bragadin è stato uomo dal multiforme ingegno: basta dare una scorsa, sull’archivio di Radio Radicale, ai suoi interventi (recenti e no) in convegni di ogni tipo. Aveva una cultura letteralmente enciclopedica: poteva spaziare dalla storia all’economia, dal pensiero economico alla filosofia, dai grandi fatti alle piccole vicende, dal mondo alla sua Liguria fino alle tradizioni locali e ai meccanismi di trasmissione culturale. La sua passione intellettuale lo portava spesso a mischiare i grandi fenomeni alla sua personale storia famigliare. Egli era infatti di nobili origini (veneziane, amava sottolineare, da genovese). Ma la consapevolezza di un passato importante non lo rendeva distante: al contrario gli dava il senso della leggerezza delle cose.

Tant’è che, oltre che un intellettuale sofisticato, è stato anche un grande organizzatore culturale. Proprio nel capoluogo ligure, terra ostile al liberalismo oggi e soprattutto ieri, è stato per lungo tempo l’epicentro di elaborazioni, idee, contatti, sperimentazioni, imprese donchisciottesche e testimonianze generose.

Concludo con un ricordo personale. Conobbi Monti Bragadin attorno alla metà degli anni Novanta, quando era presidente del comitato scientifico della Maona. La Maona era uno dei più attivi centri culturali della zona, grazie soprattutto a un altro individuo eccezionale, Franco Monteverde, a sua volta scomparso. Io ero poco più (o poco meno) che ventenne, con tutta l’arroganza dell’età. Monti fu un maestro di gentilezza e apertura: sempre pronto a insegnare e ascoltare, a condividere e includere per creare percorsi comuni tra persone di provenienze, idee, età e aspettative diverse.

Se i liberali hanno bisogno di un santo protettore laico, Stefano Monti Bragadin oggi veglia su di loro.

Gli sia lieve la terra.

1 Response

  1. Roberto

    Vi è da sperare che il riconoscimento serva una volta per tutte a creare una seria riflessione su di un grande pensatore della tradizione culturale liberale, non solo italiana, che tanto ha detto e che tanto ha ancora da dire, soprattutto a coloro che, proprio dal capoluogo ligure, non hanno condiviso ne le posizioni intellettuali ne quelle politiche , dando così riprova che il liberalismo, di cui si professano massimi esponenti in Italia, altro non è che la società fondata sulle loro relazioni di potere, su obbligazioni e sottomissioni del tutto vincolate ad un Mercato immagine di un qualcosa che né la Teoria, tantomeno lla Legge sanno più riferire, di un qualcosa che non è mai stato detto e che , con la scomparsa di grandi Pensatori quale il Professore Monti Bragadin, forse non sapremo più cos’è e come si rende possibile spontaneamente in Società.
    Un omaggio al Professore Stefano Monti Bragadin., un ringraziamento all’Istituto Bruno Leoni.

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