13
Lug
2020

Uno scenario che dice: trasversalità politica per salvare la scuola

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Anna Monia Alfieri.

Abbiamo chiesto e auspicato la maggioranza politica (link) e venerdi sera 03.07.2020, in V Commissione Bilancio, si è verificata. Il sì della Commissione ha raddoppiato i fondi, che andranno ad aiutare le famiglie indebolite dal covid, che faticano a pagare le tasse e le rette.

Si tratta di 300 milioni che permetteranno di aiutare 12mila realtà, 900mila famiglie, 180mila dipendenti. Per la prima volta (quasi) tutti i partiti sostengono la libertà di scelta educativa.

L’emendamento “aumento del contributo per i servizi educativi e le scuole dell’infanzia” ha permesso di passare dai 65 milioni iniziali a 150 milioni di euro per arrivare all’ultimo salto a 300. Una trattativa lunga, caratterizzata però da uno stile dialogico propositivo e onesto, che ha raccolto in Commissione il favore di tutte le forze politiche.

Lo consideriamo un primo passo di grande valore civile e sociale, in quanto chiarisce per sempre e a tutti che la scuola paritaria è pubblica al pari della scuola statale, fondamentali entrambe al sistema scolastico italiano che si conferma un sistema plurale. 

ABBATTIAMO I PREGIUDIZI SULLA SCUOLA PARIARIA 

In questi mesi, 120 giorni di maratona per la famiglia, è evidente che tutti quanti abbiamo contribuito a riscrivere la grammatica della scuola italiana: i genitori hanno il diritto ad esercitare la propria responsabilità educativa senza alcuna discriminazione economica; da qui la necessità di garantire il diritto di apprendere degli studenti e il diritto di insegnamento dei docenti, cessando ogni iniquità in questo settore.

A vent’anni dalla parità era necessario riposizionare le fondamenta da cui ripartire.

È stato ottenuto l’appoggio di tutte le forze politiche: Pd-Iv-Leu con le opposizioni FI-Lega-FdI-Udc-Cambiamo-NCI-PdF; mancano solo i 5 Stelle, che ci auguriamo possano aprirsi ad un confronto sul tema ormai imprescindibile. La convergenza politica segna un punto di non ritorno, dal quale ripartire per completare il percorso autonomia, parità e liberà di scelta educativa (qui tutte le dichiarazione trasversali di tutto il mondo associativo e dei politici).

Si è trattato di una maggioranza politica ottenuta grazie all’impegno di tanti cittadini che, con chiaro senso civico e con la consapevolezza della gravità della situazione, hanno offerto soluzioni concrete e che hanno scelto di lanciare ponti ad intra e ad extra chiedendo ai politici azioni trasversali.

Tale modalità rimanda allo stile di una cittadinanza attiva e seria, che non ha interesse che i politici litighino, cittadinanza capace di richiamare la politica, che si riscopre la più alta forma della carità.

Guardiamo con fiducia a questi passi mentre lunedì sei luglio il Dl Rilancio approda alla Camera e continua il nostro impegno affinchè si proceda e si completi il percorso.

QUALI I PASSI SUCCESSIVI?

  1. È necessario approvare nelle aule del Parlamento gli altri 6 emendamenti e, in particolare, quello relativo alla detraibilità integrale del costo delle rette versate dalle famiglie alle scuole pubbliche paritarie nei mesi di sospensione della didattica, con tetto massimo di 5.500 euro (che è il costo standard di sostenibilità per allievo): ciò sanerebbe anni di discriminazione subita dai genitori, dagli alunni e dai docenti. Non si tratta di un favore ai ricchi: tutt’altro! I numeri parlano con la loro schiacciante evidenza.
  2. È importante l’intervento delle Regioni, Province e Comuni perché agiscano a supporto attraverso a) l’esonero dal pagamento dei tributi locali (alcuni Comuni si sono già adoperati in tale senso) per il 2020 causa emergenza Covid-19; b) finanziamento della didattica a distanza e pulizie straordinarie; intervento per il comparto 0-6 anni.
  3. E, infine, è necessario a livello locale siglare “Patti di comunità” con le scuole paritarie, utilizzando le 40.749 sedi scolastiche statali e le 12.564 sedi paritarie per consentire agli 8.466.064 studenti di ritornare in classe in sicurezza. Si dia a queste famiglie una quota capitaria pari al costo standard di sostenibilità per allievo (da modulare per corso, e che va da 3.500 euro per la scuola dell’infanzia a 5.800 euro per la scuola secondaria di 2° grado, con una media di 5.500 euro), consentendo la libera scelta della scuola.
    Come rilancia oggi Il Fatto Quotidiano che ringraziamo, Rientro a scuola, le paritarie offrono le proprie aule alle statali in difficoltà con gli spazi: “Ma il Governo è sordo alla nostra proposta” (link)

È necessario avviare ora queste interlocuzioni con le singole Regioni e i Comuni. Il ruolo dei cittadini è fondamentale. 

La scuola paritaria ha dato la propria disponibilità; ora occorre agire a livello locale presso le Regioni e i singoli direttori degli Uffici scolastici regionali impegnati a far ripartire la scuola pubblica statale e paritaria.

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