8
Nov
2009

Obamacare. L’attivismo cattolico

A quello che ha scritto Oscar Giannino mi permetto solo di aggiungere una piccola considerazione. A costo di sembrare ripetitivo.  Il fattore “religione” è stato decisivo anche in questo caso. Come scrive il Christian Science Monitor fino all’ultimo momento erano ben 40 i voti contesi. Soltanto la decisione di inserire  una clausola che vieta l’utilizzo di fondi federali per finanziare l’aborto (salvo alcune eccezioni) ha permesso a molti  pro-life Democrats indecisi di varcare il Rubicone. Il CSM racconta dell’attivismo dei lobbisti della Catholic Bishop’s Conference nelle stanze di Nancy Pelosi. Per carità, tutto legittimo e trasparente soprattutto in America.  Avendo conseguito questo risultato, non è da escludere che i vescovi riescano a persuadere qualche Repubblicano per il voto in Senato.  D’altronde la lettera del 7 novembre parla chiaro:

For the Catholic Church, health care is a basic human right and providing health care is an essential ministry. We pick up the pieces of this failing system in our emergency rooms, clinics, parishes and communities. This is why we strongly support Congressional action on health care reform which protects human life and dignity and serves the poor and vulnerable as a moral imperative and an urgent national priority.

4 Responses

  1. Ovviamente con un vicepresidente cattolico (Biden) e con la regia occulta del clan Kennedy, non ci si poteva aspettare altro.
    I papisti, poi li conosciamo ampiamente, sono quelli del Vangelo Marxiano.
    A dimostrazione che su un punto l’ultimo e discutibile Rothbard aveva torto: il cattolicesimo non è migliore del protestantesimo in chiave culturale di mercato e liberista e libertario (al di là dei sofismi e proclami).
    In Italia nè abbiamo ampia dimostrazione nella nostra classe politica.
    Negli Usa i liberal sono tutti cattolici, sebbene non praticanti (Pelosi, Kerry,….) e ovviamente quando si tratta di spendere, Washington val bene una messa!.
    Sul fatto che alcuni congressisti blue democrat, possano aver votato contro il finanziamento per vincolo etico, mi pare piuttosto una surreale coincidenza dovuta alla complicata questione di spesa a livello di capitoli e cavilli, oltre in relazione alla forte presenza di ex GOP nelle file obamiane (fuoriusciti prima del declino del mandato di Bush); ma comunque attenti al portafogli.
    Non ha comunque evitato tale questione l’approvazione al primo passaggio, paradossalmente e pregiudizialmente speriamo che almeno questi malumori e pregiudizi (ideologici e fondamentalisti) possano, per lo meno servire temporaneamente e utilitariamente al blocco del Senato, anche se ne dubito.
    Confido piuttosto a livello pratico politico, sulla caratterizzazione specifica standard “dell’animale politico di Washingtion”: il potere e il mantenimento della poltrona.
    Paradossalmente più della spesa di denaro hic et nunc obamiana, solo la prospettiva di una ulteriore prolungata permanenza individuale sulle poltrone del Campidoglio, (con tanto di ricche prebende future) può indurre i politici anche democratici a votare contro (nonostante ballino cifre astronomiche).
    Purtroppo la politica è marcia dappertutto allo stesso modo, di per sè e tali considerazioni possono non fanno altro che svelare le possibili logiche degli schieramenti, a fronte dello scontro del Senato.
    Tanto più che le recenti consultazioni parlano chiaro (purtroppo non altrettanto il GOP a livello culturale e di programma) e a netto sfavore dei Democrats; quindi quelli che rischiano il seggio, dovranno pensarci bene, anche perchè gli insulti degli elettori nella Town Hall saranno garantiti.
    Anche se difficilmente un senatore è così suscettibile (appartenendo all’establishment più stretto del partito).
    Sò che è brutto, ma purtroppo la politica è così, ma c’è da augurarsi che i senatori, possano bocciare la riforma, guardando più al loro tornaconto politico personale, che alla gloria e fama obamiana.
    Paradossalmente il keynesismo di spesa nel lungo periodo, potrebbe tramortire se non distruggere la proposta obamiana, proprio davanti al traguardo.
    E’ un pò come la favola della “volpe e dell’uva”.
    I Democrats ci hanno abitutati a tali disorientamenti dovuti alla loro stessa ideologia.
    E’ già successo con Clinton, può ancora succedere….
    Anche se sperare nei miracoli, in questo caso conta meno del solito.
    Saluti da LucaF.

  2. Un sistema talmente cadente che vede un tasso di soddisfazione dell’87%. Perché la Chiesa non si informa riguardo al tasso di soddisfazione dei sistemi a cui guardano gli USA, dopo l’introduzione della public option? Anche se servisse una riforma, quella di Obama & Pelosi è quella sbagliata.

  3. pasquale

    Ovviamente non entro nel merito delle tecnicità della riforma sanitaria che sono infinite. Del resto non avrei le competenze per giudicarla. Mi premeva solo sottolineare l’impatto dell’ “attivismo catolico” sulla riforma. Da qui a condividerne il merito dell’azione ne passa. Grazie per il commento.

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