28
Nov
2012

La “sindrome spagnola” e altri pericoli per l’Italia

Lo spread migliora e i Governi europei tirano un sospiro di sollievo.

L’accordo sul debito greco ha dimostrato la volontà dell’Eurogruppo di puntare sull’Euro, mentre la Spagna arriva finalmente a richiedere l’aiuto e il salvataggio europeo per le proprie casse di risparmio.

I trentasette miliardi di euro che arriveranno direttamente dall’Europa nelle casse di Bankia, Caixa Catalunya e le altre due casse di risparmio regionali nazionalizzate dal Governo spagnolo aiuteranno ad alleggerire la posizione finanziaria di questi istituti bancari che navigavano a vista.

Era prevedibile che il leader spagnolo Mariano Rajoy arrivasse a richiedere ufficialmente l’aiuto europeo dopo le elezioni catalane. Si voleva infatti eliminare il pericolo di utilizzare il “fallimento spagnolo” in ottica nazionalista catalana. Tre giorni dopo l’esito che ridimensiona il partito nazionalista CIU al Governo della Catalogna, è arrivato dunque puntuale l’aiuto europeo.

Questo aiuto arriva in cambio di un ridimensionamento delle casse di risparmio stesse. Si parla di oltre un  migliaio di filiali chiuse solo per Bankia ed oltre 6000 esuberi. Una situazione molto complicata da gestire proprio nel momento in cui il tasso di disoccupazione raggiunge il 26 per cento a livello nazionale e per questo le proteste non solo non tenderanno a diminuire, ma avranno un picco nei prossimi mesi.

Sono tutti risolti dunque i problemi spagnoli e delle casse di risparmio? Assolutamente no, perché gli attivi tossici presenti nelle banche spagnole sono pari ad oltre 200 miliardi di euro, vale a dire cinque volte l’importo del salvataggio effettuato oggi.

Perché allora non svalutare tutti questi attivi tossici? Svalutare è un’arte difficile da effettuare perché significa prendersi la responsabilità di affondare un bilancio, ma prima o poi le banche spagnole dovranno fare fronte in maniera complessiva a questo problema.

La “sindrome spagnola” non è dunque risolta ed anzi, come accennato pochi giorni fa, potrebbe avvicinarsi all’Italia, vista la caduta del mercato immobiliare.

La domanda alla base delle preoccupazioni è questa: e se anche in Italia sta scoppiando oggi la bolla immobiliare?

Certo l’Italia non è la Spagna e il debito privato è a un livello molto meno preoccupante, ma le banche italiane potrebbero eventualmente entrare in sofferenza se dovesse accadere quanto successo in Spagna.

Le ultimi previsioni OCSE inoltre continuano a considerare un peggioramento delle previsioni con una recessione pesante anche nel 2013. Il rapporto deficit su PIL non solo non dovrebbe arrivare al pareggio, ma stabilizzarsi intorno al 3 per cento anche nel 2014, mentre il debito continua a crescere inesorabilmente.

Le manovre effettuate fino ad ora non solo non si sono rivelate risolutive, ma anzi sono state bruciate dall’aggravamento della crisi economica come dimostra chiaramente il Professore Ugo Arrigo, docente di Finanza Pubblica all’Università Milano Bicocca su queste colonne.

Una situazione critica che dimostra come l’Italia resti un punto critico all’interno dell’Unione Europea. Le manovre di Mario Draghi, Governatore della Banca Centrale Europea, hanno fornito tempo ai Governi per effettuare le riforme strutturali che sono necessarie, ma pochi Governi sembrano aver capito che il tempo è una risorsa limitata, così come la liquidità della BCE.

Se il cammino delle riforme non verrà applicato in tempi veloci, questo momento di relativa calma sui mercati potrebbe ricordarsi come la “quiete prima della tempesta”.

 

Twitter: @AndreaGiuricin

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3 Responses

  1. @mbonva

    L’Italia sara’ forzata ad avvalersi del fondo ISM subito dopo le elezioni. E prima Monti dovra’ spiegarci come pensa di evitarlo, dato che lo sostiene da settimane. Chi verra’ dopo dovra’ avere la fkrza di fare l’haircut alle banche.

  2. marco

    Spero che l’Italia si rivolga immediatamente al fondo per castrare quei dementi del PDL che stanno organizzandosi per il tanto peggio tanto meglio e sterilizzare i vendoliani e grillini un po’ eccessivamente antieuropeisti.
    Se dobbiamo berci ancora un Amaro Monti almeno che sia risolutivo per i nostri mal di pancia

  3. Franco

    Prima di continuare a leggere articoli scritti da Guiricin, vorrei una risposta che attendo da agosto…la domanda era: “Qual è il legame svalutazione-inflazione…come si manifesta in termini percentuali?” Ad agosto, su Rai3, Guiricin disse che con una svalutazione del 30% ci si deve aspettare un’ inflazione del 30%. La cosa non mi convinceva e fino ad ora un chiarimento non è arrivato.
    Chiedo, cortesemente, una delucidazione. Grazie

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