11
Mag
2009

Insider trading – Qualche recente evidenza che ci riguarda

Insieme ad alcuni colleghi dell’Universita’ Bocconi (Maurizio Dallocchio, Stefano Bonini e Marco Garro) abbiamo appena concluso una ricerca sugli annunci di takeover. Piu’ in dettaglio, si e’ trattato di analizzare 156 takeover realizzati nel nostro Paese dal 2001 al 2007.

I risultati sono abbastanza sorprendenti, anche se non del tutto inattesi. L’evidenza mostra infatti che in media 7/8 giorni (lavorativi) prima dell’annuncio il prezzo del titolo della societa’ target del takeover ha cominciato a muoversi prepotentemente verso l’alto. Ora, che il prezzo di una societa’ oggetto di attenzioni ostili aumenti e’ cosa ampiamente nota e scontata nella letteratura e nella prassi. Che l’incremento avvenga prima dell’annuncio lo e’ molto meno.

Vogliamo leggerla in un altro modo? Probabilmente, l’operazione di imminente annuncio esce dalla stanza del CdA – per approdare in quella dei trader – prima del tempo dovuto. Abbiamo certezze al riguardo? No. Qualche sospetto? Tanti, vista la regolarita’ con cui abbiamo potuto osservare tale fenomeno.

Extra rendimenti cumulati societa target pre e post annuncio

Extra rendimenti cumulati societa' target pre e post annuncio

Il grafico allegato fornisce evidenza visiva di tutto cio’. Come infatti si puo’ agevolmente osservare, gli extra-rendimenti del titolo nei 4/5 mesi prima dell’annuncio viaggiano in un corridoio piuttosto deludente. Una settimana (circa) prima dell’annuncio invece le cose cambiano drasticamente e gli extrarendimenti cominciano misteriosamente a crescere verso il prezzo dell’annuncio.

Questa evidenza abbastanza sconcertante e’ pero’ controbilanciata da una buona notizia: al momento dell’annuncio il contenuto innovativo “residuo” viene correttamente scontato dal mercato,  come testimonia l’andamento quasi piatto del grafico nei giorni successivi all’annuncio.

Personalmente, nel solco tracciato dal grande Pascal Salin in “Liberalismo”, non sono un grande fan delle leggi sull’insider trading. Pero’,  se le leggi esistono occorrerebbe farle rispettare, credo.

4 Responses

  1. Paolo B.

    Personalmente ho sempre pensato a questo fatto senza però avvalorare la mia tesi con analisi scientifiche o qualitative sul fenomeno.
    Sicuramente non è cosa semplice (servirebbero anche maggiori riscontri oggettivi), però noto che il reato di insider trading è molto complesso .Spesso c’è molta ambiguità nell’ aver ben chiari i confini entro cui ci si può muovere; Nel film wall street la cosa viene fuori molto bene ,dove ( prendendo le dovute distanze) il finanziere Gordon Gekko mette in risalto il valore dell’informazione oggi ancora più amplificato dalla forza dei media o dai rapporti tra persone che operano a titolo diverso nei mercati.
    Può consigliarmi qualche buona lettura a riguardo?
    La ringrazio molto.
    P.S. Non riesco a vedere il grafico

  2. oscar giannino

    Innanzitutto un Mersault 93 stappato idealmente per festeggiare il professor Salvi a bordo del nostro cutter, in attesa di stapparne uno vero e proprio insieme di persona!
    Quanto alla mia esperienza sul campo: mai avuto dubbi che accada con una regolarità troppo sistematica per non esprimere un fenomeno oggettivo, e benvenga la conferma “sistemica” della vostra ricerca. Faccio presente che le nuove norme sul market abuse entrate in vigore pochi anni fa dovrebbero in teoria rendere ancora più pesante il regime sanzionatorio, tanto che a stare alla lettera non solo chi esercita controllo e amministratori, ma lo stesso giornalista dovrebbe adottare il codice “non vedo, non sento, non parlo”. In realtà, il mondo delle quotande è risaputo con anni di anticipo: anni sul serio. Tutti ci si conosce, e tanti saluti al market abuse che Consob e pm riscoprono solo contro i “perdenti” di turno….

  3. Giacomo

    Per curiosità, quanto di questo aumento di prezzo ante-annuncio può essere imputato direttamente all’acquirente, che rastrella (legittimamente, credo) azioni direttamente sul mercato prima di lanciare l’Opa obbligatoria?

  4. Alberto Mingardi

    Benvenuto ad Antonio Salvi anche da parte mia! Parlo senza avere letto l’articolo, e sulla sola base delle conclusioni che Antonio ripercorre nel suo post. A me sembra una prova in più del fatto che il bando all’insider trading sia una assurdità (come ci hanno insegnato Salin, Manne, etc). Se il fatto che un “insider” abbia fatto fuoriuscire informazioni ha fatto salire il prezzo di un titolo “prima” dell’annuncio di fusione/acquisizione, ciò non corrisponde semplicemente a ciò che sarebbe avvenuto sul mercato in conseguenza di una migliore informazione? L’insider, informando alcuni, finisce per dare segnali a tutti… E’ chiaro che il giudizio è diverso nel momento in cui la diffusione di informazioni privilegiate avviene a scapito di un accordo contrattuale. Ma più in fretta viaggiano le informazioni meglio è, no? Scusate la velocità semplificatoria.

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