In Germania la libertà è in pericolo?
di Rainer Zitelmann
Elon Musk e il ministro degli Esteri statunitense Marco Rubio hanno entrambi espresso preoccupazione per le minacce alla libertà in Germania negli ultimi mesi, più recentemente in risposta alla classificazione del partito politico Alternative für Deutschland (AfD) come “gruppo di estrema destra” da parte dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (Verfassungsschutz).
Marco Wanderwitz, politico della CDU, ritiene che il rapporto dei servizi segreti abbia offerto basi più solide per una potenziale messa al bando dell’AfD: “Penso che la riclassificazione da parte dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione, supportata da un rapporto contenente oltre mille pagine di prove, abbia fatto compiere un passo in questa direzione”. Riferendosi al rapporto di 1.100 pagine che descrive in dettaglio le azioni e l’ideologia dell’AfD, Wanderwitz ha continuato: “Finché l’AfD manterrà il suo attuale livello di influenza, sia analogica che digitale, e continuerà ad alimentare quotidianamente i suoi sostenitori con odio, agitazione e ideologie estremiste, sarà praticamente impossibile per i partiti democratici riconquistare la stragrande maggioranza degli elettori dell’AfD che non hanno visioni del mondo estremiste profondamente radicate”. Pertanto, conclude Wanderwitz, l’AfD deve essere “eliminata, per così dire, se vogliamo avere successo”.
L’attuale dibattito in Germania è davvero preoccupante e, a volte, grottesco. Su X, Georg Restle, conduttore di uno dei principali programmi di approfondimento politico della televisione pubblica tedesca (Monitor), ha chiesto: “Ai nemici della Costituzione non deve essere data alcuna piattaforma. Né nei talk show, né nel Tagesschau». Il Tagesschau, il telegiornale più seguito in Germania, ha già annunciato che in tutti i suoi servizi futuri si riferirà all’AfD come a un “gruppo di estrema destra”. Per Restle, questo chiaramente non è sufficiente. Vuole che ai politici dell’AfD sia vietato parlare in televisione. E questo in un momento in cui tutti i sondaggi danno l’AfD come il primo o il secondo partito più forte in Germania.
L’aspetto più assurdo della discussione attuale è che quasi nessuno ha effettivamente visto il rapporto dei servizi segreti di 1.100 pagine, perché è riservato. I politici degli altri partiti non l’hanno visto, l’AfD non l’ha visto e nemmeno i giornalisti che ne scrivono l’hanno visto. Solo la rivista di sinistra Der Spiegel sostiene di avervi avuto accesso.
Un argomento contro la pubblicazione del rapporto è che potrebbe compromettere l’identità degli informatori confidenziali all’interno dell’AfD. Un altro argomento è che l’AfD potrà comunque leggere il rapporto abbastanza presto, anche se con alcune parti censurate, se, come previsto, il partito presenterà un ricorso contro la qualificazione di “gruppo di estrema destra”. Ma, logicamente, se all’AfD sarà permesso di leggere il rapporto in un secondo momento, anche in forma censurata, perché non lasciarglielo leggere subito?
In ogni caso, si può ragionevolmente supporre che la maggior parte del rapporto si basi su fonti accessibili al pubblico e solo una piccolissima parte su testimonianze di informatori sotto copertura. Anche se si tratta solo di speculazioni, dato che quasi nessuno dei partecipanti al dibattito conosce veramente il contenuto del rapporto. Si sospetta che il motivo principale per cui il rapporto non viene pubblicato sia che i suoi autori sanno che contiene troppe affermazioni controverse e contestabili.
Secondo un’inchiesta compiuta del quotidiano Die Welt, il rapporto cita una serie di esempi di quella che definisce la natura estremista dell’AfD, tra cui la seguente dichiarazione di un membro dell’AfD su X: “Le politiche migratorie fallimentari e l’abuso del sistema di asilo hanno portato all’importazione di centinaia di migliaia di persone provenienti da culture gravemente regressiste e misogine”.
Naturalmente, questo è solo uno dei tanti esempi citati nel rapporto, ma sottolinea l’importanza di poter esaminare criticamente le altre citazioni e i riferimenti citati dal “Verfassungsschutz”. Anziché fare il proprio lavoro e valutare le argomentazioni presentate nel rapporto, i giornalisti che accettano ciecamente le sue conclusioni senza leggerlo personalmente agiscono fondamentalmente come portavoce del governo e dei servizi segreti.
Personalmente, ho una visione critica dell’AfD e della sua evoluzione negli ultimi dieci anni. Il partito è stato fondato su principi conservatori-libertari. Tuttavia, solo tre dei 18 membri fondatori fanno ancora parte oggi del partito. Molti di loro hanno lasciato l’AfD perché contrari al progressivo spostamento del partito verso l’estrema destra. Sono passati in primo piano personaggi come Björn Höcke, influente presidente del partito nel Land della Turingia e sostenitore di idee anticapitaliste di destra, mentre molti economisti promercato e conservatori moderati hanno lasciato il partito per frustrazione. Allo stesso tempo, sembra che il presidente del partito Tino Chrupalla basi i suoi discorsi su argomenti elaborati a Mosca.
Non è necessario apprezzare l’AfD per contestare il modo in cui viene trattato il partito. Negli ultimi anni, le libertà civili sono state sempre più limitate in Germania. Un episodio degno di nota si è verificato quando Deutschland-Kurier, un portale di notizie vicino all’AfD, ha condiviso un’immagine photoshoppata del ministro dell’Interno Nancy Faeser. L’immagine ritoccata mostrava Faeser con un cartello che recitava: “Odio la libertà di parola!”.
In seguito è stato rivelato che l’immagine era stata manipolata. La foto originale, diffusa dal Ministero dell’Interno, era stata scattata in un’occasione diversa e molto più seria: la Giornata della Memoria. Nell’immagine originale, le parole sul cartello di Faeser dicevano: “Noi ricordiamo”. Un tribunale ha condannato il direttore David Bendels a sette mesi di reclusione con sospensione della pena per aver intenzionalmente creato e diffuso l’immagine manipolata, diffondendo così una “dichiarazione denigratoria e falsa” su un personaggio politico.
In un altro caso, la polizia si è presentata alla porta di un uomo alle 6 del mattino perché sul web aveva definito “idiota” il ministro dell’Economia Robert Habeck. Questi sono solo due esempi tra i tanti di come la libertà sia ora limitata in Germania, cosa che preoccupa molti tedeschi, e a ragione.