12
Dic
2011

Il passato è il problema per il futuro dell’Euro

Moody’s e le Borse confermano i dubbi sull’Euro Vertice sollevati qui lo scorso fine settimana. Troppo poco è stato deciso circa il futuro dell’Unione Europea ed in particolare sull’Euro. Non è tanto la non adesione della Gran Bretagna al nuovo Trattato che non convince i mercati, quanto le mancate decisioni sul futuro dell’Europa.

I problemi dell’Euro non verranno risolti con una golden rule dello 0,5 per cento di deficit sul prodotto interno lordo o con sanzioni automatiche per i paesi che sforeranno i vincoli dei Trattati. Il problema per l’Euro è il passato ed in particolare tutte le promesse non mantenute da parte di tutti i Paesi dell’Eurozona e dell’Unione Europea.

La Grecia è solo l’ultimo esempio di come la Commissione Europea non sia in grado di controllare l’introduzione di determinate misure in uno dei Paesi membri. Da maggio 2010 ad oggi non sono serviti tre salvataggi ed innumerevoli miliardi di euro per alleggerire la crisi greca e circoscriverla.

Il Governo socialista di Papandreou non ha mantenuto le promesse di fare le liberalizzazioni e le privatizzazioni necessarie per fare ripartire l’economia ellenica, ma con l’inasprimento della tassazione (l’IVA è stata aumentata di dieci punti percentuali) si è approfondita la recessione.

Tale situazione ricorda molto quella italiana, dove nelle ultime manovra finanziarie, Tremonti prima e Monti dopo, si introducono essenzialmente nuove tasse che deprimeranno un’economia già in recessione. La previsione di meno 0,5 per cento del PIL per il 2012 è già accettata a livello italiano e dell’OECD, ma come giustamente sostengono Giavazzi ed Alesina è prevedibile che con tale manovra la caduta sarà ben maggiore.

C’è il concreto rischio che con la manovra Monti la recessione sarà molto dura per il 2012 e per questo motivo è urgente che il neo-Ministro Passera agisca in direzione dell’apertura dei mercati.

Un altro evento che Moody’s così come il mercato non dimenticano è il vertice di luglio di questo anno. Doveva essere quello risolutivo di tutti i problemi dell’Euro, con il salvataggio definitivo della Grecia e la stabilizzazione anche quella definitiva della crisi. Di definitivo non c’è stato un bel niente, anzi. Proprio da inizio agosto è cominciato l’attacco contro i Paesi più deboli dell’Euro non ancora caduti, Italia e Spagna. Lo spread è schizzato a livelli mai toccati dalla nascita dell’Euro e i tassi d’interesse hanno sfondato l’8 per cento.

La Banca dei Regolamenti Internazionali ha sottolineato proprio ieri che se anche i tassi dovessero ritornare ai quei massimi, l’impatto sul deficit sarebbe limitato per l’Italia: “solo” lo 0,95 del PIL. Ma cosa significa lo 0,95 per cento del PIL?Sono oltre 15 miliardi di euro, vale a dire mezza manovra finanziaria di Monti. Un impatto notevole, che di limitato non ha proprio nulla.

Un terzo elemento che crea sfiducia nell’Euro e che di fatto rischia di essere la pietra tombale della moneta unica è il rispetto dei Trattati.

Ora, se anche i nuovi Trattati dovessero essere approvati nei prossimi tre mesi da un’Unione Europea risvegliata dal suo torpore, perché non c’è il rischio che questi non vengano violati? Per la golden rule o per le sanzioni automatiche?

A parte che le sanzioni automatiche possono essere “abolite” con l’85 per cento dei voti dei Paesi membri, perché questa volta, al contratto del Trattato di Maastricht, verrà rispettato?

Si ricorda che proprio la Francia e la Germania violarono il “sacro” principio del 3 per cento del deficit sul PIL a metà degli anni 2000 e da quel momento il Trattato di Maastricht perse il suo valore.

La memoria del passato ha un diverso orizzonte temporale per i politici ed i mercati: a breve termine per i primi, a lungo termine per i secondi.

Il passato dunque non gioca a favore dell’Euro.

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3 Responses

  1. LucaS

    Gentile Giuricin, potrebbe gentilente spiegarmi perchè nemmeno Monti che non deve ripresentarsi alle prossime elezioni e si trova in una posizione negoziale di forza rispetto alle forze politiche è in grado di fare delle serie liberalizzazioni e dei seri tagli alla spesa pur essendo perfettamente consapevole dell’urgenza di questi provvedimenti? Perchè? E’ frustrante che nemmeno lui muova un dito in questo senso. dai politici non mi aspetto nulla di buono ma da Monti queste cose me le aspettavo e invece nulla! Quello che mi preoccupa non è tanto che non le abbia fatte finora queste cose ma che non ne parli nemmeno per il futuro come se fossero fuori-agenda… A questo punto la domanda è lecita si è bevuto il cervello Monti? oppure per non perdere popolarità e essere eleggibile al quirinale non vuole “sporcarsi le mani”? Mi rattrista dover fare queste ipotesi ma sono le uniche che mi sembrano plausibili. Lei si è fatto un’idea del perchè? La ringrazio delle risposta.

  2. Francesco P

    Una cosa sono le regole per i Paesi che aderiscono all’euro, altra cosa sono le regole di finanza pubblica per i Paesi che hanno mantenuto la loro moneta. Mi sembra che il nuovo trattato abbia la pretesa di estendere indistintamente a tutti i Paesi della UE le norme – giuste o sbagliate che siano – fatte per i Paesi aderenti alla moneta unica. Si tratta dell’ennesimo euro-mostro a cui Cameron ha detto giustamente di no.

    Così com’è l’Europa non può funzionare e mostra una fragilità pericolosissima.

    Supponete, ad esempio, che s’aggravi la crisi con l’Iran e che questo porti il barile a 150$ e oltre per un periodo di poche settimane (non penso alla guerra con blocco dello stretto di Hormuz che farebbe macelli di gran lunga peggiori). Che capacità di resistenza offrirebbe l’ingessatissima e per nulla credibile Europa? Se il default della Grecia, che ha un PIL di poco maggiore della sola Lombardia, ha scatenato un vero e proprio putiferio mettendo a nudo la fragilità del sistema, quali eventi potrebbero scatenare crisi di ben più ampia portata? Con quanta unitarietà e rapidità le euroburocrazie e la BCE saprebbero reagire ad una nuova ed improvvisa crisi?

  3. herzog

    Mi sembra di assistere ai discorsi dei pompeiani nel luglio del 79 d.c
    Tutto quello che decidono i governanti europei sara’ spazzato via da una immensa colata di dollari.
    Non ci resta che adeguarci.,

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