15
Lug
2010

Il mercato dice: probabilità di default Italia a 5 anni 15,5%!

Sono appena reduce da una trasmissione a Rai3 dalle 12,15 alle 13 in cui sembravo scendere da Marte. L’unico a indicare la necessità di tagli alla finanza pubblica. L’unico a indicare la necesità di prestare orecchio ai mercati, che dicono a tutti i paesi Ocse di limitare deficit e debito pubblico. Gli altri, il pm dottor Ingroia per la magistratura, un ricercatore per l’università, una precaria della scuola e via procedendo, per illustrare la totale inaccettabilità delle misure per ciascun comparto a nome del quale parlavano, usavano termini come “massacro”, “strage di legalità” et similia. Ingroia ha liquidato cortesemente  gli esempi delle circoscrizioni giudiziarie che con le attuali dotazioni, sotto la guida di magistrati capaci di dare efficienza ai colleghi, hanno abbattuto pendenze e durate dei procedimenti in Tribunali e Corti d’Appello anche del 70% in un paio d’anni, sostenendo che mica si tratta di sedi esposte alla grande criminalità come Gela e Crotone. Solo che c’è anche Torino, tra chi ha ottenuto quei risultati, mica solo piccoli centri come Bolzano. Marco Rizzo, dei Comunisti italiani, benignamente mi ha concesso che i mercati dicono proprio quel che sostengo io, ma infatti sono i mercati a sbagliare, perché espressione di una cricca di pochi grandi soggetti internazionalizzati il cui fine è abbattere i governi e affamare i popoli. Questione di punti di vista, naturalmente. Michele Mirabella, conduttore, ci ha tenuto a sottolineare molto civilmente che per questo ero stato invitato, per esporre un punto di vista diverso. Peccato che, solo contro tutti che amabilmente sorridevano scuotendo il capo, sembrassi proprio il marziano a Roma di Flaiano. Forse è il caso che ci riflettiamo allora tutti, su questi dati freschi freschi sui debiti sovrani che stamane hanno rimbalzato su tutti gli schermi. L’Italia, alla fine del secondo trimestre 2010, ha visto innalzarsi la stima delle sue probabilità di default al 15,5%, dal 9,7% di tre mesi prima. Ed è sesta nella graduatoria mondiale dei Paesi più a rischio. Come si possa raccontrare alla gente, in queste condizioni, che i tagli sono cose da pazzi, è proprio cosa da pazzi. Ripeto: non sto parlando qui della logica lineare dei tagli della manovra, che ho molto criticato anch’io. Parlo dei tagli in quanto tale, quando in realtà ne occorrerebbero – rectius: ne occorreranno, con certezza – tre, quattro e cinque volte di più. Perché l’atmosfera di incertezza sui bond sovrani europei resta molto forte, come ammoniscono oggi il bollettino di luglio della BCE e Mario Draghi all’ABI. Ma vediamo mmeglio, ne vale la pena.     Ieri il premier spagnolo Zapatero ha ammonito le Cortes che la manovra varata non basta, occorre tagliare di più. E il Financial Times oggi in un suo editoriale chiede che l’euroarea lavori con buona lena a introdurre nel trattato una clausola esplicita per l’exit dalla moneta unica, prima di trovarsi a breve in altri guai senza razionale via d’uscita. Sono tutti pazzi, e ha ragione Marco Rizzo? Neanche per idea. Grazie al paziente lavoro di silloge svolto da Calculated Risk che ha riordinato un bel po’ di dati, anche i non addetti ai lavori possono farsi un’idea della persistenet gravità della situazione deid ebiti pubblici, checché dicano governi e  banche centrali nella loro fisiologica attitudine a contrastare la sfiducia.

A quanto ammontano i debiti pubblici mondiali? A fine 2009, l’astronomica cifra era di 34 mila miliardi di dollari, qui i dati della Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, con i 23 Paesi oltre i 100 miliardi di $ di debito, e l’aumento relativo 2007-09. Attenti che il debito USA di fine 2009 a 7,8 triliardi (1 triliardo uguale mille miliardi) di dollari è di molto sottostimato: nel debito federale ufficiale non rientra infatti, per norme contabili USA, il debito di 8,1 triliardi a fine 09 relativo a Freddie Mae e Fannie Mac integralmente pubblici, né i 4,1 triliardi relativi al debito sanitario e previdenziale pubblico. In parole povere, il debito pubblico “vero” USA batte tutti glia ltri, con oltre 20mila miliardi di dollari ed è già dunque al 115% del GDP USA, come quello italiano a fine 09. Aggiungo che nel primo trimestre 010 il debito pubblico tedesco, qui quinto dopo Giappone, USA, Italia e Francia, ci ha superato ed è a oggi il terzo al mopndo per consistenza, poi Italia quarta  e segue Francia. In ogni caso, il debito pubblico totale è aumentato di oltre il 30% in due anni.  Non sono pazzi, i mercati, a diffidarne. A fine anno scorso, prima dell’esplosione dell’eurocrisi, il debito pubblico era già diventato la voce di debioto più pesante al mondo, rispetto ai bonds privati.

Ma il default di Stati sovrani, è un evento raro, il timore agitato solo da liberisti lunatici? Manco per niente.  Qui, la distribuizione annuale secondo il FMI dei ben 244 espisodi di default sovrani negli anni tra il 1824 e il 2004. Qui i singoli Paesi in default per anni, dal 1820 al 1920. Qui, quelli tra il 1920 e il 1980. Qui, i successivi sino al 2003.  Come dite? C he a stragrande maggioranza sono Paesi latino americani e Africani, tranne poi quelli ex comunisti? Certo, certo. Ma Grecia e Spagna sono plurifallite, nella storia, mica no. E dunque, mai dire mai. Questo intero post vi dà brevi cenni sulla più recente letteratura specializzata e sulle metologie seguite su come predire le crisi sovrane. Questo è il più recente paper del FMI in materia, di Paolo Manasse, Nouriel Roubuini e Axel Schimmelpfennig.

Andiamo alla conclusione. Qui la stima fatta da CMAVision delle probabilità di default dei debiti sovrani nazionali per singolo Paese di qui a 5 anni, alla fine del primo e del secondo trimestre 2010. La metodologia è complessa, non si basa sui CDS troppo volatili,  ma sui premi di liquidità rispetto ai titoli pubblici USA che come vedete il mercato continua a giudicare più sicuri di tutti stante che il dollaro è il tallone monetario globale. La stima è ulteriormente complicata perché ogni debito pubblico ha duration temporali diverse, rispetto a quella media USA. In ogni caso, come vedete a livello mondiale al 30 giugno scorso la media di probabilità di default mondiale era del 7,4%, e cioè rispetto ai 34 triliardi di debito di fine 2009 diventati intanto più di 39 triliardi, quasi 3mila miliardi di dollari erano considerati a fortissimo rischio. Ma vi invito a riflettere sul fatto che dopo la Grecia -53% di probabilità di default – Argentina al 48%, Portogallo al 23,6%, Irlanda al 20,8%, viene l’Italia con il 15,5%. Prima della Turchia, dell’Indonesia e di tutti gli altri.

Sopno io il lunatico? O chi protesta e illude dicendo che dei tagli si può e si deve fare a meno?  Lo Stato è corruttore di verità e dissipatore di tempo, come sempre.

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41 Responses

  1. Giuseppe

    Dott. Giannino, cosa si aspettava di trovare a Rai3 con quel popò di ospiti (tutti da una stessa parte)? 🙂

  2. Suvvia dottor Giannino, ci metta un po’ di ottimismo come i suoi colleghi e vedrà che si sistema tutto 😀
    Non credo che la composizione di un talk sia mai casuale, ma non conosco il mondo dall’interno quindi di astengo da illazioni.
    L’Italia non può non esser ben piazzata nei candidati ai default.

    Sul fatto che i mercati sbaglino è sicuro: hanno dato fiducia al Maestro e guarda che è venuto fuori 😀 e poi via, che ne sa un trader del debito pubblico italiano e delle possibilità prospettiche di roll over? vuol saperne di più, che so, di un magistrato o di un supplente di disegno tecnico? 😀

  3. Beppe 79

    Dott. Giannino…grande analisi, va bene, tagliamo la spesa pubblica….ma una parola che fosse una, da un grande analista come lei, sul costo della corruzione in Italia?? Tralascio un discorso sull’ evasione fiscale perchè conosco e rispetto la sua religione in materia…ma mi dica, prima di tagliare i servizi (o anche gli sprechi) non si potrebbero recuperare dei soldi dalla tassa che tutti noi onesti paghiamo a corroti e corruttori del Paese?

    So che le ricette per fare questo sono più difficili rispetto ad una manovra finanziaria….ma, da un grande analista come lei, un invito, anche velato, a questo governo a fare un passo indietro non lo può fare?? Non credo che lei non sappia di cosa parlo, altrimenti lei sarebbe davvero la nemesi del flaianeo marziano di cui sopra…

    Grazie

  4. Massimo74

    @Leonardo, IHC
    Personalmente sono convinto che questa gente che vive da sempre parassitariamente alle spalle di chi produce,anche in caso di default non ammetterebbe mai il fatto che se si è arrivati a questo punto è perchè la spesa pubblica è andata totalmente fuori controllo a causa delle politiche keynesiane seguite da tutti i governi di destra e di sinistra negli ultimi 30-40 anni.No,anche in caso di fallimento del paese avrebbero il coraggio di dire che la colpa e dovuta agli speculatori e agli evasori.Del resto non c’è molto da sorprendersi visto che abbiamo un ministro dell’economia che è il primo fautore delle politiche interventiste in economia.Basti ricordare misure come la social card,la robin hood tax,la porno tax,la banca del sud e via dicendo senza dimenticare i soldi dati per risanare i bilanci dei comuni di roma e catania.

  5. Lo stato è la grande finzione in base alla quale tutti pensano di vivere a spese degli altri. Il mondo finirà in un buco nero di debito pubblico? Che paghino gli altri, io voglio la mia pagnotta! Questa è democrazia.

  6. Francesco

    Ieri mattina dottor Giannino stavo vedendo il programma dove lei era ospite.Sono un umile studente di economia che da un pò di settimane ormai,facendo ricerche per la tesi sulla recente crisi finanziaria,mi sono imbattuto nell’argomento del SIGNORAGGIO BANCARIO.Ho anche chiamato alla trasmissione per porre il quesito del signoraggio,ovviamente hanno ritenunto valido non parlarne.Adesso io pongo a lei dott.Giannino, è vero che la maggior parte del debito pubblico è generato dal Signoraggio Bancaraio e che la BANCA D’ITALIA,che dovrebbe essere un istituto pubblico,guarda caso se andiamo a vedere la composizione del capitale sociale è composta per il 93.4 % da istituti di credito,troviamo tra i maggiori azionisti Unicredit,Assicurazioni Generali e Banca Intesa.Quindi noi in quanto popolo di una nazione abbiamo perso la sovranità monetari e con il nostro lavoro non facciamo altro che pagare debiti che non esistono a banchieri o a famiglie di banchieri come i Rthshil.Chiudo citanto una frase di Henry Ford:”E’ un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario,perchè se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina”

  7. Francesco

    Ieri mattina dottor Giannino stavo vedendo il programma dove lei era ospite. Sono un umile studente di economia che da un pò di settimane ormai,facendo ricerche per la tesi sulla recente crisi finanziaria,mi sono imbattuto nell’argomento del SIGNORAGGIO BANCARIO. Ho anche chiamato alla trasmissione per porre il quesito del signoraggio,ovviamente hanno ritenuto valido non parlarne. Adesso io lo pongo a lei dott. Giannino, è vero che la maggior parte del debito pubblico è generato dal Signoraggio Bancaraio e che la BANCA D’ITALIA,che dovrebbe essere un istituto pubblico,guarda caso se andiamo a vedere la composizione del capitale sociale è composta per il 93.4 % da istituti di credito?Infatti troviamo tra i maggiori azionisti Unicredit,Assicurazioni Generali e Banca Intesa. Quindi noi in quanto popolo di una nazione abbiamo perso la sovranità monetari e con il nostro lavoro non facciamo altro che pagare debiti che non esistono a banchieri o a famiglie di banchieri come i Rothshild.Chiudo citando una frase di Henry Ford:”E’ un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario,perchè se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina”

  8. Schleudersitz

    Vabbé OScar, diamoci un taglio a questi tagli. Una volta tagliato che si fa?
    Ovvero se tagli per correggere devi anche proporre un’alternativa, no? Ma i debiti sovrani, si sa, sono definiti per quella piccola ma immancabile variabile che è il signoraggio della moneta stampata. Allora che fammo? Credo che si farebbe bene a dare uno sguardo a come la germania nazista riusci ad elevarsi dal catafascio della crisi del 29 per capire come si dovrebbe fare, ma si sa che parlare di germania in epoca nazista si riscia l’ìetichetta di antisemitismo ed in quest’epoca di nierenstein e fini kippà ed altre amenità pro israele sarebbe da evitare, ma la realtà non la si racconta a sforbiciate, ma con fatti che siano attuabili e non affamando un’intera popolazione quando sono state le istituzioni finanziarie (vogliamo dire che non è stato così?) a creare questo immane bubbone che NON VERRA’ MAI SANATO!

  9. andrea dolci

    Purtroppo la stragrande maggioranza della gente e’ convinta che la ricchezza cresca sugli alberi o caschi giu’ dal cielo, che i debiti siano sempre degli altri e l’unico prolema sia la sua redistribuzione del reddito.
    Una delle mille riforme necessarie a questo paese e’ l’ìntroduzione dell’insegnamento dei rudimenti di economia nelle scuole dell’obbligo.

  10. ho seguito questa trasmissione, dott. Giannino, e come sempre ho avuto l’impressione che le voci “competenti”, come la sua (non lo dico per ingraziarmela visto che sto commentando un suo post sul suo blog), vengano ignorate “intelligentemente” da chi ha l’interesse a coltivare solo il suo giardino. Certe volte ho l’impressione che non siamo mai usciti dal Medio Evo, dove signori e signorotti si alleavano oggi per scannarsi domani, secondo convenienza e chi pagava per tutto e sempre era il popolo. È inevitabile che si debba risparmiare. Matematicamente… logicamente… se mi trovo al supermercato e ho due bottiglie di latte di cui una costa 1 euro e una 0,98 euro… comperando quella da 0,98 risparmio e bevo egualmente latte di qualità. Ergo… se da domani qualche magistrato cominciasse a risparmiare soldi in telefoni cellulari, usando skype o la posta elettronica, o qualche onorevole camminasse a piedi o con il taxi o con l’auto elettrica, anziché con la solita auto blu da 100.000 euro, risparmieremmo. Sono cose ovvie, lo so, ma si inizia a risparmiare dai centesimi… per giungere ai milioni di euro.
    /kalos, uno del “popolo”

  11. Julio

    Ci sarebbero tanti posti dove tagliare sprechi, iniziando dalla politica, seguendo dalla politica e finendo con la politica: auto blu, stipendi vergognosi come da nessun’altra parte al mondo (sia a destra che a sinistra; peccato che nessuno lo dica), diete sempre vergognose, privilegi ancor più vergognosi visto quanto guadagnano. Si sono riempite le bocche dei politici con il dimezzamento dei parlamentari e dei senatori da anni… Dov’è finito questo provvedimento? Non si accontentano di questo e hanno pure dei giornali o giornaletti per i quali prendono soldi dallo stato, e non pochi… Solamente con una “europeizzazione” di queste poche cose che ho elencato, verrebbe fuori una finanziaria annua da impiegare nella scuola, nella sanità e in innovazione/richerca. Ma chi deve fare questo si riempie la bocca di parole che il vento porta via…

  12. @Massimo74

    @Calogero Bonasia

    Infatti. Chi si è avvantaggiato e può avvantaggiarsi di una certa spesa sicuramente non scaglierà la prima pietra.

    Se in una discussione metti solo uno che sostiene una certa opinione contro molti oppositori, probabilmente passerà per un alieno, non importa quanto sia oggettivamente più competente. Se oltretutto il soggetto in questione è quello, nell’insieme dei partecipanti, apparentemente più “lontano” dalla media degli spettatori (uno spettatore medio direi che si identifica più facilmente con un povero precario, un lavoratore dipendente, un dipendente pubblico… certo non con un accademico o ritenuto tale), il messaggio che ne viene fuori è che chi gufa è solo quello che se ne sta in una torre d’avorio, quindi lo spettatore ne esce rassicurato.
    Che poi il gufo sia osteggiato da chi ha profittato proprio della spesa pubblica, e quindi è parte del problema, evidentemente non è venuto fuori in quella trasmissione.

    E finisce che un odontotecnico può permettersi di sbugiardare un economista 🙁

  13. effettivamente, questo indicare come parassiti i dipendenti del settore pubblico, a prescindere da ruolo e funzioni, e da quel che è il loro apporto in termini materiali e culturali, lascia cadere un po’ le braccia. la spesa pubblica va tagliata, lo stato elefantiaco ridimensionato, e magistrati, insegnanti, medici e poliziotti devono fare anche la loro parte, e non piangersi addosso. ma se si continua a bersagliare questi settori come fossero fatti di fannulloni parassiti, si avrà sempre un muro contro muro dove a vincere saranno sempre e comunque i populisti, sia quelli che i dipendenti pubblici tutti parassiti, sia quelli che solo pubblico è bello. chi cerca di ragionare sui numeri è destinato a soccombere di fronte alla marea montante della retorica di ambo le parti. comunque, bel pezzo.

  14. @w.v.longhi
    i dipendenti pubblici dipendono per la busta paga dallo Stato; chiaramente se si parla di tagliare la spesa statale loro si oppongono, il che non significa bollarli TUTTI come parassiti, ma solo che si servono a quella mangiatoia, con merito o meno, e non ci stanno a partecipare ai sacrifici.

    Sicuramente, ma è un discorso a parte, se i dipendenti pubblici (o qualsiasi altra categoria) non sono i primi a distinguere tra parassiti e lavoratori e difendono la categoria (e non lo fanno in una spiegabile e logica ottica di risk sharing), poi non si lamentino se sono trattati come un corpo unico. Ma questo non mi pare entrasse nella discussione in oggetto.

  15. Riccardo

    Non capisco una cosa, dove la Germania ha aumentato il suo debito? Non viene additata come esempio di rigidità finanziaria? e allora da dove viene l’aumento?
    Un altra cosa non capisco:come mai il paese più liberista al mondo (USA) è quello messo peggio alla fine?
    Sinceramente non riesco a capire

  16. Paolo

    Non ho visto la trasmissione, ma se il ricercatore universitario ha da lamentarsi la soluzione è semplice: chiudere le università inutili e improduttive, tenere e potenziare solo quelle buone. legare gli stipendi e i fondi per la ricerca ai risultati, licenziare con facilità chi non produce ed assumere altrettanto facilmente chi invece ha dimostrato di produrre, insomma cose di buon senso che in Italia sembrano assurdità.

    Cmq in Italia tagliare non è mai abbastanza, l’unica cosa è che bisogna farlo bene!

  17. Roberto

    Benchè siano condivisibili le continue analisi e le conseguenti AUTOREVOLI conclusioni (che difficilmente danno abito a punti di vista eterodossi) ritengo che LA priorità debba ormai muoversi nella DOVEROSA diffusione della CONSAPEVOLEZZA (estesa e profonda);va da sè che blog, tramissioni (più o meno blasonate) non garantiscono più l’autosufficienza delle IDEE. In una battuta: o le IDEE (pensiero) diventano comune sentire o esse stesse si trasformano (pericolosamente) in leggeri fastidi.

  18. @leonardo
    mah… facevo riferimento unicamente alla terminologia usata da alcuni nella discussione e comunque spesso da chi cerca ragioni per tagliare la spesa. la questione entra nella discussione in oggetto, perché mi pare un tantino difficile riuscire a convincere della bontà di certe idee se si usano certi epiteti e si hanno determinati pregiudizi. e il liberismo, a mio modestissimo (ma proprio issimo) parere, sono i campioni dell’incapacità di convincere, e vincono sempre il primo premio quando si tratta di irritare chi vorrebbe ascoltare ragioni. non è il caso di Giannino, che poggia gli argomenti sui numeri, sempre senza eccezioni (che poi pure i numeri… ma è un’altra questione). eppure in moltissimi casi, la battutina caustica del tipo il dipendente e la mangiatoia (visto che hai usato questo termine, secondo me non a caso) è l’evento più frequente nelle argomentazioni pubbliche. chi nega i parassitismi nel settore pubblico è semplicemente in mala fede. chi nega il suo apporto alla ricchezza di un paese, fa un torto alle sue ragioni (liberiste). è un vicolo cieco. mo’ però torno a lavorà.

  19. ah… il liberismo nel post di prima… sono i liberisti… se no la sintassi va a farsi benedire. scusate, è la digestione con l’afa. chiedo venia.

  20. @w.v.longhi
    sì mangiatoia è un termine un po’ forte e risente della mia critica visione a tutto il settore (detto questo, non credo possibile azzerare lo Stato, tanto per intenderci noi due).
    possiamo cambiarlo con “cassa”, sarà più elegante, ma non cambia il risultato: Chi è pagato, non brucia la sua cassa. Chi non fa distinzioni per primo al suo interno, non si può lamentare di esser considerato in un calderone.
    E lasciamo stare l’afa, qui fa un caldo si va via di cervello… 🙂

  21. Schleudersitz

    E’ sufficiente dare uno sguardo alla scatola magica della TV per capire a che punto siamo. La pantera impera! E tutti a parlare della pantera, ma mettono sotto il tappeto i veri problemi della Sicilia a cominciare dal suo presidente e giù-giù fino all’ultimo dei dipendenti pubblici (n.d.l.: un usciere va in pensione con la bellezza di oltre 4.500 euro al mese netti, alla facciaccia vostra lavoratori!!!).
    Auto blu? E’ vero fanno schifo, ma chi cambia le regole dall’interno di un sistema “ben oliato”? Suppongo nessuno, troppo comodo e sopratutto comodo a determinati poteri che di questa mollezza ne traggono immensi guadagni a tutto sfavore della collettività! Un falso? Assolutamente no se si guarda i numeri dell’Istat che dichiara oltre 7,5 milioni di persone in povertà, e si sa che l’Istat e notoriamente bonario con i numeri, immaginiamo cosa sono in effetti quelli reali.

    Il problema quindi del fallimento Italia, chiamiamolo con l’italico nome “FALLIMENTO” e lasciamo che gli anglosassoni si cuociano nel loro default, è quindi un insieme di forze di un sistema che si autoalimenta dal casrburante dato dalle medie e piccole imprese nonché dal settore finanziario e bancario-assicurativo.

    Il noto Draghi, ex-GoldamanSach, ma non tanto ex, noto quindi per essere un cripto biscazziere giocando contro il sistema Italia, ha ben donde, dal suo punto di vista di biscazziere, di affermare quanto riportato da Giannino. Vorrei vedere il contrario, no? Più la vacca rimane in vita maggior possibilità sarà di mungerla, altrimenti come facciamo a nutrire il sistema?

    Il fallimento Italia quindi è solo una grande parola che non ha nessun significato, insomma valore zero assoluto perché se l’italia non onorasse i suoi debiti NON succederebbe un nulla di nulla, mi correggo, qualche piccolo fallimento, qualche ruzzolone del settore pubblico, ma non ci manca poi tanto e alla fine, scremato l’eccesso del debito, quello dovuto al signoraggio bancario si ripartirebbe da una situazione pulita e con i conti in ordine. E’ solo una questione di volontà e se la Grecia invece ha dovuto scendere a patti con le varie associazioni bancarie l’Italia potrebbe, con questa azione rimettere completamente in discussione non solo l’intera impalcatura europa, ma lo stesso valore della Germania e di tutti quei lacci che impediscono ad una economia di espandersi e restringersi come è normale che sia. A questo scopo consiglio di leggere con attenzione gli scritti di Von Mises.

    @Schleudersitz

  22. Angelo Pampaloni

    Il debito pubblico italiano (dato Banca d’Italia del 13.07.2010) e’ salito nel 2010 di 65,8
    miliardi di euro (+ 3,7%). Rammento questo perche’ il 15.07.2010 Lei ospite della 7 con Raffaele Fitto mi e’ parso che sostenesse che l’attuale governo aveva il merito di non aver fatto lievitare il nostro debito. Spero di essermi sbagliato, in questo caso voglia accettare le mie scuse.

  23. Alessio Civitillo

    @Francesco

    E tu saresti uno studente di economia? Ma dove? Topolinia?

    In un post hai dimostrato di non aver capito nulla di micro, macro e economia politica. Come dire… giusto le fondamenta.

  24. Paul Jacques

    Certo un bell’esempio di democrazia da parte di rai 3 : tutti contro uno, questa sarebbe la tv pubblica ideale per un futuro (fortunatamente assai improbabile) governo della sinistra

  25. Beppe

    “Ripeto: non sto parlando qui della logica lineare dei tagli della manovra, che ho molto criticato anch’io. Parlo dei tagli in quanto tale, quando in realtà ne occorrerebbero – rectius: ne occorreranno, con certezza – tre, quattro e cinque volte di più. “

    Astrattamente sono ovviamente d’accordo con lei e con tutti quelli che lamentano l’orizzontalità dei tagli proposti fin qui da Tremonti.
    Scendendo sul piano pratico (politico?) inizio ad avere qualche dubbio.

    1)qui lei parla di necessità di tagli 4-5 volte maggiori;
    2)andando a memoria, la spesa pubblica per stipendi ammonta al 70-80% del totale, con investimenti limitati a 1-5% e il resto (15-25%) beni acquistati sul mercato per il normale funzionamento dei servizi (benzina, carta, toner, computer) che tutti sostengono essere insufficienti;
    3)i famosi Costi Standard vengono abitualmente esemplificati con le siringhe da 50 cent, comprate in qualche ASL meridionale a 2 euro, o con le famigerate TAC palermitane passate da 134.000 euro a 9.000 dopo il commissariamento. Sono tutti costi di BENI e quindi rientrano in quel 15-25% del totale della spesa pubblica;
    4)il taglio fin qui attuato sugli statali è limitato ad aumenti già concordati (3-4%?)
    5)probabilmente il taglio a cui Tremonti pensa ammonta a 4-5 volte tanto, ovvero il 12-20% del totale.

    Dal punto 2, direi che riduzioni agli investimenti non sono solo impensabili; sono soprattutto inutili, data l’entità dei risparmi da conseguire. Usando i costi standard quanto si potrebbe risparmiare dal costo dei beni acquistati? La benzina presumo costi uguale dappertutto… Ipotizziamo un risparmio da Costi Standard del 20-30%? Fa il 3-8% del totale. Per arrivare al 12-25% che si ritiene necessario bisogna tagliare i costi del personale. Sento parlare di 50 miliardi di costo della corruzione. Su 800 miliardi fa il 6,25%. Qualcuno pensa si possa eliminare completamente? La riduciamo di 1/3? Non mi pare stiamo parlando di una cifra che risolva il problema, oltre a essere estremamente aleatoria.
    Qualcuno che ha accesso alle cifre esatte ritiene che la conclusione sia sostanzialmente diversa?

    Per il momento continuo come se fosse necessario tagliare il 10-20% dei costi per il personale della Pubblica Amministrazione e provo a ragionare sulla forma dei tagli.

    Con un “taglio orizzontale”, che significa dividere il taglio sulla totalità dei dipendenti pubblici, si tratta di una mazzata notevole al tenore di vita di tutti.
    Da operatore del privato, dove i fallimenti, la cassa integrazione e la riduzione dei benefit fanno parte della quotidianità di questi due anni, mi verrebbe da dire “finalmente si pareggiano le condizioni”, ma non posso nascondermi che non sarebbe uno scherzo, considerando anche che i dipendenti pubblici mi pare stiano intorno al 14% di tutti i lavoratori italiani.

    Proviamo però a immaginare cosa vorrebbe dire non spalmare il taglio su tutti. Non fare i tagli in orizzontale come sindacati, economisti e tutti in generale chiedono al ministro.

    Vedo solo 3 modi, se si tratta di tagli (e non premi).

    1)Tagliare solo ai peggiori
    2)Tagliare molto ai peggiori e un po’ ai mediocri, lasciando invariati i migliori
    3)Tagliare moltissimo ai peggiori, abbastanza ai mediocri e poco ai migliori

    Ora la valutazione da fare è scoprire quanti rientrano in queste categorie.
    Vado, aneddoticamente e soggettivamente, alla mia esperienza scolastica (liceo scientifico di buona reputazione negli anni 80) e mi ritrovo con 8 insegnanti.
    4 buoni (se vogliamo 1 outstanding). 2 (ginnastica e disegno) mediocri. 1 (storia e filosofia) decisamente inaccettabile e 1 (religione) che non ho mai capito perché debba essere pagato dallo stato.

    Grossomodo è la suddivisione che poi ho trovato nella mia carriera: 5-10% da piangere, 5-10% eccellenti e il resto medi, con divisione abbastanza equa fra medi-buoni e medi-scarsi. Qualcuno potrebbe dire che Gauss non ne sarebbe sorpreso…

    Ciò che mi preme di dire è che se il taglio (15% del totale?) deve pesare solo sui peggiori (soluzione 1), significa azzerarli e ne rimane comunque un po’ da distribuire in qualche modo fra gli altri.
    Non si tratta dunque di una riduzione di stipendio. Si chiama LICENZIAMENTO. Per un 5-10% dei dipendenti pubblici, in questa ipotesi.
    Rimane da trovare ancora un 5-10% della spesa totale, da applicare, sempre secondo ipotesi 1, alla fascia immediatamente superiore. Questi sono il 40% del totale e devono subire il 5-10% di tagli. Ergo il loro stipendio si ridurrebbe del 15-20%. Guardiamoci in faccia: in Italia non si vive prendendo il 20% in meno, ma neanche il 15% in meno, se la partenza è a 1200 euro…
    Non sono licenziamenti, ma quasi e riguarderebbero per ipotesi solo persone che hanno lavorato poco e male (sono quasi i peggiori!) nel pubblico. Quindi facendo lavori che non esistono o quasi nel privato. Anche un liberista come me fatica a immaginare di far tagliare l’erba del giardino a un ex professore di filosofia fallito…
    Ah, il 50% del 14% costituisce il 7% della forza lavoro italiana. Il 7% o poco meno di famiglie che non saprebbero come vivere…

    Mi sa che dobbiamo provare la soluzione 2.
    Risparmiare il 15% applicando i tagli solo a inaccettabili e mediocri. Come lo dividiamo? Il doppio agli inaccettabili? Ok, tutti insieme fanno il 50% del totale, di cui 10% inaccettabili e 40% mediocri. I loro stipendi costituiscono il 50% del totale e pertanto verrebbero ridotti in media del 30%, se applicassimo la stessa percentuale a tutti. Vogliamo però penalizzare di più gli inaccettabili. Mi risparmio i conti, perché mi pare chiaro che i soliti reietti si vedrebbero decurtata la paga del 70-80% e gli altri del 20-30%. Cadiamo nel caso di prima.

    Ipotesi 3. Tagliamo a tutti, ma riducendo di più ai peggiori? Ok, abbiamo il 15% di tagli medi. Facciamo -5% al migliore 50%? Il 5% del 50% è il 2,5% del totale. Ci rimane un 12,5% da applicare solo a mediocri e inaccettabili…non troppo diverso da prima. Tagliamo il 10% ai buoni? Ok, qui siamo a -5%, con ancora un 10% da recuperare, colpendo solo il 50% dei dipendenti e colpendo di più il 5-10% peggiore. Ma se abbiamo tolto il 10% ai buoni, gli altri partono almeno dal doppio…non se ne viene fuori.

    Cosa resta? I tagli orizzontali sono un’ipotesi: -15% di stipendio a tutti gli statali. Una mazzata notevole, ma forse sopportabile. Un’altra ipotesi è licenziare i peggiori. Se licenzio il 5-10% dei dipendenti pubblici ottengo i 2/3 del risparmio e poi posso spalmare il restante terzo su tutti gli altri, magari esentando il 5-10% di migliori.

    Qualcuno ne vede un’altra?

  26. Francesco

    @Alessio Civitillo
    No veramente studio alla Università Bocconi di Milano.Cmq visto che non capisco giusto le fondamenta,c’è un libro di macroeconomia scritto da Olivier Blanchard che suppongo tu sappia chi sia,nel quale dedica un capitolo intero al signoraggio .Ti invito anche a leggere il libro”la teoria generale dell’occupazione,dell’interesse e della monta” di Keynes e poi il documento “modern money mechanics” scaricabile dal sito della FED, così magari capisci un pò il meccanismo della riserva frazionaria a l’aumento della base monetaria.Non è tutto ma ti consiglio di iniziare da qui,poi quando ti sei fatto un pò di cultura passa che ne parliamo senza che fai prendere aria alla bocca giusto per parlare.

  27. RiccardoC.

    @Francesco
    sei fuori strada, ma di brutto. Quando qualcuno tira fuori la parola signoraggio, cala subito un velo di pietoso silenzio che viene squarciato solo da qualcuno, spazientito, che si è imbattuto in uno nei tanti ciarlatani che ne sdottorano attribuendogli qualità che il signoraggio non ha. Fra queste, l’essere responsabile del debito pubblico.
    Se davvero sei uno studente di economia, leggiti i bilanci delle banche centrali e vedrai che la questione si sgonfierà come un souffle’ malriuscito.

  28. @ Francesco
    Eh ti pareva che nonostante l’ottima analisi di Giannino salti fuori un signoraggista, per giunta keynesiano-bocconiano che nonostante tutto propone l’assurda versione di Ben!.
    E’ proprio vero che l’università pubblica è sempre più una palestra di propaganda dei governi specialmente nell’ambito economico.
    Vabbè che la Bocconi storicamente è keynesiana ma ora addirittura complottista…. si esagera, che sia l’influenza del tremontismo?.
    Allora il libro di Blanchard basta una ricerca sul web e si noterà come questo venga citato e stracitato dai vari siti signoraggisti e di complottismo allucinante, come fosse una reliquia votiva (e già questo dovrebbe dirla lunga sulla credibilità dei siti e dell’autore) nonostante le palesi inesattezze presenti in esso da parte di uno che tral’altro ora lavora nel FMI…. (ecchecaso c’è proprio da dirlo!)
    Credere che la Banca d’Italia sia un istituto privato anzichè un istituto pubblico statale avente una autonomia paragonabile a quella della magistratura rispetto al parlamento, significa non capire nulla della società attuale e dei meccanismi economici di uno Stato contemporaneo come quello italiano.
    Idem su vasta scala a livello Europeo e nordamericano.
    Pensare che la Banca d’Italia dipenda dagli istituti di credito bancari anzichè il suo contrario è altro errore di prospettiva che addirittura un keynesiano non farebbe (se hai letto veramente Keynes).
    Credere che la moneta sia attualmente privata o che le banche operino in ambito privato a danni dei governi (e dei politici in particolare) è semplicemente assurdo (sennò non si spiega come mai i politici siano corsi al loro salvataggio, se questi istituti tramavano a danni della politica e dello Stato).
    E per fortuna che poi ti lamenti di Draghi e del ruolo delle banche sulla moneta…!!!.
    La sovranità monetaria l’abbiamo persa con l’euro per opera dei nostri politici, il tutto in termini espliciti con tanto di eurotasse per entrare nel club.
    Tral’altro ricordo come Mario Monti ex rettore della Bocconi sia stato tra i massimi promotori dell’operazione assieme a Prodi & Co.
    I politici comandano nella Commissione Europea ed eleggono i loro rappresentanti a Francoforte nella BCE, mica per opera di massoni o di banchieri ebrei ramificati.
    A meno che tu non confonda il funzionamento dell’economia mondiale con la liquidazione della Roma Calcio per opera di Unicredit con advisor Rothschild!.
    La BCE funziona a quote di investimento di titoli di credito forniti dagli Stati dei paesi membri.
    Non a caso in quest’ultima crisi la BCE ha usato tali soldi per ricomprare i debiti pubblici nazionali dopo che altri paesi europei (leggi Germania) hanno finanziato la BCE.
    Altro che debito pubblico dovuto al signoraggio privato!.
    Ovviamente io vedo sempre lo Stato e i politici, mai i privati coinvolti, e questo sia che si parli di Fed che di BCE che di World Bank che FMI.
    Su Keynes e la sua teoria basti leggere gli ottimi articoli di P. Monsurrò e i caustici articoli di Oscar Giannino sul personaggio per comprendere come Keynes e le sue idee siano prive di qualsiasi credibilità.
    Ricordo come Keynes scrisse suggerimenti a Hitler, ma purtroppo non erano quelli per ricavare l’oro dalla lava vulcanica….
    Inoltre dulcis in fundo viene citata sempre da Francesco come entità credibile la Fed e i suoi documenti e previsioni, ovvero la causa della crisi attuale economica mondiale e americana.
    Un sistema controllato dal governo e avente prima in Greenspan e ora in Bernanke (approvati nel loro operato e nomine dal Congresso americano e dal Presidente Usa mica dai Savi di Sion o dai venusiani templari….) tra i responsabili della fiat money selvaggia senza equivalenti in oro dovuto proprio al metodo della riserva frazionaria (sostenuta pure dai monetaristi) e dalla cancellazione del gold standard attuato con Bretton Woods.
    E’ meglio che cambi corso di studio non solo perchè quella che tu citi è pseudoeconomia che durerà ancora per poco ma anche perchè non sembri proprio perspicace e realmente intenzionato a comprendere la materia.
    Basterebbe il fatto che tu vieni su questo blog tutto borioso dei tuoi pseudosaperi con aria da maestrino proferendo sciocchezze a raffica ai naviganti e dimostrando non solo di studiare delle panzane all’università (ma qui la colpa è ovviamente dei docenti e dei piani didattici) quanto piuttosto una scarsa curiosità personale e nella capacità cognitiva di comprensione del pensiero base di questo blog (l’economia di libero mercato) e ovviamente di lettura dei numerosi articoli in precedenza pubblicati su questo sito e sull’Istituto Bruno Leoni in merito alle cause della crisi economica internazionale e ai suoi responsabili.
    Ti consiglio io alcuni veri saggi di scuola austriaca di economia.
    Per quanto riguarda la visione dell’economia e i nefasti effetti dello statalismo interventista keynesiano e dirigista delle varie ideologie collettiviste e stataliste:

    Planned Chaos http://mises.org/books/plannedchaos.pdf di Mises;

    Socialism http://mises.org/books/socialism.pdf di Mises;

    Omnipotent Government http://mises.org/books/og.pdf di Von Mises.

    Su La Grande Depressione: http://www.ibs.it/code/9788849822960/rothbard-murray-n-/grande-depressione.html libro di Rothbard che smentisce parte delle tesi monetariste di Schwartz e M . Friedman

    Su Keynes questo papers http://brunoleonimedia.servingfreedom.net/Focus/IBL_Focus_28_Ebeling.pdf

    Per quanto riguarda la visione della moneta e che cosa sia oggi:

    http://mises.org/books/tmc.pdf The Theory of Money and Credit di Mises

    http://www.4shared.com/file/106683481/ec059419/Murray_N_Rothbard_-_Moneta_Banca_e_Libero_Mercato.html di Rothbard

    http://www.4shared.com/file/106683429/1831f4a1/Murray_N_Rothbard_-_Lo_Stato_Falsario.html di Rothbard

    Inoltre ti consiglio di leggere i PDF del sito Moneta, credito bancario e cicli economici di Huerta de Soto scaricabile in italiano da http://www.jesushuertadesoto.com/madre2.htm

    Ti consiglio prima di scrivere la tesi di leggere questi link PDF gratuiti (tranne la Grande Depressione che è libro da comprare) per evitare ulteriori bufale quando sarai nel mondo reale dei default globali e delle crisi sistemiche internazionali non più arginabili dietro astratte fantasie bocconian-keynesian-signoraggiste.

  29. Ah mi sono dimenticato di far notare come Blanchard sia anche un consigliere della Federal Reserve di Boston (dal 1995) e di New York (dal 2004).
    Ovvero negli anni clintoniani del maestro Greenspan e bushiani di Bernanke della bolla immobiliare (praticamente nascita, vita e morte di una bolla di Stato), e ovviamente parla di signoraggio, anzichè del proprio operato e placet nei suo stracitato libro.
    Quindi ricapitolando, Blanchard è un docente universitario, lavora attualmente al FMI ed è tutt’oggi membro della FED.
    Se questo tizio non ha colpe e responsabilità per la crisi attuale bisogna proprio avere le fette di salame sugli occhi…
    Credere alle parole di questo personaggio è insomma come chiedere all’oste se il vino è buono….
    La risposta la potete immaginare da soli.
    E poi c’è chi dà ancora la colpa al libero mercato, agli spiriti animali selvaggi e alla deregulation….
    Ma ovviamente trattasi di versione portate avanti da complottisti keynesian-signoraggisti aventi responsabilità nelle banche centrali e nel FMI laddove le responsabilità individuali sono un optional.

  30. La ChiD’accordo sui tagli. Ritengo anch’io che siano poca cosa rispetto al bisogno. Ma cavolo! Possibile che debbano sempre pagare i poveracci? La Chiesa si becca circa 9 miliardi di euro l’anno dalle tasche dei cittadini e li spende in modo… (lasciamo perdere) e la corruzione eretta a sistema politico. Tagli sì, sacrifici sì, ma niente sprechi da parte dei potenti o soprattutto onestè, perbacco!

  31. Alessio Civitillo

    @Francesco

    Caro Francesco,
    non fai altro che confermarmi che lì alla bocconi c’è parecchia gente montata. Pensavo fossi di qualche università provinciale dove i professori di Storia Economica tessono le lodi di Keynes e spiegano come ridurre il debito pubblico usando la monetizzazione.

    Ho studiato Blanchard e ho studiato il signoraggio di cui parli. Mi sono dovuto sorbire anche le lodi su Keynes e sul fantomatico moltiplicatore. Salvo poi vedere i Paesi che usano la spesa pubblica come misura anticiclica sono indebitati sempre di più.

    Sul signoraggio una buona spiegazione è qui: http://epistemes.org/2007/12/27/signoraggio-tra-mito-e-realta/

    Fossi in te, cercherei qualche professore serio di economia e lascerei perdere quelli che vanno ancora in giro a parlare di Keynes.

    Purtroppo tu ci sei dentro al sistema accademico italiano (io ne sono uscito e sto in Danimarca) e non ne riesci a vedere le enormi falle. Già il fatto che citi solo Blanchard e Keynes ti dovrebbe far ragionare sulla qualità di quello che ti hanno insegnato. Nel campo in cui sto studiando io in Danimarca ti posso citare decine di autori, perché non esiste IL libro qua, esistono i papers e i database accademici e statistici.

  32. Francesco

    Io non so dove hai studiato tu in italia,ma ti assicuro che qui non lodano nessuno.E non parlano neanche di sgnoraggio,anzi hanno pure paura a farlo.Pochi sono i professori che si espongono e ti assicuro che falle nel sistema ci sono.Ce ne dà prova anche LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DEL TRIBUNALE DI ROMA, in seguito all’esposto-denunica per truffa del Prof. Giacinto Auriti dell’8 marzo 1993 nei confronti dell’allora governatore della Banca d’Italia Azeglio Ciampi.ella sentenza la Procura della Repubblica ha riconosciuto che il prof. Auriti AVEVA DATO PROVA DELL’ELEMENTO MATERIALE DEL REATO DI TRUFFA, ma non si procedeva nei confronti della Banca d’Italia perchè mancava l’elemento del DOLO essendo il sistema monetario ormai consolidato per prassi.A questo punto io ti espongo un fatto e non teorie,allora mi devi dire se a questo punto un minimo di qualcosa c’è.

    @Alessio Civitillo

  33. Alessio Civitillo

    @Francesco

    Pure il link che ti ho messo espone fatti e non solo teorie. Se te ne vai nella letteratura cospirazionista, ne trovi centinaia di “fatti” come quello che esponi. La capacità sta proprio a sapere quel minimo di teoria economica per capire che sono cose che non hanno nulla a che fare con fantomatici complotti internazionali di banchieri, massoni, e quant’altro.

    Come ti hanno anche detto altri, lascia perdere queste scemenze e studia. Nella vita reale puoi venire da dove ti pare, da Harvard se ti va, ma se te ne vieni fuori con queste teorie complottiste ti bruci subito.

  34. Francesco

    Ma che complottiste e poi sinceramente non mi sto vantando di venire da questa Università perchè per me tutte sono le Università sono uguali.Racconto solo quello che leggo e poi il mio primo post era scritto in forma di domanda e non voleva essere una risoluzione al problema del debito pubblico.Apprrezzo le informazioni che mi avete dato e le leggerò così da poter fare confronti ed eventualmente vedere chi ha ragione.

  35. @Francesco
    Francesco, liberissimo di aver le tue idee, però sul fatto che in Italia non si lodi nessuno sei ingenuo. Il semplice fatto che tu abbia studiato il Blanchard la dice lunga su come ti si è voluto indirizzare.
    Non c’è bisogno di dire a uno studente “Keynes è la verità”, basta non insegnare altro; è quanto successo a me, come a tanti altri, che sembrava che l’unico modello completo fosse quello di keynes, che Friedman (e Phelps) si fossero baloccati solo su un particolare del mondo, che Hayek nemmeno esistesse, che i vantaggi comparati fossero una masturbazione mentale inapplicabile… Se non fai certi corsi o non caschi per caso nella coscienza di altre scuole, Keynes diventa la bibbia, senza bisogno di elogiarlo.

  36. juancarlos

    probablilmente il signoraggio bancario bancario non esiste ,ma quel dittatore di Mussolini ,non è riuscito a mettere un suo uomo come governatore della banca d Italia
    e Clinton ,Bush,e Obama alla fine hanno fatto gli interessi delle lobby: sono sempre i soldi che comandano ,e come si diceva in un famoso film ,follow the money.

  37. renzo

    Il triliardo è il numero naturale che equivale a mille miliardi di miliardi (1.000.000.000.000.000.000.000 o 1021),

  38. renzo

    da Wikipedia….”Debito pubblico USA 12.433 miliardi di $25 febbraio 2010″ vale a dire 12 bilioni e rotti.

  39. Roberto

    @Beppe si, vedo un’alternativa nei tagli progressivi per fascia retributiva. Lasciando intatti i livelli di base credo che non si andrebbero a deprimere consumi e tenore di vita e si potrebbe comunque contare su cifre consistenti. Mi sto convincendo che il problema siano l’alto numero di dirigenti e i loro livelli retributivi, e mi piacerebbe poter fare dei calcoli su queste ipotesi.
    R.

  40. tartaro

    per mantenere la carta straccia di regime, messer stato spande centinaia di milioni di euro annui. senza questa tangente messer giornalisti di pippe andare a zappare terra, lavoro nobile e produttivo.

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