18
Nov
2010

Autorità energia. Il Pd perde i pezzi

Solo due righe per avvisare che, a quanto mi risulta, il parlamentare del Pd Federico Testa si è dimesso da responsabile energia & servizi pubblici del partito.

A monte della decisione starebbero le perplessità (eufemismo) per l’accordo bipartisan sull’Autorità per l’energia, che (se le commissioni ratificheranno la decisione del governo) sarà presieduta dall’attuale numero uno dell’Antitrust, Antonio Catricalà, e sarà composta da Guido Bortoni (capo dipartimento energia al ministero dello Sviluppo economico e già direttore mercati dell’Aeeg); Alberto Biancardi (direttore generale della Cassa conguaglio del settore elettrico e responsabile energia dell’Arel); Valeria Termini; e Luigi Carbone. Testa, in particolare, non avrebbe gradito l’inserimento nel collegio di alcuni componenti privi di esperienza sul settore, in attrito con quanto prevede la legge istitutiva dell’autorità. Ma dietro la decisione c’è probabilmente un malessere più diffuso per l’apatia del Pd e la sua difficoltà a mantenere posizioni coerenti e credibili sui temi energetici e ambientali – col risultato di apparire sempre più come una succursale, fuori tempo massimo, di un’ideologia anti-industriale e anti-crescita economica.

Un altro competente si allontana dalla politica. Non ne guadagna il principale partito dell’opposizione, né il paese, ma i cacicchi verdi stasera possono brindare. Chissà se qualcuno li ha informati che le bollicine sono fatte di CO2.

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2 Responses

  1. Luigi Ferrata

    Carlo concordo su tutto. Il Pd dovrebbe avviare una riflessione, un dibattito interno, come si diceva una volta, sui motivi che hanno spinto Federico Testa alle dimissioni. Testa è, per unanimità di giudizio uno dei pochi parlamentari competenti sui temi legati all’energia, all’ambiente ed alla gestione dei servizi pubblici locali. Tale ruolo gli è riconosciuto dai principali stakeholder del settore, che non a caso lo hanno sempre considerato come la persona di riferimento all’interno dell’opposizione.
    Bisogna anche interrogarsi sulle motivazioni che lo hanno spinto alle dimissioni: probabilmente le sue posizioni moderate, liberali, lontane da ogni forma di demagogia frutto di incompetenza, quando non dolosa, non hanno trovato cittadinanza e copertura politica all’interno del partito democratico.
    Il Pd con l’On. Testa perde un interlocutore con cui per tutti era possibile, pur nella legittima diversità delle opinioni, confrontarsi in maniera non ideologica ed aprioristica su gas, rinnovabili e nucleare.
    Probabilmente da oggi il Pd è più povero.

  2. un umano

    A beneficio di blog riporto quello che ho letto altrove: c’e’ stato un scambio: Lega-PDL hanno sistemato Luigi Carbone, figlio di Vincenzo e PD ha piazzato Valeria Termini, moglie di Biasco. Personalmente, anche altri due non saprei valutare (essere il direttore di qc. e saper lavorare sono 2 cose diversi).

    Invece sulle dimissioni di Testa (se la motivazione è legata alle nomine) registro che gratta-gratta nel PD si riesce a trovare uno che cerca di pensare a far funzionare al meglio il paese, invece Lega-PDL appare il solito (e solido) blocco clientelare che piace tanto ai mercantisti nostrani. Logica industriale, neh?

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