22
Mag
2014

Appello al Capo dello Stato—di Aldo Canovari

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Aldo Canovari.

Illustre Signor Presidente,

vincendo un paralizzante timore reverenziale nei confronti dell’alto ufficio che Ella ricopre, ma incoraggiato dalla Sua acuta sensibilità per le condizioni in cui è ridotta una gran parte del popolo italiano, mi permetto rivolgerle il seguente Appello.

Signor Presidente, nessuna persona sensata e onesta ha più alcun dubbio sulla indilazionabile necessità morale ancor prima che economica di porre fine alle scandalose super-retribuzioni dei vertici della burocrazia, della magistratura, delle Forze armate e degli enti economici pubblici e parapubblici; e su questa strada il Governo si è già avviato con il recentissimo decreto legge.

Tale decreto, che dovrà percorrere un campo minato da probabili eccezioni di incostituzionalità, peraltro non tocca – come non può toccare – l’assetto retributivo degli organi costituzionali (Quirinale, Parlamento, Consulta) i quali godono di piena autonomia.

Ma tale preclusione giuridica, agli occhi del popolo al quale non vale certo opporre argomenti meramente legalistici, appare una stortura morale incomprensibile, tanto più poiché siamo – Lei ne converrà – in un momento che può schmittianamente qualificarsi come “stato d’eccezione”.

E in una condizione come questa, ove si vogliano prevenire azioni da Senatus consultum ultimum, la soluzione può risiedere solamente in un Suo gesto.

Un Suo gesto forte, nobile ed esemplare che solo per effetto di trascinamento da moral suasion indurrà anche gli altri organi costituzionali, e non solo quelli, ad imitarla.

Signor Presidente, Lei avrà già capito a cosa mi riferisco.

In un giorno e ad un’ora di massimo ascolto, attraverso tutti i mezzi radio-televisivi rivolga un messaggio agli Italiani con cui annuncerà di rinunciare alla metà (o altra maggior misura che Ella riterrà più congrua) dei Suoi emolumenti di Capo dello Stato e dei Suoi vitalizi di parlamentare italiano ed europeo.

L’effetto sarà sicuro e dirompente. Non un solo membro dei vertici del Quirinale, un solo membro della Camera, del Senato, della Corte costituzionale… avrà la sfrontatezza di non seguire il Suo esempio. E se certamente non basterà questo a sanare il deficit dello Stato, il valore morale di un simile gesto avrà però conseguenze positive incalcolabili, perché servirà a restituire ai cittadini comuni quella fiducia che hanno perso nei confronti dei loro rappresentanti in parlamento, dei governanti e nelle più alte cariche dello Stato, percepiti ormai solo come parassiti dannosi alla comunità.

Signor Presidente, può esser certo che un “sacrificio” economico spontaneo di tale misura non renderà indigente il Presidente della Repubblica italiana (la media degli appannaggi dei presidenti di altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti d’America, la Francia, la Germania, è di gran lunga inferiore a quello del Presidente italiano), né di conseguenza potrà ledere la Sua dignità. Al contrario, la nobiltà e la liberalità del gesto l’accresceranno, e susciteranno rispetto e ammirazione nei cittadini italiani e nei popoli di altre nazioni, dando prova che il Capo dello Stato, massimo rappresentante del popolo italiano, non solo predica sacrifici per il suo popolo, ma è anche il primo a praticarli.

Signor Presidente, la Sua persona, che già si è conquistata un posto di grande onore nel breve arco di questo decennio, resterà immortalata nella storia dei decenni a venire.

E la profonda stima che nutro per Lei mi autorizza a confidare che, per il bene del nostro Paese, vorrà prendere in convinta considerazione questo mio Appello.

Macerata, li 5 maggio 2014
Rispettosamente,
Aldo Canovari

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7 Responses

  1. victor carlos

    Egregio Signor Canovari. E’ ammirevole la sua sensibilità morale e civile. E’ lodevole il suo senso delle istituzioni. E’ apprezzabile la sua utopica fiducia in un modello sociale sorretto dai medesimi principi e valori che ispirano le sue istanze. Condivise e condivisibili da molti più di quanti s’immagini. Ma non per questo s’lluda. Il suo appello resterà inascoltato. La sua voce perduta nel nulla. La sua suggestione infranta nell’indifferenza. Nè, peraltro, trarrà occasione consolatoria dalla conclusione che, se almeno uno dei presupposti del suo sentire avesse abituale riscontro, il suo appello non avrebbe avuto ragion d’essere. Si rassegni.

  2. roberto

    Egregio,
    il suo appello non fà una piega.

    Ma mi permetta di dire che mi rivolgerò con rispetto a tutte le persone che rivestono cariche istituzionali quando se lo meriteranno e non daranno
    adito a falsi perbenismi sempre indirizzati sempre agli altri e mai loro. In quanto a Napolitano compreso, il figlio non ricopre guarda caso una posizione in un ente pubblico ?
    E come la mettiamo con tutti i figli/e di Generali poliitici, etc. piazzati in posizioni dirigenziali nelle quali fanno solo danni ma tanto c’è papino che para ?
    Be solo quando ciò sarà svanito, chiamerò qualcuno “Onorevole”.
    Saluti
    RG

  3. Giorgio

    Se consideriamo anche l’aspettativa di vita di Re Giorgio, sarebbe un “sacrificio” più simbolico che altro. Ma, ahimé, temo resterà comunque disatteso.

  4. Nikytower

    Gent.mo
    il Presidente della nostra nazione non è messo lì a tutelare e garantire i cittadini altrimenti di azioni volte a tutelarli avrebbe già dovuto farne molte.
    Il Presidente è lì per rappresentare e tutelare i mantenuti che sono una piccola ma dominante parte della nazione. Chi non appartiene al gruppo di comando (direttamente o indirettamente) mantenuto non è difeso nè rappresentato da alcuno. Ci fosse stato un uomo (Il Presidente ) o un organo (La Corte Costituzionale) che avesse fatto il suo dovere oggi non saremmo in questa situazione dove il rapporto tra lo stato dominante e i suoi sudditi non è minimamente regolato dalla Costituzione. Solo quando i mantenuti devono difendere il proprio mantenimento allora viene tirata in ballo la costituzione. Questo dimostra che il problema non è sulla applicazione della Costituzione ma sulla difesa dei sudditi. Già… è perchè mai i sudditi dovrebbero avere dei diritti? 🙂

  5. Fabio Maggiori

    Dott. Canovari,
    Condivido il contenuto del Suo appello ma non il garbo di chi ha giustificato i carrarmati in Ungheria e ha tradito la costituzione, vedi denunce dell’avvocato Paola Musu e dell’avvocato Gianfranco Orelli.
    Chi ha un minimo di sensibilità e di responsabilità dovrebbe sentire il peso morale di tutti quei suicidi che Monti ha causato con la sua consapevole politica distruttiva. Ma Monti aveva mandanti e complici.
    Saluti

  6. Alessio Calcagno

    Solo oggi – venuto a conoscenza chi e’ veramente Aldo Canovari – ho capito l’ironia della lettera. Abbracci da Dublino…

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