7
Mar
2015

Addio a Guido Ghisolfi

Oggi si svolgeranno a Tortona i funerali di Guido Ghisolfi, che si è tolto la vita martedì scorso. Guido era un grande imprenditore, un uomo di intelligenza vivace, ma soprattutto un amico.

Ghisolfi era un uomo di successo. L’azienda di famiglia, la Mossi & Ghisolfi, è un gigante della chimica, di cui lui amava parlare non solo con l’affetto del figlio e l’ardore dell’imprenditore, ma anche e soprattutto con la passione di chi ne sente “suo” ogni pezzo, ogni processo, ogni lavoratore, ogni stabilimento, e più di tutto ogni ricercatore. La vera ragione per cui Gisolfi faceva, e bene, e amandolo, il suo mestiere era questa: era un’opportunità per indagare e scoprire cose nuove. Era un’occasione per circondarsi di giovani scienziati, lanciarli a fare scorribande nei campi dell’ignoto, con la curiosità dello studioso e la concretezza dell’uomo d’impresa.

Negli ultimi anni si era dedicato allo sviluppo di una tecnologia per la produzione di biocarburanti di seconda generazione, a partire da colture non alimentari. In particolare, l’impianto di Crescentino e, in prospettiva, altri investimenti che era pronto ad avviare in Sicilia riguardavano la produzione di bioetanolo da biomassa ligneo-cellulosica (le canne). Guido, come tanti, si era gettato nel mondo delle energie rinnovabili. Ma, a differenza di molti, lo faceva con due obiettivi: primo, inventare qualcosa di suo, dare un contributo originale e utile; secondo, sganciare l’aggettivo “rinnovabile” dal sostantivo “sussidio”. Per Ghisolfi le tecnologie, per garantire davvero la sostenibilità, dovevano essere anzitutto economicamente competitive. Non passava quindi il suo tempo girando col cappello in mano alla ricerca di incentivi: lo passava alla ricerca di soluzioni.

Quanto fosse attaccato al suo lavoro e ai suoi risultati era evidente dal modo in cui ne parlava. Faceva persino tenerezza, quando si metteva a snocciolare cifre e dettagli tecnici a persone che (me compreso) nove volte su dieci neppure erano in grado di seguirlo fino in fondo. Svolgeva il suo ragionamento costellandolo di dati e conti, e concludeva con un sorriso, come dire, è ovvio no?

Ma accanto al Ghisolfi imprenditore, c’era il Guido lettore vorace, appassionato di politica ma convinto che la politica avesse bisogno di un’ossatura di idee, e che le idee per svilupparsi avessero bisogno di un confronto aperto e di un dibattito acceso. È grazie a questa attitudine che si è avvicinato, tra l’altro, all’Istituto Bruno Leoni, del quale è stato un sostenitore. Il supporto che ha fornito all’IBL ha avuto per noi tanto più valore, se si considera che probabilmente non condivideva interamente il nostro approccio. Eppure, ogni volta che ha partecipato ai nostri eventi, e lo faceva spesso, anche semplicemente nel pubblico, Guido ha trovato il modo di dare il suo contributo, di dire qualcosa di utile e provocatorio.

Per tutte queste ragioni, la sua scomparsa ci ha turbati tutti, e profondamente. Sentiamo più forte che mai l’impegno di fare il nostro lavoro, con serietà, scrupolo, convinzione. Lo sentiamo anche come segno di gratitudine per lui, per la sua amicizia e la sua vicinanza. Nella certezza che, oggi, Guido è un angelo custode di tutti quelli che hanno idee e vogliono spellarsi le mani per svilupparle.

Ciao Guido, ci manchi e mi manchi.

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