27
Ago
2014

Perché non credo a Frontex Plus, e alle proteste italiane prive di proposte

Mi spiace, ma non credo molto anzi per nulla all’annuncio odierno, e cioè che da autunno-inverno una missione “Frontex Plus” sostituirà i mezzi italiani impegnato nel Mediterraneo nella missione Mare Nostrum. Era ottobre del 2013, quando dopo una terrificante strage nel mare fuori Lampedusa l’Italia portava al Consiglio Europeo la necessità di un cambio di marcia nei confronti dell’emergenza migranti dalla sponda Sud del mediterraneo. Il cambio di marcia non è mai avvenuto. Ho scritto all’inizio del semestre di presidenza italiana Ue che il tema andava riaffermato al centro del tavolo europeo. Nel frattempo, quasi duemila morti in mare solo da inizio anno. E oltre 123 mila salvati dall’Italia da sola, dalla nostra Marina Militare, Guardia costiera, dai mezzi delle Capitanerie di Porto, Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri. Un flusso gigantesco che entrando in Italia affanna le stremate strutture residue dei Cie, dei Comuni, della Protezione civile, della CRI e dei volontari delle ONG italiane.

Nell’incontro odierno con il ministro Alfano, la commissaria europea (uscente) agli Affari Interni Cecilia Malmström ha ribadito la verità. Frontex, l’agenzia europea alle frontiere, non ha risorse e mezzi per affiancare l’Italia. Figuriamoci per sostituirla.  Sono i Paesi della Ue, nazionalmente, che dorranno decidere se impegnarsi o meno. Finora non l’hanno fatto. E il perché è scontato. Attualmente, se a salvare i disperati nel Mediterraneo fosse un mezzo militare tedesco o francese, a loro poi spetterebbe occuparsi anche del destino successivo dei salvati, in assenza di nuove regole europee che oggi mancano, in materia di comuni indirizzi su immigrazione, asilo e meri trattamenti umanitari.

E’ politico, il problema. Finora Alfano e altri hanno strillato contro l’Europa.  Sui soldi. Ma – almeno per quanto è noto – non hanno stilato un pacchetto di norme che identifichi un codice comune europeo a fronte dei migranti e dei trafficanti di carne umana. Il governo italiano deve portare al Consiglio dei ministri degli Affari Interni Ue, il 9 e 10 ottobre, un pacchetto di proposte su cui o si schioda il consenso politico dei 28 Paesi dell’Unione, pppure l’Italia deve essere pronta a una strategia alternativa. Già nel prossimo summit europeo dedicato alla scelta di alcuni componenti essenziali della nuova Commissione Juncker, Renzi dovrebbe porre il punto.

E’ ovvio che l’optimum sarebbe una compartecipazione di mezzi e risorse dei maggiori paesi Ue: proprie unità navali a fianco alle nostre, con turni plurimensili per aree assegnate come si fa nella task force internazionale antipirateria operante al largo del Corno d’Africa. Ma per una missione simile manca la cosa fondamentale: stabilire PRIMA chi dovrebbe farsi carico poi dei salvati. E c’è un altro fattore, che dovrebbe far alzare il tiro politico all’Italia. Quanto si è letto da alcune fonti europee in questi ultimi giorni, e cioè che l’operazione Mare Nostrum italiana ha il difetto di apparire ai trafficanti di carne umana come un incentivo, cioè la scontata garanzia che tanto c’è chi salva anche in alto mare gli schiavi trasportati, la dice lunga non sul cinismo della politica estera di altri Paesi Ue, bensì sulla totale mancanza di consapevolezza di quanto sta avvenendo in queste settimane.

Non è più solo il costo finanziario proibitivo per la sola Italia, l’argomento di Renzi ed Alfano al tavolo europeo. Nel frattempo è riesploso l’intero Medio Oriente. E’ questa, la terribile realtà dietro il flusso che si abbatte su Mare Nostrum. Berlino e Parigi è meglio riflettano bene su una Libia ormai in preda alle bande islamiste. Contro le quali Egitto ed Emirati Arabi bombardano senza alcuna informazione condivisa né con gli Usa né con Ue, tenendo rapporti riservati solo con Tunisia e Algeria. Mentre Obama non sa che fare in Siria, visto che deve colpire l’ISIS ma contemporaneamente non può farlo a fianco di Assad. E mentre centinaia di migliaia di nuovi profughi tentano di sopravvivere fuggendo nel Mediterraneo dal nord dell’Iraq, dal presunto nuovo Califfato, da Gaza. Aree su cui Iran (e Qatar) hanno interessi distinti dall’Egitto di al-Sisi, contro Isis da una parte, con Hamas dall’altra.

E’ l’esplosione mediorientale oggi la vera ragione politica e geostrategica che dovrebbe smuovere le capitali europee. L’imbarazzato silenzio di Bruxelles su quanto avviene in Medio Oriente può essere superato se al prossimo vertice europeo davvero c’è un’intesa su chi guiderà la politica estera comune. E se sarà il ministro Mogherini, come ormai sembra e nel caso per Renzi è una buona vittoria, a maggior ragione occorre che abbia un mandato chiaro.

Se fino a ieri mancavano i presupposti internazionali per un vero intervento extraterritoriale di contenimento dei flussi di carne umana, la richiesta rivolta ieri all’ONU da quanto resta del parlamento libico eletto offre una cornice da raccogliere, che legittimi una presenza internazionale sulle coste libiche a fianco all’Egitto e alle monarchie moderate islamiche, che a differenza del Qatar temono la deriva neoislamista.

L’esperienza deve renderci duri. In caso di mancata risposta europea bisogna essere allora pronti a dire che useremmo tutto ciò che il diritto internazionale marittimo consentisse alle autorità italiane, a cominciare dal disporre alle navi battenti bandiera estera transitanti nel canale di Sicilia di prestarsi non al salvataggio, ma a ospitare i salvati fino al regolare porto di arrivo ma non su coste italiane. E’ una misura durissima, ma fattibile. L’extrema ratio, per far ragionare l’Europa: visto che alzerebbe i noli per tutti i maggiori porti spagnoli e francesi, colpendo i traffici anche verso il Centro Europa, Germania e Austria comprese. Non possono essere i tecnici di Frontex, a compiere una svolta politica tanto radicale. Bisogna porla al centro della scelta del nuovo Mr o Miss Pesc, e come priorità della nuova commissione Juncker.

La spirale riavanzante del terrorismo islamista è la nuova emegenza. Ma è la reciproca convenienza, ciò che all’Europa sfugge. Sinora in realtà è mancata una comune politica dell’immigrazione, come fattore essenziale della crescita e stabilità economica complessiva. I diversi Paesi membri dell’Unione hanno legislazioni diverse sulle procedure di ammissione temporanea, sui requisiti di lavoro, sul diritto al ricongiungimento delle famiglie e sulla cittadinanza. Ma oggi sono le vie nazionali a superare una frontiera comune, a non funzionare più. Erano figlie di un’era in cui ciascuno pensava alla propria crescita economica, ai diversi retaggi coloniali, a confliggenti teorie e prassi giuridiche della cittadinanza. E a fabbisogni di manodopera, contributi sociali e tasse, completamente slegati da paese a paese.

La drammatica crisi dell’Europa ha mostrato in questi anni che non è più così. La devastante curva demografica italiana e l’invecchiamento della popolazione tedesca sono due facce di una stessa medaglia. Più l’Italia è lasciata sola nel salvataggio e nel filtro impossibile di duecentomila disperati l’anno, meno potrà concentrarsi su una politica di “scelta” di migranti per qualità dell’offerta, come invece da tempo hanno iniziato a fare i paesi nordeuropei. Ma meno lo faremo noi, più metteremo anche gli altri paesi europei nelle stesse condizioni. Perché nessuno tra chi viene ripescato in mare, oggi, vuole restare nel nostro impoverito paese. Amaro dirlo, ma giusto riconoscerlo. E farlo presente a tutti, con la dovuta chiarezza.

 

You may also like

Punto e a capo n. 48
Punto e a capo n. 47
Europa sì, ma quale Europa?
Punto e a capo n. 42

5 Responses

  1. Findart

    Ma quando riconosceremo che, a parte l’EURO, l’EUROPA in quanto tale NON ESISTE???
    A parte tutte le leggi Comunitarie assolutamente inutili e di secondo piano, NON esiste una politica Europea SERIA, NON esiste una politica ECONOMICA seria, NON esiste una politca SOCIALE seria. Culturalmente siamo distanti come lo e’ la Groenlandia con il Cile.
    Ognuno pensa agli affair propri per un fallimento che nel tempo sara’ TOTALE.
    Tutti bravi (Francia in testa) a dare contro a Gheddafi, a bombardarlo, senza ovviamente pensare alle eventuali conseguenze per poi lasciare un paese nell’assoluto caos con migliaia e migliaia di morti in ogni dove. E l’Italia ha prestato il fianco a questo massacro!!! Questo perche’ la politica italiana non conta assolutamente nulla e non sa dire di NO. La nostra democrazia “demenziale” si e’ ridotta ad una liberta’ di parola per tutti ed all’assoluta impossibilita’ di decidere autonomamente e concludere qualcosa (che piaccia o meno fu solamente Craxi che, molti anni fa, rifiuto’ agli americani l’uso della base di Sigonella!).
    Se l’Eurpoa e’ da sempre chiamata il “Vecchio Continente” ora se ne capisce anche il perche’… ad una certa eta’… la vita lascia il passo alla morte. Il “Sistema Europa” se non verra’ ripensato e cambiato in tempi brevissimi non ha alcun futuro e purtroppo non ci sono politici Europei di cultura, livello e caratura capaci di proporre e DETERMINARE questo cambiamento.

  2. adriano

    Il problema è nostro e rimarrà tale fino a quando non sposteremo a nord Lampedusa e finiremo di sistemare chi arriva in albergo mentre altri sparano.Naturalmente se il problema esiste,perchè se si continua con l’invecchiamento e la necessità di regolare i flussi meglio risparmiare tempo e parlare d’altro.I soci europei faranno solo finta di intervenire.Siamo noi che dobbiamo trovare soluzioni che disturbino la loro quiete.La sua proposta di assaltare le navi francesi è simpatica ma non mi pare realizzabile.Meglio trovare la maniera di riportare a casa in sicurezza chi varca i nostri confini dicendo loro “non si può”.Dopo qualche tentativo magari si convinceranno a tentare altrove ed il problema si allargherà.In ogni caso la marea non si può fermare ma provarci sì.E’ questo il “problema politico” e non riguarda l’Europa ma noi.E credo che sia più facile spostare la Sicilia a nord della costa azzurra che cambiare il modo di ragionare dei nostri amati e buoni dirigenti cattolici.

  3. Mike_M

    Caro Giannino, se ne faccia una ragione: l’Europa è morta e sepolta. Punto. Ogni paese ormai pensa solo a se stesso e ai propri interessi. L’Italia ne prenda atto e si regoli di conseguenza. A cominciare dal ripristino della sovranità monetaria …

  4. Mario Mauro

    Nessuno, o almeno i più informati, non vogliono restare in Italia. Ma gli altri ce li rispediscono indietro. Intanto noi cantiamo vittoria dopo che la walchiria svedese che tanto ci ha criticato in passato ci mena per il naso. Scommettiamo che gli altri paesi europei si guarderanno bene dall’intervenire giudicando l’andare a cercarli fino all limite delle acque territoriali libiche assurdo?

  5. Sibilla

    Gli Italiani non identificano e non schedano i clandestini recuperati da Mare Nostrum perchè altrimenti l’Italia dovrebbe dare asilo a tutti e mantenerli. E se li scoprono altrove in Europa – dove c’è ancora il reato di immigrazione clandestina – li rispediscono in Italia.
    Con una tipica soluzione all’italiana facendo così li lasciano liberi di andare altrove in Europa, sperando che ci restino.

    Vedrà, faranno il Frontex europeo ma non per ‘solidarietà’ verso l’Italia, anzi! Lo faranno proprio per obbligare l’Italia a dare asilo a tutti, distruggendola definitivamente.

    I nostri politici non muoveranno un dito, fanno solo ammuina. Renzi è l’esecutore testamentario dell’Eurocrazia. L’Europa non è mai esistita, l’euro è una moneta fasulla.

Leave a Reply